giovedì 3 settembre 2009

MISSIONE ROMANIA - 6

31-08-09 Agosto

La notte scorsa ha stravolto un po’ i piani in quanto suor Elisabetta di Butea, dove saremo dovuti andare per presentare lo spettacolo e per condurre dei laboratori per le ragazze della casa famiglia, si è dimenticata del nostro arrivo, così andremo solo a fare lo spettacolo!
Questa mattina è piena di preparativi, di valigie e di pulizie. Si pranza velocemente e partiamo per Butea. Come due anni fa…si ripete la stessa scena, ci sono i bambini in giro, pronti ad aspettarci. Così eccoci in scena, fa strano vedere bambini educati e composti dopo i ragazzi rom che abbiamo incontrato. Ci divertiamo davvero tanto e c’è anche tempo per un po’ di degenero, si balla!!!!
Suor Elisabetta si scusa per essersi dimenticata, ma va bene così…ci siamo divertiti, ci spiace per i laboratori, anche se alla fine non erano attesi e ci piace sentire i racconti di una suora crocerossina che sta in quella casa da dieci anni, che ne ha visto davvero di tutti i colori che ancora oggi continua la sua missione di aiuto, di accompagnamento e assistenza agli anziani della casa di riposo e di crescita ed educazione per le ragazze dell’orfanotrofio. Grazie grazie grazie!
Alle 16.30 siamo in viaggio, sarà abbastanza lungo…molto lungo e finalmente verso mezzanotte arriviamo a Bucarest! Alloggeremo in un ostello e domattina avremo un incontro con Franco…uno dei responsabili di PARADA BUCAREST, la fondazione Pa-ra-da creata da Miloud Oukili il clown franco-algerino che arrivato a Bucarest dopo la rivoluzione dei primi anni novanta, ha salvato grazie all’arte di strada, della clownerie, della giocoleria, migliaia di bambini dalle fogne della città. Siamo emozionati, dopo il film, dopo che qualcuno di noi ha visto gli spettacoli dei ragazzi in tournée…finalmente siamo noi a mettere piede nella sede di PARADA! Non vediamo l’ora che sia domattina!

01-09-09

Dopo esserci preparati, ricaricati i bagagli sui mezzi, eccoci pronti per l’appuntamento. Ecco Franco, si presenta, molto simpatico e ci chiede di seguirlo, a pochi metri da lì c’è la sede.
Finalmente dentro il cortile, alcuni ragazzi provano veri e propri salti mortali con trampolini elastici e tappeti, strabravi! Saliamo negli uffici e una volta seduti attorno al tavolo, Franco ci racconta delle attività di Parada, dei cambiamenti, delle novità, del prossimo trasloco e cambio sede in un posto ancora più grande, dell’arrivo dell’eroina fra i bambini, della voglia di aprire una o più comunità terapeutiche per andare incontro a questo problema anche perché a Bucarest non ne esistono!
Ci racconta delle tournée, dei ragazzi che sono usciti dalle fogne e che lavorano e qualcuno tuttora insegna proprio qui, ci spiega che Parada non è solo circo, ma è assistenza sociale, sanitaria in strada attraverso le unità mobili.
Un meccanismo che funziona davvero bene nonostante le difficoltà dei finanziamenti e dell’entrata della Romania in Europa, funziona bene perché chi ci lavora lo fa col cuore…
Ritoriamo giù dai ragazzi che continuano ad allenarsi, fra loro Rafael, Marian e Marius che ho incontrato personalmente cinque anni fa ormai per la selezione alla Scuola di Cirko Vertigo e rivisti a Genova per la tounrée organizzata dai Pagiassi di Vip Genova.
I salti sul trampolino non possiamo non farli così eccoci a saltare con loro, a farci insegnare verticali, ruote e capriole…
Emozionantissimo vederci tutti li, nel cortile, a provare, condividere adrenalina, voglia di fare e di apprendere. E poi su invito dei ragazzi provo a fare due salti. Saranno 4 anni che non provo un salto mortale, ho sempre avuto paura di riprovare, ma stavolta non posso non saltare. Così preso coraggio salto…il primo salto mortale avanti mi gasa tantissimo e non posso stare lì fermo…così ancora un altro e poi altri due indietro…naturalmente con l’assistenza di Marian, l’educatore-artistico, e dei ragazzi. Felicissimo di aver sbloccato questa paura…ma ora la schiena fa abbastanza male!
Parlo privatamente con Franco, io e lui, racconto di Vip, delle missioni-clown e del progetto Circostanza. Spiego quello che è già stato fatto in Romania e soprattutto al carcere minorile di Tichilesti dove incontrammo uno dei ragazzi di Parada, Cassian, un acrobata-giocoliere fantastico.
Così senza peli sulla lingua chiedo se sarà possibile una possibile collaborazione, non so quando ne come, ma entrambi siamo entusiasti, così ci scambiamo le mail…pronti per organizzare qualcosa, ma cosa…lo vedremo!!
Dobbiamo andare, uff…dobbiamo farlo davvero! Ma prima foto e abbracci con i ragazzi felici quanto noi, mmmm..forse noi di più per questa esperienza carica di sorrisi ed adrenalina!
Ci salutiamo con l’augurio di rivederci prestissimo!!
Il viaggio prosegue verso Braila, paesaggi infiniti, strade dissestate, girasoli, mucche e capre.
Arriviamo poco prima di cena, mangiamo una pizza, compriamo dei dolci e siamo pronti per assalire la casa famiglia dopo cena. Scocca l’ora X …scavalchiamo i cancelli e siamo lì: 13 clown, 25 bambini bellissimi dai 3 ai 17 anni, 4 suore.. un posto magico che visitiamo dal 2006 …un posto di cui non ci stancheremo mai…un casa famiglia magica, fantastica, piena di fede e d’amore! Entriamo in casa e festeggiamo il nostro arrivo…o sono i bambini che festeggiano per noi…tutti e due! Bello chiacchierare, rivedere e riabbracciare tutti.. conoscere l’ultimo arrivo in casa e le due nuove suore. Emozioni a non finire!
Ci sistemiamo nella casetta all’interno del giardino ed è proprio vero come dice suor Nicoleta: Benvenuti a casa!
Ne siamo davvero felici!
E dopo la condivisione, crolliamo nel sonno, tanto sonno, tanti che russano!
Noapte Bunaaaaaaaaaaaa
Smilzo

MISSIONE ROMANIA - 5

28-29-30 Agosto

Dopo una giornata libera i clown sono tornati all’attacco e questa mattina ci dirigiamo da Clown Gadjo, all’anagrafe Padre Emilian, francescano, che assieme ad altri frati gestisce la Fondazione Pace lavorando a stretto contatto con i rom.

28.08.09: i clown invadono il villaggio rom.
Appena usciamo dalla città di Roman, subito lì, a destra si estende un grande campo e lì nel mezzo quattro enormi padiglioni, lunghi forse duecento metri l’uno. Già prima di posteggiare siamo presi d’assalto dai bambini, scendiamo, ci prepariamo ed eccoci all’interno dei padiglioni con musica, unicicli, giocoleria e balli. Una lunga parata passa per tutti e quattro i padiglioni svegliando le 300 famiglie che ci vivono…quindi immaginate quanti bambini ci possono essere.
Lo spettacolo ha iniziato, stiamo stretti, cioè il cerchio si restringe ad ogni numero, ma riusciamo a resistere! Il nostro spettacolo lascia un messaggio, inizia singolarmente, poi a coppie o terzetti finchè le lettere sulle nostre magliette formano una bella frase: Toti Impreuna! ossia Tutti Insieme! Finito lo spettacolo Gadjo sceglie altri quattro ragazzi e ragazze che potrebbero partecipare alla formazione di questi giorni.
Ritornati alla fondazione, ci sistemiamo nel prato antistante piccolo parco giochi…in cerchio, iniziamo con alcuni giochi di conoscenza.
Così dopo una mattinata di giochi, divertenti e allo stesso tempo stancanti eccoci a pranzo e assieme a noi anche Florin, Beti, Cristina, Sever, Busdugan, Robert, Nicusor, Claudio e Stelluzza. Hanno preparato il pranzo Verdicchio, Moye e Felix e vi assicuro che è davvero buono.
I laboratori del pomeriggio prevedono l’acrobatica, Dudi coordina il laboratorio con Albatros come traduttore e tutti noi come esempi e sicurezza. Le piramidi vanno e vengono, sono molto bravi, ma mi rendo che il livello di attenzione e concentrazione è davvero basso e nonostante il nostro numero sia superiore al loro a volte non riusciamo a contenerli. Verso la fine del laboratorio si avvicinano due ragazze, Irina e Gaby. Specialmente Gaby esprime il desiderio, apprende velocemente le piramidi di base e proviamo ad inserirla nella super piramide di base. Viene difficile perché porta la gonna, ma il problema è un altro: è di un’altra etnia. Nonostante i discorsi trai i più grandi e Funiculà non riusciamo a convincerli, così prima Mr Cheese poi Dudi provano delle figure di bilance con Gaby che presenteranno domani allo spettacolo. Ma non finisce qui…
Prima di salutarci spieghiamo il lavoro che andremo a fare domani e allo stesso tempo nonostante la loro conferma, speriamo di rivedere i ragazzi domattina.

29.08.09: i ragazzi ritornano!
Eccoli lì, tutti anzi ci sono anche due new entry: Mihai e Ciprian, ne dimostrano 7 o 8 ma di sicuro ne avranno 10 o 11.
Questa mattina lavoriamo al chiuso, nel refettorio preparato ad hoc per l’occasione. Così dopo esserci riscaldati col gioco dello scalpo possiamo iniziare i laboratori e per stamane è prevista la costruzione delle palline da giocoleria. Si prospettava un po’ di disordine, invece, la mamaliga (la polenta) che usiamo per riempire le palline è praticamente dentro tutti i palloncini colorati.
E così Giògiò accompagnata da Albatros gestisce la prima parte di lanci e movimenti con una pallina, poi subentrerò io per i lanci e le prese un po’ più difficili e infine ritorneranno Giògiò e Albatros per ultimare la propedeutica a due palline e infine la cascata a tre palline.
Anche qui la concentrazione è davvero bassa e grazie a Sever, già giocoliere e alcuni come Nicusor e Claudio riusciamo a trovare i giocolieri per lo spettacolo di domani. Tutti bene o male si sono allenati e soprattutto si sono divertiti. Prima di pranzo decidiamo di andare fuori per continuare i giochi per far sistemare così i tavoli e per arieggiare dato che l’aria era irrespirabile, mamma mia!
Fuori i giochi continuano con pochi di loro, altri scelgono le scarpe che padre Emilian forse forse ha portato nel momento sbagliato. Chi rimane con noi gira e salta la corda iniziando facile e proseguendo con piroette, passaggi sotto la corda, salti in due, tre, quattro e cinque. E poi quando proponiamo il tiro alla fune arrivato tutti, anche Irina e Gaby, clown contro resto del mondo…e stranamente vince il resto del mondo. Felice per Irina che partecipa al gioco, è sordo-muta e vederla in disparte per la sua timidezza mi spiace, poi però sarebbe stato meglio averla in squadra con noi per il tiro alla fune…ahauahuhauh!
La sfida prosegue sul campetto da calcio: nazionale rom contro la nazionale clown italiana. In più Ciprian, il piccolino, molto bravo, ma loro non lo vogliono e ci dicono che non può stare con noi, così dopo tanto riusciamo a farlo giocare con loro…il fischio di fine partita arriva col pranzo!
A tavola sono più contenuti, riusciamo a fare due chiacchere in più e gentilmente ci aiutano a sparecchiare e spazzare e a fine pranzo non può non partire un applauso per i cuochi Verdicchio, Moye e Felix che anche oggi hanno preparato il pranzo per tutti noi.
Il laboratorio riprende nel campo da calcetto dove per riscaldarci giochi al gioco del fazzoletto, prima in versione classica…poi cooperativa e devo dire che è piaciuto davvero tanto!
Ci accorgiamo che è davvero tardi per le prove e ahimè dobbiamo rinunciare alle gags così proviamo il numero di acrobatica e alcuni di loro si allenano con la giocoleria e prima di salutarci ci parliamo un po’: chiediamo se sanno dello spettacolo di domani, se sanno di doversi vestire e truccare, se sanno di andare in un centro per bambini disabili della loro età…sono tranquilli e non così tanto entusiasti. L’appuntamento vale per tutti, comprese Irina e Gaby.

30.08.09: Ci sono tutti…anzi di più.
Ci incrociamo sulla strada col furgone di Gadjo, notiamo che i ragazzi ci sono tutti…anzi due sono in più. Arrivati al centro scarichiamo tutto il materiale e ci prepariamo per la vestizione e il trucco. Noto con piacere che anche Gaby e Irina sono presenti e soprattutto Gaby porta i pantaloni. La scelta degli abiti ha inizio, è un momento divertentissimo e spettacolare dove i ragazzi provano e riprovano abiti e alla fine eccoli lì in fila per essere truccati da Moye, Giògiò e Zolì. Sono bellissimi! Nel frattempo Verdicchio e Funiculà tentano il colpaccio in refettorio, loro due, Florin, il capetto dei ragazzi e Gaby, la ragazzina che hanno allontanato dalle piramidi. Provano una magia, semplice a farsi, ma il messaggio è bello e forte. In un primo momento Florin non vuole fare la magia, poi cede e avrà come assistente Gaby. Un momento di integrazione fra due etnie che speriamo sia significativo per i ragazzi.
Significativo e dolce il momento della consegna dei nasi durante il quale clown Gadjo spiega che con questo naso verranno visti diversamente, saranno tutti uguali, rom o non rom… ma saranno clown. La consegna è tenere gli occhi chiusi…e mi stupisce vederli tutti lì, col naso rosso…ancora ad occhi chiusi! Sono pronti…carichi…si parte.
I ragazzi del centro ci aspettano. Una volta arrivati nella palestra i nuovi corrono verso i ragazzi del centro e appena li vedono si spaventano e tornano indietro cercando il nostro aiuto, non perché avessero visto chissà cosa, ma perché come prevedevamo, credevano di conoscere quei ragazzi, ma non li conoscevano.
Dopo una piccola presentazione eccoli lì sul palco, ruote, capriole, la parata, piramidi, giocoleria, i karate-clown e ancora piramidi, la magia e l’inchino finale. Quello che abbiamo visto e sentito da dietro le quinte e come spettatori sono state: vergogna, divertimento, paura di non farcela, adrenalina, gioia, gioia gioia! I ragazzi hanno eseguito le piramidi e Gaby era fra loro, così anche Irina, da spettatrice e salita in piramide fra me e Dudi, Gaby e Florin hanno fatto INSIEME le loro magie. Toti Impreuna! Tutti Insieme!
Fuori dal centro facciamo un cerchio, per salutarci tutti insieme, non prima di aver condiviso insieme a tutti gli altri una parola che rappresenti questi tre giorni passati assieme. Nel cerchio riecheggiano divertimento, grazie per questi giorni bellissimi e quando tornate!
Ci salutiamo per bene una volta tornati al centro…prima però foto e tantissimi abbracci!
Parlando anche con padre Emilian, sappiamo che questi tre giorni sono stati solo un assaggio per noi e per loro. Speriamo di riuscire ad organizzare qualcosa per l’anno prossimo, qualcosa di più grande, più carico di energia e di nasi rossi!
Grazie a tutti!
Ritorniamo alla Ferma, pensierosi e carichi allo stesso tempo… ne parliamo…condividiamo questa bella, stancante a livello mentale e particolare esperienza.
Stasera ci prendiamo un super momento di divertimento, così dopo cena ci vestiamo, trucchiamo, sistemiamo la sala, rispettiamo il regolamento e partecipiamo tutti alla Royal Clown Ramble, come i veri Wrestler, ma noi facciamo parte della Clown Wrestler Federation. Tutti contro tutti e chi abbandona il tappetto è fuori.. ne rimarrà soltanto uno!!! Aiuto!!!
Buonanotte!
Smilzo!

MISSIONE MADAGASCAR - 2009 - 1

MISSIONE MADAGASCAR 2009 (12-27 agosto 2009)

ASSOCIAZIONE ORGANIZZATRICE: L’Arte del Sorriso Vip ASTI Onlus
PARTECIPANTI: ALAKARA (Vip Varese), CIANFRUSAGLIA (Vip Asti), FRINGUI (Capogruppo, Vip Asti), HOPPIPOLLA (Vip Roma) e TIGRO (Vip Asti).

Ivato, 12 agosto 2009

De l’Italie arrivent les clouns
Qui vont au Madagascar!
Mura mura! Mura mura! Mura mura..muuu
Avec l’avion
Nous arrivons
Salut Madagascar!

