martedì 6 gennaio 2009

Missione Zambia - 4-5-6 gennaio 2009

4 gennaio 2009

Oggi domenica 4 gennaio 2009, è il giorno dedicato al Signore. Messa alle 10 a.m. a Tubalanghe, la località dove è sita la scuola dei ragazzi. Tutti avevano un altro aspetto. I bambini che fino al giorno prima erano tutti sporchi, con il naso moccioloso, e con le mosche appiccicate al corpo (che neanche cacciano, come se non le sentissero nemmeno), erano tutti ben vestiti, lavati , e stirati. Abbiamo avuto la fortuna di avere Padre Kizito a celebrare la Messa, (è una persona molto carismatica). La cerimonia si è svolta in lingua njangia e in inglese, quindi abbiamo avuto un po’ di difficoltà nel seguire ma nel contesto è andata molto bene. La Comunità, come sempre, ci ha accolto in modo amorevole come solo loro sanno fare. La cosa strana, se vogliamo, è stata che le donne erano sedute a sinistra e gli uomini tutti a destra. Infatti per un momento abbiamo chiesto a Conticino se era il caso che ci dividessimo anche noi per non creare imbarazzo. Mi incuriosisce molto questo modo di vivere tra uomini e donne, sempre separate. Le coppie (ci diceva padre Kizito) si incontrano solo tra le loro mura domestiche per stare vicini. Se li si vede fuori non capirai mai che sono sposati o qualunque altra cosa. I canti erano molto belli e nonostante il caldo che si soffriva a causa credo dei soffitti in alluminio o eternit, è stato molto bello. L’ora è trascorsa molto velocemente e alla fine (come sempre a piedi) siamo tornati verso casa per iniziare a preparare il pranzo per una ventina di persone. Pallola è grandiosa, ha un’inventiva fantastica e anche con niente riesce a tirar fuori dei buonissimi manicaretti. Italiani e Zambesi ci lecchiamo i baffi.

Pomeriggio con i ragazzi del centro

Ci dividiamo in due gruppi. Pallola, Ciappet e Sbirgola si occupano delle bimbe piccole e mettono in scena uno spettacolino tratto dal Piccolo Principe. Ce lo mostreranno a fine serata. Dolcissime le bambine.
Io, Giambo, Putipù, Garzetta, Ora e Gelinda ci siamo occupati dei ragazzi.
Loro sono fantastici, si sono fatti coinvolgere negli esercizi di fiducia senza battere ciglio. Abbiamo fatto la macchina: una persona davanti ad occhi chiusi e l’altra dietro la guida e in caso di pericolo suona il clacson. Poi il lasciarsi trasportare solo con il contatto del polpastrello e sempre ad occhi chiusi. La presentazione dei nomi al centro con mossetta, il lancio delle palline, le camminate strane e per finire il tuffo. Facendo dei tuffi incredibili. Abbiamo cantato e ballato tutti insieme la canzone di Paolo Belli (compresa di movimenti ) dal titolo “Un giorno speciale”. È piaciuta molto. La nostra idea è quella di fare uno spettacolino l’ultimo giorno in cui loro cantano una canzone italiana e noi una loro inglese. L’idea sembra sia piaciuta molto a loro, staremo a vedere.

Adesso siamo di nuovo in cucina per preparare la cena, “quanti saremo stasera? Boh, lo scopriremo…”

Confesso che in questi giorni ho cercato di scansarmela dal fare il racconto della giornata, non mi sento ancora pronta. Ma oggi Garzetta mi ha beccato libera e mi ha incastrato. Il fatto è che ancora non ho elaborato cosa provo, cosa sento e cosa penso veramente. Dubbi, incertezze, perplessità, curiosità.
Il popolo Zambese sembra splendido. I ragazzi del centro sono magnifici. Nonostante le loro difficoltà le persone sono sempre sorridenti e affettuose e hanno sempre il desiderio di un contatto fisico, di qualunque età essi siano. Questo è molto bello anche perché in Italia delle volte non succede neanche in famiglia tra madre e figlio, fratello e sorella etc.

