mercoledì 25 giugno 2008

Senegal - 1° Gruppo - Diario 19-20 giugno 2008

Giovedì 19 Giugno

La giornata si apre con il solito freddo africano. Sole a picco e temperatura adatta alla preparazione del tipico piatto senegalese. Il pinguino impanato alla sabbia. Di sabbia ce n’è,. Pinguini un po’ meno.
Eccoci, la fine missione si avvicina a passi lunghi, oggi è previsto un po’di turismo per i nostri esploratori infaticabili. Così Albatros, Girandolina, Svampita e Furia partono alla volta del Lago Rosa. Il viaggio prevede due ore di auto escursione al lago e alle bancarelle e ritorno…
Spazio per il lago Rosa.
Intanto il buon Geppo resta a casa per riorganizzare il materiale burocratico.
Finalmente dopo vari tentativi infruttuosi riusciamo ad inviare le condivisioni. Ci vuole più di un’ora fra connessine carente elettricità latente e computer ( che in francese si dice ordinateur ma per ironia della sorte è disordinatissimo qui in Senegal) . Il destino e la fortuna sono dalla nostra parte questa volta perché due minuti due dopo l’invio della mail la luce va via di nuovo e non torna per diverse ore. Poi il vecchio Geppo va alla spiaggia per fare il bagnetto in solitaria nel mare agitato giocando a “un due tre stella” con dei granchietti velocissimi che corrono sulla sabbia e si nascondono in piccoli buchi che a volte creano in pochi secondi appena qualcosa o qualcuno gli si avvicina.




Infine rientrano i nostri eroi accaldatissimi, sembrano prodi eroi della legione straniera che abbiano appena raggiunto decimati il fortino. Veloce fase di rifocillamento prima e riordino dei bagagli e delle cose presenti nell’ufficio e poi nuovo giro al mare in attesa del tramonto. Non eravamo mai stati alla spiaggia nel pomeriggio tardo. C’è tutto un mondo che saluta chiede notizie e ha voglia di ridere e scherzare. Mentre Girandolina e Furia si dedicano ad un lungo bagno ristoratore Geppetto fa amicizia con un gruppo di ragazzi e soprattutto con Ocy un ghanese che lavora qui a Malika. Il tramonto infine si mostra in tutta la sua assenza. Nel senso che il caldo dell’aria ed il freddo dell’oceano creano una foschia all’orizzonte che fa annegare il sole verso la sera senza che ci sia un vero e proprio tramonto. Mancano le ciminiere e sembrerebbe Marghera. Voilà si va verso casa con visita alla stanza abitata dal ragazzo ghanese, piccola bollente e arredata riccamente con ben due soli materassi a terra per lui e un altro suo amico con cui condivide l’affitto.
I bimbi a casa ci attendono per la cena. Qualche momento insieme e poi per loro è giunto il momento della nanna.
Per noi di fare l’ultima condivisione e di tirare insieme le somme di questa missione pre-missione.
E poi a nanna.

Sogni in tramontabili da
Albatros, Furia, Girandolina, Svampita e il buon vecchio Geppetto (che la doccia ce lo conservi a secco).



Venerdì 20 Giugno
La sveglia suona sul solito caldo africano.
Ma oggi fa più caldo del solito. C’è più sole del solito. Più sabbia del solito. E i bambini quando si svegliano sono più bambini del solito. Ci tocca partire. Lo sappiamo dal momento in cui apriamo le palpebre. Lo sappiamo dal momento in cui siamo partiti. Solo che la realtà che ti immagini non è mai quello che accade nella realtà.
Prepariamo la colazione. Girandolina mette più cioccolata nel solito nei panini e vorremmo che il pane fosse il più croccante possibile. Questo è il momento che ognuno affronta da solo anche se cerchiamo di organizzare tutto in modo che ci siano sorprese sia per i bambini e le persone che restano, sia per i clown che arrivano.
Svampita ancora un po’ febbricitante. Andiamo anche a comprare le ultime cose che servono per partire insieme a quelle che servono per chi arriva al posto nostro.
Così la mattinata fila liscia. Ma sappiamo tutti dove corrono i nostri pensieri.
Chi ha famiglia, chi ha radici, chi ha persone cui vuole bene. Bi sogna e vogliamo ritornare. Come vorremmo e bisognerebbe restare e continuare. E’ questo che fa male. In fondo la nostra impotenza di fronte al mondo. Siamo piccoli e con la nostra piccola forza vorremo fare cose che sono al di sopra di noi. Almeno chi di noi crede che quello che facciamo vada al di là di noi stessi e che abbia un senso forte nel mondo che ci circonda.
Però anche questa volta il nostro piccolo seme l’abbiamo piantato. Non sappiamo se diventerà un Baobab o morirà, se sarà un fiore stupendo, o un rovo contorto sotto il sole.
Non abbiamo la certezza che il gruppo che Alì sta cercando di creare attorno a se riesca a diventare qualcosa di certo. Non sappiamo se riusciremo a supportare in qualche modo i ragazzi del centro d’incontro per handicap. Ma nulla avviene per caso e se abbiamo incontrato queste realtà significa che sono un prova per tutti noi. Poi quello che accadrà sfugge ovviamente alla nostra vista e al nostro volere.
I bambini tornano e si mangia tutti insieme. Noi abbiamo organizzato di riempire le stanze dei bimbi con palloncini a forma di cuore e di fare un lenzuolo con le loro e nostre mani impresse sopra.
Così quando tornano le nostre mani blu si uniscono alle loro ed anche a tutte quelle di chi è della casa.
Poi accade la danza.
La danza della partenza.
Tutti si muovono ma spesso non c’è senso in quei movimenti. Quando l’emozione sembra soffocarti improvvisamente ricordi che c’è una cosa da mettere a posto o da controllare. E poi gli abbracci i baci, i disegni dei bimbi per noi e tante tante altre cose che le parole scritte non possono rendere.
E c’è alla fine un taxi che ci porta via. Corre sulle impossibili strade e gli impossibili autisti del Senegal verso una sera che si accende di bancarelle e mercatini, gente che cammina, musiche ed odori che resteranno nei nostri cuori.
Non ci sono tante parole, non ne abbiamo voglia, e la riservatezza di Helen è si quella tradizionale dei senegalesi, ma è anche ascolto di quanto i nostro occhi urlano dal finestrino dell’auto.
Anche all’aeroporto il contatto con la realtà è flebile, legato soprattutto alle cose tecniche strettamente necessarie.
Aspettiamo i clowns dall’Italia. Dobbiamo scortarli verso Micheline Helen e Alì che li aspettano oltre le transenne di sicurezza. Sappiamo che li stiamo consegnando ad un’esperienza unica. Spariscono nella notte fra molti visi e voci. Anche noi veniamo inghiottiti dall’aria condizionata dell’aeroporto e poi da aerei che ci sballotteranno in una notte troppo breve piena di sonni spezzati e pensieri favoriti dalla sensazione di volare.
A Madrid Albatros ci saluta. Lo accompagniamo al suo volo per Parigi solo dopo una colazione che gustiamo molto ma in fondo viviamo come un tradimento del rito di scambio che a Malika aveva assunto questo momento.
Ed infine scavalcando i Pirenei e la alpi coperte di neve ( i senegalesi non hanno mai visto la neve e non è stato semplice spiegare come è fatta) eccoci riconsegnati ai nostri affetti. Girandolina ha ancora una penisola intera da percorrere ma oramai è casa. Salvo che ora c’è anche un’atra casa che ci aspetta. In Africa.