Meraviglioso Madagascar: siamo arrivati davvero! Ma quanti ostacoli abbiamo dovuto superare?! Oltre a quelli già affrontati durante la preparazione alla Missione, ci si sono messe anche Alitalia e AirFrance che, contemporaneamente, non volevano far partire Hoppipolla da Roma e Fringui, Tigro, Alakara, Cianfrusaglia e Suor Annamaria da Torino! Superate le difficoltà burocratiche, finalmente il gruppo si è riunito all’aereoporto di Parigi…ed è partito davvero!
Dopo 10 ore l’aereo tocca il suolo malgascio: ora non si torna più indietro. Qualcosa, anzi, qualcuno già ci trasmette pace e sicurezza nel caos dell’aereoporto: sono gli occhi di Don Claudio e gli abbracci di Suor Alessandra. In un attimo abbiamo già la sensazione che queste persone ci saranno molto vicine.
E poi via all’Oratorio di Ivato: è buio e non riusciamo a vedere la terra rossa che tanto abbiamo immaginato in questi mesi, ma gli odori dell’isola ci pervadono già…ci addormentiamo increduli di essere davvero qui.

Hoppipolla


Ivato, 13 agosto 2009

La prima notte è molto umida e fredda ma la stanchezza del viaggio concorre a farci dormire come sassi.
Dopo la colazione con ottimo pane casereccio e marmellate varie, ci uniamo alla Messa di chiusura dell’estate ragazzi; la chiesa è colma di giovani e, al nostro ingresso, tutti si girano e alcuni, addirittura, si spostano per stare più vicini a noi.
E’ una bella accoglienza e i canti, i gesti, gli sguardi, i sorrisi, ci fanno piombare di colpo nel clima malgascio e, in alcuni momenti, addirittura ci commuovono.
Dopo la Messa con suor Anna Maria facciamo il giro della missione: dal refettorio alla scuola elementare, dai campi di calcio e basket all’allevamento di struzzi, dalle camere dei ragazzi interni al salone dove faremo i nostri laboratori.
Conosciamo anche Jean Chris, un sacerdote locale che sarà nostro referente per l’organizzazione delle giornate e il nostro servizio con i ragazzi e l’ispettore generale dei salesiani che, nonostante i mille impegni, si dimostra interessato al nostro progetto. E’ diverso l’approccio della gente rispetto all’Italia: avvertiamo una grossa attenzione alla persona, molta accoglienza e disponibilità.
Dopo pranzo don Claudio, responsabile della comunità salesiana che ci ospita, ci racconta della sua pluriennale esperienza in questa terra, dello sforzo educativo profuso in questi anni, delle difficoltà locali e dei grossi problemi che i giovani che frequentano questo centro hanno alle spalle.
Qui oltre all’istruzione di base e all’educazione al prossimo, possono imparare un mestiere essendoci vari corsi professionali, di falegnameria, ferramenta, agricoltura e allevamento, confezione abiti.
Nel frattempo, durante le prime ore del pomeriggio, arrivano i ragazzi che staranno con noi per i prossimi giorni; si tratta di un gruppetto di una cinquantina di ragazzi dai 12 ai 17 anni. Sono stati invitati apposta per noi e verranno selezionati per entrare nel centro l’anno prossimo. Provengono dai paesi vicini ed è bello vederli arrivare con grossi fagotti sul capo con il necessario per questi giorni di permanenza.
Verso le ore 17.30 ci presentiamo loro in un grande salone in cui loro sono seduti intorno a dei tavoli, in cerchio. L’impatto è forte e noi siamo un po’ imbarazzati; partiamo spiegando brevemente gli obiettivi della clownterapia e il programma dei prossimi giorni.
Poi ci presentiamo coi nostri nomi clown e la nostra sigla.
E’ tanta l’emozione di avere un pubblico così interessato e aperto alla novità; super carichi e motivati per le attività di domani, ceniamo, facciamo una breve condivisione con la suora e concludiamo con la nostra condivisione di gruppo.
Buona notte, domani sarà una giornata importante!

Alakara


Ivato, 14 agosto 2009

Oggi è stato il primo giorno con i ragazzi. Ieri nel pomeriggio li abbiamo visti arrivare, con i loro pacchettini sulla testa fatti di poche cose necessarie a trascorrere qui i prossimi 4 giorni… Si, si fermeranno con noi fino a lunedì sera e poi martedì ripartiranno e torneranno a casa (per quelli di loro che ce l’hanno).
La sveglia è squillata alle 6.00: Tigro, come tutte le mattine, ci ha svegliati con una canzone popolare, credo napoletana, e poi dopo un lavaggio di occhi e denti veloce, siamo arrivati giù per la messa delle 6.30. I ragazzi erano già tutti lì!
Eravamo molto agitati per questo 1° giorno di attività. Don Claudio ci aveva detto che si trattava di ragazzi “difficili”, di “strada”, con storie alle spalle di profonde sofferenze e questo ha destato in noi una certa preoccupazione. E poi ci interrogavamo su come affrontare le diverse attività, su come avrebbero reagito loro, se fossero stati interessati alle nostre proposte… e così dopo la colazione ci siamo avvicinati alla grande aula dove avremmo trascorso i 4 giorni di formazione.
Per la mattinata (8.30 – 11.30) il programma è stato essenzialmente basato su giochi conoscenza, di sintonia e di fiducia e per il pomeriggio (14.30 – 16.30) su giochi di cooperazione e di squadra.
L’accoglienza è stata davvero calorosa, i ragazzi erano tutti incuriositi e impazienti e dopo la nostra presentazione, alcuni hanno dimostrato molta disinvoltura nella loro presentazione fatta in cerchio con nome e gesto. E’ stato divertente!
La mattinata è trascorsa veloce, tra giochi con la musica (senz’altro i più apprezzati!) e senza. Sono stati sbalorditivi nei giochi di fiducia ad occhi chiusi. Si sono lasciati trascinare dai loro compagni o da noi con una semplicità estrema. E il tempo è volato, come tutte le nostre paure e incertezze.
Nelle pause abbiamo trascorso un po’ di tempo con alcuni di loro, abbiamo cercato di comunicare nonostante alcuni non parlassero francese (anche grazie all’aiuto prezioso di Jean Chris e Ando) e pian piano abbiamo iniziato ad instaurare un rapporto di fiducia reciproca che ci ha fatto lavorare bene per il resto della giornata.
La sera a cena abbiamo condiviso le nostre impressioni con Suor Annamaria e Don Claudio, che sono stati molto contenti e questo ci ha ulteriormente rassicurato.
Dopo cena siamo tornati nella nostra casetta, ci siamo fatti la doccia e infine ci siamo ritagliati il tempo per la nostra condivisione. E’ stato bello sentire che tutte le ansie e paure di ognuno di noi, della sera precedente erano svanite in una bolla di sapone.
Siamo tutti molto soddisfatti di questa prima giornata trascorsa con loro… chissà cosa ci aspetterà domani!

Fringui


Ivato, 15 agosto 2009

La prima parte della mattinata è stata dedicata a mostrare due giochi di magia per poi riprodurli in gruppo coi ragazzi.
Il coinvolgimento è stato quasi totale e molti hanno indovinato " il trucco" quasi subito mentre altri hanno dato delle soluzioni quantomeno curiose!?!
Dopo aver provato a replicarli suddivisi in gruppi coadiuvati dagli animatori locali, ciascuno ne ha dato dimostrazione in pubblico stupendoci tutti!
La capacità d'imitazione e di empatia dei ragazzi è stata davvero unica.
Nel pomeriggio è stato aggiunto un terzo gioco di magia e poi abbiamo proposto un pò di acrobatica di base.
Alcune difficoltà sono emerse nella condivisione fatta al termine con gli animatori di riferimento poichè ci siamo resi conto che le aspettative su magia e acrobatica sono alte e abbiamo dovuto correggere il tiro modificando la nostra tabella di marcia...
Una situazione non semplice che ha messo alla prova il nostro gruppo e direi: prova superata!

Cianfrusaglia


Ivato, 16 agosto 2009

Iniziamo il 5° giorno di missione, la sveglia è alle 6.30…lavaggio veloce,vestizione,scarpe una allacciata e l’altra no e via di corsa per la colazione… Ore 7.00 tutti pronti per iniziare con un buon the,caffè e marmellata la nostra giornata. Alle 8.30 partecipiamo alla Messa insieme a tutti i ragazzi che hanno partecipato alle nostre attività, troviamo anche alcune persone del quartiere insieme ai loro figli che notandoci iniziano a sorridere e a rubare i nostri sguardi e sorrisi. La funzione è molto partecipata, emozionanti tutti i canti intonati a gran voce dal più piccolo al più grande dei presenti, particolare lo scambio del segno della pace dove per quei pochi minuti tutti siamo un unico grande cerchio, con le mani che si stringono e le voci che cantano alla pace….
Dopo la Messa, ci avviamo a riprendere i laboratori di magia ed acrobatica… io faccio vedere e provare ancora alcuni giochi magici che ho portato…sono tutti molto bravi a scoprire il trucco ed altrettanto bravi ad improvvisare e a tenere il “palcoscenico” durante le prove di esibizione. Anche gli acrobati si dilettano prima in un buon riscaldamento e poi in nuove figure inventate da loro stessi, che presenteranno domani durante lo spettacolo. Alle 11.30 terminiamo i laboratori, salutiamo i ragazzi e ci dirigiamo in refettorio per il pranzo.
Ore 14.00 la comitiva si avvia verso l’uscita della Casa Salesiana… per la prima volta da quando sono arrivato varco questa soglia, mi sento strano, mi guardo intorno e vedo solo molta povertà. Oggi la nostra meta sarà il mercato della Diga; non ho ben capito di cosa si tratta ma Suor Annamaria ce ne ha parlato molto bene. Per raggiungerlo decidiamo di prendere il mezzo di trasporto più comune in Madagascar, il taxi bruss! La nostra guida (suor Annamaria) inizia a parlare con il bigliettaio e quasi in corsa saliamo su uno di questi pulmini. Non c’è posto a sedere… il bigliettaio, che intanto è salito al volo sul pulmino in moto, si tiene ad una specie di corda che chiude il portellone posteriore e ci dice di sederci o almeno così intendiamo noi (la lingua anche dopo 5 giorni è praticamente incomprensibile); non capiamo dove e come e per magia ci arrivano 6 piccole assi di legno…ancora una volta non capiamo come e dove le dobbiamo mettere, dato che il pulmino è pienissimo… Forse presa da compassione per noi 6 “vasà” (straniero in lingua malgascia), una signora prende dalle mani di Fringui, che aveva appena finito di chiedersi che cosa doveva farsene dell’assetto di legno e lo appoggia tra due sedili creando una specie di ponte nel corridoio centrale del pulmino sul quale potersi sedere… Capito il trucco anche io appoggio l’asse e convinto di aver trovato la soluzione per il viaggio mi appoggio… peccato che durante la fase di montaggio non mi sono accorto di aver sistemato in modo precario il mio sedile e così all’arrivo del mio dolce peso questo cade e finisco per terra sul pulmino tra le risa di tutti i compagni di viaggio….. Dopo questa concitata fase di incastri cinesi,inizio a guardare dal finestrino il paesaggio, e la stessa sensazione di prima mi torna in mente, fuori c’è tanta gente, tutti sembrano sereni, ed io inizio a chiedermi come possano esserlo vivendo in queste condizioni. La maggior parte di loro, ad esempio, non ha scarpe, vive in baracche e qui c’è ne sono molte, non ha di che mangiare se non un po’ di riso… eppure nonostante tutto questo è li in mezzo a noi che ci sorride e che ci trasmette tanta tanta serenità e gioia…
Ci avviciniamo alla famosa Diga; tutto intorno si vedono risaie e Umbi (le mucche del posto) che pascolano liberamente e anche tanti bambini che lavorano nelle risaie o che fanno mattoni, tante donne che lavano i panni nei fiumi e li stendono sui prati, famiglie che vivono dentro case che a mala pena stanno in piedi e che quando arriverà la stagione delle pioggie saranno allagate…. ma tutti sempre con lo stesso disarmante sorriso….
Arriviamo finalmente alla Diga. A discapito del nome non è una vera e propria diga ma una strada, che costeggia un fiume, sulla quale ci sono centinaia di negozietti che vendono artigianato locale, rafia, legno, papier d’antimoro, batik e la famosa Vaniglia Mananara…. suor Annamaria ci spiega le piccole regole per comprare: il prezzo si deve sempre contrattare, la somma giusta da pagare è di solito la metà di quanto chiesto più un pochino… I primi acquisti vanno un po’ a rilento, siamo un po’ impacciati, ma dopo i primi negozietti impariamo i trucchi del mestiere e soprattutto Alakara e Hoppipolla sembrano ormai mercanti esperti… Durante la visita mi guardo in torno,faccio alcune foto con i bambini,un gruppo di Umbi ci passa vicino e a condurre la piccola mandria sono ancora una volta dei bambini…
Alcune persone incuriosite dal nostro naso appeso al collo ci chiedono se è una collana….e appena lo indossiamo il sorriso appare sui loro visi, ci chiamano clown (e come no!!!!) e con il nostro quasi perfetto francese spieghiamo che non facciamo parte di un circo ma siamo in missione alla Casa Salesiana di Clairvaux. Gli acquisti vanno avanti e tra i tanti negozietti ogni tanto qualcuno ci saluta in Italiano, qualcuno si avvicina per farci vedere quanto è bella la sua bottega, altri ci fermano per farci entrare… Impariamo che, anche da un semplice apprezzamento per un oggetto esposto inizia la contrattazione….. Questo è il loro unico modo per potersi garantire un pasto…
Il pomeriggio di svago sta per terminare e ci dirigiamo alla fermata del taxi-bruss,cerchiamo un pulmino meno affollato (è difficile trovarlo!!!), saliamo, ma questa volta come esperti viaggiatori non ci facciamo trovare impreparati e appena ci arrivano gli assetti di legno li appoggiamo saldamente e facciamo il nostro viaggio di ritorno in sicurezza!!!!
Arriviamo a casa o almeno io la sento come una piccola casa, doccia e poi a cena dove raccontando le nostre avventure sui mezzi di trasporto locali scateniamo le risate della comunità…
Dopo cena con Suor Annamaria decidiamo di fare un momento di riflessione e di verifica di questa prima parte di esperienza, domani sarà l’ultimo giorno qui ad Ivato e purtroppo dovremmo anche salutare i ragazzi. Le emozioni della giornata iniziano a farsi sentire, tutti siamo come bloccati, io sento un senso di sconforto… vedere che la gente non ha di che mangiare o vestire, che non hanno un lavoro, ma nonostante questo sono tutti gentili e ti salutano con gioia… questo mi disarma. Mi sento impotente, vorrei fare di più ma non so da dove iniziare…. Tutti diciamo e cerchiamo di tirare fuori le nostre emozioni, siamo soddisfatti del lavoro fatto con i ragazzi ma quello che abbiamo visto fuori fa male e mi fa riflettere su molte cose…
Finita la verifica, torniamo in camera, io ho bisogno di un attimo per tirare fuori quello che ho dentro, le lacrime non esitano ad uscire, ma grazie all’aiuto di Fringui e all’allegria dei miei compagni di viaggio questo momento passa, ci prendiamo in giro sull’esperienze di viaggio in taxi bruss, facciamo la nostra condivisione e prepariamo le ultime cose per lo spettacolo di domani: scaletta, abiti, cd e ripassiamo velocemente un’ultima volta le gags che andremo a presentare.
Buona notte…

