venerdì 9 gennaio 2009

MIssione Zambia 7-8 gennaio 2009

7-1-2009
Pallola

Oggi giornata relativamente tranquilla... ma se si intende tranquilla da animazioni claun (dopo i tre giorni intensi appena passati!) nulla ha tolto allo spirito Zambese!
La giornata è iniziata con il bucato e si è conclusa con il bucato!
Adesso vi racconto.
La sveglia è stata tranquilla ... finalmente alle otto e senza la tensione della “partenza per qualcosa”. Dopo la colazione quasi tutti si sono organizzati per il bucato, che per alcuni galleggiava arenato nei catini da due giorni, e per altri era stipato nelle borse.
Il bucato è stato lavato a mano alla fontana del cortile ed è stato comunque occasione di chiacchiere ed incontro (naturalmente essendo un centro di ragazzi il nostro "bucatino intimo" femminile ce lo facciamo dentro dove anche lo stendiamo nei corridoi per beneplacito esclusivo dei nostri " maschioni" Italiani). Prima è giunto qualche ragazzo, poi una ragazzina della casetta non distante dal centro che si è messa a fare bucato con alcune di noi suggerendoci perfino la quantità di acqua da utilizzare per non diluire troppo il sapone.. Non bastando i suggerimenti della undicenne, poi è arrivato anche Riky il quale pure si è messo a lavare i panni.. nostri! E' lo stesso che aveva recitato nei panni della donna nella rappresentazione teatrale con tema Aids, ed ora lavava le nostre calzine e i nostri pantaloni e anche lui ci suggeriva la sua tecnica.
Per fortuna altri di noi, come Ora e Gelinda, invece si erano fatte serie e si erano messe ad insegnare la costruzione delle palline di giocoleria: all'ombra di un bell'albero africano e con la "bella terra rossa" su cui marciano quasi tutti i piedi nudi.
Finito il bucato mentre altri preparavano il pranzo io e Ciappet ci siamo messe a giocare con alcune bambine fuori dal centro con cui avevamo fatto amicizia, e naturalmente per stare in tema abbiamo fatto la canzoncina "la bella lavanderina che lava i fazzoletti per i poveretti della città.. fai un salto.." ripetendone le sequenze secondo diverse modalità mimiche: lenta, veloce, con pianto e con risata.. Sembra sia stata apprezzata molto.
Dopo pranzo la partenza "Gita tamburi", infatti noi come missione abbiamo deciso invece di regalare un altro tamburo ai ragazzi, di pagare l'aggiustamento di quelli rotti, e magari di acquistarne alcuni per noi.
Naturalmente se si era detto alle due, è in orario zambese, per cui si è partiti quasi alle tre: nove claun (Conticino e Silvia restavano al centro) tre ragazzi, Joseph, l'autista e .. sei tamburi!
Avevamo con noi anche la lista della spesa delle cose da comprare: soprattutto urgente ed importante era l'acquisto di bobine di cotone per la macchina da cucire di cerniere e bottoni che Cicuma doveva avere per poterci cucire le borse che le abbiamo chiesto per portare in Italia. E "naturalmente", da stile zambese, siamo arrivati all'acquisto alla fine del pomeriggio, in extremis e solo del cotone alle sette e mezza!
Come è possibile che ciò sia successo? Me lo sto chiedendo dopo un giorno.
Vagamente ricordo i vari stop e le attese sul pulmino: per l'acquisto del cibo da portare in ospedale ad un ragazzo del centro, per la ricerca dei dvd su cui salvare le nostre foto, per l'acquisto di pile da portare allo stesso ricoverato affinché possa ascoltare la musica, il cambio dei dollari in kwacha, il posto di blocco e l'attesa fuori dell'ospedale con la "sfilata di moda" dei vari visitatori..
Beh, tra le pile e l'ospedale però c'e' stata la vera ragione della nostra "gita fuori porta": i tamburi!
Questa sarebbe stata davvero curiosa ed interessante… peccato che alcuni erano esauriti dall'afa e dalle attese!
Personalmente ho apprezzato questa strada lunga e in mezzo al verde da cui ogni tanto si intravvedevano villaggetti di capanne, e poi essere sballottata coi tamburi su cui potevo distendere le gambe era molto più piacevole e divertente del solito quando sbatto testa ginocchia e spalle.
Ad un certo punto sul ciglio della strada vediamo che ci sono appoggiati tre tamburi. Ci fermiamo. Una pseudo tettoia di rami è il negozio delle riparazioni! Li vende anche... ma poco più in là svettano due grandi giraffe di legno, quasi quasi a misura naturale. Uno dei boys del centro, Richard, mi accompagna mentre il resto del gruppo ci segue. Le giraffe sono stupende! Me le immagino già a fare da guardia alla finestra del mio terrazzo... ma come trasportarle? Poco sotto però mi sembra sorridermi un buffo elefantino intagliato nel legno: decido che è Dodo e deve venire con me! In quella tettoia molti di noi abbiamo comprato qualcosa, contrattando o di persona o attraverso i nostri boys. Non erano che pochi minuti che eravamo lì che dalla staccionata sono comparsi tre ragazzini, cenciosi, odorosi, e un po' timidi, ma dal sorriso a trecentosessanta gradi!
Jambo, il mitico Jambo, non ha perso tempo e siè messo all'opera a fare il claun.. Ben presto i ragazzini erano una decina ed se la ridevano di gusto.
Quando abbiamo ripreso la strada del rientro stava già scendendo la sera e qui il buio è proprio buio! Usciti i boys dalle visita all'ospedale erano passate le sette, chiusi i negozi dalle cinque, e ancora tutte le spese da fare! Gli stessi locali non vogliono essere in giro, ma in questo caso è stato opportuno l'intervento consumistico occidentale: il centro commerciale! Lo stesso luogo che mi aveva così deluso lunedì scorso ora risultava molto utile: siamo sbarcati (e l'idea era decisamente di altro pianeta!) divisi in tre gruppetti: uno agli alimentari (coi pelati che nel solito negozietto non si trovano), uno alle cose di informatica, uno al cucito. In venti minuti la spesa era fatta! Ma ahimé, la tentazione era sotto il naso.... le diavolerie del nostro mondo ci provocavano dallo scaffale: quattro nasi rossi appiccicati allo scaffale degli snikers! Il peccato ha colpito quasi tutto il resto del gruppo che ha deciso di farne un acquisto (al costo "esoso" di solo 0.50 cent di euri al pezzo) per ciascuno dei passeggeri del pulmino.. Che lusso ragazzi! Però anche l'umore di quelli più stanchi si è alzato di molto.
Anche rientrare al centro al buio, attraversando la campagna su strade in terra battuta è stato una bella avventura per concludere la nostra giornata. Peccato solo che Conticino e Silvia si erano preoccupati molto per il nostro apparente ingiustificabile, ritardo!
Ma alla fine tutti a tavola insieme, più o meno stanchi, ma sorridenti quasi come sempre!
Ma il bucato della sera?
Non me lo sono dimenticato… mentre stavamo preparandoci per il sonno, in cortile Peter uno dei boys stava facendo il suo bucato pestando i piedi in un catino a stile "pigiamento uva"...
Ecco qui in Zambia il bucato non è vero che è sempre fatto a mano, ma anche a piedi!
Un salutone con super abbraccio dallo Zambia, in attesa di potervelo scambiare di persona presto (anche se voglia di rientro... umh)
Pallola e gli altri