Sogni aerei da
Albatros, Furia, Girandolina, Svampita e il buon vecchio Geppetto (che la malinconia ce lo conservi lacrimevole).

giovedì 19 giugno 2008

Senegal - 11-18 giugno

Missione Senegal - 1° Gruppo


Mercoledì 11 Giugno
Altro giro altra corsa signori. Ma lo stile è quello del Senegal. Cioè che se anche hai un appuntamento con qualcuno non è detto che quest’ultimo nel mentre non abbia deciso di trasferirsi in Canada.
Il programma prevedeva due spettacoli, tutte due nel centro di formazione, ovvero scuole dalla materna in su, e laboratori di avviamento professionali, dove sono presenti anche ragazzi che hanno avuto qualche problema con la giustizia o sono stati affidati ai servizi sociali. La cosa incredibile, che in Italia non esiste, è che ragazzi che noi incontreremmo a Catania e Torino nelle carceri minorili sono presenti nelle classi normali. Ma si sa sono paesi in via di sviluppo (primo schiaffo della giornata).
I due spettacoli dovevano svolgersi al mattino con i bimbi della scuola materna, fatto, il secondo, al pomeriggio, con gli adolescenti delle classi superiori. Peccato che questi ultimi oggi non tornino a scuola… Con i bambini è un sogno. Facciamo lo spettacolo con calma serafica aggiungendo anche qualcosa di improvvisato. Loro ripetono tutto quello che diciamo. Loro ripetono tutto quello che diciamo.
Appunto !!!!
Mangiamo in una saletta dei professori con tanto di ventilatore, che ahimè ad un certo punto si spegne, ma l’elettricità langue, per poi visitare i laboratori di meccanica, falegnameria, serigrafia e scultura presenti.
Poi il prode Mamadù, nostro accompagnatore ufficiale di oggi insieme alle veline Helen e Michlin…simil Canalis ( la versione però intelligente della soubrette, ci dice che ci sarebbe l’occasione di visitare un centro per disabili.
Si paaaarteeeee.
Si tratta di una sorta di centro d’incontro che hanno proprio creato dei ragazzi disabili con l’aiuto di volontari tedeschi e altri. Il motto di ingresso, una frase stupenda che ci suggerisce subito una forte affinità coi valori vip.
La differenza è una ricchezza, diventa handicap quando viene interpretata negativamente”.
Prima di girare per il centro facciamo una bella chiacchierata con chi l’ha fondato e lo gestisce.
La lunghezza d’onda sembra essere la stessa. I brividi cominciano a farsi sentire.
Hanno creato tutto questo da meno che nulla, il primo acquisto sono stati il cemento e i mattoni per fare la base del muro di cinta, con una donazione di soli trecento marchi di una volontaria tedesca.
Dove si può arrivare sognando!
Poi fra il lavoro donato da muratori senegalesi e campi di lavoro dei volontari europei il centro è stato messo su.
Ci domandiamo se esiste anche in Italia qualche realtà nata così.

Oggi fanno tante cose, corsi, atelier ecc. Vogliono persino costruire un ala in cui disabili riparino attrezzature per i disabili stessi “ chi meglio di noi può sapere come riparare gli attrezzi che noi stessi usiamo?”. Ci vogliono regalare la visione di una parte del loro spettacolo tratto da un libro che parla di Handicap molto noto da queste parti. Ballano e suonano tutti, abili e non, e quanta forza ed energia c’è.
Geppetto ha le lacrime agli occhi e anche gli altri hanno luccichii sparsi. Peccato dover fuggire per tornare alla base. Come nel quartiere di Nyoko Boko l’energia è molto alta. L’idea è di tornarci e magari proporre gli ateliers proprio qui. E chissà che non possa nascere qualcosa di…. Quando il destino ci si mette di mezzo…
Al rientro siamo un po’ tutti pensierosi su quanto abbiamo visto e sentito, il viaggio si snoda fra le viuzze più nascoste dei piccoli agglomerati urbani che circondano Dakar e di cui anche Malika fa parte.
Domani si riparte, dato che il Senegal continua a sorprenderci contraddicendosi di continuo nello stesso istante, andiamo a dormire…..

Shaka baka Boiafaus….
Dice Albatros quando esce di casa dimenticandosi i trampoli.

Saluti da
Albatros, Furia, Girandolina, Svampita e il buon vecchio Geppetto (che l’umidità che lo conservi morbido)


Giovedì 12 Giugno
Signori e signore qui si viaggia al ritmo di due spettacoli al giorno sotto il sole africano.
Il mattino…ha la discarica in bocca.
Questa volta facciamo da soli, non più guide e mediatori locali, impavidi partiamo alle 9 e 30 per una delle discariche che costellano l’enorme periferia di Dakar. Il pullmino, come sempre, è più che variopinto e siamo accolti sul mezzo come sempre con sguardi fra lo stupefatto, l’incredulo e il finto freddo, quest’ultimo tipico degli autoctoni.