Tigro

MISSIONE ROMANIA - 4

26-08-09

Buongiorno a tutti noi e a tutti voi clown! Anche questa mattina l’autobus è pronto per accompagnarci in altre due strutture…ahimè le ultime due di questo fantastico post-corso di aggiornamento per operatori sociali…ormai clown.
Arriviamo in centro Iasi …davanti alle strutture della Salvati Copii…stile Save The Children… salviamo i bambini! Un centro che si occupa di alfabetizzazione in loco e in strada con una vera a propria scuola portatile…stile carrello del gelataio…geniale!
Dopo aver conosciuto i responsabili e aver pensato allo spazio iniziamo a sistemarci, noi clown siamo tanti…venticinque, ma i bambini sono il doppio, triplo, forse quadruplo. Il campo da calcio ci aspetta…musica…pronti partenza via. Lo spettacolo fila liscio e rimangono stupiti soprattutto per le magie che Verdicchio, Dudi e Felix hanno insegnato ai nostri nuovi maghi, magie semplicissime che lasciano a bocca aperta. Il nostro degenero stavolta dura poco, c’è comunque sempre tempo per Albatros per farsi sommergere di bambini, per Salk di portare un bambino in groppa mentre pedala sull’uniciclo, per Mr Cheese e Zolì di correre con tutto il fiato che hanno…wow! Le foto testimonieranno tutto!
Rientriamo nella struttura dove Liviu, uno dei responsabili ci accoglie e ci offre salatini e acqua fresca. Ci spiega le attività del centro e parla parla, racconta racconta la butta li: offre ai ragazzi una sala per i loro incontri…magia delle magie…super magia e qui scatta l’inno della Missione Clown Romania 2009:
Mamaueeeeeeeeeeeeeee….Mamaueeeeeeeeeeeeeeee…mamaueeeeeeeeeeeeeee aaaaaaaaa ueeeeeeeeeeeeeeeeee a ueeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!
così ecco un altro buono motivo per far incontrare i ragazzi: la sala!
Pranzo al sacco nel cortile delle Suore Gesuite che gestiscono una grossa struttura con all’interno una casa di riposo… e oggi il nostro pubblico saranno proprio loro, gli ospiti della casa, trentasei vecchini, in rumeno “batrini”.
Iniziamo lo spettacolo, sono attenti a tutte le nostre mosse, coinvolti in passing con le clave e magie varie, ma il bello viene dopo: balli, chiacchere, trenini, danze tradizionali e poi le interviste. Desiderano conoscere i nostri veri nomi, sapere che facciamo e da dove veniamo, così ad uno ad uno ci presentiamo e poi alcuni di loro ci chiedono di più, ma soprattutto veniamo ricoperti di complimenti…ci ringraziano per la nostra visita…poco dopo scatta il degenero e via alle danze… un po’ contenute, ma pur sempre danze!
Dopo aver accompagnato i “batrini” alla messa, ci ritroviamo tutti fuori seduti in cerchio. Si parla di associazionismo, di far gruppo, di continuare questo percorso appena iniziato. Il discorso viene gestito per lo più da Cerasica che per un anno assieme a Nonna Balena hanno tenuto testa al gruppo. Ci fanno qualche domanda e anche noi diamo consigli, suggerimenti, parliamo di Vip Italia, di Vip Santa Fe, dei progetti, dei servizi come clown di corsia.
Così iniziano a pensare ad una data, tanto ora hanno anche un posto dove potersi ritrovare, ma il discorso è ancora un po’ lungo, perciò decidiamo di interromperli per consegnare gli attestati e la cartellina post-corso con esercizi, schede, dvd e materiale vario.
Ci abbracciamo, ci ringraziamo più e più volte con la speranza di vederci presto, ma soprattutto di veder crescere questo seme appena piantato!
Forza ragazzi!
Torniamo a casa e abbiamo un po’ di tempo per noi…relax, relax, relax…
Ma come sempre il relax è poco tra chiacchere, giocoleria e super chiacchierate per i giorni futuri!
Domani sarà un gran giorno…inizieremo col nostro spettacolo in un villaggio rom e proseguiremo con i laboratori all’interno della Fundatia Pacis dove opera padre Emilian, in arte clown Gadjo, uno dei corsisti dall’anno scorso.
Buonanotte!
Smilzo

MISSIONE ROMANIA - 3

25-08-09

Questa mattina inizia con un’altra vestizione…un’altra clownizzazione ed è bellissimo vederli tutti seduti al tavolo per la colazione vestiti da clown, ma con la faccia addormentata.
Finalmente siamo pronti… si parte!
Così eccoci nuovamente a bordo del clown-bus noi dodici con Funiculà più in ordine sparso, i clown: Gadjo, Farfalla, Bubulina, Sorriso, Nellutzu, Nonna Balena, Moshu, Cerasica, Frafy, Lala, Andrea e Sleepy. Oggi ci aspettano i ragazzi di tre strutture: Piccole Canaglie, Gulliver e Galata.
Nel primo centro ci lavora Corina, ossia clown Lala ed è un centro per rieducate appunto le piccole canaglie. Arriviamo e ci sistemiamo sotto la tettoia in mezzo ad un bel giardino e intorno a noi un’ottantina di ragazzi, di tutte le età, dai 5 anni ai 20 e forse più. Con i nuovi clown abbiamo messo in piedi in una nottata uno spettacolo, una serie di numeri dalla giocoleria, alla clownerie, all’acrobatica e alla magia…bei numeri dove i protagonisti erano loro, i corsisti.
Il pubblico ha contributo parecchio, tra volontari e ascolto, erano davvero molto attenti, i nuovi clown si sono divertiti e noi li abbiamo seguiti, come sempre.
Dopo un pranzo al sacco e due chiacchere siamo pronti a ripartire…
Arriviamo al centro Gulliver dove lavora Cerasela, in arte Cerasica. Siamo sulle colline di Iasi, il paesaggio è davvero bello e i ragazzi che incontriamo ancora di più. Ci aspettavano e avendo visto il lavoro di Cerasica col powerpoint non vediamo l’ora di buttarci in mezzo a loro. Lo spettacolo ha inizio e i ragazzi sono davvero entusiasti..dalle magie alla giocoleria e dopo l’acrobatica eccoli li…su di noi… sulle nostro piramidi, in piedi sulle nostre spalle con il sorriso più grande del mondo… e io come tutti gli altri sono felice di essere li in questo momento… di esserci col cuore. Dopo ogni nostro spettacolo c’è il cosiddetto momento del DEGENERO e stavolta è davvero magico…i ragazzi chiacchierano, giocano con gli attrezzi passano sotto i trampoli di Albatros, ballano, gonfiano e sgonfiano palloncini sentendo le pernacchie e l’aria che butta fuori il palloncino direttamente sulle loro facce.
Chiacchiero con Cerasica e mi complimento con lei per il lavoro fatto, ma soprattutto per come lo svolgono lei e i suoi colleghi. per la voglia di fare, per l’amore che ci mette, per credere in strumenti come il naso rosso, l’acrobatica e la giocoleria, in emozioni attraverso i giochi di sintonia e fiducia, i colori dei vestiti…un modo per essere psicologa e logopedista in un centro per bambini, ragazzi, diversamente abili e non affetti dal virsu dell’HIV.
Gulliver, un centro di cui mi sono innamorato, un centro in cui ho visto l’affetto di operatori e ragazzi e una grande voglia di comunicare. Uno dei prossimi centri in cui realizzare laboratori di ogni tipo. Un centro per la Missione Clown Romania 2010.
Le energie non sono ancora finite anche se gli sguardi di tutti noi sembrano dire il contrario. Ci aspetta un altro centro, il Galata, dove lavora Claudia, alias Nonna Balena.
Il paesaggio che ci si presenta davanti non è il massimo. Così una parata clown attraversa palazzine fatiscenti e giardini “grigi”. Nel prato dove siamo stati l’anno scorso ecco seduti una sessantina di ragazzi e fra questi cinque ragazze vestite e truccate da clown…wow! Anche qui Nonna Balena ha dato il suo contributo e siamo curiosi di sapere se ci faranno vedere qualcosa. Così lo spettacolo ha inizio, con bassa energia e con poca attenzione…ne siamo consapevoli, ma lo spettacolo continua per noi, per loro, per gli operatori, tutti! Poco dopo la fine ci sediamo fra il pubblico e come prevedevamo eccole, le ragazzine vestite da clown si alzano e si esibiscono in piramidi, ruote e giocoleria anche loro col sorrisone…quel sorriso che viene fuori quando sei emozionato, bellissime! Anche qui …come sempre…scatta il DEGENERO, ma stavolta è più contenuto, ci avviciniamo a singoli gruppi di ragazzi, ci sediamo vicino a loro, altri ballano, altri fanno provare gli attrezzi da giocoleria. Nonna Balena è entusiasta ed emozionata e noi siamo felici di essere stati li…li con lei!
Anche questo viaggio di rientro è abbastanza silenzioso, pensieroso e con noi c’è uno splendido tramonto. Dopo la cena è prevista una condivisione finale, anche e domani ci aspettano altre due strutture, ma meglio chiudere oggi i lavori dato che domani dopo i servizi molti torneranno direttamente a casa.
Io, Giògiò e gli altri abbiamo preparato i fogli per la condivisione creativa, una condivisione che ho imparato ad apprezzare, con la quale ci si può esprimere come si vuole, attraverso colori, parole, frasi, disegni…ciò che si vuole.
Il tutto dovrà stare all’interno di un vaso disegnato sul foglio di carta, un vaso da noi simbolicamente creato attraverso il corso durante la missione dell’anno scorso, loro nuovi clown sono la terra e ora assieme abbiamo piantato un seme…un seme che ci ha accompagnato dalla formazione al VCM grazie alle parole di Maggiolina…così questo seme lo portiamo anche a loro. Dolci musiche accompagnano la condivisione…e poi è il momento di spiegare frasi, disegni, simboli e parole…uno alla volta…condividerli con tutti. Sono e saranno un bel gruppo…si legge…si sente dalle spiegazioni…e quando tocca a me…rimetto su un piatto d’argento le due parole dette per molte volte a tavola, nei servizi, in autobus e anche nei momenti seri: Vip Iasi.
Vip Iasi perché credono nel servizio clown che hanno portato avanti, perché ne parlavano anche l’anno scorso, perché come operatori sociali hanno scoperto un nuovo modo di rapportarsi con i loro ragazzi…
Abbiamo iniziato questo discorso assieme, loro sono curiosi di sapere come funziona, come facciamo e come si dovrebbe fare. Ma soprattutto sono curiosi di incontrarsi, allenarsi, prepararsi per continuare questo fantastico percorso…appena iniziato!
Ci salutiamo con un tunnel delle coccole che accompagna tutti a letto nel migliore dei modi…
Che la notte porti consiglio a tutti!
Noapte buna..
Smilzo and clown-company!

domenica 30 agosto 2009

MISSIONE ROMANIA 2009 - 2

24-08-09

Questa mattina ci aspetta un autobus…un autobus che in poco tempo si colorerà, si riempirà di clown, palline, clave e unicicli e soprattutto sarà carico di energia e di sorrisi.
Così alle 10 del mattino siamo già in viaggio per Roman e qui faremo la nostra prima visita al centro Romanitza per bambini da 0 a 6 anni con problemi sia fisici che psichici.
Ci siamo stati anche nella missione clown 2007 e ci fa davvero tanto piacere tornarci con i clown del corso. Sarà una grande esperienza soprattutto per Clown Farfalla, proprio lei, perché lavora qui come psicologa e per noi sarà un vero e proprio servizio clown, come i nostri.
Appena arrivati ci dividiamo in squadre in modo da stare mischiati ai nuovi clown. Tutti insieme e in punta di piedi iniziamo ad addentrarci al centro. Osserviamo attraverso i vetri, sorridiamo, parliamo a bassa voce, entriamo e cerchiamo di rapportarci.
I bambini sono davvero piccoli, alcuni piangono, altri sorridono. I gruppi di clown iniziano a scambiarsi di stanza in stanza accompagnati da canzoncine, palloncini tondi a mo di pallavolo e tante bolle di sapone. In una sala si balla e qui i bambini sono tanti.
Ho girato per le stanze, ho guardato attraverso i vetri per controllare ed essere presente per tutti i clown e ho notato tanta commozione negli occhi, senso umano nel rapportarsi con bambini che stavano lì seduti con lo sguardo nel vuoto o con un bambino cieco, il quale ha provato tante emozioni e sensazioni attraverso il contatto fisico, le carezze, le bolle di sapone e i peluches.
Un servizio sicuramente emozionante…che ti fa pensare a questi bambini e al loro futuro.
Torniamo alla Ferma per il pranzo e noto che anche a tavola la condivisione iniziata a fine servizio con una sola parola rappresentativa continua.
I nuovi clown si sono dimostrati molto più che all’altezza della situazione…eccezionali, emozionanti e sono sicuro che saranno carichi anche per questo pomeriggio per il nostro servizio a Pastraveni.

Siamo già stati in questo centro…nel 2007 e nel 2008 e proprio quell’anno furono gli stessi corsisti ad esibirsi col loro spettacolo.
Arriviamo dopo un bel viaggio in pullman e al cancello troviamo lo stesso ragazzo che ci accoglie da tre anni a questa parte. Alcuni ragazzi ci vengono incontro per i saluti ed è davvero emozionante questo momento…ogni anno ci aspettano e noi siamo carichi per questo secondo
servizio.
Ci dividiamo in tre gruppi e ci dirigiamo in tre diversi padiglioni per poi andare a far visita ad altri tre. Ci ritroviamo all’aperto, sotto qualche albero e sia al sole che all’ombra ci sono ragazzi e ragazze…notiamo quanto sia difficile la comunicazione, molti non parlano, altri non
possono alzarsi e in questi casi non è indispensabile sapere il rumeno. La giocoleria passa automaticamente in secondo piano così siamo noi…a giocolare con le mele cadute dall’albero, a ballare con i ragazzi, a giocare a pallavolo con i palloncini. Ci emozioniamo nel vedere molti
ragazzi e ragazze che negli anni sono “invecchiati” li dentro, ma sempre carichi come ogni anno per questo pomeriggio. Ci spostiamo in altri padiglioni e i ragazzi sono sempre sorridenti e molti vogliono partecipare alle nostre piramidi tanto che in un padiglione sono stati gli stessi ragazzi a fare “spettacolo”.
Ci incrociamo negli spostamenti e vedere 25 clown all’aperto che si muovono
tra il verde è bellissimo. In uno di questi spostamenti trovo lei, non ricordo il suo nome, ma il suo sorriso così vado subito a chiamare Mr Cheese per condividere ancora con lui questo momento.
Non so se ci ha riconosciuto, ma i sorrisi e gli abbracci di questa ragazza sono infiniti, non parla, si muove a fatica con la carrozzina, ma sa trasmettere emozioni, davvero.
Piano piano ci muoviamo verso la struttura coperta che ha ospitato negli ultimi due anni e nel tragitto è facile trovare i clown e i giocolieri in azione…kiwido, anelli, unicicli che spingono carrozzine, tanti canti e balli.
Ci ritroviamo seduti in cerchio con Mita, un’operatrice del centro che aveva partecipato al corso organizzato l’anno scorso. Ci racconta del post corso, di quello che è successo, dello spettacolo che ha organizzato con un’altra operatrice, i dettagli, la scenografia, gli atti e mi colpisce il modo in cui l’ha fatto, la voglia di trasmettere quello che ha imparato, gli strumenti con i quali si è divertita. È solo in questo modo chi ti ascolta, chi esegue gli esercizi, chi ride…ride veramente… con tutto il cuore.

Ritorniamo alla Ferma e il viaggio è abbastanza silenzioso, pensieroso e colorato da paesaggi fantastici, accompagnato da una buona musica. Il dopocena prevede dei video, video che mostrano i clown vip in azione nelle loro missioni-clown all’estero e una presentazione del lavoro svolto post-corso2008 da Cerasela, in arte clown Cerasica all’interno del centro Gulliver
dove lavora, centro che visiteremo domani stesso. Parte il powerpoint: descrizioni accurate degli esercizi divisi in moduli, foto, giochi di fiducia, sintonia, giochi di gruppo, materiale nostro del vecchio corso e altro scaricato da internet, obiettivi, risultati ottenuti… un gran lavoro.
E così anche per Cerasica parte un grande applauso, per il lavoro fatto e per il modo in cui l’ha svolto, per la voglia di fare, per l’amore che ci mette, per credere in strumenti come il naso rosso, l’acrobatica e la giocoleria, in emozioni attraverso i giochi di sintonia e fiducia, i colori dei vestiti…un modo per essere psicologa e logopedista in un centro per bambini, ragazzi, diversamente abili e non, affetti dal virsu dell’HIV.
Non vediamo l’ora di essere lì!!
Noapte buna!
Smilzo

martedì 25 agosto 2009

Diario Missione Clown Romania 2009 - 1

21-08-09

E… con grande piacere vi annuncio, vi comunico che la Missione Clown Romania 2009 è partita e prosegue alla grande.
Sono Smilzo e per il terzo anno sono a capo della Missione Clown Romania, una nazione che adoro, un popolo che adoro… sempre bello venire qui e come ogni anno vi annuncio i miei compagni di avventura clown, ma prima devo dirvi che è successo…
Il 20 agosto ci siamo ritrovati a casa di Volpina, a Pisa, dove ci siamo radunati, a vari orari… così nel tardo pomeriggio eravamo tutti lì: Zolì, Tinky, Dudi, Felix da Perugia, Verdicchio da Vip Senigallia, Mr Cheese da Vip Sardegna, GiòGiò, SiEno, Salk, Moye da Vip Roma e io, Smilzo da Vip aps, mancava solo Albatros da Parigi.
La serata a casa di Volpina è proseguita con la pesa dei bagagli, la sistemazione dei kg in eccedenza, video degli anni scorsi, foto, chiacchere e alla fine tanto sonno.
La mattina alle 7.30 eravamo già in aeroporto ed Albatros era appena arrivato con bagagli e trampoli. Così eccoci pronti, 12 clown, 12 bagagli in stiva anzi 13, due paia di trampoli, 2 unicicli, amplificatore e svariati bagagli a mano…un vero e proprio trasloco.
Arriviamo al check-in e come ogni anno tutti ci osservano, cerchiamo di contenerci perché abbiamo una bicicletta, pagata insieme agli altri bagagli. Solo che la bicicletta è composta dai due paia di trampoli e come ruote i due unicicli come ruote…quasi quasi un tandem.
La ragazza al desk inizia a sorridere, le siamo simpatici ma appena vede il tandem cambia espressione, così inizia la sfilata di documenti d’identità, nasi rossi al collo, battute e palloncini a forma di cuore. In poco tempo la situazione cambia, da pagare una la valigia in più 150euro a non imbarcare il tandem… paghiamo 25euro per la valigia e il tandem sale sull’aereo. Pazzesco…fantastico, mai visto prima. La ragazza è stata gentilissima, simpatica, ha voluto sapere il perché del naso e si è emozionata per il nostro volontariato.
Vederla consegnarci i biglietti col naso rosso non ha prezzo…
Il viaggio in aereo è stato un po’ turbolento e come al solito non sono mancate le risate e il coinvolgimento di hostess e passeggeri.
Una volta usciti dall’aeroporto di Constanta abbiamo iniziato a caricare kg e kg di bagagli compresi unicicli e trampoli sul microbus che ci avrebbe portato alla Ferma di Rachiteni gestita da EnzoB Onlus, l’ente ospitante e partner di questa missione clown.
Il viaggio è stato alquanto, assonnato, afoso, comico, pieno zeppo di paesaggi, ma soprattutto alquanto lungo…poco meno di sette ore di viaggio.
Arrivati alla Ferma veniamo accolti da Funiculà, clown di Vip Torino, e coordinatrice dei progetti estivi in Romania a nome della stessa associazione EnzoB.
Dopo aver scaricato i bagagli entriamo in casa, salutiamo gli altri operatori ed entriamo nella buia cucina. All’accensione delle luci veniamo accolti da urla, sorrisi e applausi da parte dei ragazzi che parteciparono al corso dell’anno scorso e dai nuovi partecipanti, davvero una bella sorpresa.
Alla cena è seguita subito la presentazione dell’associazione Vip, del volontariato clown ospedaliero, delle missioni clown e di noi stessi, grazie alle traduzioni di Andrea, una ragazza che abbiamo conosciuto in tutte e tre le missioni clown durante la permanenza alla Ferma.
Assieme ad Andrea presenterò alcuni piccoli intermezzi clownosi e giocolosi che accompagneranno la serata di presentazione e la proiezione di un piccolo video che testimonia il corso per operatori sociali dello scorso anno.
La serata è proseguita per il meglio tra le risate, gli applausi e l’augurio di buon corso assieme a quello della buonanotte.
Ma la notte per noi non è mica finita, siamo davvero stanchi, ma dobbiamo sistemare alcune cose, dal programma e gli per il primo giorno di corso, alle spese, alle lotte tra le varie fazioni all’interno del gruppo ossia l’anonima sarda, l’anonima pelati e sento che altre fazioni si stanno per schierare.
Dallo Smilzo è tutto…passate una noapte buna. PS: sono le 3.35 del mattino!