8-1-2009
Ciriola


Anche oggi Garzetta mi ha incastrato...
Ci alziamo relativamente presto, colazione e poi alle 8:30 partenza per Chikondano. È la seconda volta che andiamo lì, abbiamo deciso di ritornare perché ci faceva piacere rivedere le bambine del posto (tenerissime).
I nostri bodygards sono altri 3 ragazzi più Joseph. Quando usciamo ogni giorno abbiamo 3 ragazzi diversi che ci proteggono più Joseph sempre presente. Quindi passeggiatina di mezzora (sembrava anche di più vista l'afa) sotto al sole cocente e via...
I bambini ci aspettavano sempre sorridenti. Una in particolare mi piace molto ed è Ellen. Mi sembra la capetta del gruppo, dirige tutti i giochi ed è anche molto carina ed inoltre è una bravissima insegnante di danza del bacino (perette). Lei sostiene di avere 12 anni ma in realtà sembra molto più piccola, forse 8 anni circa.
Credo che un po' tutti siamo arrivati al capolinea, forse per il troppo caldo, poiché siamo tornati veramente stanchi. Mattinata comunque splendida.
Tornati a casa ci chiedevamo: quanti saremo a pranzo? O mio Dio, una ventina. Anche se erano di turno Sbirgola e Giambo, un po' tutti abbiamo dato una mano per finire prima.
Qualcuno dopo è riuscito a fare 10 minuti di pennica, altri la doccia, poiché eravamo proprio puzzolenti.
Alle 15:00 incontro con il gruppo delle donne del villaggio chiamato Mother without board. Nello specifico 40 donne. Quindi prepariamo il tea con i biscotti e dopo una breve presentazione partiamo con le domande. È stato un incontro molto interessante: abbiamo chiesto loro di raccontarci la tipica giornata di una donna in Zambia. Praticamente sveglia alle 6:00 dopo essersi lavata la faccia e i denti inizia a cucinare e a pulire e preparare i bambini che devono andare a scuola, poi va nei campi, quindi ritorna a casa e cucina di nuovo e poi a letto al massimo alle 22:00. Allora noi abbiamo chiesto come mai non vediamo mai gli uomini a lavorare nei campi. Come mai si vedono sempre donne e bambini a lavorare e fare tutto. Sono state molto diplomatiche, hanno detto che quelle sono donne vedove. Ma sappiamo che non è per tutte così. Poi abbiamo chiesto come mai non vediamo marito e moglie camminare a braccetto per il paese, anzi in chiesa addirittura stanno uno a sinistra e l'altra a destra. Queste rispondono che è una questione di rispetto, è come se il marito fosse un padre, quindi bisogna portargli lo stesso rispetto ed in alcune famiglie quando si pranza o si cena le donne mangiano da un lato e gli uomini dall'altro. Se ad un uomo piace una donna che magari è sua vicina di casa, va dal padre a chiederla in moglie e a questo punto la donna, anche se non lo conosce, deciderà sicuramente per il si.
Ma, credo proprio che siamo fortunati!
Poi le donne hanno chiesto a noi come ci incontriamo e decidiamo di sposarci ed hanno riso tantissimo. Una delle donne più giovani ha detto che le piacerebbe andare in giro abbracciata al marito ma forse lui ha paura. Forse con il tempo le cose cambieranno anche qui. Ecco allora che iniziamo ad offrire il tea, poi distribuzione di un po' di abiti portati dall'Italia per i loro figli e quindi saluti e baci. Dimenticavo, queste madri sono alcune delle madri dei ragazzi che si trovano al Mthunzi ed altre invece hanno i figli a casa ed il Mthunzi le aiuta per dare un'istruzione.
Interesting day!

p.s. Approfitto di questa giornata di condivisione per fare un breve commento sulla festa del 5 gennaio organizzata dai ragazzi per la partenza di Padre Kizito. Un commento abbastanza frivolo, se me lo concedete.
Danza bellissima chiamata “perette”. In sostanza i ragazzi iniziano a danzare agitando il bacino in un modo incredibile, scendono in platea ti si avvicinano sempre agitando questo bacino. Vi confesso che per noi donne è stata proprio dura, non so se si sudava per il caldo o per i troppi ormoni che volavano nella sala. È stata veramente dura!!! Credo che anche per gli uomini è stata dura invece la giornata del 1 gennaio, in cui c'è stata proprio una gara di bacino con le donne. Wow!!!!
Tornando al 6, i ragazzi per finire hanno interpretato la storia del contagio dell' HIV in Zambia (anche quello sempre agitando il bacino). Insomma sono proprio bravi ed incredibili. Spettacolo interessante.

Adesso vi lascio, sono proprio a pezzi. Vado a darmi una spruzzata di autan per tutto il corpo e lascio così tranquillo il piccolo scarafaggio che mi cammina sulla tastiera.

Notte a tutti e come sempre " Ciccia salsiccia, ciccia salsiccia, Ciccia"

Vostra Ciriola e Ora, Pallola, Garzetta, Sbirgola, Gelinda, Putipù, Giambo, Conticino e Silvia

martedì 6 gennaio 2009

Missione Zambia - 4-5-6 gennaio 2009

4 gennaio 2009

Oggi domenica 4 gennaio 2009, è il giorno dedicato al Signore. Messa alle 10 a.m. a Tubalanghe, la località dove è sita la scuola dei ragazzi. Tutti avevano un altro aspetto. I bambini che fino al giorno prima erano tutti sporchi, con il naso moccioloso, e con le mosche appiccicate al corpo (che neanche cacciano, come se non le sentissero nemmeno), erano tutti ben vestiti, lavati , e stirati. Abbiamo avuto la fortuna di avere Padre Kizito a celebrare la Messa, (è una persona molto carismatica). La cerimonia si è svolta in lingua njangia e in inglese, quindi abbiamo avuto un po’ di difficoltà nel seguire ma nel contesto è andata molto bene. La Comunità, come sempre, ci ha accolto in modo amorevole come solo loro sanno fare. La cosa strana, se vogliamo, è stata che le donne erano sedute a sinistra e gli uomini tutti a destra. Infatti per un momento abbiamo chiesto a Conticino se era il caso che ci dividessimo anche noi per non creare imbarazzo. Mi incuriosisce molto questo modo di vivere tra uomini e donne, sempre separate. Le coppie (ci diceva padre Kizito) si incontrano solo tra le loro mura domestiche per stare vicini. Se li si vede fuori non capirai mai che sono sposati o qualunque altra cosa. I canti erano molto belli e nonostante il caldo che si soffriva a causa credo dei soffitti in alluminio o eternit, è stato molto bello. L’ora è trascorsa molto velocemente e alla fine (come sempre a piedi) siamo tornati verso casa per iniziare a preparare il pranzo per una ventina di persone. Pallola è grandiosa, ha un’inventiva fantastica e anche con niente riesce a tirar fuori dei buonissimi manicaretti. Italiani e Zambesi ci lecchiamo i baffi.

Pomeriggio con i ragazzi del centro

Ci dividiamo in due gruppi. Pallola, Ciappet e Sbirgola si occupano delle bimbe piccole e mettono in scena uno spettacolino tratto dal Piccolo Principe. Ce lo mostreranno a fine serata. Dolcissime le bambine.
Io, Giambo, Putipù, Garzetta, Ora e Gelinda ci siamo occupati dei ragazzi.
Loro sono fantastici, si sono fatti coinvolgere negli esercizi di fiducia senza battere ciglio. Abbiamo fatto la macchina: una persona davanti ad occhi chiusi e l’altra dietro la guida e in caso di pericolo suona il clacson. Poi il lasciarsi trasportare solo con il contatto del polpastrello e sempre ad occhi chiusi. La presentazione dei nomi al centro con mossetta, il lancio delle palline, le camminate strane e per finire il tuffo. Facendo dei tuffi incredibili. Abbiamo cantato e ballato tutti insieme la canzone di Paolo Belli (compresa di movimenti ) dal titolo “Un giorno speciale”. È piaciuta molto. La nostra idea è quella di fare uno spettacolino l’ultimo giorno in cui loro cantano una canzone italiana e noi una loro inglese. L’idea sembra sia piaciuta molto a loro, staremo a vedere.

Adesso siamo di nuovo in cucina per preparare la cena, “quanti saremo stasera? Boh, lo scopriremo…”

Confesso che in questi giorni ho cercato di scansarmela dal fare il racconto della giornata, non mi sento ancora pronta. Ma oggi Garzetta mi ha beccato libera e mi ha incastrato. Il fatto è che ancora non ho elaborato cosa provo, cosa sento e cosa penso veramente. Dubbi, incertezze, perplessità, curiosità.
Il popolo Zambese sembra splendido. I ragazzi del centro sono magnifici. Nonostante le loro difficoltà le persone sono sempre sorridenti e affettuose e hanno sempre il desiderio di un contatto fisico, di qualunque età essi siano. Questo è molto bello anche perché in Italia delle volte non succede neanche in famiglia tra madre e figlio, fratello e sorella etc.

