lunedì 30 giugno 2008

Missione Senegal - 2° gruppo - Diario 26-29 giugno 208

Giovedì 26 giugno

Abbiamo la mattinata liberi da impegni prefissati e ne approfittiamo per girare per il quartiere della cittadina dove siamo, Malika.
Ci immergiamo nei suoni e nei colori senegalesi….e Chiappo coglie l’occasione per farsi tagliare i capelli.
Ma non c’è la luce nel quartiere e allora il barbiere attacca la macchinetta tagliacapelli ad un generatore rumorosissimo. Ne viene fuori un testino niente male, con aggiustamenti fatti con il rasoio degni del miglior geometra.
Nel nostro gironzolare per il quartiere ogni occasione è buona per interagire con i locali e Chiappo si mette a fare dei giochi di magia con un successo incredibile.
Nel pomeriggio concludiamo il corso clown per i ragazzi del gruppo di Alì. Abbiamo gettato una base. A prescindere dalla continuazione effettiva che potrà avere, i ragazzi sono molto contenti e soddisfatti del percorso svolto insieme.
Il corso doveva durare dalle 17 alle 21…si presentano alle 18 e con naturalezza ci dicono che prima sono andati a fare un bagno in spiaggia…
Hanno apprezzato molto la parte di crescita personale, sono diventati dei giocolieri eccezionali nel giro di 20 minuti, abbiamo fatto vedere alcune magie dalle quali non sono stati attratti più di tanto, abbiamo avuto difficoltà a far capire il concetto di cura per l’altro (nell’esercizio della bambola che non cade si lanciavano la persona al centro con forza smisurata) ma alla fine si è notato anche lì il miglioramento su un terreno a loro non familiare.
Consegniamo i nasi rossi…per loro è come ricevere una medaglia d’oro alle Olimpiadi e sono molto emozionati.
Si crea un bel clima, e ritornando alla Casa i ragazzi ci insegnano alcune parole e frasi in wolof, la lingua locale che, pur essendo il francese la lingua ufficiale dello stato, è quella parlata da tutti.