L’associazione Book Diom ci attende. Si occupa delle persone e nella fattispecie dei bambini che frequentano la discarica per recuperare cose da utilizzare.
L’appuntamento è alle 10 del mattino, orario senegalese, il che potrebbe voler dire che:
a) ci aspettavano in realtà alle 9,30 ma non era stato chiaro l’orario
b) siamo in anticipo di mezz’ora almeno
c) nessuno ci aspetta e magari si sono dimenticati che avevamo un appuntamento con loro.
d) Siamo in orario.

L’ultima ipotesi è quella vincente, perché tutto si svolge con una puntualità svizzera.
Arriva Mamadù, l’educatore della Casa di Ibrahima con un altro pullmino, non meno variopinto del nostro, dopo cinque minuti.
Dopo aver fiancheggiato la discarica entriamo in un centro pulito e lindo pieno di fanciulle che stanno facendo vari corsi. Ci accoglie un addetto dell’anagrafe municipale che ci spiega l’attività del centro.
Ci presenta anche il dottor Camara, che è colui che ha mantenuto i contatti con La casa di Ibrahima, in assenza del referente al momento in Canada.
Visitiamo così il dispensario, una sorta di piccolo ambulatorio dove si medica e si aiutano gratis le persone del quartiere. Ci sottolinea, aprendo il pressoché vuoto armadio delle medicine che il bisogno di antibiotici, anti epiretici, creme per dermatiti ecc è notevole.
Furia è contento di essere riuscito a recuperare molta roba tramite i suoi amici medici. Sicuramente ce n’è bisogno.
Dopo l’ufficio, il dispensario e la farmacia visitiamo una sala polivalente e una struttura aperta che servono per corsi atelier e centro d’incontro. Sotto quest’ultima svolgiamo lo spettacolo che diventa sempre più elaborato, ogni giorno aggiungiamo qualcosa e la cosa cresce e ci diverte sempre più.
Sono quasi tutte fanciulle quelle che ci guardano e durante il numero di magia della corda indiana alcune scappano via urlando credendo che si tratti di un serpente. Poco dopo rientreranno tranquillizzate.
Alla fine sono risate e fotografie più o meno in gruppo. Un ragazzo si esibisce in una sfida all’ultimo verso di gallina con una Svampita carica come una molla.
Girandolina furoreggia come sempre fra le ragazze con il suo sorriso dolce, mentre Albatros stupisce grandi e piccini dall’alto, molto più alto trattandosi di lui (non so se avete presente i suoi centimetri al naturale) , dei suoi Shaka Baka. Alla fine il responsabile dell’anagrafe ci invita ufficialmente alla Festa Nazionale del Bambino Africano, che si terrà lunedì prossimo. Vuole però trovare un posto adatto e capiente per riunire tutti i ragazzi delle varie scuole e dei vari centri aggregativi con cui è in contatto…. Che onore !!!!
Torniamo a casa verso le 13 dove per il pranzo troviamo ad attenderci i nostri ragazzi.

Lo spettacolo del pomeriggio è presso la scuola frequentata dai ragazzi della casa, ci aspettano per le 16, così riusciamo anche a concederci un attimo di relax dopo pranzo. Una volta pronti, appena svoltiamo l’angolo che ci porta nel vicolo della scuola, guidati come sempre dal trampolare deciso di Albatros, vediamo che tutti i ragazzi sono già in strada ad attenderci. Come sempre la musica è inutilizzabile così si parte subito aizzando i presenti con grida e battimani. Si va in scena. Al nostro pubblico di studenti piano piano si aggiungono tante persone del quartiere giovani e meno giovani. Blocchiamo praticamente la strada e un paio di macchine hanno difficoltà ad attraversare. I ragazzi della Casa sparsi fra i compagni di scuola hanno lo sguardo e il modo di fare di chi la sa lunga e anticipano e spiegano ai compagni lo spettacolo, sottolineando probabilmente “quelli sono i nostri clown”.
Quando torniamo a casa decidiamo di preparare le T-Shirt di vip che abbiamo portato. Grazie e Svampita ed Albatros vengono stupende e i ragazzi della Casa sembrano non voler finire mai di rifinirle.
Per l’indomani rinunciamo alla gita al Lago Rosa perché i ragazzi sono a casa da scuola e vogliamo dedicare loro un po’ di tempo provando ad effettuare anche un piccolo percorso clown.
Buona notte...dal paese dove il saluto è quasi sempre accompagnato da un dolce sorriso…c’è sempre da imparare J

Vostri:
Albatros, Furia, Girandolina, Svampita e il buon vecchio Geppetto (che la sabbia ce lo conservi asciutto)

Venerdì 13 giugno
Oggi sono nati dei nuovi clown! Questa mattina abbiamo fatto un piccolo corso claun con i bambini della casa di Ibrahima. Si sono cimentati in giochi di fiducia e camminate claun con passione e grande motivazione sotto le istruzioni del buon Geppetto…Ad ogni bimbo è stato consegnato il naso rosso e così adesso non siamo più in 5 ma i 16 clown!Tutto è finito con le prove delle piramidi sulla spiaggia seguito da un tuffo nelle onde.
La presenza dei clown italiani in Senegal può presentare effetti imprevisti. Difatti che ci crediate o no oggi ha piovuto! Lo spettacolo è stato impressionante. Il cielo si è coperto di nuvoloni scuri e dalla colorazione marroncino a causa della sabbia sollevata.