Adesso è arrivato Malama ad avvisarci che la cena è pronta. Forse riuscirò, una volta arrivata in Italia ad esprimere quello che provo. Per il momento vi lascio con il nostro mitico tormentone… Ciccia Salsiccia, Ciccia Salsiccia, Ciccia.
Ciriola

Da parte di Pallola
"C'era una volta una ragazza che amava molto volare ed era stata dunque chiamata Butterflygirl, ed un giorno si mise in viaggio a scoprire nuovi mondi… ma osando andare sempre più lontano, stremata dalle forze cadde nel mezzo del deserto. Scendendo la notte Butterflygirl non sapendo più cosa fare decise di addormentarsi. Al suo risveglio trovo accanto a lei una figura umana che sembrava essere simile a lei. Un po' intimorita, ma incuriosita decise di capire meglio chi fosse. Le si avvicinò meglio e le chiese chi fosse e da dove venisse. La ragazza le rispose che era una Princesse, venuta da un altro pianeta e che vedendola dal suo pianeta lì sola si era un po’ troppo sporta ed era caduta anche lei nel deserto. Parlando pensarono che forse potevano stare insieme ed essere amiche… Fu così che le due ragazze incominciarono ad incamminarsi. Ad un certo punto trovarono Sheep, una pecora tutta sola, che aveva smarrito il proprio gregge.. Parlando un po' con lei capirono quanto fosse importante l'appartenenza ad un gruppo ed ad una famiglia, per cui decisero di adottarla. Sheep fu a loro grata e così le forniva del proprio manto di lana per proteggersi dal freddo e del proprio latte per il nutrimento... Butteflygirl, Princesses, e Sheep proseguirono insieme dunque il cammino… senonché improvvisamente comparve loro Snake, un serpente dall'aria crudele e pericolosa che le paralizzo dalla paura. Ma Snake spiegò loro di essere sì un animale dal grande potere, ma che lo avrebbe potuto usare non solo per attaccarle, ma anche per difenderle ed a scopo di medicina. Le due ragazze trovarono dunque un secondo amico che si aggiungeva al loro cammino. Intanto il sole picchiava sempre più forte sulle loro teste. Per fortuna incontrarono due Mango Tree, alla cui ombra Butterflygirls e Princess poterono riposarsi e del cui frutto poterono nutrirsi. Sapendo che la natura dona, ma ha anche bisogno di ricevere, gli donarono il proprio latte affinché ricevesse a sua volta sostanza per crescere meglio. Giunto il tardo pomeriggio si ritrovarono in un magnifico giardino di fiori. Incantate da tutti quei colori e profumi le ragazze considerarono che anche se simile ogni fiori è speciale per se stesso! Princess in quel giardino perç incominciç a sentirsi un po' triste perché vedendo quei fiori le venne in mente il suo Flower del suo pianeta. Il suo Flower a cui lei voleva molto bene e di cui ogni giorno se ne prendeva cura.. ma che al momento non sapeva come fare per farvi ritorno. Il gruppetto di amici lasciato il giardino di fiori si rimise in cammino e sull'imbrunire incontrarono la volpe, con cui si misero a parlare e a cui confidarono della malinconia di Princess. Fu allora che Smake capi- che era il suo momento e con un gesto repentino morsico' Princess, la quale cadde a terra in un sonno profondo che al suo risveglio le avrebbe permesso di ritrovare e abbracciare il suo amato Flower. "State cercando la felicità?" disse la volpe a Butterflygirls " le cose più importanti sono invisibili agli occhi.. La felicità è nel vostro cuore, nell’amore che potete scambiarvi.."

Questa la storia. (L'ispirazione potete sicuramente riconoscerla)
Questa è la storia che è stata rappresenta oggi pomeriggio da una ventina di ragazzini .
questa è la storia che è stata improvvisata ed ideata nel laboratorio di Ciappet, Pallola, Sbirgola per intrattenere quelle che avrebbero dovuto essere solo una decina di ragazze tra i 5 ed i 13 anni, che abitano nella comunità Koinonia. Ciò mentre i ragazzi del centro erano impegnati in un laboratorio con gli altri claun. Di fatto poi si sono aggiunte altre amiche e altri ragazzini che essendo troppo giovani di età non avrebbero così bene potuto partecipare al laboratorio.
Inizialmente pensavamo l'utilizzo della carta crespa, ma poi considerando la scarsità del materiale abbiamo pensato che con le nostre doti claun forse riuscivamo a fare lo stesso con fantasia e truccabimbi.
E infatti pur essendo stato impegnativo seguire tutte e tutti, con le loro diversità di età e di genere (qui uomini e donne hanno attività e culture distanti e spesso diametralmente opposte!) alla fine di giochi, bans, truccabimbi, improvvisazioni teatrali e piccola messa in scena, coi grandi che le guardavano, si ha avuto davvero l'impressione di aver fatto qualcosa non solo divertente, ma anche significativo!!!
Certo se qualcuno da fuori ci vedeva truccate noi, come loro ci avevano fatto… probabilmente sarebbe scappato dalla paura! ma anche questo per noi tre ha avuto la sua "importanza".... ah ah ah..


5 gennaio 2009
Giambo
ciao a tutti ... BENEDETTI CLOWN. Oggi la condivisione tocca a me, e non è facile.
Oggi infatti è stata una giornata davvero speciale perché siamo stati nel compound di Lusaka e qui, senza troppi giri di parole, la povertà si trasforma in degrado. La densità di persone è impressionante, fango e sporcizia un po' dappertutto, le case sono baracche fatte con qualche mattone, pezzi di lamiere e plastiche, lungo le strade si vende di tutto, i bambini sguazzano nella sporcizia, ecc. Anche l'atteggiamento delle persone è diverso: la gente è molto più sospettosa che nelle campagne, soprattutto nei confronti dei MUZUNGU, i bianchi. Fotografie assolutamente proibite. In questo momento la mia mente e il mio cuore sono pieni di immagini e sensazioni, ma non riesco a esprimerle tutte, perciò accontentatevi.
Prima destinazione: la parrocchia di LILANDA. Appena siamo arrivati ci ha accolto padre Orazio, il missionario ed alcune donne. I bambini all'inizio erano pochi e quindi abbiamo deciso di non fare più lo spettacolo. Abbiamo cominciato con un paio di bans e poi abbiamo fatto dei giochi: alcuni giochi che abbiamo imparato da loro a Chicondano e alcuni giochi "nostri". E dopo, un paio di giochi di COMPETITION ...a loro le gare piacciono un sacco anche se però barano sempre e quindi è un impresa capire chi ha vinto (AHAHA!).
Mentre facevamo i giochi, però, sono arrivati progressivamente un sacco di altri bambini e ragazzi e ragazze. All'inizio potevano essere circa 30 persone ma alla fine veramente non sono in grado di dire quanti bambini erano li con noi. Abbiamo finito quindi con i palloncini: solito assalto ai clown, ma ce l'abbiamo fatta.
Siamo usciti, abbiamo salutato padre Orazio, siamo saliti sul pulmino e siamo ripartiti e qui è successa un'altra cosa magica: i bambini ci inseguivano per salutarci, tutti di corsa dietro il pulmino dei clown.
Abbiamo attraversato di nuovo il compound e ad un certo punto siamo passati per un mercato, bancarelle praticamente una sull'altra, fango, tanta gente, si vende di tutto: frutta, vestiti (tutto per terra), machete, ombrelli.
Seconda destinazione: St. Kizito Parish, un'altra missione nel compound. Qui ci aspettavano, c'erano tanti bambini e ragazzi e una piccola suora. Siamo subito andati nel teatro della parrocchia e, mentre Putipù, Garzetta e Gelinda giocavano con i bambini dal palco, noi altri abbiamo preparato lo spettacolo. Piccola presentazione di Pallola e ...via! Ci siamo resi conto che probabilmente è troppo difficile come trama, però secondo me va bene lo stesso, perché ci sono le gag degli augusti, i trampoli di Sbirgola, la giocoleria, la musica, la magia ... insomma, forse il significato profondo non passa, però le persone si divertono lo stesso. E poi in realtà io penso che il significato più profondo è L'AMORE, e questo passa eccome! Finito lo spettacolo abbiamo fatto qualche ballo e qualche gioco tutti insieme. Polvere e caldo bestiale. Abbiamo regalato i braccialetti di gomma ed i nasi rossi e via. Anche qui assalto finale ai clown, abbiamo salutato la sister. Siamo ripartiti e i bambini ci hanno salutato con il naso rosso.
Non so a che ora abbiamo finito. Ci siamo fermati a pranzare in un supermarket/bar lungo la strada e siamo ritornati a casa. Durante il viaggio abbiamo cantato con i ragazzi del Mthunzi, selezione mista di canzoni italiane e zambesi.
FINE.

