sabato 5 luglio 2008

Missione Senegal 2 - Diario 30 giugno - 5 luglio 2008


Lunedì 30 giugno
Passiamo la giornata all’associazione Les Enfants d’Ornella, che si trova a La Kelle, a 60 km circa da Dakar e ad un’ora e un quarto circa di macchina da Malika dove ci troviamo.
L’associazione, fondata da due italiani (padre e figlia) in memoria della mamma il cui desiderio era realizzare questo progetto per bambini africani, si rivolge a tutti i giovani della zona, ai quali vengono gratuitamente offerti attività di doposcuola, corsi di computer, di ballo, di musica, teatro e altro ancora. La sala del nuovo centro polifunzionale viene anche offerta a gruppi locali che necessitino di spazio. Il progetto prevede nei prossimi mesi di accogliere una trentina di bambini definitivamente ai quali poter dare anche vitto e alloggio.
Arriviamo e scambiamo alcune chiacchiere con il responsabile italiano del centro, Andrea. Nell’attesa che arrivino tutti i bambini ne approfittiamo per visitare il centro e poi pranziamo.
Alle 15 i bambini sono circa 80.
Proponiamo lo spettacolo, poi bans e giochi di gruppo.
Il sole picchia forte…ma resistiamo…e soprattutto ci divertiamo un sacco!
Notiamo come i bambini non seguiti con costanza siano più ‘selvatici’, quindi più energici e anche più maneschi di quelli con i quali siamo abituati ad interagire nella Casa, ma tutto va comunque bene.
Baobab.
Durante il viaggio di ritorno, in sette in una specie di mini-mono-volume, quando ormai il sole africano è basso, e non fa più paura, dal finestrino si vede una grande pianura brulla, che assume il colore del tramonto. È grande questa pianura, e si estende fino all’orizzonte.
E qua e là baobab.
Chissà se avete presente il baobab, e chissà se andare su Google e cercare una foto rende l’idea. Ma vedere questi giganti dai rami corti e dalle foglie rade dà l’idea dell’incanto e mostra una sfaccettatura della magia africana. In macchina si scherza, e Sbrodolo è in piena crisi di riso, per una serie di battute sul mango. Ma se guardi fuori e vedi i baobab, per un attimo stai zitto e godi.
E non rinunceresti a questo momento ‘MANGO’ per sogno (vediamo quanto ci mette Sbrodolo a ridere… 1… 2… 3… ok, fatto, sta ridendo)
Rientriamo a casa per le 20, stanchi ma contenti di questa giornata piena che ci ha permesso di conoscere un altro pezzo di Senegal.

Martedì 1 luglio
La prima giornata di luglio ci vede far visita all’ospedale …La pioggia nella notte ha salutato il mese di giugno…lasciando come dolce souvenir un caldo afoso…
Il viaggio è lungo, il traffico porta a quasi due il numero delle ore necessario per arrivare all’Hopital Principal. Qui con altre 4 persone senegalesi che hanno seguito il corso base fatto nei giorni scorsi e del quale vi abbiamo già parlato, faremo il nostro servizio. Si vedrà se questa esperienza potrà essere per loro fattibile in futuro: la speranza è che, indipendentemente dal discorso in ospedale, possano essere punto di riferimento e di divertimento per i moltissimi bambini delle strade di Malika e dintorni.
Nella prima parte del servizio facciamo gag improvvisate in un edificio di Pediatria dove vengono convogliati tutti i bambini che si possono muovere.
Nella seconda parte giriamo in due gruppi nelle varie stanze di ospedale.
I nostri amici senegalesi ci accompagnano con entusiasmo e coraggio e noi facciamo loro un po’ da angeli.
Il servizio scorre bene: la prima parte ci permette di coinvolgere maggiormente i giovani clown inesperti…gag, risate in uno spazio piccolo ma simpatico.
Domani in quel reparto è giornata di vaccinazioni e le infermiere ci chiedono di fare i palloncini per i molti bimbi che verranno.
Girando per le stanze vediamo realtà abbastanza dure. Il livello di igiene e dotazioni varie non è quello occidentale ma neanche poi così male. Pur non essendo l’ospedale fatiscente, le mosche disturbano i piccoli ammalati.
Ci stupisce un pochino il contrasto con la parte esterna dell’ospedale, dove una miriade di giardinieri curano alla perfezione le aiuole che fanno da contorno all’edificio.
In una stanza visitata, una bambina allunga il braccio per prendere un nostro palloncino…tra lo stupore dei medici e degli infermieri, che negli ultimi mesi l’avevano sempre vista pressoché immobile…altre piccole magie in questa strana atmosfera senegalese…un bambino felice di aver ricevuto una spada in dono…e poi il sacchetto magico nel quale buttare il proprio desiderio…
Dopo il servizio facciamo la condivisione con i nostri amici senegalesi: facciamo nuovamente presente quanto già detto al corso sul comportamento da tenere in corsia e condividiamo le emozioni vissute…tante…forti…chissà…forse i primi senegalesi a fare in concreto la clownterapia…
Rientriamo a Casa…il pullman è strapieno…siamo attorniati da un gruppo di scalmanate anziane signore…abbiamo l’occasione di fare un pazzo minispettacolino di magia…che porta ancora più a galla l’esuberanza senegalese…che ridere…dopo ogni magia riceviamo pacche sulle spalle da abbattere un paracarri…
E poi il caldo afoso…ma le emozioni della giornata di oggi fanno sopportare qualsiasi clima…