Nel pomeriggio andiamo all’associazione “L’avenir de l’enfant”, ci accompagnano anche i nostri ragazzi, indossano tutti la maglietta realizzata ieri, sono bellissimi e fieri, e un po’ lo siamo anche noi, sono contenti soprattutto del loro naso rosso, che li avvicina a noi, li fa sentire in un nuovo mondo.
Questa associazione, L’avenir de l’enfant”, ha due case in cui sono accolti ragazzi che hanno vissuto percorsi davvero difficili, molti sono ragazzi di strada, altri hanno subito violenza. Qui i bambini ci abitano ed allo stesso tempo vanno a scuola e sono formati professionalmente. Lo spettacolo lo facciamo in un cortiletto. I bambini all’inizio sono pochi ma la voce che sono arrivati i clown corre in fretta nel quartiere e presto tante altre persone arrivano per vedere lo spettacolo. I bambini parlano poco francese e quindi ci lanciamo in una specie di pseudo linguaggio composto di un misto di italofrancomodenesepiemonteswolof. Tra i momenti sicuramente rimarcabili l’esibizione di Svampita ai kiwido (vi diciamo solo che tutti ridevano a crepapelle compresa lei aggrovigliata tra le frange colorate). Lo spettacolo ormai ha vita propria e come tutti gli organismi viventi cresce…infatti al termine dell’abituale ruotine di gag, arriva il momento dell’acrobatica ed ecco venirsi a formare le nuove figure provate sulla spiaggia durante la mattina con i ragazzi della casa…un successone.

Durante il ritorno abbiamo modo di notare la povertà presente intorno all’associazione, e più cruda del solito e questo ci permette di riflettere sulla fortuna che hanno i nostri ragazzi ad appartenere alla Casa, soprattutto ci fa capire quanto sia importante che la casa sopravviva ai grovigli burocratici e alle diatribe delle persone a capo dell’associazione, è per noi impensabile immaginare i nostri i ragazzi che vivono in strada, o in centri duri e tristi come quello in cui siamo stati oggi.
La serata ha una dolce conclusione, i ragazzi e noi ci rilassiamo ascoltando le voci di Geppetto e Albatros prima, Melina e Djbril poi, che ci narrano brani tratti dal “Piccolo principe” (in francese) e “Le Petit Diable”. La giornata sembrerebbe volgere al termine, ma Girandolina viene avvicinata da Michlin armata di un piccolo uncino…inizia una trasformazione..Noi andiamo a letto …chissà se domani Girandolina sarà ancora la stessa….

Notte da:
Albatros, Furia, Girandolina, Svmpita e il buon vecchio Geppetto (che la pioggia ce lo conservi fertile)

Sabato 14 Giugno

Buon giorno Italia qui Senegal.
Anche oggi il sole splende bello caldo e luminoso, i ragazzi non hanno scuola e quindi tutti insieme andiamo nella casa sul mare dove proveremo a insegnare loro qualche gag. Giunti davanti alla casa la porta è chiusa, Diob, il custode, dorme ancora beato. Sono solo le 11,30. Quindi i ragazzi scavalcano, aprono la porta e Diob arriva sorridente e sonnacchioso.
Furia e Geppetto hanno già presentato la domanda per sostituire Diob quando va in vacanza o in pensione, si perche il buon custode è pagato per stare tutto il giorno nella casa a far nulla…quando vedrete le foto capirete…
Beh una volta radunati nella sala grande, cominciamo il laboratorio di gag, prima la parata militare e poi la mosca. Ovviamente tutti gli 11 ragazzi vogliono partecipare e sono davvero bravi, sono come delle spugne, ci hanno visto solo 2 volte, ma già sanno cosa fare e in 3 minuti imparano la tecnica del ciapa ciapa. Vederli in scena è bellissimo ma ancora più bello e vedere quanto si divertono e come ridono. Il clima nella casa è spumeggiante. Al termine delle prime prove la parata senegalese è così composta: Djbril farà il capo o Housman la recluta burlona, in mezzo 9 soldati più più o meno obbedienti.
Per la mosca si fanno varie prove, tutti si alternano tra mosca e signora, sempre affiancati da Svampita e Girandolina, non sappiamo ancora quale sia la coppia più accreditata, sono davvero tutti bravissimi. Dopo un’ora e mezza di sano lavoro il giusto riposo sulla spiaggia…viva il Senegal.
Sulla spiaggia Furia, Albatros e Geppetto accettano follemente di fare la “comba” con dei ragazzi del luogo (la comba è un tipo di lotta senza colpi diretti, dove bisogna solo mettere l’avversario con le spalle al suolo) loro hanno dei fisici pazzeschi che tengono allenatissimi, i nostri lo sono un po’ meno…viva la pastasciutta!!!

Prima di pranzo abbiamo il piacere di conoscere un gruppo di musicisti che girano il Senegal cercando di portar loro forza e fiducia in se stessi, hanno a cuore i problemi dei bambini e il loro futuro, e questo ce li fa sentire particolarmente vicini. E’ stato un bel momento di integrazione, questo commovente incontro. Poi, di corsa, tutti a casa per il pranzo.

Nel pomeriggio ci aspettano i ragazzi della scuola coranica nella quale abbiano fatto il primo spettacolo, ci accompagnano anche i nostri ragazzi...quale momento sarebbe migliore per farli conoscere e giocare insieme e cosi dopo qualche gioco di conoscenza e di fiducia passiamo a quelli un po’ più energetici. Sarebbe stato bello poterli far giocare nel grande campo all’aperto, ma il Senegal è in Africa e quindi come potete immaginare il caldo, scioglie e così cerchiamo di far sfogare la loro energia con bans da urlare e giochi che si possano sostenete in un ambiente un po’ circoscritto…il risultato? Bambini felicissimi e divertiti, noi soddisfatti e un po’ esausti,.giornata all’insegna del divertimento, il pomeriggio passa velocemente, e così la cena…è il momento di un Film (X-Man 3), che grazie alla nostra potente tecnologia, riusciamo a vedere, ma i ragazzi sono esausti e dopo un'ora vano a nanna.
Anche i vostri eroi li seguono…un altro giorno è trascorso in questo magico Senegal.