CONSIDERAZIONI FINALI: quello che oggi mi ha colpito più di tutto è stato il contatto con le persone, gli sguardi, i sorrisi, le mani, le parole scambiate, gli odori. Io ho sentito veramente il battito del cuore di tutti, noi clown, i nostri amici zambesi e le centinaia di bambini e persone che abbiamo incontrato. C'è veramente tanto lavoro da fare ma soprattutto c'è bisogno di AMORE. Ma questo è per noi solo l'inizio.
1BACIOe1ABBRACCIO a tutti (:0)) dai vostri CLOWN ZAMBESI

6 gennaio
Gelinda
Ciao a tutti i clauni!!
Ieri sera abbiamo salutato con una festa padre Kizito che è partito questa mattina, i ragazzi del centro hanno organizzato uno spettacolo meraviglioso di danze locali ed acrobazie.
Erano un bel gruppo tutti vestiti con la loro divisa colorata sul palco, è stato davvero emozionante e coinvolgente, hanno una libertà, una forza ed un'energia nel ballare incredibile, tutto ha qualcosa di speciale qui, i ritmi, i piedi nudi sulla terra e poi le acrobazie! altro che laboratorio di acrobatica con i ragazzi! Saltano uno sulle spalle dell'altro facendo colonne altissime e costruzioni pazzesche.
Questa mattina sveglia presto, colazione e pulmino diretti a GREENHILL che è una comunità su una collina verde a circa un'oretta dal Muthunzi centre. Appena arrivati i bimbi hanno iniziato a cantare dandoci il benvenuto, per me che ero ancora un po' assonnata è stato un risveglio dolcissimo e pieno di energia!
Sarà la posizione, sarà la cura che le persone ci mettono in questo posto, ma dà la sensazione di essere un posto delicato, come un'isola felice. Non troppo comunque perché l'educatrice che si occupa dei bambini ci ha illustrato i loro progetti per la comunità ma per i quali mancano i fondi.
La scuola di GreenHill è frequentata da una sessantina di bambini, circa 25 restano a dormire perché non hanno più i genitori o comunque la famiglia non è in grado di occuparsene. Le classi sono piccole ma dignitose, sopratutto ora, ci hanno spiegato infatti, che all'inizio le lezioni si tenevano sotto gli alberi del giardino ai quali venivano attaccate le lavagne.
Abbiamo visitato le strutture, la cucina, i dormitori delle ragazze e dei ragazzi, una serie di letti a castello che ospitano per stanza anche una 20ina di persone, i campi di mais e le piante del giardino, le aule e la sala comune. Abbiamo parlato e cantato con i responsabili della comunità e poi abbiamo incontrato i bambini, abbiamo giocato con loro, un bel cerchio di almeno una 20ina di bimbi e ragazzini, adorano la musica ed il movimento, più di una volta ho avuto /stando qui/ la sensazione di ricevere tantissimo dal loro affetto spontaneo, dai loro sorrisi bianchissimi,dai loro occhioni attenti a non perdersi niente di quello che facciamo. Stare qui e giocare riempie di energia, a sera si va a letto con stanchezza più fisica che altro.
Dopo i giochi abbiamo consegnato una donazione al centro per contribuire allo sviluppo delle attività e abbiamo mangiato tutti insieme, c'erano anche due giornalisti che hanno chiesto di noi, di come stiamo in Zambia, di cosa ci piace ecc.. Hanno ripreso anche il piccolo spettacolo che abbiamo fatto per salutare i piccoli, la magia li attira davvero tanto, il gioco del dito finto e del sacchetto a doppia tasca (che io tra l'atro..non ho ancora capito!!) li tiene attenti e diverte anche i grandi, scoprire un trucco poi crea la risata generale!
Ci siamo lasciati regalando nasi rossi e palloncini e loro hanno di nuovo cantato commossi e sorridenti.
E ci siamo diretti a Lusaka a comprare la stoffe, sia per le donne del Muthunzi centre, con le quali deve ripartire il progetto sartoria (che si era fermato per la scomparsa della responsabile qui), sia per noi. Era un negozio gestito da indiani, pienissimo di stoffe colorate, noi siamo stati con il naso all'insù a scegliere e guardare perdendoci tra tutti i colori appesi, le avremmo prese tutte!
Il quartiere non era il massimo e alle 5 tutti chiudevano e le strade di svuotavano velocemente, anche noi ce ne siamo andati con i nostri sacchetti colorati in mano ed il pulmino che salta ad ogni buca della strada.
La strada ormai la conosciamo, è rossa con qualche pozzanghera e tantissime buche, ai suoi bordi tanti camminano, donne che zappano nei campi, bambini e adulti che spaccano pietre ed a un certo punto il cartello del Centro con una scritta:"We belong to each other" [apparteniamo gli uni agli altri] ed è quello che si sente qui, quel senso di comunità e di famiglia dove nessuno è solo, dove c'è sempre un "Hi! How are you?" [Ciao, cpme stai?] ed un sorriso che spunta da qualche parte, dove ormai ci sentiamo a casa pur stando qui da 10 giorni.
Forse è questa la cosa che più mi ha preso il cuore qui, le persone con questa dignità e questo sole. Dite che è già mal d'Africa? Ancora prima di tornare?
...Oltre a tutte le contraddizioni di questo posto, le cose difficili per me da capire, c'è cosi tanto da imparare… in questi giorni mi sento piena, di energia, di vita, di bellezza.
Vi saluto con una frase che forse ho già detto (nel caso diciamo che è colpa del malarone!!) che dicono anche i ragazzi qui: "Dal momento che ti vedo, non sei più uno straniero per me..."
Un abbraccio forte forte
Gelinda Ora Pallola Garzetta Putipù Ciappet Giambo Sbirgola Ciriola Conticino

domenica 4 gennaio 2009

Missione Zambia dal 29 dicembre 2008 al 3 gennaio 2009

MISSIONE ZAMBIA
Organizzazione. VIP APS
Capogruppo: Conticino
Volontari VIP: Garzetta, Giambo, Conticino, Sbirgola, Pallola, Gelinda, Ora, Ciappet, Putipù, Ciriola
Volontaria Amani: Silvia