Venerdì 27 giugno

Oggi la giornata sarà molto intensa…abbiamo in programma due visite: una ad un centro per disabili e l’altra alla savegarde de Pikine, una sorta di carcere minorile, e ci aspettano molti spostamenti.
Siamo pronti per le 9.10 e restiamo in attesa di Mamadou, l’educatore della Casa, che oggi ci accompagnerà. Arriva alle 10.30…quindi per i ritmi senegalesi siamo in perfetto orario…
Si parte…prima un pulmino locale, poi un taxi e poi un altro ancora. Di pulmini stracolorati e pieni zeppi di gente abbiamo già parlato…i taxi sono macchine pronte per lo sfasciacarrozze che riescono a riparare in continuazione.
Arriviamo nel Centro Disabili: il responsabile del Centro, Omar, ci illustra come tutto è cominciato (già descritto dal gruppo precedente), poi facciamo il nostro spettacolo. Il pubblico è molto eterogeneo, bambini e adulti sono colpiti dal messaggio semplice e diretto, terminiamo con bans coi bambini.
Dopo un pranzo in un bar locale, si riparte per la seconda tappa.
Saliamo tutti su un taxi…e quando diciamo tutti intendiamo proprio così: oltre all’autista, noi 5 più Mamadou, totale sette persone su un vecchio peugeot. Siamo perplessi…la macchina sembra non poter fare i tratti sulla sabbia con tutto quel peso…e infatti…sarà così…a metà strada sentiamo pezzi staccarsi dal telaio…il taxi si ferma, l’autista ci fa scendere e stende una piccola stuoia vicino alla macchina e stacca la marmitta, vale a dire tutto il pezzo, non solo quello finale, e lo mette nel bagagliaio. Ok, si può ripartire…Risaliamo in macchina e ricerchiamo l’incastro di prima con alterna fortuna. Facciamo ancora qualche minuto di viaggio nel quale l’impavido autista si lancia in derapate sulla sabbia in viuzze nelle quali pare impossibile far passare la macchina e alla prima salita…altro strano rumore sotto la macchina…si stacca un altro pezzo….riscendiamo tutti…invece di girare la chiave pianta un grosso chiodo nel volante all’altezza dell’indicatore delle frecce e la spegne…altro controllo…niente…stavolta si continua a piedi…Ma è bellissimo…abbiamo l’occasione di vedere quartieri in cui la presenza dei bianchi è un avvenimento come per noi la discesa dei primi astronauti sulla luna.
Arriviamo nella zona del nostro secondo appuntamento ma la savegarde è chiusa (per preghiera e esami di fine anno), dobbiamo cambiare il programma in corsa. Mamadou ci porta nel suo quartiere.
Organizziamo lo spettacolo in strada. Prima di cominciare siamo ricevuti da un sedicente capo del quartiere nella sua casa e scambiamo quattro chiacchiere con gli adulti della zona mentre i bambini aspettano fuori l’inizio dello spettacolo.
Arriva a salutarci anche la guida spirituale del quartiere, che non stringe la mano a Ruzzolo in quanto donna. Adattarsi alle abitudini locali e di culture differenti e cercare di comprenderle senza entrare nel giudizio mette di fronte a interrogativi…
I ragazzi senegalesi della zona arrivano con i loro bonghi, decidiamo di non usare la nostra musica abituale che riusciamo a fare sentire con lo stereo portatile a pile ma di farci accompagnare dal loro. Ne viene fuori un’atmosfera incredibile…i ragazzi sanno dosare il ritmo a seconda delle scene.
Dopo questo spettacolo Mamadou ci porta a trovare la sua famiglia e ci tiene a presentare la sua nonna, una signora di 92 anni dal fascino incredibile, la vera capofamiglia e punto di riferimento per tutto il quartiere.
Si ritorna al Centro disabili visitato in mattinata. Il programma prevedeva un laboratorio di giocoleria, ma si cambia. Stanno facendo le prove di uno spettacolo e con gioia decidiamo di seguirle. Lo spettacolo prevede la messa in scena di un balletto, fatto da disabili e abili insieme. Ma vi assicuriamo che le parole non spiegano l’integrazione…chi è abile? Chi non lo è?...sono tutti ballerini fantastici…I ragazzi con le disabilità fisiche ballano con le stampelle, si mettono in verticale sulle mani, utilizzano le stampelle come trampolini per acrobazie al limite della legge di gravità, si buttano per terra e ballano battendo le mani per terra al ritmo della musica…
La storia è quella di un disabile fisico e una ragazza fisicamente abile che si innamorano, il padre di lei è contrario è impedisce l’unione, nella storia che si dipana per tutto lo spettacolo e che farà trionfare l’amore, si fa riferimento alla storia vera di un re del Mali, che nato con una disabilità fisica e arrivato alla maggiore età, si fece costruire un sostegno in ferro col quale riusciva a camminare e che lo aiutò a diventare un grande re al di là dell’impedimento fisico.
Il messaggio finale è che bisogna andare al di là delle differenze, guardando in positivo le cose…
Vi ricorda qualcosa?
Si rientra a casa dopo 10 ore fantasticamente incredibili in questo splendido Senegal che non perde occasione di farci crescere…
Al rientro alla Casa, i bambini ci accolgono con abbracci dolcissimi…tutti a tavola…cioè…tutti per terra intorno al piattone...sarà difficile riabituarsi al tavolo…così è splendido (amici e parenti sono avvisati…).
L’ultimo a finire il pasto è Memba, il cucciolo della casa, 5 anni: sta raccogliendo gli ultimi piselli dal piattone, tanto da riempirne ancora un cucchiaio, l’ultimo…Donji si avvicina a testa bassa, strisciando per terra e spuntando con la testa vicino a Memba…Memba lo guarda e con un sorriso gli porge il suo cucchiaio pieno…che dire…i clownini che hanno visto la scena si sono commossi a dir poco…
Altro insegnamento di questo fantastico Senegal…che fa veramente del tarengà, l’accoglienza, una naturale ragione di essere…
Condivisione della giornata prima di andare a nanna…con gli occhi che si chiudono cullati da un dolce sorriso…