22-08-09
Il risveglio dei dodici clown non è stato così energico, ma grazie alla colazione e alla doccia riacquistiamo presto le forze per iniziare il primo giorno di corso.
I partecipanti sono dodici, come noi, hanno varie età, dai 21 fino ai 39 e tutti lavorano nel sociale, come operatori, psicologhi, pedagoghi, logopedisti in associazioni che si occupano di bambini e adolescenti con disabilità psichiche e fisiche.
La mattinata inizia con alcuni giochi di conoscenza, di fiducia, sintonia e riscaldamento. I partecipanti rispondono bene e grazie all’energia che mettiamo in tutti gli esercizi che conduciamo e alla presenza di sei corsisti dello scorso anno riusciamo a fine giornata a portare tutti allo stesso livello.
Ci siamo arrivati sia per le nostre competenze sia per l’organizzazione del corso. Infatti per quest’anno abbiamo deciso di assegnarci una parte a testa, di condurre esercizi o spiegare alcune teorie riguardanti gli effetti della clownterapia. Tutto ciò grazie al gruppo composto da un medico, una psicologa, un chimico, un educatore, un giocoliere, un saggio, maghi e non per ultimi, gli osservatori.
Così a turno abbiamo condotto giochi, esercizi e riflessioni, guidato improvvisazioni teatrali, camminate, teorizzato personaggi come il bianco e l’augusto, risvegliando così i sei corsisti dell’anno scorso che avevano perso per strada un po’ del loro bagaglio e dando il benvenuto ai nuovi sei nel fantastico mondo della clownerie.
E finalmente…nel pomeriggio sono iniziati i lavori di clownizzazione…trucchi…nasi rossi…vestiti colorati! Vederli provare, esercitarsi con la giocoleria scoprendo nuovi talenti, ridere, condividere è a dir poco stupendo. Sappiamo e sentiamo sulla nostra pelle che apprezzano tutto questo, che condividono i nostri stessi pensieri…il nostro modo di comunicare col naso rosso …meraviglioso.
Per questa sera è previsto un film…un film molto significativo per noi clown, così sistemiamo il salone dove facciamo attività con materassi, cuscini, candele e tantissimi palloncini blu, giallo, rossi come la bandiera della Romania. E’ un film che testimonia come il naso rosso e le arti circensi possono cambiare le circostanze della vita, in questo caso quelle dei ragazzi di Bucarest. E così dopo aver raccontato un po’ della storia dell’associazione, del fondatore, del suo percorso eccoci pronti per vedere tutti insieme e naturalmente in lingua originale… PA-RA-DA!!
Favoloso vederlo ancora una volta qui in Romania e spiazzante sapere che solo uno dei dodici corsisti conosce l’associazione con sede a Bucarest. Iniziamo una condivisione che si arricchisce testimonianze, racconti, di chi con quei ragazzi ha giocato e lavorato…emozionantissimo.
Arriva anche per noi l’ora di andare a dormire…ma come sempre non del tutto! La nostra guerra dei pupazzi prosegue, non mancano le chiacchierate, le mischie sui compagni…e un bel momento di massaggi per prenderci cura di noi, per meritarci un bel po’ di relax.
Noapte buna…
Smilzo.














23-08-09
La sveglia suona…risuona e ognuno con i suoi tempi inizia ad alzarsi…docce e colazione e siamo pronti ad affrontare con tanta carica la seconda e ultima giornata di corso.
Gli esercizi di riscaldamento sono ben accetti e preparano sempre tutti…noi e i ragazzi. La giornata è lunga e le cose da fare, spiegare e provare sono davvero tante, forza e coraggio!
Parliamo di sintonia, di gruppo, di servizio, di come il servizio dei clown-volontari sia speciale e bisognoso di ascolto, fiducia e sintonia.
Affrontiamo queste tematiche con giochi d’equilibrio, di improvvisazione e con alcune figure di acrobalance a coppie. Così ecco le direttive per l’ideazione, la creazione e la messa in scena dello spettacolo. I dodici partecipanti vengono divisi in tre gruppi preparati ad hoc in modo che i sei corsisti dell’anno scorso siano ben distribuiti. Via!
In poco tempo la stanza si colora, i loro visi e i loro abiti sono colorati, sperimentano camminate, cercano oggetti, abiti, tutti elementi che serviranno per il loro spettacolo.
Alle 18 è prevista l’esibizione nel frattempo improvvisiamo un palcoscenico, sistemiamo le musiche e i posti a sedere … eccoli!
Sono scenette simpatiche, a tratti molto comiche, un po’ lunghe come durata e un pochino difficili da comprendere per la lingua, ma nonostante ciò ci divertiamo e apprezziamo che gli esercizi e gli argomenti proposti e trattati l’anno scorso e in questa due giorni siano stati utili per la creazione di queste scenette.
Anche il dopocena di questa sera è dedicato alla visione di video che per oggi testimoniamo l’attività di volontariato clown, ma prima lasciamo la parola alla clown Cerasica, una logopedisya che aveva partecipato al corso anche lo scorso anno.
Ci espone i laboratori che ha tenuto nel centro per adolescenti diversamente abili, dove lavora. Ci mostra powerpoint, video, programmi ed esercizi svolti, ci racconta nel dettaglio le attività che ha proposto ai suoi ragazzi dopo aver frequentato il corso di formazione.
I miei occhi si illuminano e cerco di incrociare lo sguardo di altri miei compagni e noto che anche loro stanno provando le stesse cose.
Un piccolo seme, piantato l’anno scorso, ha attecchito, germogliato e ha dato i suoi frutti. Non ho altre parole per descriverlo, ma ricordo molto bene i brividi e la pelle d’oca mentre ammiravo il suo lavoro.
Diamo la buonanotte ai ragazzi mostrando loro alcuni spezzoni dei clown Vip e delle loro attività in Romania, focalizzandoci sui laboratori tenuti al carcere minorile di Tichilesti per il secondo anno.
Spiego come le arti circensi come l’acrobatica e la giocoleria possano essere affiancate ad esercizi di comicoterapia, fiducia, sintonia e gruppo, ottenendo un gran lavoro di crescita interiore.
Ci emozioniamo nel rivederci e nel rivedere quei ragazzi augurandoci che siano fuori in un miglior posto.
Andiamo a dormire pensando a domani, quando entreremo nel vivo del servizio-clown andando a far visita a due strutture. Una per bambini dai 0 ai 5 anni affetti da disabilità fisiche e psichiche, mentre l’altra per adolescenti e adulti, strutture dove noi clown Vip siamo già stati nelle missioni passate.
Ma soprattutto andiamo a dormire pensando a quante volte i corsisti hanno scherzato nel dire che avrebbero bisogno di un gruppo fisso col quale incontrarsi, allenarsi, crescere.
Penseremo in questi giorni come poterli aiutare per l’organizzazione di questo grande evento...
…siamo vicini alla città di Iasi e ogni tanto si inneggia alla futura Vip Iasi…
Noapte buna!
Smilzo

mercoledì 10 giugno 2009

Culla - 3 mesi in Missione a Santa Fe

ESPERIENZA di Clown CULLA di VIP BOLOGNA
3 mesi nella Missione delle Suore della Provvidenza a Santa Fe - ARGENTINA

Da dove inizio? Ho aspettato tanti giorni dopo il rientro dall’Argentina prima di scrivere le mie riflessioni su questo viaggio perché avevo bisogno di elaborare, di riassaporare a distanza le emozioni, di fissare nella mia memoria i tanti volti incontrati, i valori che io avevo lasciato che perdessero la vivacità dei colori e che la magia della gente che ho conosciuto, incrociato in due mesi mi ha permesso di riaccendere.
Sì, penso di iniziare con un grazie. Grazie a chi mi ha dato la possibilità di vivere questa esperienza, a Lisa, a Silvia, a Teresa, a MariaLuisa, a IrmaRosa, a Roberta, a tutti i miei amici che mi hanno sostenuto e al mio coraggio, alla mia voglia di vivere e di scoprire cosa c’è dall’altra parte.

Il mio cassetto dei sogni è sempre stato pieno di tanti sogni, ma l’estate scorsa ho deciso, ho sentito che era arrivata l’ora di aprirlo e di iniziare a viverli. Avevo bisogno di rivedere tante cose della mia vita, avevo bisogno di fermarmi, di ritrovare qualcosa che sentivo che avevo perso: il senso vero della vita. E’ iniziata così la ricerca difficile dell’associazione con la quale partire per una missione all’estero. Dove vado? Con chi? Quando? Dopo varie telefonate, incontri mi sono imbattuta in un’associazione religiosa che mi ha proposto il Guatemala. Ho iniziato il corso di formazione, lo studio dello spagnolo...e così all’improvviso, inaspettatamente sono iniziati i dubbi, le paure. Tutto quello che mi dicevano erano cose varie, vaghe, mi parlavano delle attività che si facevano, ma mancava un progetto. Dove mi sarei inserita? Quale sarebbe stato il risultato che avrei dovuto portare a casa? La tempistica? Tante, troppe domande, tante incertezze, nulla di definito, di chiaro. No, non potevo partire non era un viaggio che faceva per me. Ne ho parlato con la suora che mi seguiva. Mi ha ascoltato e alla fine del mio torrente di parole mi ha detto:”Apollonia, l’esperienza in missione è una esperienza di vita, un percorso non è un lavoro”. Poche parole per annullare tutti i dubbi e la magia della vita ha iniziato a fluire nelle mie vene. L’associazione del Guatemala purtroppo ha avuto dei problemi direttivi quindi ho dovuto optare per un’altra.

Sono clown dell’associazione VIP e da anni sento parlare di Solidarmondo. Da diversi anni i clown vanno presso le missioni per portare un sorriso e per insegnare la clownterapia. Però non era questa l’esperienza che volevo fare, volevo andare senza il naso. Il tempo a mia disposizione però si stava riducendo sempre di più e quindi ho deciso di chiamare Solidarmondo e propormi come Apollonia e non come Culla. Beh, è stato amore a prima vista, un colpo di fulmine. A febbraio mi aspettavano a Santa Fè.
Le emozioni dell’arrivo non riesco a descriverle. So solo che quando sono arrivata in quella che sarebbe stata la mia casa per 2 mesi e le suore mi hanno invitata a salutare il padrone di casa (in cappella) le lacrime hanno iniziato a scendere. Che emozione…il mio sogno era diventato realtà…ero davvero arrivata a Santa Fè.

Penso alla prima settimana: il mio cuore temevo che scoppiasse, tante troppe emozioni tutte insieme….bambini che mi saltano al collo, gente che mi sorride, che mi abbraccia, celebrazioni eucaristiche con poca gente ma curate nei dettagli, i canti, una nuova casa.
Cerco di ricordare il mio primo giorno alla casita de los chicos…la prima immagine che mi viene in mente è lo sguardo, le mani dei bimbi che prendono le mie, un bimbo che mi invita solo con i gesti a giocare a nascondino, altri che vogliono giocare a guardia e ladri…e in un attimo siamo tutti lì nel campetto a correre sotto il sole cocente ma sono felice, sono felici, mi diverto, si divertono, rido, ridono, sono una di loro e loro sono già tutti dentro nel mio cuore. Guardo gli altri volontari locali. I loro sorrisi mi catturano, il loro tempi naturali nel fare le cose, la loro capacità di ascoltare senza fretta, i loro momenti di divertimento, la condivisione di risate e mate, la loro semplicità.
Questa loro essenza, questo modo di vivere mi ha permesso di offrire tutto quello che avevo senza nessuna ansia, già la mia presenza era per loro un aiuto, una gioia e io ero felice.

Ho giocato con i bimbi, ho insegnato a usare il computer, ho ascoltato con loro la musica….io che sono cresciuta con l’idea dell’utilità in ogni occasione di avere un progetto, una tempistica, una metodologia e un obiettivo ben definitivi, ero lì senza essere maestra, senza conoscere bene la lingua eppure avevo davanti a me una classe. L’amore fa miracoli, sì è proprio amore quello che ho provato…quell’amore che non vede gli ostacoli, che rende tutto naturale e che ti riempie il cuore di forza, di gioia, di allegria, di voglia di fare, di inventare, di scoprire.

Quanto mi hanno insegnato e quanto mi hanno aiutato a capire la sciocchezza dei pensieri che regnavamo nella mia mente prima di vivere questa esperienza. Ho sempre pensato che i bimbi cresciuti in situazioni di difficoltà già nascessero con un gene più forte. Il primo giorno di scuola mentre guardavo i bimbi di due anni disperati perché volevano tornare casa ho capito che ero davvero una stupida. Soffrivano come soffrono i nostri bimbi italiani, i bimbi che vivono in una famiglia che noi definiamo sana, che hanno un tetto sulla loro testa. Ero impietrita, mi chiedevo: ma allora se hanno lo stesso cuoricino dei bimbi italiani quanto dolore devono provare quando sono abbandonati, quando subiscono violenza, quanti strati di corazza devono creare per nascondere il loro profondo io? Sì, proprio quell’io, quella loro vera natura che quando lasciavano venire fuori sentivo di assistere a un miracolo. Tante volte ho nascosto le lacrime di gioia e di ringraziamento. Vedere il bullo che prende la scopa e aiuta a spazzare, che ti dà il 5 prima di andare via, che ti rimprovera perché non lo hai salutato, che ti stringe la mano e guardandogli negli occhi ti promette che si comporterà bene pur di avere un palloncino. Che dono incontrarli, stare lì con loro. Un giorno un bimbo alto quanto la mia gamba ha deciso di presentarmi la sua mamma e dopo di accompagnarmi fino a casa. Lungo la strada si sono uniti altri bimbi. Lungo il percorso abbiamo fatto gare di salto (su di un cumulo di sabbia), di corsa, chiacchierato …a un certo punto li ho guardati ero circondata da queste baby guardie e mi sono sentita la donna più fortunata, più bella, più sicura del mondo.

E che dire della mia mamma e delle mie sorelle suore. La chiarezza, la libertà, il rispetto, la pazienza, la condivisione delle difficoltà e delle gioie, il sostegno. Sì, il sostegno. Quando ho iniziato a conoscere le storie dei bimbi ho vissuto momenti difficili, di impotenza, di rabbia. La loro partecipazione, condivisione, semplicità, presenza mi hanno permesso di elaborare queste emozioni: no, non si può cambiare il mondo, non si possono stravolgere i comportamenti di un popolo, bisogna accompagnarlo, stare accanto alla gente e seminare, offrire un’altra prospettiva, uno spiraglio dal quale si possa vedere che un altro modo di vivere c’è. Come? Stando accanto a loro con l’amore, con il rispetto, con la gioia, con l’esempio, con l’ascolto, con le regole, con gli abbracci, con le feste, con i giochi, con le paure, con la preghiera. E’ proprio questo che tutti giorni, a qualsiasi ora fanno le suore. Le difficoltà sono infinite, le esigenze indescrivibili, la burocrazia pesante, le idee tante, i successi apparentemente pochi ma il valore di ognuno di questi inestimabile.
Cosa dire dei miei amici clown. A Santa Fè è nata un’associazione di clownterapia su stimolo dei volontari di VIP Italia che per tre anni sono stati nel barrio. Sono stata agli spettacoli con loro, in ospedale, agli allenamenti....un’altra famiglia che mi ha accolta con tutti i miei limiti, le mie difficoltà e i miei sorrisi.