Adesso è arrivato Malama ad avvisarci che la cena è pronta. Forse riuscirò, una volta arrivata in Italia ad esprimere quello che provo. Per il momento vi lascio con il nostro mitico tormentone… Ciccia Salsiccia, Ciccia Salsiccia, Ciccia.
Ciriola

Da parte di Pallola
"C'era una volta una ragazza che amava molto volare ed era stata dunque chiamata Butterflygirl, ed un giorno si mise in viaggio a scoprire nuovi mondi… ma osando andare sempre più lontano, stremata dalle forze cadde nel mezzo del deserto. Scendendo la notte Butterflygirl non sapendo più cosa fare decise di addormentarsi. Al suo risveglio trovo accanto a lei una figura umana che sembrava essere simile a lei. Un po' intimorita, ma incuriosita decise di capire meglio chi fosse. Le si avvicinò meglio e le chiese chi fosse e da dove venisse. La ragazza le rispose che era una Princesse, venuta da un altro pianeta e che vedendola dal suo pianeta lì sola si era un po’ troppo sporta ed era caduta anche lei nel deserto. Parlando pensarono che forse potevano stare insieme ed essere amiche… Fu così che le due ragazze incominciarono ad incamminarsi. Ad un certo punto trovarono Sheep, una pecora tutta sola, che aveva smarrito il proprio gregge.. Parlando un po' con lei capirono quanto fosse importante l'appartenenza ad un gruppo ed ad una famiglia, per cui decisero di adottarla. Sheep fu a loro grata e così le forniva del proprio manto di lana per proteggersi dal freddo e del proprio latte per il nutrimento... Butteflygirl, Princesses, e Sheep proseguirono insieme dunque il cammino… senonché improvvisamente comparve loro Snake, un serpente dall'aria crudele e pericolosa che le paralizzo dalla paura. Ma Snake spiegò loro di essere sì un animale dal grande potere, ma che lo avrebbe potuto usare non solo per attaccarle, ma anche per difenderle ed a scopo di medicina. Le due ragazze trovarono dunque un secondo amico che si aggiungeva al loro cammino. Intanto il sole picchiava sempre più forte sulle loro teste. Per fortuna incontrarono due Mango Tree, alla cui ombra Butterflygirls e Princess poterono riposarsi e del cui frutto poterono nutrirsi. Sapendo che la natura dona, ma ha anche bisogno di ricevere, gli donarono il proprio latte affinché ricevesse a sua volta sostanza per crescere meglio. Giunto il tardo pomeriggio si ritrovarono in un magnifico giardino di fiori. Incantate da tutti quei colori e profumi le ragazze considerarono che anche se simile ogni fiori è speciale per se stesso! Princess in quel giardino perç incominciç a sentirsi un po' triste perché vedendo quei fiori le venne in mente il suo Flower del suo pianeta. Il suo Flower a cui lei voleva molto bene e di cui ogni giorno se ne prendeva cura.. ma che al momento non sapeva come fare per farvi ritorno. Il gruppetto di amici lasciato il giardino di fiori si rimise in cammino e sull'imbrunire incontrarono la volpe, con cui si misero a parlare e a cui confidarono della malinconia di Princess. Fu allora che Smake capi- che era il suo momento e con un gesto repentino morsico' Princess, la quale cadde a terra in un sonno profondo che al suo risveglio le avrebbe permesso di ritrovare e abbracciare il suo amato Flower. "State cercando la felicità?" disse la volpe a Butterflygirls " le cose più importanti sono invisibili agli occhi.. La felicità è nel vostro cuore, nell’amore che potete scambiarvi.."

Questa la storia. (L'ispirazione potete sicuramente riconoscerla)
Questa è la storia che è stata rappresenta oggi pomeriggio da una ventina di ragazzini .
questa è la storia che è stata improvvisata ed ideata nel laboratorio di Ciappet, Pallola, Sbirgola per intrattenere quelle che avrebbero dovuto essere solo una decina di ragazze tra i 5 ed i 13 anni, che abitano nella comunità Koinonia. Ciò mentre i ragazzi del centro erano impegnati in un laboratorio con gli altri claun. Di fatto poi si sono aggiunte altre amiche e altri ragazzini che essendo troppo giovani di età non avrebbero così bene potuto partecipare al laboratorio.
Inizialmente pensavamo l'utilizzo della carta crespa, ma poi considerando la scarsità del materiale abbiamo pensato che con le nostre doti claun forse riuscivamo a fare lo stesso con fantasia e truccabimbi.
E infatti pur essendo stato impegnativo seguire tutte e tutti, con le loro diversità di età e di genere (qui uomini e donne hanno attività e culture distanti e spesso diametralmente opposte!) alla fine di giochi, bans, truccabimbi, improvvisazioni teatrali e piccola messa in scena, coi grandi che le guardavano, si ha avuto davvero l'impressione di aver fatto qualcosa non solo divertente, ma anche significativo!!!
Certo se qualcuno da fuori ci vedeva truccate noi, come loro ci avevano fatto… probabilmente sarebbe scappato dalla paura! ma anche questo per noi tre ha avuto la sua "importanza".... ah ah ah..