Sabato 28 giugno

Eccoci…dopo colazione facciamo una riunione con le volontarie francesi e Alessia, la responsabile italiana della Casa di Ibrahima, che è arrivata ieri dall’Italia. Rivediamo con loro quanto fatto fino ad ora e stabiliamo il programma per la prossima settimana, fissando gli impegni e gli appuntamenti.
Nel fare questa operazione dobbiamo necessariamente considerare l’andazzo locale, e quindi anche che all’ultimo il tutto potrebbe essere stravolto…
La mattina è segnata purtroppo anche da un evento triste: una delle due ragazze locali che si occupano della cucina riceve la notizia che il suo nipotino di 3 mesi è mancato…
Aveva una malattia mai vista da queste parti, oltre al medico i familiari hanno consultato una donna del villaggio, che pare abbia detto che il problema possa essere stato il malocchio.
Medicina, tradizioni locali, superstizione…il dolore viene vissuto in modo indecifrabile per noi occidentali…
La ragazza insiste per completare i suoi doveri domestici e sono le responsabili del centro a dirle che può andare a casa ovviamente…solo allora accetta…
Senza che nessuno dicesse loro nulla, i bambini della casa si avvicinano al pentolone delle patate che stava pelando e continuano il lavoro da svolgere, nessuna parola entra in circolo, partecipazione attiva al dolore senza abbracci o consolazioni…
Un’altra grande esperienza di vita…
Il pranzo e poi un momento di sosta dovuto al caldo afoso delle prime ore del pomeriggio…e poi andiamo con i bambini alla spiaggia…si gioca insieme a loro...calcio…onde…
L’Atlantico porta onde altissime e correnti fino al bagnasciuga…e quindi prudentemente facciamo uscire i bambini dall’acqua.
Si ritorna alla Casa cantando tutti insieme.
La sera…beh…è sabato sera…e i bambini attendono frementi il momento cinema…il programma prevede la visione di Peter Pan, direttamente sul pc.
Loro guardano incantati il film…noi ammiriamo le loro bocche spalancate…
Ogni tanto il pc si blocca…improvvisiamo allora le scene dl film…con uno splendido Sbrodolo che rifà mimando tutti i personaggi, aggiungendo i bimbi della Casa in questa o quella scena…
Chiappo e Sbrodolo suonano poi fuori dalla Casa l’ukulele e i bonghi, seduti per terra, al buio e illuminati dalle sole stelle…altri bambini delle case vicine si avvicinano e praticamente tutto il quartiere tiene il tempo…gruppo spontaneo…emozioni uniche…

Domenica 29 giugno

Oggi ci rechiamo alla vecchia costruzione sulla spiaggia dove prima erano alloggiati i ragazzi della Casa e nel salone più grande facciamo un laboratorio di mimo e biodanza.
Si oltrepassano ancora di più le barriere e la gestualità e la musica uniscono su un terreno comune.
I ragazzi sono spugne desiderose di contatti e abbracci.
Oggi la temperatura è ulteriormente salita rispetto ai giorni scorsi ma resistiamo…poi ormai siamo abituati a Sbrodolo vicino…per cui siamo ben allenati per ogni occasione.
Nel pomeriggio, dopo essere rientrati a Casa per il pranzo, ritorniamo alla casa sulla spiaggia e facciamo giochi di gruppo.
Poi un bagno lava via il sudore…per 12 secondi…poi si è punto e a capo…
Siamo avvicinati con allegria da tutti, senza invadenza, e abbiamo l’occasione di fare conversazione e interagire non solo con i bambini ma anche con adulti.
Alcuni chiedono informazioni sull’Italia, altri le danno, avendo fratelli o amici in questa o quella città (Bergamo, Milano, Roma…).
Il sogno è di andare a lavorare in Italia, Francia, Spagna. Per farlo cercano disperatamente di mettere insieme 500 euro, tanto vale la possibilità di salire sulle piroghe clandestine che fanno la rotta sulla Spagna. Il biglietto aereo, che ai nostri occhi costa poco di più, è per loro irrealizzabile…bisognerebbe pagare il funzionario corrotto per avere il passaporto e tutta una serie di personaggi per avere le carte in regola…quindi in sostanza partono già clandestini dalla loro patria…senza considerare i problemi all’arrivo.
Arrivo che non è per nulla scontato: questo viaggio è chiamato "il viaggio della morte", la metà circa delle persone muore durante il viaggio…vedere persone che sognano questo viaggio facendo a testa o croce con la propria vita sconcerta…
Torniamo alla Casa cantando insieme ai bambini, con la testa ancora avvolta da queste contraddizioni e realtà africane.
Dopo la cena, una bicchierata di latte e pastina calda e dolce, Stropicciato organizza il falò.
Adesso…magari l’idea di un falò in estate nel deserto africano può sembrarvi sulle prime non proprio una furbata…ma, scherzi a parte, nasce una splendida atmosfera di gruppo e ci ritroviamo a cantare intorno al fuoco, immancabile bongo di sottofondo e gioia a 360°…
Il fuoco si spegne lentamente…tutti a nanna…domani scuola, non si può fare tardi (abbiamo già fatto andare i bambini a letto alle 22 anziché alle 21.30…noi rimaniamo a fare la nostra condivisione sotto il cielo stellato…

Un abbraccio fortissimo da
Chiappo, Donji, Ruzzolo, Sbrodolo e Stropicciato

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