Mercoledì 2 luglio
I giorni passano…
Questa mattina abbiamo appuntamento con l’associazione Book Diom, che si occupa di fornire formazione ai bambini costretti a lavorare nelle discariche per portare pezzi di plastica o vetro in altri centri di raccolta per avere qualche soldo. Facciamo lo spettacolo e poi abbiamo l’occasione di cantare e giocare insieme ai presenti, per lo più ragazze adolescenti che hanno appena terminato la lezione di cucito e il personale dell’associazione, che con le proprie infermiere offre assistenza alle persone che vivono nei pressi della discarica.
Prima di cominciare siamo ricevuti dal responsabile del centro, un signore molto disponibile rientrato da pochi giorni dal Canada, dove ha partecipato ad un convegno per il recupero nelle zone disagiate del terzo mondo. Ci spiega che con i fondi della Banca Mondiale il progetto è di chiudere la discarica e di garantire un’opportunità a tutti coloro che bene o male ne cavano fuori da sopravvivere. Spostare le abitazioni in un’altra area, fare qui una bonifica accurata e impiantare una fabbrica di gas, garantire imprese addette al riciclaggio, ma soprattutto eliminare questa bomba ad orologeria… visto che dal 1968 circa si continuano ad ammassare rifiuti, l’area della discarica è di 180 ettari e si estende per 10 km dal punto in cui furono buttati i primi rifiuti 40 anni fa, e poi ancora avviare sostegni di microcredito…mille progetti che illuminano i suoi occhi e anche i nostri. Durata del progetto dieci anni circa. Ora il lavoro duro è convincere le persone del luogo che il cambiamento e quindi una vita migliore è possibile…Alla profondità di soli 50 metri scarsi ci sono delle schifezze immense che causano moltissime malattie.
Rientriamo a casa per pranzo con la speranza di trovare ancora un momento per tornare in questa associazione.
Oggi è il giorno in cui le due volontarie francesi che ci hanno aiutato durante la nostra permanenza lasciano il centro. Arrivate in ottobre, dopo 9 mesi rientrano in Francia. Una piccola festicciola d’addio, qualche lacrimuccia e poi gli abbracci.
Nel tardo pomeriggio facciamo uno spettacolo in strada per i bambini del quartiere.
La cosa è stata annunciata nelle scuole della zona e quindi la partecipazione è buona. Oltre ai bambini molti adulti si fermano a guardare. In più organizziamo una parata per le strade del quartiere…ne nasce subito un grande serpentone per le vie di Malika, chiassoso e colorato…poi tutto nello spiazzo vicino alla Casa per lo spettacolo vero e proprio.
Sulle prime pensiamo che i bambini di strada ci renderanno la vita difficile e che la potenza non certo eccezionale del nostro stereo a pile venga letteralmente coperta da urla e schiamazzi…
Niente di tutto ciò…i bambini della Casa fanno da bodyguard, dicendo agli altri in quale punto del campetto sabbioso sedersi, tracciando addirittura con un bastone i diversi settori… Ousmane è entrato come giocoliere nello spettacolo (ha già imparato a fare passing…), Djibril controlla lo stereo, Pape recupera ogni tanto lo splendido Ablail (da noi soprannominato Caccolina, 3 anni scarsi, di cui leggerete ancora sotto) che sorridente e come se niente fosse entra in scena…
Anche tutte le persone adulte che ne approfittano per andare a fare footing e ginnastica in spiaggia, si fermano a guardare lo spettacolo, che alla fine viene visto da circa 150 persone…
A fine spettacolo veniamo simpaticamente assaliti dai bambini, e ci rifugiamo nella vicina Casa di Ibrahima.