DIARIO DI MISSIONE

kasupe, 29 dicembre 2008

ciao a tutti!
siamo in Zambia e siamo felici!!!!!
eccoci qui a scrivere la prima condivisione.
siamo partiti sabato sera da Roma all'una di notte circa e dopo aver fatto scalo in Etiopia e in Malawi siamo arrivati a Lusaka, la capitale dello Zambia, alle 14,30 circa. Già in aereo sono iniziate le prime avventure: Pallola ha perso una scarpa, che poi ha trovato sotto qualche sedile più indietro....e poi un egiziano voleva a tutti i costi sposare Ciappet, ma non c'e stato verso di combinare il matrimonio....
Ci immaginavamo un aereoporto piccolino, invece è molto più grande di quello che pensavamo e ad accoglierci calorosamente c'era Josef, l'educatore del Mthunzi Centre, il centro di Kasupe che ospita circa 60 ragazzi di strada (ora ce ne sono circa 15 perche, chi ha ancora una famiglia è potuto tornare a casa per le vacanze di Natale) e che ci accoglie in questa nostra missione. Abbiamo caricato tutto il nostro voluminoso bagaglio e con un pseudo pulmino e una macchina abbiamo iniziato il nostro cammino verso Kasupe (15 km dalla capitale). La città di Lusaka è molto occidentale, non sembra molto diversa dalle nostre come struttura, la cosa che ci ha più, colpito però era vedere tantissima gente a piedi. Quando siamo entrati nella periferia si è aperto un nuovo mondo: grandi spazi di un verde intenso, il cielo blu e poi si cominciavano a vedere le prime strade rosse, alcune con grosse pozze d'acqua. Che grandi emozioni vedere questi colori e sentire questa aria calda che ci ha coccolato appena siamo scesi dall'aereo!
Un'altra cosa che ci ha colpito tantissimo è stato vedere come lungo la strada c'erano tantissime persone, anche molti bambini piccoli che sminuzzavano grosse pietre e le mettevano in sacchi per poi venderle. Ci hanno spiegato che qui il terreno è molto ricco di pietre e anche i bambini le rompono perché poi arrivano dei grandi camion e le vengono a comprare.
Man mano che procedevamo vedevamo sempre più case meno strutturate e persone scalze e quello che ci ha colpito tanto è stata la serenità e la tranquillità che emanavano i volti di queste persone...sembra di stare in un luogo senza tempo, in cui tutto procede tranquillamente e le persone sono felici per quello che hanno, tanto o poco che sia.
Siamo scesi a fare la spesa e anche qui non avevamo la concezione del tempo perché una spesa che in Italia faresti in 20 minuti, qui è sembrata durare tantissimo; ma è stato bello perché qui tutto funziona così fare le cose con calma, senza fretta.
E infine siamo entrati nella strada rossa diretta al Mthunzi, alle 18. sembrava di essere sul Tagadà! e poi eccoci al Mthunzi dove qualsiasi persona incontravamo ci veniva a salutare con un grande sorriso e con una meravigliosa accoglienza. Eravamo un po' stanchi, ma il calore che abbiamo trovato è stato qualcosa di grande. Come è emerso nella condivisione alla sera, abbiamo provato una sensazione strana: ancora ci sembra strano di essere qui, ma dall'altro ti sembra quasi di essere tornati a casa perché è stato come se queste persone le avessimo già conosciute e aspettassero il nostro ritorno.
Poi c'è stato un po' un momento difficile con le zanzariere. Fa un caldo pazzesco qui, la stanchezza del viaggio si faceva sentire e non è stato semplicissimo montare tutte le zanzariere perché all'inizio mancava la luce e poi dovevamo fare abbastanza in fretta perché stavano per arrivare le terribili zanzare, in più Giambo si è accorto che le mega bolle che aveva portato, erano in parte uscite nella sua valigia, formando un piccolo laghetto, e a Ciappet si è aperta la scatola di brillantini per il truccabimbi, avendo così tutto brillantinato… però alla fine ce l'abbiamo fatta e abbiamo dormito splendidamente.
Alla sera ci siamo mangiati un bel piatto di pasta e abbiamo assaggiato la nshim, che è la polenta tipica dello Zambia. Non era molto buona perché non aveva sale, però eravamo tanto stanchi e forse oggi la troveremo sicuramente più buona.
‘Sta mattina ci siamo alzati e ora, Conticino, Silvia, Pallola e Ciriola sono andati in città per fare la spesa e per accordarci con l'ospedale di Lusaka dove andremo tra qualche giorno, mentre gli altri stanno facendo l'inventario di tutto il materiale che abbiamo portato con l'aiuto di alcuni ragazzi del posto e domani andremo a Cicondano. È bello perché ogni persona che passa e ci vede ci viene a salutare davvero con una accoglienza splendida: si vede davvero una bella luce negli occhi di queste persone e nelle loro strette di mano.
siamo felici e vi mandiamo un fortissimo abbraccio africano con tutto il nostro cuore e il nostro affetto.
Ciappet, Ciriola, Conticino, Garzetta, Gelinda, Giambo, Ora, Pallola, Putipù, Sbirgola, Silvia

Garzetta:
Qui fa un caldo incredibile ed è più umido di Padova...ma ve lo aspettavate???? Io proprio no! Conticino ci ha fatto portare pile e calzettoni di lana per la notte, ma qui si schiatta di caldo...evviva! ...e forse questo sarà il problemino, visto che la mattina ci alziamo presto e la sera si va a letto tardi... ma pensiamo ad adesso.
Stamani c'era il sole e poco fa ha fatto un bell'acquazione...e qui si fanno delle buche piene d'acqua dove devono passare le macchine che per noi sono crateri, loro invece sereni e tranquilli, sorridono e vanno avanti.

Stanotte eccetto un po' di caldo abbiamo dormito bene, sarà stata forse la stanchezza incredibile che abbiamo avuto?
Conticino, Silvia, Pallola e Ciriola sono usciti questa mattina alle 10:30 per andare a far la spesa e passare in ospedale, perché il dottore voleva capire cosa andremo a fare la mattina del 1 gennaio nelle loro corsie ;o))))) Sono andati con Jophes , 2 bambini ed un altro educatore e sarebbero dovuti tornare per pranzo, ma ancora non si vedono… i tempi africani, non sono i tempi italiani!
Oggi noi 8 che siamo rimasti abbiamo mangiato con gli uomini che lavorano per il centro Noel l'educatore rimasto qui, con il contadino Wathzon, il contadino che si occupa dei polli, Emmanuel, quelli che si occupano delle verdure, con quello che guida il trattore ed infine Raffael con il quale ho passato la mattinata e un po' del pomeriggio per fare l'inventario io e gli altri claun rimasti qui, c'erano tonnellate di cose.
Ora un po' di pausa e così visto che abbiamo un po' di pausa ho deciso di scrivervi.
Qui la cosa che più disarma è la semplicità e la serenità di queste persone, loro hanno degli occhi grandi e sereni e ti fanno sentire a casa da subito.
Hanno una dignità incredibile e sono sempre solari almeno finora.
Domani andremo a Cicondano e lì inizieremo con gli spettacolini, gag, canzoncine che hanno preparato alcuni di noi mentre gli altri finivano l'archiviazione dei materiali.
Siamo quasi tutti sudati, in 2 o tre si sono fatti la doccia ma l'acqua è fredda perché se manca la corrente quello che penso sia lo scaldabagno non funziona.
Ieri ci hanno impressionato molte cose tra cui un meraviglioso arcobaleno con dei colori così vivi che sembravano fluorescenti.
È tutto molto verde e il centro è più piccolo da come sembra nelle foto, ma al tempo stesso è messo molto meglio.
Ora vi saluto con un abbraccio appiccicoso, ma anche caloroso.
Vi voglio bene,
Garzy

POMERIGGIO DEL 29.12.2008
Intanto Hello to everybody!
ieri in mattinata ci siamo divisi in due gruppi: il primo è andato in città a fare la spesa per la prima settimana e per altre commissioni (tra cui presentarsi e parlare con il personale medico dell'ospedale di Lusaka in cui andremo il 1 gennaio!); il secondo è rimasto qui al centro per fare l'inventario del materiale che abbiamo raccolto, anche grazie a tutti voi!
Abbiamo tantissimi vestiti da bambini e per adulti, molto materiale scolastico ed altrettanti medicinali, il tutto verrà distribuito nei villaggi vicini ed in parte tenuto dai ragazzi qui al centro.
Nel pomeriggio abbiamo iniziato a fare giocoleria con alcuni ragazzi e siamo rimasti davvero stupiti dalle loro abilità, imparano tutto velocemente e con grande leggerezza, prima 3 poi 4 palline, hanno tempi molto più veloci dei nostri :)
Waupe è un ragazzo sordomuto che solo guardando Conticino giocolare è riuscito a ripetere il movimento perfettamente, Lavmo è un ragazzino di 13 anni che già ieri ha imparato a fare 4 palline. Siamo stupiti e felici di stare con loro!
Nel pomeriggio tardo finalmente (abbiamo fatto in fretta a prender su i tempi afro) sono tornati a casa i nostri compagni che erano in città, con tanto cibo e la buona notizia della nostra futura visita all'ospedale...
E verso le 6 e mezza inizia la preparazione della cena, ieri sera hanno mangiato con noi anche Lavmo e Waupe, Josef (che è uno degli educatori responsabili del centro) ci ha insegnato un po' il linguaggio dei segni, Waupe infatti ha imparato da poco e già anche gli altri ragazzi parlano con lui in questo modo. Mi e ci ha stupito tanto questo interesse delle persone del centro a coinvolgere Waupe, anche gli altri ragazzi parlano con lui senza problema e vorrei lasciare una frase di Josef: "Non è difficile imparare se hai un obiettivo, io imparo la lingua dei segni perché è importante per lui."
È davvero bello, in una situazione cosi delicata e difficile vedere e sentire tanta umanità e bellezza...

Questa mattina siamo andati a Chicondano, è un villaggio a una mezzora di cammino da qui, siamo in campagna e i paesaggio mentre camminiamo è bellissimo, pieno di verde e di campi dove tante donne lavorano la terra, qualcuna con un piccolino sulla schiena, salutano e sorridono. Al nostro arrivo al villaggio i bambini cominciano a sbucare da ogni cespuglio, sono tanti e qualcuno già vuole sapere i nostri nomi e darci la mano, altri invece sono intimoriti ma col tempo si lasceranno andare.
Credo sia importante considerare che qui la figura del clown non esiste, ieri parlando con una famiglia vicina al Muthunzi, le ragazze erano divertite ma perplesse di sapere che esiste qualcuno che col naso rosso, cambia nome e va in ospedale..