L’oratorio degli anziani. Che luogo magico. Come clown tante volte dico che il successo della magia è dovuto alla persona, all’ambiente e alla parola magica… ma lì durante la via crucis, le celebrazioni nella cappella, durante la visita alle famiglie non serviva nessuna parola magica. Il loro cuore, la loro semplicità, la loro fede erano la polverina magica e il risultato era una gioia grande nel mio cuore, una profonda gratitudine. Che magia! La migliore magia della mia ‘carriera’!

A mano a mano che si avvicinava la data della partenza ho iniziato ad avere un po’ di tristezza ma soprattutto di paura. Paura di dimenticare quanto vissuto, di non essere testimone di quello che c’è a Santa Fè, di lasciarmi travolgere ancora una volta dal vortice della vita occidentale. Mi sono affidata, ho lasciato che la forza, l’energia della terra argentina del suo popolo, la serenità e l’amore delle suore, entrasse dentro di me, fino alla fine….e piano piano ho sentito la carica, la voglia di tornare in Italia. Sì ero pronta!
Ora sono qui in Italia ma una buona parte del mio cuore è lì e spero che tutti, i bimbi, le suore, le mamme, i papà, gli anziani riescano a sentirlo. Mi mancano.

venerdì 9 gennaio 2009

MIssione Zambia 7-8 gennaio 2009

7-1-2009
Pallola

Oggi giornata relativamente tranquilla... ma se si intende tranquilla da animazioni claun (dopo i tre giorni intensi appena passati!) nulla ha tolto allo spirito Zambese!
La giornata è iniziata con il bucato e si è conclusa con il bucato!
Adesso vi racconto.
La sveglia è stata tranquilla ... finalmente alle otto e senza la tensione della “partenza per qualcosa”. Dopo la colazione quasi tutti si sono organizzati per il bucato, che per alcuni galleggiava arenato nei catini da due giorni, e per altri era stipato nelle borse.
Il bucato è stato lavato a mano alla fontana del cortile ed è stato comunque occasione di chiacchiere ed incontro (naturalmente essendo un centro di ragazzi il nostro "bucatino intimo" femminile ce lo facciamo dentro dove anche lo stendiamo nei corridoi per beneplacito esclusivo dei nostri " maschioni" Italiani). Prima è giunto qualche ragazzo, poi una ragazzina della casetta non distante dal centro che si è messa a fare bucato con alcune di noi suggerendoci perfino la quantità di acqua da utilizzare per non diluire troppo il sapone.. Non bastando i suggerimenti della undicenne, poi è arrivato anche Riky il quale pure si è messo a lavare i panni.. nostri! E' lo stesso che aveva recitato nei panni della donna nella rappresentazione teatrale con tema Aids, ed ora lavava le nostre calzine e i nostri pantaloni e anche lui ci suggeriva la sua tecnica.
Per fortuna altri di noi, come Ora e Gelinda, invece si erano fatte serie e si erano messe ad insegnare la costruzione delle palline di giocoleria: all'ombra di un bell'albero africano e con la "bella terra rossa" su cui marciano quasi tutti i piedi nudi.
Finito il bucato mentre altri preparavano il pranzo io e Ciappet ci siamo messe a giocare con alcune bambine fuori dal centro con cui avevamo fatto amicizia, e naturalmente per stare in tema abbiamo fatto la canzoncina "la bella lavanderina che lava i fazzoletti per i poveretti della città.. fai un salto.." ripetendone le sequenze secondo diverse modalità mimiche: lenta, veloce, con pianto e con risata.. Sembra sia stata apprezzata molto.
Dopo pranzo la partenza "Gita tamburi", infatti noi come missione abbiamo deciso invece di regalare un altro tamburo ai ragazzi, di pagare l'aggiustamento di quelli rotti, e magari di acquistarne alcuni per noi.
Naturalmente se si era detto alle due, è in orario zambese, per cui si è partiti quasi alle tre: nove claun (Conticino e Silvia restavano al centro) tre ragazzi, Joseph, l'autista e .. sei tamburi!
Avevamo con noi anche la lista della spesa delle cose da comprare: soprattutto urgente ed importante era l'acquisto di bobine di cotone per la macchina da cucire di cerniere e bottoni che Cicuma doveva avere per poterci cucire le borse che le abbiamo chiesto per portare in Italia. E "naturalmente", da stile zambese, siamo arrivati all'acquisto alla fine del pomeriggio, in extremis e solo del cotone alle sette e mezza!
Come è possibile che ciò sia successo? Me lo sto chiedendo dopo un giorno.
Vagamente ricordo i vari stop e le attese sul pulmino: per l'acquisto del cibo da portare in ospedale ad un ragazzo del centro, per la ricerca dei dvd su cui salvare le nostre foto, per l'acquisto di pile da portare allo stesso ricoverato affinché possa ascoltare la musica, il cambio dei dollari in kwacha, il posto di blocco e l'attesa fuori dell'ospedale con la "sfilata di moda" dei vari visitatori..
Beh, tra le pile e l'ospedale però c'e' stata la vera ragione della nostra "gita fuori porta": i tamburi!
Questa sarebbe stata davvero curiosa ed interessante… peccato che alcuni erano esauriti dall'afa e dalle attese!
Personalmente ho apprezzato questa strada lunga e in mezzo al verde da cui ogni tanto si intravvedevano villaggetti di capanne, e poi essere sballottata coi tamburi su cui potevo distendere le gambe era molto più piacevole e divertente del solito quando sbatto testa ginocchia e spalle.
Ad un certo punto sul ciglio della strada vediamo che ci sono appoggiati tre tamburi. Ci fermiamo. Una pseudo tettoia di rami è il negozio delle riparazioni! Li vende anche... ma poco più in là svettano due grandi giraffe di legno, quasi quasi a misura naturale. Uno dei boys del centro, Richard, mi accompagna mentre il resto del gruppo ci segue. Le giraffe sono stupende! Me le immagino già a fare da guardia alla finestra del mio terrazzo... ma come trasportarle? Poco sotto però mi sembra sorridermi un buffo elefantino intagliato nel legno: decido che è Dodo e deve venire con me! In quella tettoia molti di noi abbiamo comprato qualcosa, contrattando o di persona o attraverso i nostri boys. Non erano che pochi minuti che eravamo lì che dalla staccionata sono comparsi tre ragazzini, cenciosi, odorosi, e un po' timidi, ma dal sorriso a trecentosessanta gradi!
Jambo, il mitico Jambo, non ha perso tempo e siè messo all'opera a fare il claun.. Ben presto i ragazzini erano una decina ed se la ridevano di gusto.
Quando abbiamo ripreso la strada del rientro stava già scendendo la sera e qui il buio è proprio buio! Usciti i boys dalle visita all'ospedale erano passate le sette, chiusi i negozi dalle cinque, e ancora tutte le spese da fare! Gli stessi locali non vogliono essere in giro, ma in questo caso è stato opportuno l'intervento consumistico occidentale: il centro commerciale! Lo stesso luogo che mi aveva così deluso lunedì scorso ora risultava molto utile: siamo sbarcati (e l'idea era decisamente di altro pianeta!) divisi in tre gruppetti: uno agli alimentari (coi pelati che nel solito negozietto non si trovano), uno alle cose di informatica, uno al cucito. In venti minuti la spesa era fatta! Ma ahimé, la tentazione era sotto il naso.... le diavolerie del nostro mondo ci provocavano dallo scaffale: quattro nasi rossi appiccicati allo scaffale degli snikers! Il peccato ha colpito quasi tutto il resto del gruppo che ha deciso di farne un acquisto (al costo "esoso" di solo 0.50 cent di euri al pezzo) per ciascuno dei passeggeri del pulmino.. Che lusso ragazzi! Però anche l'umore di quelli più stanchi si è alzato di molto.
Anche rientrare al centro al buio, attraversando la campagna su strade in terra battuta è stato una bella avventura per concludere la nostra giornata. Peccato solo che Conticino e Silvia si erano preoccupati molto per il nostro apparente ingiustificabile, ritardo!
Ma alla fine tutti a tavola insieme, più o meno stanchi, ma sorridenti quasi come sempre!
Ma il bucato della sera?
Non me lo sono dimenticato… mentre stavamo preparandoci per il sonno, in cortile Peter uno dei boys stava facendo il suo bucato pestando i piedi in un catino a stile "pigiamento uva"...
Ecco qui in Zambia il bucato non è vero che è sempre fatto a mano, ma anche a piedi!
Un salutone con super abbraccio dallo Zambia, in attesa di potervelo scambiare di persona presto (anche se voglia di rientro... umh)
Pallola e gli altri

8-1-2009
Ciriola


Anche oggi Garzetta mi ha incastrato...
Ci alziamo relativamente presto, colazione e poi alle 8:30 partenza per Chikondano. È la seconda volta che andiamo lì, abbiamo deciso di ritornare perché ci faceva piacere rivedere le bambine del posto (tenerissime).
I nostri bodygards sono altri 3 ragazzi più Joseph. Quando usciamo ogni giorno abbiamo 3 ragazzi diversi che ci proteggono più Joseph sempre presente. Quindi passeggiatina di mezzora (sembrava anche di più vista l'afa) sotto al sole cocente e via...
I bambini ci aspettavano sempre sorridenti. Una in particolare mi piace molto ed è Ellen. Mi sembra la capetta del gruppo, dirige tutti i giochi ed è anche molto carina ed inoltre è una bravissima insegnante di danza del bacino (perette). Lei sostiene di avere 12 anni ma in realtà sembra molto più piccola, forse 8 anni circa.
Credo che un po' tutti siamo arrivati al capolinea, forse per il troppo caldo, poiché siamo tornati veramente stanchi. Mattinata comunque splendida.
Tornati a casa ci chiedevamo: quanti saremo a pranzo? O mio Dio, una ventina. Anche se erano di turno Sbirgola e Giambo, un po' tutti abbiamo dato una mano per finire prima.
Qualcuno dopo è riuscito a fare 10 minuti di pennica, altri la doccia, poiché eravamo proprio puzzolenti.
Alle 15:00 incontro con il gruppo delle donne del villaggio chiamato Mother without board. Nello specifico 40 donne. Quindi prepariamo il tea con i biscotti e dopo una breve presentazione partiamo con le domande. È stato un incontro molto interessante: abbiamo chiesto loro di raccontarci la tipica giornata di una donna in Zambia. Praticamente sveglia alle 6:00 dopo essersi lavata la faccia e i denti inizia a cucinare e a pulire e preparare i bambini che devono andare a scuola, poi va nei campi, quindi ritorna a casa e cucina di nuovo e poi a letto al massimo alle 22:00. Allora noi abbiamo chiesto come mai non vediamo mai gli uomini a lavorare nei campi. Come mai si vedono sempre donne e bambini a lavorare e fare tutto. Sono state molto diplomatiche, hanno detto che quelle sono donne vedove. Ma sappiamo che non è per tutte così. Poi abbiamo chiesto come mai non vediamo marito e moglie camminare a braccetto per il paese, anzi in chiesa addirittura stanno uno a sinistra e l'altra a destra. Queste rispondono che è una questione di rispetto, è come se il marito fosse un padre, quindi bisogna portargli lo stesso rispetto ed in alcune famiglie quando si pranza o si cena le donne mangiano da un lato e gli uomini dall'altro. Se ad un uomo piace una donna che magari è sua vicina di casa, va dal padre a chiederla in moglie e a questo punto la donna, anche se non lo conosce, deciderà sicuramente per il si.
Ma, credo proprio che siamo fortunati!
Poi le donne hanno chiesto a noi come ci incontriamo e decidiamo di sposarci ed hanno riso tantissimo. Una delle donne più giovani ha detto che le piacerebbe andare in giro abbracciata al marito ma forse lui ha paura. Forse con il tempo le cose cambieranno anche qui. Ecco allora che iniziamo ad offrire il tea, poi distribuzione di un po' di abiti portati dall'Italia per i loro figli e quindi saluti e baci. Dimenticavo, queste madri sono alcune delle madri dei ragazzi che si trovano al Mthunzi ed altre invece hanno i figli a casa ed il Mthunzi le aiuta per dare un'istruzione.
Interesting day!

p.s. Approfitto di questa giornata di condivisione per fare un breve commento sulla festa del 5 gennaio organizzata dai ragazzi per la partenza di Padre Kizito. Un commento abbastanza frivolo, se me lo concedete.
Danza bellissima chiamata “perette”. In sostanza i ragazzi iniziano a danzare agitando il bacino in un modo incredibile, scendono in platea ti si avvicinano sempre agitando questo bacino. Vi confesso che per noi donne è stata proprio dura, non so se si sudava per il caldo o per i troppi ormoni che volavano nella sala. È stata veramente dura!!! Credo che anche per gli uomini è stata dura invece la giornata del 1 gennaio, in cui c'è stata proprio una gara di bacino con le donne. Wow!!!!
Tornando al 6, i ragazzi per finire hanno interpretato la storia del contagio dell' HIV in Zambia (anche quello sempre agitando il bacino). Insomma sono proprio bravi ed incredibili. Spettacolo interessante.

Adesso vi lascio, sono proprio a pezzi. Vado a darmi una spruzzata di autan per tutto il corpo e lascio così tranquillo il piccolo scarafaggio che mi cammina sulla tastiera.

Notte a tutti e come sempre " Ciccia salsiccia, ciccia salsiccia, Ciccia"

Vostra Ciriola e Ora, Pallola, Garzetta, Sbirgola, Gelinda, Putipù, Giambo, Conticino e Silvia

martedì 6 gennaio 2009

Missione Zambia - 4-5-6 gennaio 2009

4 gennaio 2009

Oggi domenica 4 gennaio 2009, è il giorno dedicato al Signore. Messa alle 10 a.m. a Tubalanghe, la località dove è sita la scuola dei ragazzi. Tutti avevano un altro aspetto. I bambini che fino al giorno prima erano tutti sporchi, con il naso moccioloso, e con le mosche appiccicate al corpo (che neanche cacciano, come se non le sentissero nemmeno), erano tutti ben vestiti, lavati , e stirati. Abbiamo avuto la fortuna di avere Padre Kizito a celebrare la Messa, (è una persona molto carismatica). La cerimonia si è svolta in lingua njangia e in inglese, quindi abbiamo avuto un po’ di difficoltà nel seguire ma nel contesto è andata molto bene. La Comunità, come sempre, ci ha accolto in modo amorevole come solo loro sanno fare. La cosa strana, se vogliamo, è stata che le donne erano sedute a sinistra e gli uomini tutti a destra. Infatti per un momento abbiamo chiesto a Conticino se era il caso che ci dividessimo anche noi per non creare imbarazzo. Mi incuriosisce molto questo modo di vivere tra uomini e donne, sempre separate. Le coppie (ci diceva padre Kizito) si incontrano solo tra le loro mura domestiche per stare vicini. Se li si vede fuori non capirai mai che sono sposati o qualunque altra cosa. I canti erano molto belli e nonostante il caldo che si soffriva a causa credo dei soffitti in alluminio o eternit, è stato molto bello. L’ora è trascorsa molto velocemente e alla fine (come sempre a piedi) siamo tornati verso casa per iniziare a preparare il pranzo per una ventina di persone. Pallola è grandiosa, ha un’inventiva fantastica e anche con niente riesce a tirar fuori dei buonissimi manicaretti. Italiani e Zambesi ci lecchiamo i baffi.

Pomeriggio con i ragazzi del centro

Ci dividiamo in due gruppi. Pallola, Ciappet e Sbirgola si occupano delle bimbe piccole e mettono in scena uno spettacolino tratto dal Piccolo Principe. Ce lo mostreranno a fine serata. Dolcissime le bambine.
Io, Giambo, Putipù, Garzetta, Ora e Gelinda ci siamo occupati dei ragazzi.
Loro sono fantastici, si sono fatti coinvolgere negli esercizi di fiducia senza battere ciglio. Abbiamo fatto la macchina: una persona davanti ad occhi chiusi e l’altra dietro la guida e in caso di pericolo suona il clacson. Poi il lasciarsi trasportare solo con il contatto del polpastrello e sempre ad occhi chiusi. La presentazione dei nomi al centro con mossetta, il lancio delle palline, le camminate strane e per finire il tuffo. Facendo dei tuffi incredibili. Abbiamo cantato e ballato tutti insieme la canzone di Paolo Belli (compresa di movimenti ) dal titolo “Un giorno speciale”. È piaciuta molto. La nostra idea è quella di fare uno spettacolino l’ultimo giorno in cui loro cantano una canzone italiana e noi una loro inglese. L’idea sembra sia piaciuta molto a loro, staremo a vedere.