A presto dai vostri italo-senegalesi
Albatros, Furia, Girandolina, Svampita e il buon vecchio Geppetto (che l’Autan ce lo conservi unto)

Domenica 15 Giugno

Buon giorno, indovinate un po’ anche oggi c’è un bel sole caldo, subito dopo colazione partiamo per andare tutti insieme alla spiaggia….Non proprio tutti, in quanto oggi per il pranzo cuciniamo noi. Così Girandolina e Svampita restano a casa a cucinare un delizioso sughetto con il quale condiremo degli spaghetti cotti alla perfezione.
In spiaggia proviamo a fare dell’acro balance ma i ragazzi oggi non ne vogliono sapere…vogliono solo fare il bagno, correre e giocare, insomma fare i bambini quali sono e così per un giorno un po’ diverso, facciamo i loro fratelloni tuffandoci con loro nelle onde, giocando con cerchi, raccogliendo conchiglie….in questo modo la giornata scivola leggera e spensierata, dandoci la possibilità di amare ancora di più questo incantevole posto….(Furia lo ama davvero tanto)
Dopo lo splendido pranzo di cui sopra, terminato con una grandiosa macedonia, il pomeriggio rallenta in quanto i ragazzi devono vedere il film iniziato la sera prima, poi devono giocare a calcio, poi devono pregare…e quindi noi possiamo prenderci un po’ di tempo per noi, qualcuno va a telefonare, qualcuno spalma la crema sulla pelle bruciacchiata, qualcuno semplicemente riposa. Effettivamente ne abbiamo bisogno. Sapete, anche se il ritmo di lavoro qua non è infernale, il caldo lo è e rende ogni movimento più faticoso del dovuto, e di conseguenza a fine giornata siamo sempre cottissimi…
Serata con effetti speciali. Le torce di Alabatros e i kiwido luminosi di Girardolina e Svampita (senza relativo attorcigliamento questa volta) rendono quasi irreale lo scenario africano. All’imbrunire così, insieme ai vostri esploratori europei, pure bimbi di ogni ordine e grado tentano con alterne fortune di far volare oggetti di ogni tipo.
Da domani si riparte per gli ultimi giorni di missione che dovranno essere fortissimi. Quindi a nanna presto.

A presto dai vostri italo-senegalesi
Albatros, Furia, Girandolina, Svampita e il buon vecchio Geppetto ( che la pastina ce lo conservi al dente).

Lunedì 16 Giugno
La giornata del bambino africano ovvero la giornata della cavolata senegalese. Questa almeno la definizione che la nostra prode Jalila ha coniato per questa giornata.
Piove al mattino e ciò doveva già farci capire che non sarebbe stata una giornata facile.
Ci eravamo preparati psicologicamente a presentare il nostro spettacolino con la forza più grande che potessimo mettere in campo. Eppure…
Ma andiamo per ordine.
La sveglia ci coglie mentre i ragazzi oramai sono pronti per andare a scuola. Espletata la doverosa formalità della colazione, fra il caldo e il resto senza la colazione è difficile dare il via alla giornata, ci approntiamo a fare le prove ed a pensare qualche idea nuova per lo spettacolo quando Melina ci propone di recarci presso la vicina scuola professionale per ragazze. Il fatto è che stavamo aspettando anche Omar dell’associazione dei ragazzi disabili per poterci organizzare per uno scambio di spettacoli. Dunque ci dividiamo. Albatros e un bruciacchiato Furia restano a casa ad attendere Omar e Girandolina, Svampita e Geppetto raggiungono in breve la scuola. Lo spettacolino, che in tre diventa ino ino ino si svolge con buon successo. Le ragazze sembrano aver molta più voglia di ridere e divertirsi dei coetanei orgogliosamente maschietti. Parliamo anche con la direttrice e nel dialogo viene fuori l’idea di proporre alle ragazze un breve stage di due appuntamenti di decoupage con le nostre due prof Svampi e Gira….
Detto fatto.
E piccolo grande errore… Il primo appuntamento è per il pomeriggio purtroppo in concomitanza, in teoria, con lo spettacolo per la festa del bambino senegalese. La cosa si complica ulteriormente anche perché da tre giorni tentiamo inutilmente di metterci in contatto e di aggiornare orario e luogo dell’appuntamento. Date le risposte evasive dei nostri interlocutori decidiamo che la death line per decidere se partecipare all’evento o meno sono le 11,30.
Naturalmente quando i tre della scuola tornano a casa scoprono che nel frattempo l’appuntamento del pomeriggio è fissato, ma piuttosto vagamente, alle 15,30 al terminal dei bus, luogo di appuntamento tradizionale qui a Malika.
Il gruppo deve decidere cosa fare, alla fine con qualche mugugno si decide di dividersi nuovamente. I maschi andranno a fare lo spettacolo alla scuola e le femmine al laboratorio di decoupage.
Intanto un altro problema si staglia all’orizzonte. Omar del gruppo dell’handicap è venuto da noi per recuperare un anticipo per le t shirt che ci siamo fatti fare dal loro centro. Con una genesi piuttosto incerta parte l’idea insieme alle educatrici della casa di Ibrahima di organizzare uno spettacolo insieme al loro gruppo di ballerini e danzatori per mercoledì sera. Loro vorrebbero che però, visto che comunque non chiedono un cachè, gli venga pagato il taxi. Anche qui il gruppo deve decidere il da farsi e con qualche difficoltà riesce a spiegare che noi non siamo qui per fare beneficenza, che chi parte volontario clown lo fa a proprie spese e che alle spalle non abbiamo una struttura gigantesca che può permetterci di sostenere chissà quali spese ed infine conta anche una questione di principio.
Il compromesso viene fatto su una partecipazione alle spese di trasporto come se noi andassimo in taxi da loro. Ci si mette d’accordo su alcune cose et voilà per i maschietti dello spettacolo alla scuola è già ora di partire sotto il sole delle 15 africano. Con la nostra guida Jalila arriviamo al terminal bus ed attendiamo. Attendiamo. Ed attendiamo. Passa un’ora. Alla fine torniamo a casa. Come avrete capito nessuno è venuto a prenderci.
Seguiranno alcune telefonate con termini come “desolè” “ genè” con pure una telefonata comica di qualcuno che dice di non essere riuscito a trovare al terminal bus quattro bianchi vestiti da clown….
Torniamo a casa.
Andiamo a vedere il luogo dove poter fare lo spettacolo mercoledì, ci sarà da pulire ed organizzare lo spazio. Se la organizziamo noi sarà di sicuro una festa grandiosa.