5 gennaio 2009
Giambo
ciao a tutti ... BENEDETTI CLOWN. Oggi la condivisione tocca a me, e non è facile.
Oggi infatti è stata una giornata davvero speciale perché siamo stati nel compound di Lusaka e qui, senza troppi giri di parole, la povertà si trasforma in degrado. La densità di persone è impressionante, fango e sporcizia un po' dappertutto, le case sono baracche fatte con qualche mattone, pezzi di lamiere e plastiche, lungo le strade si vende di tutto, i bambini sguazzano nella sporcizia, ecc. Anche l'atteggiamento delle persone è diverso: la gente è molto più sospettosa che nelle campagne, soprattutto nei confronti dei MUZUNGU, i bianchi. Fotografie assolutamente proibite. In questo momento la mia mente e il mio cuore sono pieni di immagini e sensazioni, ma non riesco a esprimerle tutte, perciò accontentatevi.
Prima destinazione: la parrocchia di LILANDA. Appena siamo arrivati ci ha accolto padre Orazio, il missionario ed alcune donne. I bambini all'inizio erano pochi e quindi abbiamo deciso di non fare più lo spettacolo. Abbiamo cominciato con un paio di bans e poi abbiamo fatto dei giochi: alcuni giochi che abbiamo imparato da loro a Chicondano e alcuni giochi "nostri". E dopo, un paio di giochi di COMPETITION ...a loro le gare piacciono un sacco anche se però barano sempre e quindi è un impresa capire chi ha vinto (AHAHA!).
Mentre facevamo i giochi, però, sono arrivati progressivamente un sacco di altri bambini e ragazzi e ragazze. All'inizio potevano essere circa 30 persone ma alla fine veramente non sono in grado di dire quanti bambini erano li con noi. Abbiamo finito quindi con i palloncini: solito assalto ai clown, ma ce l'abbiamo fatta.
Siamo usciti, abbiamo salutato padre Orazio, siamo saliti sul pulmino e siamo ripartiti e qui è successa un'altra cosa magica: i bambini ci inseguivano per salutarci, tutti di corsa dietro il pulmino dei clown.
Abbiamo attraversato di nuovo il compound e ad un certo punto siamo passati per un mercato, bancarelle praticamente una sull'altra, fango, tanta gente, si vende di tutto: frutta, vestiti (tutto per terra), machete, ombrelli.
Seconda destinazione: St. Kizito Parish, un'altra missione nel compound. Qui ci aspettavano, c'erano tanti bambini e ragazzi e una piccola suora. Siamo subito andati nel teatro della parrocchia e, mentre Putipù, Garzetta e Gelinda giocavano con i bambini dal palco, noi altri abbiamo preparato lo spettacolo. Piccola presentazione di Pallola e ...via! Ci siamo resi conto che probabilmente è troppo difficile come trama, però secondo me va bene lo stesso, perché ci sono le gag degli augusti, i trampoli di Sbirgola, la giocoleria, la musica, la magia ... insomma, forse il significato profondo non passa, però le persone si divertono lo stesso. E poi in realtà io penso che il significato più profondo è L'AMORE, e questo passa eccome! Finito lo spettacolo abbiamo fatto qualche ballo e qualche gioco tutti insieme. Polvere e caldo bestiale. Abbiamo regalato i braccialetti di gomma ed i nasi rossi e via. Anche qui assalto finale ai clown, abbiamo salutato la sister. Siamo ripartiti e i bambini ci hanno salutato con il naso rosso.
Non so a che ora abbiamo finito. Ci siamo fermati a pranzare in un supermarket/bar lungo la strada e siamo ritornati a casa. Durante il viaggio abbiamo cantato con i ragazzi del Mthunzi, selezione mista di canzoni italiane e zambesi.
FINE.

CONSIDERAZIONI FINALI: quello che oggi mi ha colpito più di tutto è stato il contatto con le persone, gli sguardi, i sorrisi, le mani, le parole scambiate, gli odori. Io ho sentito veramente il battito del cuore di tutti, noi clown, i nostri amici zambesi e le centinaia di bambini e persone che abbiamo incontrato. C'è veramente tanto lavoro da fare ma soprattutto c'è bisogno di AMORE. Ma questo è per noi solo l'inizio.
1BACIOe1ABBRACCIO a tutti (:0)) dai vostri CLOWN ZAMBESI