Adesso siamo di nuovo in cucina per preparare la cena, “quanti saremo stasera? Boh, lo scopriremo…”

Confesso che in questi giorni ho cercato di scansarmela dal fare il racconto della giornata, non mi sento ancora pronta. Ma oggi Garzetta mi ha beccato libera e mi ha incastrato. Il fatto è che ancora non ho elaborato cosa provo, cosa sento e cosa penso veramente. Dubbi, incertezze, perplessità, curiosità.
Il popolo Zambese sembra splendido. I ragazzi del centro sono magnifici. Nonostante le loro difficoltà le persone sono sempre sorridenti e affettuose e hanno sempre il desiderio di un contatto fisico, di qualunque età essi siano. Questo è molto bello anche perché in Italia delle volte non succede neanche in famiglia tra madre e figlio, fratello e sorella etc.

Adesso è arrivato Malama ad avvisarci che la cena è pronta. Forse riuscirò, una volta arrivata in Italia ad esprimere quello che provo. Per il momento vi lascio con il nostro mitico tormentone… Ciccia Salsiccia, Ciccia Salsiccia, Ciccia.
Ciriola

Da parte di Pallola
"C'era una volta una ragazza che amava molto volare ed era stata dunque chiamata Butterflygirl, ed un giorno si mise in viaggio a scoprire nuovi mondi… ma osando andare sempre più lontano, stremata dalle forze cadde nel mezzo del deserto. Scendendo la notte Butterflygirl non sapendo più cosa fare decise di addormentarsi. Al suo risveglio trovo accanto a lei una figura umana che sembrava essere simile a lei. Un po' intimorita, ma incuriosita decise di capire meglio chi fosse. Le si avvicinò meglio e le chiese chi fosse e da dove venisse. La ragazza le rispose che era una Princesse, venuta da un altro pianeta e che vedendola dal suo pianeta lì sola si era un po’ troppo sporta ed era caduta anche lei nel deserto. Parlando pensarono che forse potevano stare insieme ed essere amiche… Fu così che le due ragazze incominciarono ad incamminarsi. Ad un certo punto trovarono Sheep, una pecora tutta sola, che aveva smarrito il proprio gregge.. Parlando un po' con lei capirono quanto fosse importante l'appartenenza ad un gruppo ed ad una famiglia, per cui decisero di adottarla. Sheep fu a loro grata e così le forniva del proprio manto di lana per proteggersi dal freddo e del proprio latte per il nutrimento... Butteflygirl, Princesses, e Sheep proseguirono insieme dunque il cammino… senonché improvvisamente comparve loro Snake, un serpente dall'aria crudele e pericolosa che le paralizzo dalla paura. Ma Snake spiegò loro di essere sì un animale dal grande potere, ma che lo avrebbe potuto usare non solo per attaccarle, ma anche per difenderle ed a scopo di medicina. Le due ragazze trovarono dunque un secondo amico che si aggiungeva al loro cammino. Intanto il sole picchiava sempre più forte sulle loro teste. Per fortuna incontrarono due Mango Tree, alla cui ombra Butterflygirls e Princess poterono riposarsi e del cui frutto poterono nutrirsi. Sapendo che la natura dona, ma ha anche bisogno di ricevere, gli donarono il proprio latte affinché ricevesse a sua volta sostanza per crescere meglio. Giunto il tardo pomeriggio si ritrovarono in un magnifico giardino di fiori. Incantate da tutti quei colori e profumi le ragazze considerarono che anche se simile ogni fiori è speciale per se stesso! Princess in quel giardino perç incominciç a sentirsi un po' triste perché vedendo quei fiori le venne in mente il suo Flower del suo pianeta. Il suo Flower a cui lei voleva molto bene e di cui ogni giorno se ne prendeva cura.. ma che al momento non sapeva come fare per farvi ritorno. Il gruppetto di amici lasciato il giardino di fiori si rimise in cammino e sull'imbrunire incontrarono la volpe, con cui si misero a parlare e a cui confidarono della malinconia di Princess. Fu allora che Smake capi- che era il suo momento e con un gesto repentino morsico' Princess, la quale cadde a terra in un sonno profondo che al suo risveglio le avrebbe permesso di ritrovare e abbracciare il suo amato Flower. "State cercando la felicità?" disse la volpe a Butterflygirls " le cose più importanti sono invisibili agli occhi.. La felicità è nel vostro cuore, nell’amore che potete scambiarvi.."

Questa la storia. (L'ispirazione potete sicuramente riconoscerla)
Questa è la storia che è stata rappresenta oggi pomeriggio da una ventina di ragazzini .
questa è la storia che è stata improvvisata ed ideata nel laboratorio di Ciappet, Pallola, Sbirgola per intrattenere quelle che avrebbero dovuto essere solo una decina di ragazze tra i 5 ed i 13 anni, che abitano nella comunità Koinonia. Ciò mentre i ragazzi del centro erano impegnati in un laboratorio con gli altri claun. Di fatto poi si sono aggiunte altre amiche e altri ragazzini che essendo troppo giovani di età non avrebbero così bene potuto partecipare al laboratorio.
Inizialmente pensavamo l'utilizzo della carta crespa, ma poi considerando la scarsità del materiale abbiamo pensato che con le nostre doti claun forse riuscivamo a fare lo stesso con fantasia e truccabimbi.
E infatti pur essendo stato impegnativo seguire tutte e tutti, con le loro diversità di età e di genere (qui uomini e donne hanno attività e culture distanti e spesso diametralmente opposte!) alla fine di giochi, bans, truccabimbi, improvvisazioni teatrali e piccola messa in scena, coi grandi che le guardavano, si ha avuto davvero l'impressione di aver fatto qualcosa non solo divertente, ma anche significativo!!!
Certo se qualcuno da fuori ci vedeva truccate noi, come loro ci avevano fatto… probabilmente sarebbe scappato dalla paura! ma anche questo per noi tre ha avuto la sua "importanza".... ah ah ah..


5 gennaio 2009
Giambo
ciao a tutti ... BENEDETTI CLOWN. Oggi la condivisione tocca a me, e non è facile.
Oggi infatti è stata una giornata davvero speciale perché siamo stati nel compound di Lusaka e qui, senza troppi giri di parole, la povertà si trasforma in degrado. La densità di persone è impressionante, fango e sporcizia un po' dappertutto, le case sono baracche fatte con qualche mattone, pezzi di lamiere e plastiche, lungo le strade si vende di tutto, i bambini sguazzano nella sporcizia, ecc. Anche l'atteggiamento delle persone è diverso: la gente è molto più sospettosa che nelle campagne, soprattutto nei confronti dei MUZUNGU, i bianchi. Fotografie assolutamente proibite. In questo momento la mia mente e il mio cuore sono pieni di immagini e sensazioni, ma non riesco a esprimerle tutte, perciò accontentatevi.
Prima destinazione: la parrocchia di LILANDA. Appena siamo arrivati ci ha accolto padre Orazio, il missionario ed alcune donne. I bambini all'inizio erano pochi e quindi abbiamo deciso di non fare più lo spettacolo. Abbiamo cominciato con un paio di bans e poi abbiamo fatto dei giochi: alcuni giochi che abbiamo imparato da loro a Chicondano e alcuni giochi "nostri". E dopo, un paio di giochi di COMPETITION ...a loro le gare piacciono un sacco anche se però barano sempre e quindi è un impresa capire chi ha vinto (AHAHA!).
Mentre facevamo i giochi, però, sono arrivati progressivamente un sacco di altri bambini e ragazzi e ragazze. All'inizio potevano essere circa 30 persone ma alla fine veramente non sono in grado di dire quanti bambini erano li con noi. Abbiamo finito quindi con i palloncini: solito assalto ai clown, ma ce l'abbiamo fatta.
Siamo usciti, abbiamo salutato padre Orazio, siamo saliti sul pulmino e siamo ripartiti e qui è successa un'altra cosa magica: i bambini ci inseguivano per salutarci, tutti di corsa dietro il pulmino dei clown.
Abbiamo attraversato di nuovo il compound e ad un certo punto siamo passati per un mercato, bancarelle praticamente una sull'altra, fango, tanta gente, si vende di tutto: frutta, vestiti (tutto per terra), machete, ombrelli.
Seconda destinazione: St. Kizito Parish, un'altra missione nel compound. Qui ci aspettavano, c'erano tanti bambini e ragazzi e una piccola suora. Siamo subito andati nel teatro della parrocchia e, mentre Putipù, Garzetta e Gelinda giocavano con i bambini dal palco, noi altri abbiamo preparato lo spettacolo. Piccola presentazione di Pallola e ...via! Ci siamo resi conto che probabilmente è troppo difficile come trama, però secondo me va bene lo stesso, perché ci sono le gag degli augusti, i trampoli di Sbirgola, la giocoleria, la musica, la magia ... insomma, forse il significato profondo non passa, però le persone si divertono lo stesso. E poi in realtà io penso che il significato più profondo è L'AMORE, e questo passa eccome! Finito lo spettacolo abbiamo fatto qualche ballo e qualche gioco tutti insieme. Polvere e caldo bestiale. Abbiamo regalato i braccialetti di gomma ed i nasi rossi e via. Anche qui assalto finale ai clown, abbiamo salutato la sister. Siamo ripartiti e i bambini ci hanno salutato con il naso rosso.
Non so a che ora abbiamo finito. Ci siamo fermati a pranzare in un supermarket/bar lungo la strada e siamo ritornati a casa. Durante il viaggio abbiamo cantato con i ragazzi del Mthunzi, selezione mista di canzoni italiane e zambesi.
FINE.

CONSIDERAZIONI FINALI: quello che oggi mi ha colpito più di tutto è stato il contatto con le persone, gli sguardi, i sorrisi, le mani, le parole scambiate, gli odori. Io ho sentito veramente il battito del cuore di tutti, noi clown, i nostri amici zambesi e le centinaia di bambini e persone che abbiamo incontrato. C'è veramente tanto lavoro da fare ma soprattutto c'è bisogno di AMORE. Ma questo è per noi solo l'inizio.
1BACIOe1ABBRACCIO a tutti (:0)) dai vostri CLOWN ZAMBESI

6 gennaio
Gelinda
Ciao a tutti i clauni!!
Ieri sera abbiamo salutato con una festa padre Kizito che è partito questa mattina, i ragazzi del centro hanno organizzato uno spettacolo meraviglioso di danze locali ed acrobazie.
Erano un bel gruppo tutti vestiti con la loro divisa colorata sul palco, è stato davvero emozionante e coinvolgente, hanno una libertà, una forza ed un'energia nel ballare incredibile, tutto ha qualcosa di speciale qui, i ritmi, i piedi nudi sulla terra e poi le acrobazie! altro che laboratorio di acrobatica con i ragazzi! Saltano uno sulle spalle dell'altro facendo colonne altissime e costruzioni pazzesche.
Questa mattina sveglia presto, colazione e pulmino diretti a GREENHILL che è una comunità su una collina verde a circa un'oretta dal Muthunzi centre. Appena arrivati i bimbi hanno iniziato a cantare dandoci il benvenuto, per me che ero ancora un po' assonnata è stato un risveglio dolcissimo e pieno di energia!
Sarà la posizione, sarà la cura che le persone ci mettono in questo posto, ma dà la sensazione di essere un posto delicato, come un'isola felice. Non troppo comunque perché l'educatrice che si occupa dei bambini ci ha illustrato i loro progetti per la comunità ma per i quali mancano i fondi.
La scuola di GreenHill è frequentata da una sessantina di bambini, circa 25 restano a dormire perché non hanno più i genitori o comunque la famiglia non è in grado di occuparsene. Le classi sono piccole ma dignitose, sopratutto ora, ci hanno spiegato infatti, che all'inizio le lezioni si tenevano sotto gli alberi del giardino ai quali venivano attaccate le lavagne.
Abbiamo visitato le strutture, la cucina, i dormitori delle ragazze e dei ragazzi, una serie di letti a castello che ospitano per stanza anche una 20ina di persone, i campi di mais e le piante del giardino, le aule e la sala comune. Abbiamo parlato e cantato con i responsabili della comunità e poi abbiamo incontrato i bambini, abbiamo giocato con loro, un bel cerchio di almeno una 20ina di bimbi e ragazzini, adorano la musica ed il movimento, più di una volta ho avuto /stando qui/ la sensazione di ricevere tantissimo dal loro affetto spontaneo, dai loro sorrisi bianchissimi,dai loro occhioni attenti a non perdersi niente di quello che facciamo. Stare qui e giocare riempie di energia, a sera si va a letto con stanchezza più fisica che altro.
Dopo i giochi abbiamo consegnato una donazione al centro per contribuire allo sviluppo delle attività e abbiamo mangiato tutti insieme, c'erano anche due giornalisti che hanno chiesto di noi, di come stiamo in Zambia, di cosa ci piace ecc.. Hanno ripreso anche il piccolo spettacolo che abbiamo fatto per salutare i piccoli, la magia li attira davvero tanto, il gioco del dito finto e del sacchetto a doppia tasca (che io tra l'atro..non ho ancora capito!!) li tiene attenti e diverte anche i grandi, scoprire un trucco poi crea la risata generale!
Ci siamo lasciati regalando nasi rossi e palloncini e loro hanno di nuovo cantato commossi e sorridenti.
E ci siamo diretti a Lusaka a comprare la stoffe, sia per le donne del Muthunzi centre, con le quali deve ripartire il progetto sartoria (che si era fermato per la scomparsa della responsabile qui), sia per noi. Era un negozio gestito da indiani, pienissimo di stoffe colorate, noi siamo stati con il naso all'insù a scegliere e guardare perdendoci tra tutti i colori appesi, le avremmo prese tutte!
Il quartiere non era il massimo e alle 5 tutti chiudevano e le strade di svuotavano velocemente, anche noi ce ne siamo andati con i nostri sacchetti colorati in mano ed il pulmino che salta ad ogni buca della strada.
La strada ormai la conosciamo, è rossa con qualche pozzanghera e tantissime buche, ai suoi bordi tanti camminano, donne che zappano nei campi, bambini e adulti che spaccano pietre ed a un certo punto il cartello del Centro con una scritta:"We belong to each other" [apparteniamo gli uni agli altri] ed è quello che si sente qui, quel senso di comunità e di famiglia dove nessuno è solo, dove c'è sempre un "Hi! How are you?" [Ciao, cpme stai?] ed un sorriso che spunta da qualche parte, dove ormai ci sentiamo a casa pur stando qui da 10 giorni.
Forse è questa la cosa che più mi ha preso il cuore qui, le persone con questa dignità e questo sole. Dite che è già mal d'Africa? Ancora prima di tornare?
...Oltre a tutte le contraddizioni di questo posto, le cose difficili per me da capire, c'è cosi tanto da imparare… in questi giorni mi sento piena, di energia, di vita, di bellezza.
Vi saluto con una frase che forse ho già detto (nel caso diciamo che è colpa del malarone!!) che dicono anche i ragazzi qui: "Dal momento che ti vedo, non sei più uno straniero per me..."
Un abbraccio forte forte
Gelinda Ora Pallola Garzetta Putipù Ciappet Giambo Sbirgola Ciriola Conticino

domenica 4 gennaio 2009

Missione Zambia dal 29 dicembre 2008 al 3 gennaio 2009

MISSIONE ZAMBIA
Organizzazione. VIP APS
Capogruppo: Conticino
Volontari VIP: Garzetta, Giambo, Conticino, Sbirgola, Pallola, Gelinda, Ora, Ciappet, Putipù, Ciriola
Volontaria Amani: Silvia