Comunque ritornando alla nostra mattinata, abbiamo fatto lo spettacolo della bambola triste, sinceramente con qualche perplessità vedendoli sempre cosi allegri. Alla fine non penso sia andata male, i ragazzi del Muthunzi ci hanno aiutato moltissimo a tenere i piccoli (circa 150) e a spiegare i giochi, semplici ma che li hanno divertiti. Li guidavano molto anche durante lo spettacolo, spiegando ma anche dicendo quando applaudire. I piccoli rimanevano fissi sui giochi di magia di Giambo ed era bellissimo anche starli a guardare.
Dopo abbiamo giocato con loro, adorano le bolle, e anche se vivono chiaramente in condizione di grande disagio io personalmente li ho visti solari e dignitosi, non ho mai provato pena per loro ma voglia di starci e giocare.
Concludendo abbiamo distribuito i palloncini (!!!!!!) e pur di averne un altro se lo nascondevano anche in bocca :)
È stata una mattinata intensa e bella, in cui a volte mi sembrava normalissimo stare li, in mezzo a queste immagini da documentario ed altre era un po' assurdo… non capisco bene come sta passando il tempo, è tutto un po' diverso qui :)

Ciao Nasi Rossi!!!!
Come state? ...ma ci sono solo le particelle di sodio in lista? hihihihihi
Allora eccomi anch-io dal sodio Zambese.
Come avete potuto leggere dalla condivisione di Gelinda, stamani siamo andate a Cicondano...ovvero il centro dove c'è un alta prevalenza di prostitute. Per arrivarci abbiamo fatto 40 minuti di cammino in strade sterrate, campi, fango buche ricoperte d'acqua, lunga la strada campi coltivati da povera gente che con la zappa o i buoi e l'aratro coltivano un esile campo. Diversi i bambini nei campi a zappare con una zappa talvolta più alta di loro; tantissime le donne, pochissimi gli uomini.
Per arrivare a Cicondano siamo passati davanti ad un altro piccolo centro fatto di qualche casa e dappertutto sbucavano bambini e qualcuno ci seguiva. Tutti salutavano sorridevano e ci chiedevano come stavamo.
Per ciò che mi riguarda in questi panorami mi sembra di rivedere un po’ la casa di mio nonno quand'ero piccola, molti bagni esterni spesso fatti di fogliame, talvolta in muratura e la cosa che mi ha lasciato un po' senza parole che alcuni orti hanno il filo con l'elettricità come usava mio nonno per tenere le mucche nel campo, ma voi dite “che le verdure scappano?” ...oppure che altrimenti entrano e se le prendono.
Una volta arrivati a Cicondano, i bambini sbucavano davvero in ogni dove e ce ne erano di piccolissimi, molti attaccati dietro le spalle di madri, ma molto più spesso sorelle e fratelli, vedrete nelle foto bimbi di 4 anni avere sulle spalle bambini di 2. Qui fa un caldo incredibile ma molti piccoli erano attaccati alle madri attraverso coperte di lana ed altri avevano tutine felpate, una bambina sui 4 anni aveva un pellicciotto sintetico corto. Incredibile stamani non c'era il sole, anzi prima piovigginava, poi ha piovuto ma di certo non faceva freddo, ma più di qualcuno aveva le maniche lunghe, altri un vestitino quasi trasparente. Mah! Qui le contraddizioni non mancano.
Conticino ci ha detto che molte ragazze si prostituiscono li, ma nulla faceva intendere qualcosa di particolare se non che fossero piene di bambini, diversi ragazzi e gli uomini non arrivavano a 10, su 150 persone presenti.
Non è sempre facile per me capire cosa si sta svolgendo sotto i miei occhi, per ora accolgo, poi elaborerò con calma.
Garzy

31 dicembre 2008
Ci siamo divisi in 2 gruppi: uno è rimasto al centro a preparare e dividere i materiali da regalare ai vari centri che visiteremo nei prossimi giorni; l'altro è andato in centro a Lusaka per fare la spesa per il cenone del 31 e la festa del primo.
Pronti, si parte...come al solito all'alba, come al solito in ritardo, ma qui i tempi sono sempre dilatati. Tralasciando gli innumerevoli negozi visitati per acquistare ciò che ci serviva (1 negozio per i tovaglioli, 1 negozio per il detersivo, 1 negozio per la frutta, un negozio per la verdura...) ciò che ci ha colpito maggiormente è stata la visita al mercato del quartiere di Chumapepe, dove siamo andati per acquistare la carne e le mele.
Il quartiere era povero e degradato, invaso dal fango - tanto che il pullmino a volte sembrava che si bloccasse e che ci toccasse dover scendere per spingerlo - e pervaso da un forte odore di fogna.
Siamo scesi al lato di un pantano e siamo andati in una macelleria per i nostri acquisti: carne per noi, un fusto per Garzetta con cui presto potrebbe convolare a nozze (ok, lei non è tanto d'accordo...e in effetti il tipo proprio fusto non era…).
L'acquisto è avvenuto come sempre qui: i nostri accompagnatori Malama e Joseph hanno contrattato per noi il tipo di carne e soprattutto la qualità e il prezzo.
Uscendo abbiamo inavvertitamente fotografato delle persone (noi eravamo all'interno del furgone) che si sono rivoltate contro di noi: l'intervento di Joseph ha fatto calmare le acque. Insomma, forse senza di loro saremmo pure riusciti ad entrare nel quartiere, ma di sicuro senza di loro non saremmo usciti! :-)
La visita al mercato ci ha messi di fronte ad una realtà drammatica e difficilmente descrivibile. La povertà estrema, la miseria, la sporcizia, l'odore con cui siamo entrati in contatto ancora lo ricordiamo e parlandone tra di noi ci siamo resi conto che forse lo ricorderemo per un bel po'. La stessa accoglienza che caratterizza il popolo zambese, lì non l'abbiamo percepita, anche se ancora non ci è chiaro se questa sensazione sia
reale o solo dettata dalla paura che avevamo nel girare nel mercato.
Passato un quarto d'ora in cui abbiamo smarrito Giambo (ci eravamo divisi perché lui era andato a caricare la scheda del telefonino, tra l'altro senza successo), siamo ripartiti sperando di arrivare in tempo per il pranzo ma siamo venuti a contatto con il vero problema di Lusaka: il traffico! :-) Più di 2 ore per fare 3 chilometri, semafori assolutamente non rispettati (si, Putipù diceva che era normale passare col rosso per lui.. ma agli altri non sembrava poi tanto!!) solo l'intervento di un camionista improvvisatosi vigile è riuscito a dirimere un ingorgo ad un incrocio!
Arriviamo alle 16.00 al centro affamati e dopo una breve sosta cominciamo i preparativi per il cenone di capodanno.
Primo compito: addobbare la sala con palloncini e festoni fatti da noi, preparare la musica; il salone comincia a prendere un aspetto davvero festoso e colorato!
Secondo compito: cena per 50 persone: cuoca per eccellenza Pallola che preparerà antipasti con tartine, pomodori ripieni di tonno e risotto allo zafferano, che saranno uniti alla polenta e ai crauti preparati da Idina (la cuoca del centro) e ai gelati, biscotti e torrone per una cena succulenta! (certo, qui sembrerebbe squisita pure una pasta in bianco fatta da Sbirgola, però Pallola è brava davvero!)
Alle 20 comincia la cena, con un alleluja cantato da noi.
Dopo la cena comincia la festa!
Ci ha colpiti la preghiera fatta prima del party: i ragazzi hanno ringraziato anche per la festa e per le gioie che stavano per ricevere!
I ragazzi del centro cominciano ad intonare una serie di canti, accompagnati dai loro tamburi che ci hanno fatti ballare fino a mezzanotte. L'atmosfera era incredibile, surreale: guardandoci tutti sorridevamo e ognuno di noi commentava che un capodanno così se lo sarebbe ricordato per sempre. Hit della festa: Ciccia Salciccia, una canzone in zambese che significa più o meno "fallo o non farlo" e che noi abbiamo ribattezzato con parole italiane che ci ricordavano il suono di quelle zambesi. Ancora oggi siamo qui a cantare tutti assieme Ciccia Salciccia! Altre canzoni sono state emozionanti, dei veri e propri gospel (il centro qui ha una scuola di canto): i ragazzi ci hanno anche detto che hanno in passato inciso un cd con le loro musiche e che se vogliamo possiamo acquistarlo.
Poco prima della mezzanotte c'è stata la consegna dei regali ai ragazzi del centro. Avevamo concordato con gli educatori di consegnare un set di divise sportive completo e l'impressione è che abbiano gradito davvero: il giorno dopo molti di loro ancora le indossavano! Dopo, una nostra piccola gag...e poi...botti di fine anno! (i ragazzi se li lanciavano addosso...senza alcuna paura).
Finiti i botti ancora danze, ma noi verso le 2 siamo andati a letto perché il giorno dopo ci
sarebbe toccato il nostro servizio in ospedale a Lusaka!
Per concludere: crediamo che tutti, nonostante la stanchezza e le difficoltà fisiche ed emotive della giornata, non possiamo non pensare a quanto sia stato pieno questo capodanno 2008: ognuno di noi ha cominciato il 2009 con un bagaglio colmo di gioie, speranze, dolori, emozioni che porterà sempre con sé come un tesoro da conservare per il maggior tempo possibile.
Grazie Zambia!
Sbirgola, Putipù, Giambo, Conticino, Pallola, Ora, Ciappet, Ciriola, Silvia, Gelinda, Garzetta