Alle 2 fanciulle sicuramente è andata meglio…il laboratorio di decupage è stato un vero successo.
Le ragazze della scuola dove è avvenuto il laboratorio, non sono riuscite a recuperare un particolare oggetto da decorare, però un cassetto magicamente è spuntato, non abbiamo indagato sulla sua provenienza, ma sono attente, come ovviamente lo può essere una classe di adolescenti, e apprese le tecniche promettono di trovare un oggetto per mercoledì mattina, quando Girandolina e Svampita torneranno per continuare il lavoro cominciato. Il vero delirio però scoppia quando le due eroine clown decidono di truccare le ragazze. Tutte all’inizio sembrano un po’ diffidenti, ma non appena intravedono i brillantini scatta qualcosa e la follia comincia..e così tutte in fila come se invece di attendere di essere truccate, attendessero di incontrare Justin Timberlake. Il guaio è che il cancelletto che da sulla strada è aperto…si sparge la voce, gli schiamazzi si fanno sentire e quindi le ragazze da 15 diventano oltre 40….c’era da aspettarselo con Justin Timberlake!!!
Al loro rietro Svampy e Gigy sembrano due reduci di guerra, ma con un sorriso stampato sulla faccia da invidiare…
Anche oggi abbiamo imparato qualcosa dal Senegal, terra ogni giorno imprevedibile…terra che comunque sempre ci regala qualcosa e che non riusciamo a non amare…

Sogno felici, da
Albatros, Furia, Girandolina, Svampita e il buon vecchio Geppetto (che il ritardo ce lo conservi puntuale)

Martedì 17 Giugno

Auguri Girandolina. Oggi ci attende una grande giornata, dobbiamo far visita a due ospedali di Dakar, quello visitato la volta scorsa, e l’ospedale Principale. Auguri Girandolina.
Sveglia alle 7.00 per riuscire a prendere il Bus che ci permetterà di evitare un certo volume di traffico, ma ovviamente siamo in Senegal e quindi anziché prendere il nostro pullman finiamo su un birucet locale, al primo ne susseguono altri 2, dopo una breve camminata giungiamo ad un grosso incrocio. Auguri Girandolina. Qui dobbiamo salire su un ultimo pullman di linea che ci porti davanti al primo ospedale a Dakar. Beh, il pullman è già pieno e salendo con grande fatica dimentichiamo qualcosa…..Geppetto!!! non è riuscito a salire, ma per fortuna il pullman deve fare manovra prima di ripartire quindi caricati i sui bagagli dal finestrino lo tiriamo su a forza di braccia, schiacciati come sardine ci siamo finalmente tutti e via partiamo. Auguri Girandolina.
Giunti finalmente all’ospedale, veniamo accolti un po’ freddamente, ma noi siamo positivi energetici ed entusiasti e via nel reparto…servizio splendido e attento, noi ci divertiamo e i bambini anche... le mamme non parliamone ridono come matte. Le ore a disposizione volano e non riusciamo a soddisfare tutte le richieste dei medici che ci vorrebbero con loro ancora e ancora e ancora. Auguri Girandolina.
Uscendo andiamo a mangiare…dove? In un luogo che ci ha davvero ristorato, e ridonano le forze per poter affrontare l’ospedale Principale di Dakar. Auguri Girandolina.

Dopo un breve tragitto in macchina eccoci giungere davanti a un enorme complesso in perfetto stile coloniale. Il grande ospedale è gestito dai militari, e la differenza con l’altra struttura di vede. Notiamo subito controlli più severi all’entrata una maggiore pulizia e cosa quasi incredibile…aiuole ricoperte di un morbido manto verde.
L’accoglienza è un po’ freddina anche qui, l’ambiente militare ha regole severe che non vanno perfettamente a braccetto con la spontaneità di noi clown. Auguri Girandolina.
Una volta conosciuto il Maggiore, che resterà con noi per tutto il pomeriggio, ci dirigiamo verso i reparti.
Comincia così una vera magia dove sorrisi, dolcezza e risate si susseguono, tutti ne sono contagiati i dottori, gli infermieri persino il rigido maggiore si lascia andare a risate di vera pancia vedendo magie e piccole gag. Auguri Girandolina. Le ore volano e presto è ora di andare via…i nostri corpi sono stanchi, ma i nostri cuori sono gonfi, carichi…. sappiamo di aver vissuto una gran giornata, sappiamo di essere riusciti a donare amore e allegria. Una giornata indimenticabile, ricca di emozioni…per Furia una particolare, è l’ultimo servizio in ospedale fatto con il suo vecchio camice, dopo 6 anni di onorato servizio, verrà piegato e meritatamente riposerà, sarà un ricordo bellissimo… Auguri Girandolina.

La giornata termina in maniera davvero suggestiva, la luce va via e così ceniamo a lume di candela. E’ una cena particolare che ci riserva ancora qualche emozione, come forse avrete intuito oggi è il compleanno di Girandolina..AUGURI!!! Così dopo il solito piatto unico ecco arrivare la macedonia con il gelato…e per finire i bambini durante la nostra assenza hanno preparato una maglietta con tutte le loro firme da regalare a Girandolina…
Furia, Albatros, Svampita e Geppetto provano un pizzico di invidia…la festa per Girandolina è di una semplicità estrema ma vera e ricca di amore credo che tutti una volta nella vita vorremmo festeggiare così il nostro compleanno! Auguri Girandolina.
Finalmente andiamo a letto esausti ma coscienti di aver vissuto una giornata indimenticabile.
Grazie Senegal

Sogni incantevoli da
Albatros, Furia, Girandolina, Svampita e il buon vecchio Geppetto (che il sonno ce lo conservi vigile)