Giovedì 3 luglio
E’ la giornata che prevede la nostra seconda visita in ospedale, preceduta da una visita per le vie di Dakar.
Evitiamo il mercato turistico facendoci guidare da Alì nel mercato senegalese.
Il fatto che Alì cerchi di evitarci i prezzi da turisti segnalandoci i prezzi che verrebbero invece fatti ai locali non viene visto bene dai venditori, che se la prendono con lui rinfacciandogli di negare loro dei facili guadagni alle nostre spalle.
Ma la giornata pare essere probabilmente una delle più calde della nostra vita…e dopo una sosta per il solito panino senegalese ci rechiamo all’ospedale.
Dopo le 2 ore per andare da Malika a Dakar c’è un’altra mezz’oretta da fare coi trasporti locali per arrivare all’Ospedale Fann, dove oggi faremo servizi con 3 nostri amici senegalesi, al loro 2° servizio.
Visitiamo i reparti pediatrici e in particolare due differenti padiglioni, ognuno dotato di circa 8 cameroni e divisi da un giardinetto quadrato nel quale i parenti dei degenti si stravaccano a terra all’ombra di un albero centrale.
Il servizio scorre bene, i nostri amici sono più sciolti rispetto al turno precedente di martedì.
Nonostante lo stupore generale siamo accolti bene, e solo in una camera un’anziana signora nonna di una bambina manifesta in wolof la sua disapprovazione e i nostri clown senegalesi la capiscono…il rifiuto…difficile da accettare per loro che non capiscono come si possa rifiutare chi viene a donare un po’ di sé agli altri…
La cosa viene affrontata nella condivisione post servizio…Forse quello è stato lo sfogo di una nonna che non sa come affrontare la malattia della nipote, forse ha della rabbia e noi siamo stati la sua valvola di sfogo, vedere delle persone che fanno quello che facciamo noi in ospedale può sembrare strano e fuori luogo ad una persona della sua età in un paese che non conosce la figura del clown, il rifiuto non è alla persona ma al servizio…altro positivo scambio di emozioni e poi l’abbraccio finale…
Rientriamo alla Casa con scalcagnati taxi, per evitare di rimanere eccessivamente imbottigliati nel traffico e rimetterci altre 2 ore e mezza per il viaggio di ritorno…o quanto meno così avrebbe dovuto essere…
Ci dividiamo in due gruppi su due taxi: Sbrodolo e Chiappo arrivano a casa col primo taxi senza problemi…per Donji, Ruzzolo e Stropicciato si apre un “simpatico” fuori programma che allungherà i tempi dall’ora abbondante prevista per il viaggio in taxi alle quasi 3…
Infatti il secondo taxi buca una gomma ed è costretto ad accostare in mezzo alle bancarelle e chincaglierie che costeggiano la strada. L’autista scende e smonta la ruota (scoprire che tutte le ruote sono fissate con 3 dei 4 previsti bulloni…) e scappa via con la ruota sulle spalle in direzione opposta al senso di marcia. Si avvicinano molte persone, chi per vendere chi per chiedere qualcosa, chi per vedere il bianco…
Uno di questi ci dice che probabilmente è andato lì vicino a fa riparare il pneumatico.
Questo signore resta con noi…non vuole che gli stranieri che vengono in Senegal siano trattati male, lui ha passato anni in Congo e sa cosa vuol dire stare…Infatti alcuni personaggi che si avvicinano sono un po’ folcloristici…la presenza di questo signore ci dà comunque più sicurezza. La cosa incredibile è che si tratta dell’unico signore alto 1 metro e sessanta cm di tutto il Senegal…e il più piccolo di quelli intorno è alto un metro e novanta…
Dopo un’ora abbondante il taxista ritorna come se niente fosse e montati i 3 bulloni di cui sopra riparte ingranando la prima a fatica e saltando le marce, avendone a dotazione solo due o tre…
Manca ancora un po’ alla Casa…ma riusciamo ad arrivarci…
Ad accoglierci troviamo Chiappo e Sbrodolo, che sono arrivati senza intoppi e che accortisi che una bambina della Casa ha il mal di testa, mettono su il cd con le musiche di Reneé Aubry…non solo il mal di testa passa, ma le coccole prendono piede…e la sala in cui solitamente mangiamo si trasforma in una splendida distesa di bimbi che si fanno reciprocamente delle tenere coccole!!!
Per queste…non c’è latitudine che tenga…