3-1-2009

BUANGI
Ieri e stata una giornata intensa in mattinata siamo andati in un centro, Lonjesani, che accoglie una ventina di bambine di età compresa tra gli 8 e i 14 anni. Ad accoglierci si erano aggiunti molti altri bambini, e stato veramente notevole. I doni che abbiamo portato saranno sicuramente di grande utilità: quaderni, indumenti, scarpe e le bambole.
Abbiamo proposto alcuni giochi e ne abbiamo imparati altri proposti da loro e devo dire decisamente divertenti. Io penso che sappiano giocare molto meglio dei bambini italiani. L'incontro si e concluso con la distribuzione di succo di frutta concentrato che viene servito dopo essere stato diluito e biscotti e infine truccabimbi.
La temperatura e molto elevata e manca l'aria, chi non ha usato una protezione solare si e ustionato.
Durante il pomeriggio si e scatenato un temporale tale che la pioggia ha cominciato ad entrare nelle stanze del Mthunzi. Il tetto e fatto con lamiere ondulate di eternit e quando piove tanto l'acqua entra lungo le pareti.
Nel pomeriggio consegna del materiale sanitario raccolto in Italia al dispensario. E stato analizzato tutto con grande attenzione dal medico e da una infermiera. Tutto avviene con calma, serenità e gratitudine.
Ancora qualcosa di interessante per questa giornata: la Messa.
Ebbene si! Rientrati dal dispensario abbiamo trovato la stanza che normalmente viene usata per i pasti organizzata per la celebrazione della Messa e padre Kizito pronto a farlo. Il suono dei tamburi e i canti dei ragazzi creano un'atmosfera veramente speciale.

3-1-2009
Oggi, terzo giorno dell'anno nuovo...eh già non mi sembra vero ma l'anno nuovo e arrivato anche col caldo e al suono dei tamburi.
Oggi è una giornata veramente calda non so dire che temperatura segni il termometro ma fisicamente la sensazione e pesante.
Stamattina siamo andati a piedi a visitare il centro scolastico di Tubalange.
Lungo il percorso si incontrano le donne che assieme alle bambine lavorano la terra, spesso con il bebè in schiena. Ci salutano sempre con grande serenità.
Tubalange ospita una popolazione scolastica di 1600 ragazzi che frequentano la scuola in doppio turno per mancanza di spazio. Gli insegnanti in organico sono una trentina appena e sono in corso di costruzione alcuni alloggi per alcuni insegnanti in quanto molti arrivano alla sede scolastica dopo un lungo viaggio e sono già stanchi prima di cominciare a lavorare.
L'anno scolastico è organizzato in trimestri: tre mesi di scuola e uno di vacanza , tre di scuola e uno di vacanza e cosi via.
L'inizio dell'anno scolastico è proprio in gennaio (alla seconda settimana).
Ad aspettarci c'era il preside e una impiegata e hanno manifestato il loro apprezzamento riguardo al materiale che abbiamo consegnato, certamente poca cosa rispetto alle necessita.
Alcuni bambini piccoli ci hanno seguiti lungo tutta la visita, si ha l'impressione che nessuno si occupi di loro o comunque non si avverte un controllo sui piccoli.
Nel pomeriggio pallavolo: claun contro ragazzi del centro. Grande vittoria dei clauni!
I ragazzi del centro stanno lavorando una pietra friabile, bianca per scolpire delle statuette a forma di animaletti o figure umane. Sono molto graziose e ne compreremo parecchie.
Concludo con un grande abbraccio a tutti quelli che leggeranno.
Conticino, Ciappet, Ciriola, Garzetta, Giambo, Gelinda, Ora, Pallola, Putipù, Sbirgola, Silvia.