Mercoledì 18 Giugno

Buon giorno dai vostri avventurieri. Oggi indovinate???? E’ una splendida giornata di sole caldo e lucente ben 37° alle 10 del mattino!!!
Oggi è un giorno speciale, come tutti quelli qui trascorsi sino ad ora, un grande evento ci attende e noi ci teniamo particolarmente.
La giornata inizia con la ripresa del laboratorio di decoupage dalle ragazze. Girandolina e Svampy si recano questa volta con Jalila alla scuola e apprendono con gioia che le ragazze si sono applicate nel cercare un oggetto da decorare. Alcune di loro hanno portato delle mezze zucche svuotate, ottime per il lavoro da fare.
Altre hanno i fantomatici cassetti presi non si sa dove... e altre, che non si sono applicate gran che, hanno dei pezzi di cartone. Iniziano con il ritagliare la carta, e alcune sono davvero brave e volenterose!
Una volta applicata la carta sugli oggetti le ragazze che non vedono l’ora di finire il lavoro passano all’applicazione del flatting. Gli oggetti prendono forma e le ragazze sono contente del risultato.
Girandolina si adopera molto perché le applicazioni vengano fatte nel migliore dei modi, anche perché Svampita Inizia ad accusare i sintomi di una forte infiammazione alla gola e non è al massimo.
Finito li laboratorio verso mezzogiorno ci rechiamo a casa dai maschietti, che nel frattempo hanno organizzato il luogo dove allestire lo spettacolo del pomeriggio, lavorando sotto il sole per pulire la sabbia dalla spazzatura e detriti, nell’area dove si terrà l’esibizione nostra e dei ragazzi del centro handicappati conosciuto nei giorni scorsi. Nella mattinata Furia ha provato a spedire le condivisioni ma purtroppo tutto il quartiere è senza luce, Geppetto e Albatros sono andati a comprare il materiale per realizzare delle torce e per delimitare il “palco”…nelle strade i ragazzi notano qualcosa di strano…le ragazze che hanno appena finito il corso di decupage, hanno tutto in mano i lavori appena realizzati e sono davvero belli, alcune di loro esponevano le loro zucche in testa!
Furia con dei soldi donati ha comprato per la casa, delle nuove tazze, delle posate, e una teiera per la colazione del mattino.
Nel pomeriggio proseguono i preparativi per lo spettacolo, purtroppo a questo mancherà Svampita, costretta a letto da una febbre a 38 e mezzo.
Alle 15 cominciano i lavori ... il palco viene delimitato (4 paletti e una lunga corda), le torce vengono realizzate (5 pezzi ferro per serramenti con avvolti all’estremità uno straccio per pavimenti….meglio di Indiana Jones), le quinte allestite (3 pali, un filo da stendere e i nostri 5 camici più 2 batik appesi).
Tutto è pronto per iniziare: alle 17 circa giungono su un lussuoso mezzo di trasporto i circa venti musicisti e ballerini. Scendono stampellati e non con l’aria della classe liceale in allegra trasferta.
Et voilà inizia la parata per le strade più o meno sabbiose del quartiere . Come sempre alla testa si pone l’imponente Albatros. Seguono i musicisti Furia e Geppetto con palline e clave ed ancora uno stuolo di ragazzini fra cui i più sorridenti e casinisti sono ovviamente i bimbi della Casa di Ibrahima.
Giungiamo i corteo rumoroso fino al centro nevralgico di Malika il famoso Terminal Bus. E lì, dietro front e ritorno fino all’area che i nostri eroi hanno approntato per lo spettacolo. Il pubblico non è da concerto di Vasco a San Siro, ma noi siamo felici lo stesso, anche perché tutti i vicini hanno contribuito all’allestimento dello spazio chi prestando mattoni, chi pali chi semplicemente sorridendo con la sua presenza.
Puntiamo tutto sulle gags e dobbiamo dire che i bimbi ma anche i grandi ridono e ridono e ridono… A causa della febbre di Svampita, sigh, esordisce alla mosca Micheline con un successo incredibile. Nonostante i problemi di lingua e tutto il resto è bravissima.
Poi è la volta del gruppo musical danzereccio che trascina il pubblico per un bel po’ fino al numero finale , guarda il destino, con un mangiafuoco sputa fuoco, che da il la all’accensione delle torce e alla baraonda finale con anche il grande Albatros protagonista.
La sera scende veloce il gruppo risale sul furgone scassa…., pardon lussuosissimo, puntualmente si insabbia alla prima curva con relativa discesa di tutti e venti gli astanti e spinta con annessi clown del potente mezzo, e con grida e canti si perdono nella notte fra le case di Malika.
Viene da sospirare e pronunciare: Africa.

Sogni ballati da
Albatros, Furia, Girandolina, Svampita e il buon vecchio Geppetto (che la sabbia ce lo mantenga insabbiato).

domenica 15 giugno 2008

Senegal 7-10 giugno 2008

Missione Senegal - 2008 - Gruppo 1

Sabato 7 Giugno

Seconda parte.
Ovvero la serata più romantica della nostra vita cioè quando per fortuna in Senegal il tempo si è fermato e anzi è tornato indietro di qualche manciata di decine di anni.
Era la prima sera che passavamo con i ragazzi e devo dire che vivere a stretto contatto con loro, mangiare con loro dormire nella stanzetta a fianco a loro è senza dubbio un plus di questa missione.
Ma il destino vuole che manchi la luce. D’altra parte qui sembra che luce e acqua manchino quasi in perfetta alternanza.
E allora che si fa ?
Perbacco si canta e si racconta mentre la luce del giorno piano paino scivola via.
Un racconto senza capo né coda di Gustavo, il castoro di Geppetto, un alto racconto su un gobbo e le fate, sempre con Geppetto e poi una storia incredibile di Albatross…