Venerdì 4 luglio
Nella mattinata ci rechiamo nuovamente all’Associazione Book Diom già visitata mercoledì scorso.
Ci accompagnano a vedere la discarica nella quale si trovano i lavoratori ai quali cercano di dare la formazione e i controlli medici. La cosa ci colpisce molto…e soprattutto ci stupisce come queste persone che lavorano e vivono nella discarica siano pronti ad accoglierci con il sorriso nonostante le situazioni circostanti. C’è sempre molta fierezza nei loro sguardi. Sono loro a chiederci come ci siamo trovati in Senegal e se ci hanno trattato bene…loro a noi…
Ritornando al loro centro facciamo alcuni giochi con i ragazzi presenti.
Il nostro obiettivo era quello di fare giochi cooperativi e di sintonia: ci troviamo ahimé di fronte una sessantina di ragazzi di età diverse, che non si conoscono tra di loro e con uno scarso desiderio a seguire quanto proposto. Decidiamo ovviamente di non imporre nulla e cerchiamo di essere flessibili il più possibile nel passare il tempo restante insieme.
Nel pomeriggio ritorniamo a Pikine (cittadina vicino a Malika) al Centro disabili già visitato la scorsa settimana e ad accoglierci ritroviamo Omar, il responsabile del centro.
Ci portano in un vicino spazio all’aperto cementato utilizzato dalla comunità per le attività più disparate: dalla pallacanestro alla pallamano, dalle prove del gruppo dei bonghi al semplice incontro della gente. E’ una specie di grossa piazza sulla quale danno le vie del quartiere e diventa il cuore pulsante della zona.
Qui presentiamo il nostro spettacolo, con l’accompagnamento del gruppo di tamburi, bonghi e djambé: il nostro stereo non sarebbe stato di grande aiuto e il suono si sarebbe perso nello spazio di un metro quadro…e poi l’idea è di integrare, di collaborare con questo gruppo locale, formato da abili e disabili…anche se come detto nelle precedenti condivisioni…è evidente che le disabilità sono soprattutto attribuite dallo sguardo giudicante di chi osserva…
Il mix è perfetto…e lo spettacolo raccoglie circa 200 tra bambini e passanti…e si crea subito un bel clima che ci porta a dare il massimo, in questo che a conti fatti, l’ultimo spettacolo della missione.
Finito lo spettacolo abbiamo il tempo di fare un laboratorio di giocoleria per gli adolescenti del quartiere: sono tantissimi e non avendo la possibilità di creare le palline per tutti con pellicola trasparente e palloncini rotondi (sia per la nostra disponibilità che per il tempo che comunque sarebbe stato necessario), optiamo per le pietre, che non mancano.
Sono molto ricettivi…la cosa ridicola e che scopriamo subito che le pietre in realtà sono dei pezzi di cemento, avanzi di costruzioni, e quando cadono si spezzano subito.
Praticamente anche esercitandosi con una pallina sola, se cade, se ne raccolgono tre…
Alla fine chiudiamo il laboratorio con i ragazzi che giocolano con pietre grosse come francobolli…
A parte questo inconveniente, risolto con la continua ricerca di altre pietre, il laboratorio viene bene…i più piccolini facevano un chiasso infernale di sottofondo…ma…beh, sarebbe stato strano il contrario…quindi tutto perfetto!!!
Si rientra alla Casa, ultimo giro su taxi locali (auto praticamente uscite da uno sfasciacarrozze che prendiamo per fare i tratti completamente sabbiosi nei quali i pulmini non esistono e sulla ui affidabilità vi abbiamo già aggiornato…) e coloratissimi pulmini, ognuno dotato al suo interno di una piccola scarpina sinistra di bambino, che pare porti fortuna e protegga dagli incidenti.
Per il dopo cena abbiamo organizzato un piccolo falò…Abbiamo l’ukulele, i tamburi non mancano mai…ma soprattutto c’è tanta allegria e voglia di cantare insieme…
E’ il saluto che il cielo africano ci dà…

Sabato 5 luglio
Ahimé…l’ultimo giorno…nella mattinata l’impresa è rifare i bagagli e recuperare la roba…la nostra piccola stanzetta è stata stipata in ogni suo centimetro quadrato…ma ci riusciamo…
Nel pomeriggio andremo a Dakar all’aeroporto…si partirà per il ritorno…e via Parigi torneremo in Italia…
Eccoci ad inviarvi questo ultimo blocco di condivisioni…abbiamo cercato di passarvi le nostre emozioni…sembra strano da spiegare ma ognuno di voi ha sentito il vostro “leggerci”, il vostro interesse e partecipazione…noi baluardi sul campo in Senegal di un plotone di nasi rossi che con costanza si impegnano nel portare sorrisi ogni settimana…
Come sempre la missione non finisce oggi…la missione continua…ogni giorno…ovunque…col naso rosso al collo ma soprattutto nel cuore…
E poi…potevamo farle mancare?
Noooooo….certo…per cui, a grandissima richiesta…eccole…

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