6 gennaio
Gelinda
Ciao a tutti i clauni!!
Ieri sera abbiamo salutato con una festa padre Kizito che è partito questa mattina, i ragazzi del centro hanno organizzato uno spettacolo meraviglioso di danze locali ed acrobazie.
Erano un bel gruppo tutti vestiti con la loro divisa colorata sul palco, è stato davvero emozionante e coinvolgente, hanno una libertà, una forza ed un'energia nel ballare incredibile, tutto ha qualcosa di speciale qui, i ritmi, i piedi nudi sulla terra e poi le acrobazie! altro che laboratorio di acrobatica con i ragazzi! Saltano uno sulle spalle dell'altro facendo colonne altissime e costruzioni pazzesche.
Questa mattina sveglia presto, colazione e pulmino diretti a GREENHILL che è una comunità su una collina verde a circa un'oretta dal Muthunzi centre. Appena arrivati i bimbi hanno iniziato a cantare dandoci il benvenuto, per me che ero ancora un po' assonnata è stato un risveglio dolcissimo e pieno di energia!
Sarà la posizione, sarà la cura che le persone ci mettono in questo posto, ma dà la sensazione di essere un posto delicato, come un'isola felice. Non troppo comunque perché l'educatrice che si occupa dei bambini ci ha illustrato i loro progetti per la comunità ma per i quali mancano i fondi.
La scuola di GreenHill è frequentata da una sessantina di bambini, circa 25 restano a dormire perché non hanno più i genitori o comunque la famiglia non è in grado di occuparsene. Le classi sono piccole ma dignitose, sopratutto ora, ci hanno spiegato infatti, che all'inizio le lezioni si tenevano sotto gli alberi del giardino ai quali venivano attaccate le lavagne.
Abbiamo visitato le strutture, la cucina, i dormitori delle ragazze e dei ragazzi, una serie di letti a castello che ospitano per stanza anche una 20ina di persone, i campi di mais e le piante del giardino, le aule e la sala comune. Abbiamo parlato e cantato con i responsabili della comunità e poi abbiamo incontrato i bambini, abbiamo giocato con loro, un bel cerchio di almeno una 20ina di bimbi e ragazzini, adorano la musica ed il movimento, più di una volta ho avuto /stando qui/ la sensazione di ricevere tantissimo dal loro affetto spontaneo, dai loro sorrisi bianchissimi,dai loro occhioni attenti a non perdersi niente di quello che facciamo. Stare qui e giocare riempie di energia, a sera si va a letto con stanchezza più fisica che altro.
Dopo i giochi abbiamo consegnato una donazione al centro per contribuire allo sviluppo delle attività e abbiamo mangiato tutti insieme, c'erano anche due giornalisti che hanno chiesto di noi, di come stiamo in Zambia, di cosa ci piace ecc.. Hanno ripreso anche il piccolo spettacolo che abbiamo fatto per salutare i piccoli, la magia li attira davvero tanto, il gioco del dito finto e del sacchetto a doppia tasca (che io tra l'atro..non ho ancora capito!!) li tiene attenti e diverte anche i grandi, scoprire un trucco poi crea la risata generale!
Ci siamo lasciati regalando nasi rossi e palloncini e loro hanno di nuovo cantato commossi e sorridenti.
E ci siamo diretti a Lusaka a comprare la stoffe, sia per le donne del Muthunzi centre, con le quali deve ripartire il progetto sartoria (che si era fermato per la scomparsa della responsabile qui), sia per noi. Era un negozio gestito da indiani, pienissimo di stoffe colorate, noi siamo stati con il naso all'insù a scegliere e guardare perdendoci tra tutti i colori appesi, le avremmo prese tutte!
Il quartiere non era il massimo e alle 5 tutti chiudevano e le strade di svuotavano velocemente, anche noi ce ne siamo andati con i nostri sacchetti colorati in mano ed il pulmino che salta ad ogni buca della strada.
La strada ormai la conosciamo, è rossa con qualche pozzanghera e tantissime buche, ai suoi bordi tanti camminano, donne che zappano nei campi, bambini e adulti che spaccano pietre ed a un certo punto il cartello del Centro con una scritta:"We belong to each other" [apparteniamo gli uni agli altri] ed è quello che si sente qui, quel senso di comunità e di famiglia dove nessuno è solo, dove c'è sempre un "Hi! How are you?" [Ciao, cpme stai?] ed un sorriso che spunta da qualche parte, dove ormai ci sentiamo a casa pur stando qui da 10 giorni.
Forse è questa la cosa che più mi ha preso il cuore qui, le persone con questa dignità e questo sole. Dite che è già mal d'Africa? Ancora prima di tornare?
...Oltre a tutte le contraddizioni di questo posto, le cose difficili per me da capire, c'è cosi tanto da imparare… in questi giorni mi sento piena, di energia, di vita, di bellezza.
Vi saluto con una frase che forse ho già detto (nel caso diciamo che è colpa del malarone!!) che dicono anche i ragazzi qui: "Dal momento che ti vedo, non sei più uno straniero per me..."
Un abbraccio forte forte
Gelinda Ora Pallola Garzetta Putipù Ciappet Giambo Sbirgola Ciriola Conticino

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