DIARIO DI MISSIONE

kasupe, 29 dicembre 2008

ciao a tutti!
siamo in Zambia e siamo felici!!!!!
eccoci qui a scrivere la prima condivisione.
siamo partiti sabato sera da Roma all'una di notte circa e dopo aver fatto scalo in Etiopia e in Malawi siamo arrivati a Lusaka, la capitale dello Zambia, alle 14,30 circa. Già in aereo sono iniziate le prime avventure: Pallola ha perso una scarpa, che poi ha trovato sotto qualche sedile più indietro....e poi un egiziano voleva a tutti i costi sposare Ciappet, ma non c'e stato verso di combinare il matrimonio....
Ci immaginavamo un aereoporto piccolino, invece è molto più grande di quello che pensavamo e ad accoglierci calorosamente c'era Josef, l'educatore del Mthunzi Centre, il centro di Kasupe che ospita circa 60 ragazzi di strada (ora ce ne sono circa 15 perche, chi ha ancora una famiglia è potuto tornare a casa per le vacanze di Natale) e che ci accoglie in questa nostra missione. Abbiamo caricato tutto il nostro voluminoso bagaglio e con un pseudo pulmino e una macchina abbiamo iniziato il nostro cammino verso Kasupe (15 km dalla capitale). La città di Lusaka è molto occidentale, non sembra molto diversa dalle nostre come struttura, la cosa che ci ha più, colpito però era vedere tantissima gente a piedi. Quando siamo entrati nella periferia si è aperto un nuovo mondo: grandi spazi di un verde intenso, il cielo blu e poi si cominciavano a vedere le prime strade rosse, alcune con grosse pozze d'acqua. Che grandi emozioni vedere questi colori e sentire questa aria calda che ci ha coccolato appena siamo scesi dall'aereo!
Un'altra cosa che ci ha colpito tantissimo è stato vedere come lungo la strada c'erano tantissime persone, anche molti bambini piccoli che sminuzzavano grosse pietre e le mettevano in sacchi per poi venderle. Ci hanno spiegato che qui il terreno è molto ricco di pietre e anche i bambini le rompono perché poi arrivano dei grandi camion e le vengono a comprare.
Man mano che procedevamo vedevamo sempre più case meno strutturate e persone scalze e quello che ci ha colpito tanto è stata la serenità e la tranquillità che emanavano i volti di queste persone...sembra di stare in un luogo senza tempo, in cui tutto procede tranquillamente e le persone sono felici per quello che hanno, tanto o poco che sia.
Siamo scesi a fare la spesa e anche qui non avevamo la concezione del tempo perché una spesa che in Italia faresti in 20 minuti, qui è sembrata durare tantissimo; ma è stato bello perché qui tutto funziona così fare le cose con calma, senza fretta.
E infine siamo entrati nella strada rossa diretta al Mthunzi, alle 18. sembrava di essere sul Tagadà! e poi eccoci al Mthunzi dove qualsiasi persona incontravamo ci veniva a salutare con un grande sorriso e con una meravigliosa accoglienza. Eravamo un po' stanchi, ma il calore che abbiamo trovato è stato qualcosa di grande. Come è emerso nella condivisione alla sera, abbiamo provato una sensazione strana: ancora ci sembra strano di essere qui, ma dall'altro ti sembra quasi di essere tornati a casa perché è stato come se queste persone le avessimo già conosciute e aspettassero il nostro ritorno.
Poi c'è stato un po' un momento difficile con le zanzariere. Fa un caldo pazzesco qui, la stanchezza del viaggio si faceva sentire e non è stato semplicissimo montare tutte le zanzariere perché all'inizio mancava la luce e poi dovevamo fare abbastanza in fretta perché stavano per arrivare le terribili zanzare, in più Giambo si è accorto che le mega bolle che aveva portato, erano in parte uscite nella sua valigia, formando un piccolo laghetto, e a Ciappet si è aperta la scatola di brillantini per il truccabimbi, avendo così tutto brillantinato… però alla fine ce l'abbiamo fatta e abbiamo dormito splendidamente.
Alla sera ci siamo mangiati un bel piatto di pasta e abbiamo assaggiato la nshim, che è la polenta tipica dello Zambia. Non era molto buona perché non aveva sale, però eravamo tanto stanchi e forse oggi la troveremo sicuramente più buona.
‘Sta mattina ci siamo alzati e ora, Conticino, Silvia, Pallola e Ciriola sono andati in città per fare la spesa e per accordarci con l'ospedale di Lusaka dove andremo tra qualche giorno, mentre gli altri stanno facendo l'inventario di tutto il materiale che abbiamo portato con l'aiuto di alcuni ragazzi del posto e domani andremo a Cicondano. È bello perché ogni persona che passa e ci vede ci viene a salutare davvero con una accoglienza splendida: si vede davvero una bella luce negli occhi di queste persone e nelle loro strette di mano.
siamo felici e vi mandiamo un fortissimo abbraccio africano con tutto il nostro cuore e il nostro affetto.
Ciappet, Ciriola, Conticino, Garzetta, Gelinda, Giambo, Ora, Pallola, Putipù, Sbirgola, Silvia

Garzetta:
Qui fa un caldo incredibile ed è più umido di Padova...ma ve lo aspettavate???? Io proprio no! Conticino ci ha fatto portare pile e calzettoni di lana per la notte, ma qui si schiatta di caldo...evviva! ...e forse questo sarà il problemino, visto che la mattina ci alziamo presto e la sera si va a letto tardi... ma pensiamo ad adesso.
Stamani c'era il sole e poco fa ha fatto un bell'acquazione...e qui si fanno delle buche piene d'acqua dove devono passare le macchine che per noi sono crateri, loro invece sereni e tranquilli, sorridono e vanno avanti.

Stanotte eccetto un po' di caldo abbiamo dormito bene, sarà stata forse la stanchezza incredibile che abbiamo avuto?
Conticino, Silvia, Pallola e Ciriola sono usciti questa mattina alle 10:30 per andare a far la spesa e passare in ospedale, perché il dottore voleva capire cosa andremo a fare la mattina del 1 gennaio nelle loro corsie ;o))))) Sono andati con Jophes , 2 bambini ed un altro educatore e sarebbero dovuti tornare per pranzo, ma ancora non si vedono… i tempi africani, non sono i tempi italiani!
Oggi noi 8 che siamo rimasti abbiamo mangiato con gli uomini che lavorano per il centro Noel l'educatore rimasto qui, con il contadino Wathzon, il contadino che si occupa dei polli, Emmanuel, quelli che si occupano delle verdure, con quello che guida il trattore ed infine Raffael con il quale ho passato la mattinata e un po' del pomeriggio per fare l'inventario io e gli altri claun rimasti qui, c'erano tonnellate di cose.
Ora un po' di pausa e così visto che abbiamo un po' di pausa ho deciso di scrivervi.
Qui la cosa che più disarma è la semplicità e la serenità di queste persone, loro hanno degli occhi grandi e sereni e ti fanno sentire a casa da subito.
Hanno una dignità incredibile e sono sempre solari almeno finora.
Domani andremo a Cicondano e lì inizieremo con gli spettacolini, gag, canzoncine che hanno preparato alcuni di noi mentre gli altri finivano l'archiviazione dei materiali.
Siamo quasi tutti sudati, in 2 o tre si sono fatti la doccia ma l'acqua è fredda perché se manca la corrente quello che penso sia lo scaldabagno non funziona.
Ieri ci hanno impressionato molte cose tra cui un meraviglioso arcobaleno con dei colori così vivi che sembravano fluorescenti.
È tutto molto verde e il centro è più piccolo da come sembra nelle foto, ma al tempo stesso è messo molto meglio.
Ora vi saluto con un abbraccio appiccicoso, ma anche caloroso.
Vi voglio bene,
Garzy

POMERIGGIO DEL 29.12.2008
Intanto Hello to everybody!
ieri in mattinata ci siamo divisi in due gruppi: il primo è andato in città a fare la spesa per la prima settimana e per altre commissioni (tra cui presentarsi e parlare con il personale medico dell'ospedale di Lusaka in cui andremo il 1 gennaio!); il secondo è rimasto qui al centro per fare l'inventario del materiale che abbiamo raccolto, anche grazie a tutti voi!
Abbiamo tantissimi vestiti da bambini e per adulti, molto materiale scolastico ed altrettanti medicinali, il tutto verrà distribuito nei villaggi vicini ed in parte tenuto dai ragazzi qui al centro.
Nel pomeriggio abbiamo iniziato a fare giocoleria con alcuni ragazzi e siamo rimasti davvero stupiti dalle loro abilità, imparano tutto velocemente e con grande leggerezza, prima 3 poi 4 palline, hanno tempi molto più veloci dei nostri :)
Waupe è un ragazzo sordomuto che solo guardando Conticino giocolare è riuscito a ripetere il movimento perfettamente, Lavmo è un ragazzino di 13 anni che già ieri ha imparato a fare 4 palline. Siamo stupiti e felici di stare con loro!
Nel pomeriggio tardo finalmente (abbiamo fatto in fretta a prender su i tempi afro) sono tornati a casa i nostri compagni che erano in città, con tanto cibo e la buona notizia della nostra futura visita all'ospedale...
E verso le 6 e mezza inizia la preparazione della cena, ieri sera hanno mangiato con noi anche Lavmo e Waupe, Josef (che è uno degli educatori responsabili del centro) ci ha insegnato un po' il linguaggio dei segni, Waupe infatti ha imparato da poco e già anche gli altri ragazzi parlano con lui in questo modo. Mi e ci ha stupito tanto questo interesse delle persone del centro a coinvolgere Waupe, anche gli altri ragazzi parlano con lui senza problema e vorrei lasciare una frase di Josef: "Non è difficile imparare se hai un obiettivo, io imparo la lingua dei segni perché è importante per lui."
È davvero bello, in una situazione cosi delicata e difficile vedere e sentire tanta umanità e bellezza...

Questa mattina siamo andati a Chicondano, è un villaggio a una mezzora di cammino da qui, siamo in campagna e i paesaggio mentre camminiamo è bellissimo, pieno di verde e di campi dove tante donne lavorano la terra, qualcuna con un piccolino sulla schiena, salutano e sorridono. Al nostro arrivo al villaggio i bambini cominciano a sbucare da ogni cespuglio, sono tanti e qualcuno già vuole sapere i nostri nomi e darci la mano, altri invece sono intimoriti ma col tempo si lasceranno andare.
Credo sia importante considerare che qui la figura del clown non esiste, ieri parlando con una famiglia vicina al Muthunzi, le ragazze erano divertite ma perplesse di sapere che esiste qualcuno che col naso rosso, cambia nome e va in ospedale..

Comunque ritornando alla nostra mattinata, abbiamo fatto lo spettacolo della bambola triste, sinceramente con qualche perplessità vedendoli sempre cosi allegri. Alla fine non penso sia andata male, i ragazzi del Muthunzi ci hanno aiutato moltissimo a tenere i piccoli (circa 150) e a spiegare i giochi, semplici ma che li hanno divertiti. Li guidavano molto anche durante lo spettacolo, spiegando ma anche dicendo quando applaudire. I piccoli rimanevano fissi sui giochi di magia di Giambo ed era bellissimo anche starli a guardare.
Dopo abbiamo giocato con loro, adorano le bolle, e anche se vivono chiaramente in condizione di grande disagio io personalmente li ho visti solari e dignitosi, non ho mai provato pena per loro ma voglia di starci e giocare.
Concludendo abbiamo distribuito i palloncini (!!!!!!) e pur di averne un altro se lo nascondevano anche in bocca :)
È stata una mattinata intensa e bella, in cui a volte mi sembrava normalissimo stare li, in mezzo a queste immagini da documentario ed altre era un po' assurdo… non capisco bene come sta passando il tempo, è tutto un po' diverso qui :)

Ciao Nasi Rossi!!!!
Come state? ...ma ci sono solo le particelle di sodio in lista? hihihihihi
Allora eccomi anch-io dal sodio Zambese.
Come avete potuto leggere dalla condivisione di Gelinda, stamani siamo andate a Cicondano...ovvero il centro dove c'è un alta prevalenza di prostitute. Per arrivarci abbiamo fatto 40 minuti di cammino in strade sterrate, campi, fango buche ricoperte d'acqua, lunga la strada campi coltivati da povera gente che con la zappa o i buoi e l'aratro coltivano un esile campo. Diversi i bambini nei campi a zappare con una zappa talvolta più alta di loro; tantissime le donne, pochissimi gli uomini.
Per arrivare a Cicondano siamo passati davanti ad un altro piccolo centro fatto di qualche casa e dappertutto sbucavano bambini e qualcuno ci seguiva. Tutti salutavano sorridevano e ci chiedevano come stavamo.
Per ciò che mi riguarda in questi panorami mi sembra di rivedere un po’ la casa di mio nonno quand'ero piccola, molti bagni esterni spesso fatti di fogliame, talvolta in muratura e la cosa che mi ha lasciato un po' senza parole che alcuni orti hanno il filo con l'elettricità come usava mio nonno per tenere le mucche nel campo, ma voi dite “che le verdure scappano?” ...oppure che altrimenti entrano e se le prendono.
Una volta arrivati a Cicondano, i bambini sbucavano davvero in ogni dove e ce ne erano di piccolissimi, molti attaccati dietro le spalle di madri, ma molto più spesso sorelle e fratelli, vedrete nelle foto bimbi di 4 anni avere sulle spalle bambini di 2. Qui fa un caldo incredibile ma molti piccoli erano attaccati alle madri attraverso coperte di lana ed altri avevano tutine felpate, una bambina sui 4 anni aveva un pellicciotto sintetico corto. Incredibile stamani non c'era il sole, anzi prima piovigginava, poi ha piovuto ma di certo non faceva freddo, ma più di qualcuno aveva le maniche lunghe, altri un vestitino quasi trasparente. Mah! Qui le contraddizioni non mancano.
Conticino ci ha detto che molte ragazze si prostituiscono li, ma nulla faceva intendere qualcosa di particolare se non che fossero piene di bambini, diversi ragazzi e gli uomini non arrivavano a 10, su 150 persone presenti.
Non è sempre facile per me capire cosa si sta svolgendo sotto i miei occhi, per ora accolgo, poi elaborerò con calma.
Garzy

31 dicembre 2008
Ci siamo divisi in 2 gruppi: uno è rimasto al centro a preparare e dividere i materiali da regalare ai vari centri che visiteremo nei prossimi giorni; l'altro è andato in centro a Lusaka per fare la spesa per il cenone del 31 e la festa del primo.
Pronti, si parte...come al solito all'alba, come al solito in ritardo, ma qui i tempi sono sempre dilatati. Tralasciando gli innumerevoli negozi visitati per acquistare ciò che ci serviva (1 negozio per i tovaglioli, 1 negozio per il detersivo, 1 negozio per la frutta, un negozio per la verdura...) ciò che ci ha colpito maggiormente è stata la visita al mercato del quartiere di Chumapepe, dove siamo andati per acquistare la carne e le mele.
Il quartiere era povero e degradato, invaso dal fango - tanto che il pullmino a volte sembrava che si bloccasse e che ci toccasse dover scendere per spingerlo - e pervaso da un forte odore di fogna.
Siamo scesi al lato di un pantano e siamo andati in una macelleria per i nostri acquisti: carne per noi, un fusto per Garzetta con cui presto potrebbe convolare a nozze (ok, lei non è tanto d'accordo...e in effetti il tipo proprio fusto non era…).
L'acquisto è avvenuto come sempre qui: i nostri accompagnatori Malama e Joseph hanno contrattato per noi il tipo di carne e soprattutto la qualità e il prezzo.
Uscendo abbiamo inavvertitamente fotografato delle persone (noi eravamo all'interno del furgone) che si sono rivoltate contro di noi: l'intervento di Joseph ha fatto calmare le acque. Insomma, forse senza di loro saremmo pure riusciti ad entrare nel quartiere, ma di sicuro senza di loro non saremmo usciti! :-)
La visita al mercato ci ha messi di fronte ad una realtà drammatica e difficilmente descrivibile. La povertà estrema, la miseria, la sporcizia, l'odore con cui siamo entrati in contatto ancora lo ricordiamo e parlandone tra di noi ci siamo resi conto che forse lo ricorderemo per un bel po'. La stessa accoglienza che caratterizza il popolo zambese, lì non l'abbiamo percepita, anche se ancora non ci è chiaro se questa sensazione sia
reale o solo dettata dalla paura che avevamo nel girare nel mercato.
Passato un quarto d'ora in cui abbiamo smarrito Giambo (ci eravamo divisi perché lui era andato a caricare la scheda del telefonino, tra l'altro senza successo), siamo ripartiti sperando di arrivare in tempo per il pranzo ma siamo venuti a contatto con il vero problema di Lusaka: il traffico! :-) Più di 2 ore per fare 3 chilometri, semafori assolutamente non rispettati (si, Putipù diceva che era normale passare col rosso per lui.. ma agli altri non sembrava poi tanto!!) solo l'intervento di un camionista improvvisatosi vigile è riuscito a dirimere un ingorgo ad un incrocio!
Arriviamo alle 16.00 al centro affamati e dopo una breve sosta cominciamo i preparativi per il cenone di capodanno.
Primo compito: addobbare la sala con palloncini e festoni fatti da noi, preparare la musica; il salone comincia a prendere un aspetto davvero festoso e colorato!
Secondo compito: cena per 50 persone: cuoca per eccellenza Pallola che preparerà antipasti con tartine, pomodori ripieni di tonno e risotto allo zafferano, che saranno uniti alla polenta e ai crauti preparati da Idina (la cuoca del centro) e ai gelati, biscotti e torrone per una cena succulenta! (certo, qui sembrerebbe squisita pure una pasta in bianco fatta da Sbirgola, però Pallola è brava davvero!)
Alle 20 comincia la cena, con un alleluja cantato da noi.
Dopo la cena comincia la festa!
Ci ha colpiti la preghiera fatta prima del party: i ragazzi hanno ringraziato anche per la festa e per le gioie che stavano per ricevere!
I ragazzi del centro cominciano ad intonare una serie di canti, accompagnati dai loro tamburi che ci hanno fatti ballare fino a mezzanotte. L'atmosfera era incredibile, surreale: guardandoci tutti sorridevamo e ognuno di noi commentava che un capodanno così se lo sarebbe ricordato per sempre. Hit della festa: Ciccia Salciccia, una canzone in zambese che significa più o meno "fallo o non farlo" e che noi abbiamo ribattezzato con parole italiane che ci ricordavano il suono di quelle zambesi. Ancora oggi siamo qui a cantare tutti assieme Ciccia Salciccia! Altre canzoni sono state emozionanti, dei veri e propri gospel (il centro qui ha una scuola di canto): i ragazzi ci hanno anche detto che hanno in passato inciso un cd con le loro musiche e che se vogliamo possiamo acquistarlo.
Poco prima della mezzanotte c'è stata la consegna dei regali ai ragazzi del centro. Avevamo concordato con gli educatori di consegnare un set di divise sportive completo e l'impressione è che abbiano gradito davvero: il giorno dopo molti di loro ancora le indossavano! Dopo, una nostra piccola gag...e poi...botti di fine anno! (i ragazzi se li lanciavano addosso...senza alcuna paura).
Finiti i botti ancora danze, ma noi verso le 2 siamo andati a letto perché il giorno dopo ci
sarebbe toccato il nostro servizio in ospedale a Lusaka!
Per concludere: crediamo che tutti, nonostante la stanchezza e le difficoltà fisiche ed emotive della giornata, non possiamo non pensare a quanto sia stato pieno questo capodanno 2008: ognuno di noi ha cominciato il 2009 con un bagaglio colmo di gioie, speranze, dolori, emozioni che porterà sempre con sé come un tesoro da conservare per il maggior tempo possibile.
Grazie Zambia!
Sbirgola, Putipù, Giambo, Conticino, Pallola, Ora, Ciappet, Ciriola, Silvia, Gelinda, Garzetta