Buona sera Nasi Rossi di tutta Italia,
eccomi a scrivervi per recuperare una delle condivisioni perdute.
Mentre Ora ha quasi finito di scrivere degli ultimi due giorni io voglio parlarvi ripartendo dalla fine dell'anno e del primo dell'anno.
Scusate gli errori di battitura, qui hanno le tastiere diverse :o(
Come vi hanno scritto Putipù e Sbirgola la notte del 31 è stata meravigliosa. Prima della cena c'è stata la preghiera per ringraziare per il cibo e per benedire le nostre famiglie e i nostri amici. Finita la cena fatta di riso con lo zafferano, pomodori ripieni di tonno e pane vecchio, della verza e alla fine torrone, ci hanno letto il programma...eh si qui hanno un programma per ogni cosa..e prima d'iniziare si deve sapere bene cosa andremo a fare...anche s e poi il programma non verrà rispettato ;o) ..ma va sempre fatto e letto...(hihihihi!)...così ci hanno annunciato che saremo andati nel salone e che il programma, ovviamente scritto su un foglio di carta e letto in religioso silenzio, prevedeva canzoni e balli, e che a mezzanotte avremmo visto i fuochi d'artificio, ed avremmo brindato con il succo di frutta e a seguire gelato con i biscotti... siamo passati nel salone ovvero un magazzino di cemento che era stato imbandito apposta per l'occasione con festoni e palloncini...appena entrati uno dei ragazzi ha pregato per tutti noi e ringraziato per il momento di festa. Questa è una delle cose che ci ha colpito molto...in Zambia non hanno quasi nulla, ma ringraziano per ogni cosa...e a noi ci interroga il fatto che abbiamo tutto e che facciamo fatica a ringraziare. Dopo la preghiera i ragazzi hanno iniziato a cantare i canti gospel tra cui il canto sacro Santo...beh credetemi alcune canzoni ti entravano nell'anima e ti facevano cantare e ballare in un modo difficilissimo da spiegare...eravamo liberi... sentivamo che le nostre parole e le nostre preghiere erano vere, erano profonde e liberavano energie, gioie, emozioni che sembravano fossero bloccate dentro...ma loro con le loro splendide voci ci scioglievamo come un balsamo, come una carezza al cuore. Ci hanno dato il loro cd e forse farvelo ascoltare vi farà capire un po' cosa voglio dire, ma vi assicuro che è stato qualcosa di veramente forte.
Prima dei fuochi Giambo con Putipù e poi con Pallola e Ora hanno fatto dei giochi di magia, dovevate vedere la faccia dei ragazzi...erano completamente rapiti, assorti a cercare di capire...In Africa chi fa magie, è una persona straordinaria, sei un po' uno stregone, loro vengono rapiti, e i più piccoli talvolta hanno paura dei maghi perché pensano che possano fare loro dei malefici.
Lo spettacolo di magia è stato bellino, e durato solo una decina di minuti ma quando i nostri claun hanno messo in scena la finta magia, tipo far sparire Pallola ed Ora che invece non sparivano o quella in cui si scambiavano di posto facendo finta di essere entrate l'una nel corpo dell'altra i ragazzi non ridevano e li abbiamo iniziato a preoccuparci un pochino, già, come faremo a fare i claun se la comicità è diversa?
Poco dopo i fuochi d'artificio e gli auguri, il succo e il gelato con 3 biscotti al posto dei cucchiaini siamo andati a letto perché l'indomani a noi claun riservava il servizio in ospedale, per la prima volta i claun oltrepassavano le soglie dell'ospedale di Lusaka.
Cosi siamo andati a letto all’una e trenta e la sveglia era alle 7, ma prima delle 6 i ragazzi del Mhtunzi erano già in piedi con la musica a palla perche dovevano preparare il salone per il pranzo del primo che noi Italiani offrivamo alla comunità di Koinonia e ad alcuni bambini di Cicondano, persone previste circa 70.
Così tra la gioia di sentire le loro voci come sveglia mattutina e la voglia di dormire ancora un po' siamo rimasti in dormiveglia per un po', ma poi via a prepararci per la colazione e l'ospedale.
Dopo l'attesa del pulmino taxi che era arrivato alle 7:30 invece che alle 8:30 e che se ne era andato per fare altro, alla fine alle 9:10 riusciamo a partire, i tempi e le unita di misura Zambesi sono così, non proprio scontate o prevedibili...le cose quando accadono allora è l'ora in cui sai che accadano...capito no?
Arriviamo all'ospedale di Lusaka ad accoglierci è un responsabile e ci dice che all'interno ci sono ben 350 bambini malati ma noi faremo solo alcuni reparti così entriamo e ci dividiamo in 2 gruppi da 5. L'ospedale è accogliente e qua e là colori e disegni per bambini alle pareti, su alcune tende e sulle porte. Le stanze non sono come le nostre sono molto più povere più grandi e ci sono dentro molti bambini e le loro mamme. Non riusciamo capire bene la divisione ma sappiamo per certo che l'ultimo reparto visitato è quello della diarrea (le fotografie ve lo testimonieranno).
Ma torniamo al servizio...Ognuno di noi reagisce a questa esperienza in modo diverso ma siamo tutti d'accordo che il servizio in ospedale sia andato veramente bene, soprattutto viste le premesse della comicità differente e il problema della lingua. Ci aspettavamo di essere trattati con indifferenza, con la faccia di chi non comprende perché dei bianchi vadano in ospedale vestiti e truccati da claun, invece superando la difficoltà della lingua, attraverso l'inglese ci addentriamo di stanza in stanza con piccole e grandi magie, bolle, palloncini e un po' d’improvvisazione che fanno stupire e sorridere i bambini, ma soprattutto le mamme poiché spesso i bambini sono piccolissimi.
Qualcuno di noi all'inizio del servizio ha qualche difficoltà alla vista di bambini che stanno davvero male, ma dopo qualche profondo respiro e il sostegno del gruppo supera l'impatto e si procede all'insegna dei colori e dei sorrisi.
Condivideremo poi che il servizio è stato più semplice del previsto e che le risposte che abbiamo avuto ci hanno allargato il cuore. Anche questa volta possiamo dire: "Missione Riuscita" anche nell'ospedale di Lusaka le stanze dei piccoli pazienti hanno cambiato colore al passaggio dei claun.
Alla fine del servizio nelle stanze siamo tornati nell'ufficio del responsabile per dare lui le caramelle e i nasi rossi che avevamo portato con noi poiché ci aveva chiesto di non darli noi non potendoli dare a tutti i bambini li avrebbe dati lui a chi sapeva averne bisogno.
Oltre a queste cose abbiamo consegnato lui una busta con l'equivalente di 100 euro, non immaginate quanto ci abbia ringraziato. In Zambia ringraziano davvero sempre con umiltà ma anche con grande dignità e questo ci commuove sempre. Anche quando per strada incontriamo bambini e gli diamo caramelle o qualche biscotto, loro ci frugano nelle tasche ma quando comprendono che vogliamo dar loro qualcosa da mangiare pongono le manine e appena le riempiamo fanno un piccolo inchino o un gesto di ringraziamento e sempre con grande dignità e grandi sorrisi.
Un ultima cosa prima di salutarvi, vorrei condividere con voi le nostre riflessioni sui ragazzi del Mhtunzi che ci hanno accompagnato in ospedale… eh si perche ogni volta che si esce abbiamo sempre la scorta :o))))) nel senso che con noi ci sono sempre 2 o 3 di loro che vengono per aiutarci e sostenerci sia per la lingua sia per ogni evenienza. Beh, le loro facce si sono come illuminate, finalmente iniziavano a capire cosa significa fare il claun di corsia, fino ad allora non gli era per nulla chiaro.
Anche Josef l'educatore è venuto con noi ed è stato davvero contento per tutto quanto ci ha visto fare.
Ora vi saluto e non riesco a rileggere perche la cena è pronta e devo scappare...

MACIOMA BUANGI
Buona sera in Njangia
eccoci di nuovo per aggiungere qualche riga (lo prometto solo qualche riga) riguardo al ritorno dall'ospedale.
Al nostro arrivo il salone della notte prima era completamente cambiato, avevano riciclato i palloncini, cambiato l'assetto dei festoni e aggiunto tavoli con al centro un grande bicchiere pieno di foglie, piccoli rametti e un fiore e poi un palloncino a forma di cuore tra un tavolino e l'altro.
Nel primo tavolo ad attenderci c'erano enormi pentoloni pieni di pollo, carne alla brace, riso, la 'shima (la loro tipica polenta che hanno a tavola ogni qualvolta mangiano), la pasta fatta da noi con un semplice sugo di pomodori e basilico, uova maionese e patate, patate arrosto fatte da loro. Ai bordi della sala tanti bambini che non osavano avvicinarsi, tutti vestiti bene, o per meglio dire con la cosa più bella che avevano: immaginatevi che una bambina è stata tutto il tempo con un dolcevita di lana bianco e noi sudati con la maglia a mezzemaniche. Anche i ragazzi del Mhtunzi che erano stati in ospedale con noi prima di venire a tavola sono andati a cambiarsi e si sono messi il vestito migliore, alcuni con tanto di completi pantaloni, giacca e cravatta. Riflettendo poi condividevamo come loro vivono il momento del pasto sempre con molto rispetto e responsabilità.
Dopo poco comprendiamo che nessuno aveva cominciato a mangiare non solo perché si mangia tutti insieme ma anche perché eravamo noi che in quel giorno dovevamo aprire la tavolata e quindi in coda uno di seguito all’altro come ad una tavola calda siamo passati a farci i piatti e a sederci, dopo di noi è stata la volta dei bambini di Cicondano, alcuni di 2 anni che venivano serviti da Idina, la mitica cuoca del centro, da Cimugna la moglie di Josef e dalla moglie di Malama che sono due degli educatori del centro. Dovevate vederli in religioso silenzio, educati, tranquilli. Più tardi commenteremo tra noi di come nessuno qui mangia con avidità anche se non mangia regolarmente quando gli si da del cibo lo mangia con tranquillità e dignità. A seguire i ragazzi del Mhutunzi e solo alla fine gli educatori... neanche quel giorno le donne hanno mangiato con noi. (ndr qui uomini e donne fanno vite separate, nel senso che sembrano appartenere a mondi diversi anche se sono sposati. Figuratevi che Padre Kizito mi raccontava che a lui è capitato di scoprire dopo anni che alcuni africani che andavano a messa erano sposati perche arrivavano a messa in tempi diversi e a volte da strade diverse).
Nelle nostra condivisione serali riflettevamo di come non ci fossero molti adulti, noi ci aspettavamo le 11 famiglie della Koinonia al completo con figli al seguito, invece c'erano solo i 2 educatori. Conticino ci ha poi spiegato che per loro quel pranzo era qualcosa di prezioso e speciale per la comunità di Koinonia poiché hanno pochi momenti di aggregazione festosa e che le altre famiglie non erano venute per lasciare il posto (ma soprattutto il cibo) ai bambini di Cicondano che non mangiano spesso.
Dopo il pranzo...indovinate un po'? C'è stata ovviamente :o) la lettura del programma a seguire, ovvero danze e canzoni per tutti, non immaginate che pomeriggio di festa, si è cantato e ballato tutti insieme... Piccoli gruppi di bambine e bambine o ragazzi si esibivano facendo dei balli incredibili, muovevano il bacino con la stessa facilità con cui noi muoviamo la mano, ci hanno lasciato davvero senza parole.
Poi abbiamo servito a tutti gelato e biscotti e alle 17:30 sono tornati tutti a casa.
Ora vi lascio Malama mi sta dicendo che deve chiudere la sala computer.
MACIOMA BUANGI
Buona sera in Njangia
da Garzetta, Giambo, Conticino, Sbirgola, Pallola, Gelinda, Ora, Ciappet, Putipù, Ciriola e Silvia