3-1-2009

BUANGI
Ieri e stata una giornata intensa in mattinata siamo andati in un centro, Lonjesani, che accoglie una ventina di bambine di età compresa tra gli 8 e i 14 anni. Ad accoglierci si erano aggiunti molti altri bambini, e stato veramente notevole. I doni che abbiamo portato saranno sicuramente di grande utilità: quaderni, indumenti, scarpe e le bambole.
Abbiamo proposto alcuni giochi e ne abbiamo imparati altri proposti da loro e devo dire decisamente divertenti. Io penso che sappiano giocare molto meglio dei bambini italiani. L'incontro si e concluso con la distribuzione di succo di frutta concentrato che viene servito dopo essere stato diluito e biscotti e infine truccabimbi.
La temperatura e molto elevata e manca l'aria, chi non ha usato una protezione solare si e ustionato.
Durante il pomeriggio si e scatenato un temporale tale che la pioggia ha cominciato ad entrare nelle stanze del Mthunzi. Il tetto e fatto con lamiere ondulate di eternit e quando piove tanto l'acqua entra lungo le pareti.
Nel pomeriggio consegna del materiale sanitario raccolto in Italia al dispensario. E stato analizzato tutto con grande attenzione dal medico e da una infermiera. Tutto avviene con calma, serenità e gratitudine.
Ancora qualcosa di interessante per questa giornata: la Messa.
Ebbene si! Rientrati dal dispensario abbiamo trovato la stanza che normalmente viene usata per i pasti organizzata per la celebrazione della Messa e padre Kizito pronto a farlo. Il suono dei tamburi e i canti dei ragazzi creano un'atmosfera veramente speciale.

3-1-2009
Oggi, terzo giorno dell'anno nuovo...eh già non mi sembra vero ma l'anno nuovo e arrivato anche col caldo e al suono dei tamburi.
Oggi è una giornata veramente calda non so dire che temperatura segni il termometro ma fisicamente la sensazione e pesante.
Stamattina siamo andati a piedi a visitare il centro scolastico di Tubalange.
Lungo il percorso si incontrano le donne che assieme alle bambine lavorano la terra, spesso con il bebè in schiena. Ci salutano sempre con grande serenità.
Tubalange ospita una popolazione scolastica di 1600 ragazzi che frequentano la scuola in doppio turno per mancanza di spazio. Gli insegnanti in organico sono una trentina appena e sono in corso di costruzione alcuni alloggi per alcuni insegnanti in quanto molti arrivano alla sede scolastica dopo un lungo viaggio e sono già stanchi prima di cominciare a lavorare.
L'anno scolastico è organizzato in trimestri: tre mesi di scuola e uno di vacanza , tre di scuola e uno di vacanza e cosi via.
L'inizio dell'anno scolastico è proprio in gennaio (alla seconda settimana).
Ad aspettarci c'era il preside e una impiegata e hanno manifestato il loro apprezzamento riguardo al materiale che abbiamo consegnato, certamente poca cosa rispetto alle necessita.
Alcuni bambini piccoli ci hanno seguiti lungo tutta la visita, si ha l'impressione che nessuno si occupi di loro o comunque non si avverte un controllo sui piccoli.
Nel pomeriggio pallavolo: claun contro ragazzi del centro. Grande vittoria dei clauni!
I ragazzi del centro stanno lavorando una pietra friabile, bianca per scolpire delle statuette a forma di animaletti o figure umane. Sono molto graziose e ne compreremo parecchie.
Concludo con un grande abbraccio a tutti quelli che leggeranno.
Conticino, Ciappet, Ciriola, Garzetta, Giambo, Gelinda, Ora, Pallola, Putipù, Sbirgola, Silvia.

Buona sera Nasi Rossi di tutta Italia,
eccomi a scrivervi per recuperare una delle condivisioni perdute.
Mentre Ora ha quasi finito di scrivere degli ultimi due giorni io voglio parlarvi ripartendo dalla fine dell'anno e del primo dell'anno.
Scusate gli errori di battitura, qui hanno le tastiere diverse :o(
Come vi hanno scritto Putipù e Sbirgola la notte del 31 è stata meravigliosa. Prima della cena c'è stata la preghiera per ringraziare per il cibo e per benedire le nostre famiglie e i nostri amici. Finita la cena fatta di riso con lo zafferano, pomodori ripieni di tonno e pane vecchio, della verza e alla fine torrone, ci hanno letto il programma...eh si qui hanno un programma per ogni cosa..e prima d'iniziare si deve sapere bene cosa andremo a fare...anche s e poi il programma non verrà rispettato ;o) ..ma va sempre fatto e letto...(hihihihi!)...così ci hanno annunciato che saremo andati nel salone e che il programma, ovviamente scritto su un foglio di carta e letto in religioso silenzio, prevedeva canzoni e balli, e che a mezzanotte avremmo visto i fuochi d'artificio, ed avremmo brindato con il succo di frutta e a seguire gelato con i biscotti... siamo passati nel salone ovvero un magazzino di cemento che era stato imbandito apposta per l'occasione con festoni e palloncini...appena entrati uno dei ragazzi ha pregato per tutti noi e ringraziato per il momento di festa. Questa è una delle cose che ci ha colpito molto...in Zambia non hanno quasi nulla, ma ringraziano per ogni cosa...e a noi ci interroga il fatto che abbiamo tutto e che facciamo fatica a ringraziare. Dopo la preghiera i ragazzi hanno iniziato a cantare i canti gospel tra cui il canto sacro Santo...beh credetemi alcune canzoni ti entravano nell'anima e ti facevano cantare e ballare in un modo difficilissimo da spiegare...eravamo liberi... sentivamo che le nostre parole e le nostre preghiere erano vere, erano profonde e liberavano energie, gioie, emozioni che sembravano fossero bloccate dentro...ma loro con le loro splendide voci ci scioglievamo come un balsamo, come una carezza al cuore. Ci hanno dato il loro cd e forse farvelo ascoltare vi farà capire un po' cosa voglio dire, ma vi assicuro che è stato qualcosa di veramente forte.
Prima dei fuochi Giambo con Putipù e poi con Pallola e Ora hanno fatto dei giochi di magia, dovevate vedere la faccia dei ragazzi...erano completamente rapiti, assorti a cercare di capire...In Africa chi fa magie, è una persona straordinaria, sei un po' uno stregone, loro vengono rapiti, e i più piccoli talvolta hanno paura dei maghi perché pensano che possano fare loro dei malefici.
Lo spettacolo di magia è stato bellino, e durato solo una decina di minuti ma quando i nostri claun hanno messo in scena la finta magia, tipo far sparire Pallola ed Ora che invece non sparivano o quella in cui si scambiavano di posto facendo finta di essere entrate l'una nel corpo dell'altra i ragazzi non ridevano e li abbiamo iniziato a preoccuparci un pochino, già, come faremo a fare i claun se la comicità è diversa?
Poco dopo i fuochi d'artificio e gli auguri, il succo e il gelato con 3 biscotti al posto dei cucchiaini siamo andati a letto perché l'indomani a noi claun riservava il servizio in ospedale, per la prima volta i claun oltrepassavano le soglie dell'ospedale di Lusaka.
Cosi siamo andati a letto all’una e trenta e la sveglia era alle 7, ma prima delle 6 i ragazzi del Mhtunzi erano già in piedi con la musica a palla perche dovevano preparare il salone per il pranzo del primo che noi Italiani offrivamo alla comunità di Koinonia e ad alcuni bambini di Cicondano, persone previste circa 70.
Così tra la gioia di sentire le loro voci come sveglia mattutina e la voglia di dormire ancora un po' siamo rimasti in dormiveglia per un po', ma poi via a prepararci per la colazione e l'ospedale.
Dopo l'attesa del pulmino taxi che era arrivato alle 7:30 invece che alle 8:30 e che se ne era andato per fare altro, alla fine alle 9:10 riusciamo a partire, i tempi e le unita di misura Zambesi sono così, non proprio scontate o prevedibili...le cose quando accadono allora è l'ora in cui sai che accadano...capito no?
Arriviamo all'ospedale di Lusaka ad accoglierci è un responsabile e ci dice che all'interno ci sono ben 350 bambini malati ma noi faremo solo alcuni reparti così entriamo e ci dividiamo in 2 gruppi da 5. L'ospedale è accogliente e qua e là colori e disegni per bambini alle pareti, su alcune tende e sulle porte. Le stanze non sono come le nostre sono molto più povere più grandi e ci sono dentro molti bambini e le loro mamme. Non riusciamo capire bene la divisione ma sappiamo per certo che l'ultimo reparto visitato è quello della diarrea (le fotografie ve lo testimonieranno).
Ma torniamo al servizio...Ognuno di noi reagisce a questa esperienza in modo diverso ma siamo tutti d'accordo che il servizio in ospedale sia andato veramente bene, soprattutto viste le premesse della comicità differente e il problema della lingua. Ci aspettavamo di essere trattati con indifferenza, con la faccia di chi non comprende perché dei bianchi vadano in ospedale vestiti e truccati da claun, invece superando la difficoltà della lingua, attraverso l'inglese ci addentriamo di stanza in stanza con piccole e grandi magie, bolle, palloncini e un po' d’improvvisazione che fanno stupire e sorridere i bambini, ma soprattutto le mamme poiché spesso i bambini sono piccolissimi.
Qualcuno di noi all'inizio del servizio ha qualche difficoltà alla vista di bambini che stanno davvero male, ma dopo qualche profondo respiro e il sostegno del gruppo supera l'impatto e si procede all'insegna dei colori e dei sorrisi.
Condivideremo poi che il servizio è stato più semplice del previsto e che le risposte che abbiamo avuto ci hanno allargato il cuore. Anche questa volta possiamo dire: "Missione Riuscita" anche nell'ospedale di Lusaka le stanze dei piccoli pazienti hanno cambiato colore al passaggio dei claun.
Alla fine del servizio nelle stanze siamo tornati nell'ufficio del responsabile per dare lui le caramelle e i nasi rossi che avevamo portato con noi poiché ci aveva chiesto di non darli noi non potendoli dare a tutti i bambini li avrebbe dati lui a chi sapeva averne bisogno.
Oltre a queste cose abbiamo consegnato lui una busta con l'equivalente di 100 euro, non immaginate quanto ci abbia ringraziato. In Zambia ringraziano davvero sempre con umiltà ma anche con grande dignità e questo ci commuove sempre. Anche quando per strada incontriamo bambini e gli diamo caramelle o qualche biscotto, loro ci frugano nelle tasche ma quando comprendono che vogliamo dar loro qualcosa da mangiare pongono le manine e appena le riempiamo fanno un piccolo inchino o un gesto di ringraziamento e sempre con grande dignità e grandi sorrisi.
Un ultima cosa prima di salutarvi, vorrei condividere con voi le nostre riflessioni sui ragazzi del Mhtunzi che ci hanno accompagnato in ospedale… eh si perche ogni volta che si esce abbiamo sempre la scorta :o))))) nel senso che con noi ci sono sempre 2 o 3 di loro che vengono per aiutarci e sostenerci sia per la lingua sia per ogni evenienza. Beh, le loro facce si sono come illuminate, finalmente iniziavano a capire cosa significa fare il claun di corsia, fino ad allora non gli era per nulla chiaro.
Anche Josef l'educatore è venuto con noi ed è stato davvero contento per tutto quanto ci ha visto fare.
Ora vi saluto e non riesco a rileggere perche la cena è pronta e devo scappare...

MACIOMA BUANGI
Buona sera in Njangia
eccoci di nuovo per aggiungere qualche riga (lo prometto solo qualche riga) riguardo al ritorno dall'ospedale.
Al nostro arrivo il salone della notte prima era completamente cambiato, avevano riciclato i palloncini, cambiato l'assetto dei festoni e aggiunto tavoli con al centro un grande bicchiere pieno di foglie, piccoli rametti e un fiore e poi un palloncino a forma di cuore tra un tavolino e l'altro.
Nel primo tavolo ad attenderci c'erano enormi pentoloni pieni di pollo, carne alla brace, riso, la 'shima (la loro tipica polenta che hanno a tavola ogni qualvolta mangiano), la pasta fatta da noi con un semplice sugo di pomodori e basilico, uova maionese e patate, patate arrosto fatte da loro. Ai bordi della sala tanti bambini che non osavano avvicinarsi, tutti vestiti bene, o per meglio dire con la cosa più bella che avevano: immaginatevi che una bambina è stata tutto il tempo con un dolcevita di lana bianco e noi sudati con la maglia a mezzemaniche. Anche i ragazzi del Mhtunzi che erano stati in ospedale con noi prima di venire a tavola sono andati a cambiarsi e si sono messi il vestito migliore, alcuni con tanto di completi pantaloni, giacca e cravatta. Riflettendo poi condividevamo come loro vivono il momento del pasto sempre con molto rispetto e responsabilità.
Dopo poco comprendiamo che nessuno aveva cominciato a mangiare non solo perché si mangia tutti insieme ma anche perché eravamo noi che in quel giorno dovevamo aprire la tavolata e quindi in coda uno di seguito all’altro come ad una tavola calda siamo passati a farci i piatti e a sederci, dopo di noi è stata la volta dei bambini di Cicondano, alcuni di 2 anni che venivano serviti da Idina, la mitica cuoca del centro, da Cimugna la moglie di Josef e dalla moglie di Malama che sono due degli educatori del centro. Dovevate vederli in religioso silenzio, educati, tranquilli. Più tardi commenteremo tra noi di come nessuno qui mangia con avidità anche se non mangia regolarmente quando gli si da del cibo lo mangia con tranquillità e dignità. A seguire i ragazzi del Mhutunzi e solo alla fine gli educatori... neanche quel giorno le donne hanno mangiato con noi. (ndr qui uomini e donne fanno vite separate, nel senso che sembrano appartenere a mondi diversi anche se sono sposati. Figuratevi che Padre Kizito mi raccontava che a lui è capitato di scoprire dopo anni che alcuni africani che andavano a messa erano sposati perche arrivavano a messa in tempi diversi e a volte da strade diverse).
Nelle nostra condivisione serali riflettevamo di come non ci fossero molti adulti, noi ci aspettavamo le 11 famiglie della Koinonia al completo con figli al seguito, invece c'erano solo i 2 educatori. Conticino ci ha poi spiegato che per loro quel pranzo era qualcosa di prezioso e speciale per la comunità di Koinonia poiché hanno pochi momenti di aggregazione festosa e che le altre famiglie non erano venute per lasciare il posto (ma soprattutto il cibo) ai bambini di Cicondano che non mangiano spesso.
Dopo il pranzo...indovinate un po'? C'è stata ovviamente :o) la lettura del programma a seguire, ovvero danze e canzoni per tutti, non immaginate che pomeriggio di festa, si è cantato e ballato tutti insieme... Piccoli gruppi di bambine e bambine o ragazzi si esibivano facendo dei balli incredibili, muovevano il bacino con la stessa facilità con cui noi muoviamo la mano, ci hanno lasciato davvero senza parole.
Poi abbiamo servito a tutti gelato e biscotti e alle 17:30 sono tornati tutti a casa.
Ora vi lascio Malama mi sta dicendo che deve chiudere la sala computer.
MACIOMA BUANGI
Buona sera in Njangia
da Garzetta, Giambo, Conticino, Sbirgola, Pallola, Gelinda, Ora, Ciappet, Putipù, Ciriola e Silvia