Domenica 8 Giugno

Questa mattina il risveglio è energico: non nel senso di energetico, ma nel senso di traumatico, in quanto di botto il letto di Furia è caduto (tombè) sul letto di Geppetto(i letti sono a castello), ovviamente con Furia e Geppetto al loro interno. Geppetto è stato miracolato nel tonfo dalla protettrice santa Ronfè (da Malika), ed è uscito illeso.
Girandolina è stata colta da stress improvviso per paura che anche il letto di Albatros possa caderle sulla testa e ciò l’ha portata ad andare di corpo (alleluia fratelli, altro miracolo di santa Ronfè).
Dopo la consueta colazione composta da una mezza baguette con nutella senegalese e caffè, ci vestiamo e ci organizziamo per andare a fare il laboratorio di palline da giocoleria in spiaggia alla casa di Malika.
Aspettiamo che i bimbi facciano i compiti e ne frattempo aggiungiamo gag, magia e acrobazie al nostro spettacolo che il giorno prima è piaciuto molto.
Una volta composte le palline con i ragazzi procediamo con l’insegnamento, mentre qualcuno prova i diablo e le clave. Viene poi l’ora di fare un bel bagno in mare con i bambini e ci hanno raggiunto altre persone anche adulte, per stare insieme, anche loro hanno voluto imparare le tecniche di giocoleria.
Finito il bagno andiamo alla casa per fare le docce. Le docce le abbiamo fatte alla casa con le caraffe e i secchi poiché nella casa dove dormiamo non c’era l’acqua. E’ stato un momento memorabile poiché sono stati proprio i bambini a lavarci e a prendersi cura di noi!! A pranzo abbiamo mangiato una parte degli spaghetti che abbiamo portato, con un sugo d tonno e cipolla. Vi abbiamo spiegato come si mangia qui? Noooo???
Bhè sappiate che si sta tutti nel tappeto da pranzo seduti per terra: siamo in 18 o 20 a mangiare qui di solito, e si fanno tre gruppi in genere. Ogni gruppo attinge il cibo in un unico grande piattone tipo vassoio (teglia della farinata) rotondo, e ognuno con la sua posata mangia finchè è sazio…oggi gli spaghetti erano ovunque!!!!
Dopo pranzo ( qui si mangia alle tre del pomeriggio ora senegalese che sarebbero le 17 ora italiana) una piccola siesta e poi il laboratorio di marionette. Abbiamo fatto costruire delle marionette da mano ai bambini, utilizzando dei calzini a cui abbiamo incollato gli occhi (paline da ping pong), capelli (con la lana) e bocca (con il panno colorato).
I bambini hanno apprezzato molto le marionette a cui hanno dato n nome e una voce (diversa dalla loro). Ogni bambino ha presentato la propria marionetta e dopo lo spettacolo fatto da Albatros, Geppetto e Furia, anche loro hanno fatto uno spettacolino utilizzando le proprie marionette, bellissimo!!!
Dopo questi momenti davvero esilaranti, ci siamo messi in cerchio ed abbiamo fatto alcuni giochi di conoscenza ed il clima che si è creato è stato bello e allegro, clima che si è fatto molto più caldo durante la successiva partita di calcio.

Le due squadre si sono formate quasi immediatamente ed il mach ha visto la partecipazione dei nostri valorosi Albatros, con pollicione gonfio alla fine della gara, (la partita si è giocata a piedi scalzi su un terreno di sabbia e pietre) e Geppetto, stoico libero, che si ispirava alla mitica coppia Annoni\Bruno per evitare il goal. Nel mentre Furia, Svampita e Girandolina, cantavano e danzavano con un gruppetto di bimbi senza sapere di essere all’interno del campo da gioco. Solo dopo aver rischiato di essere abbattuti da un calcio d’angolo, i tre danzatori si spostavano a lato del campo dove venivano raggiunti da molti altri bimbi…una vera festa J
La partita finiva, e i nostri 2 eroi rientravano sudati marci ma soddisfatti della prestazione ottenuta. I tre danza-animatori erano più marci dei calciatori e molto felici di aver rallegrato tanti bimbi durante un caldo pomeriggio senegalese…
Uno splendido tramonto di accompagnava alla cena, che veniva consumata abbastanza velocemente per mettere ai bambini di andare a letto presto, domani c’è scuola e la sveglia è alle 6.30
Un'altra grande giornata…viva il Senegal

Albatros, Furia, Girandolina, Svampita e il buon vecchio Geppetto (che la salsedine ce lo conservi)

Lunedì 9 Giugno


Che il Lunedì fosse un giorno speciale non ne avevamo dubbi, ma che fosse così speciale nessuno dell’equipe Senegal se lo immaginava, tantomeno dopo essere diventati la favolosa "Compagnie du Bujardin".
Dopo aver visto i nostri, “nostri” (nel senso che loro oramai ci considerano i “loro” clown e quindi per usucapione anche loro sono diventati nostri) partire per la scuola anche noi abbiamo iniziato la lunga marcia della giornata sulla solita strada che inanella ai suoi fianchi ruderi di case vecchie, nuove e vecchie- nuove in costruzione, rifiuti vari abbandonati, capre, bambini dal moccio insistente e uomini al lavoro sotto un sole già alla temperatura di fusione dell’acciaio.
La prima destinazione a sorpresa per loro è per noi, è stata proprio la scuola dei piccoli che ci ospitano.
Siamo spuntati ovunque dalle porte finestre che intersecano i muri dell’edificio. Bello è stato scoprire che uno dei ragazzi della Casa è il primo della scuola, media 9,33….. Un mostro…. Ora comprendiamo perché da quando siamo arrivati il ragazzo indossa ininterrottamente una t-shirt con la scritta “Qui dentro c’è un fenomeno”.

Il secondo obiettivo della “pattuglia Vip nel deserto è stata la scuola coranica che avevamo già incontrato nei giorni precedenti. Dopo il solito passaggio sui variopinti furgoni del consorzio trasporti dakariani, eccoci inoltrarci nel solito giardino. Dopo alcune disquisizioni politico socio filosofico sul futuro del pianeta , le fonti energetiche alternative e non e il ginocchio oramai Hollywoodiano di Svampita siamo accolti da monsieur le directeur il quale ci illustra il mirabile sistema educativo della scuola.
Ora, che le belle parole sul ruolo dell’educatore corrispondano pari pari a ciò che poi è la realtà nelle classi, è tutto da dimostrare, ma se gli occhi non mentono monsieur le directeur dice la verità e comunque sembra amare ( ed è la parola che lui ha usato per definire la caratteristica principale che deve possedere un insegnante secondo la sua visione) profondamente il suo lavoro.

Ma poi arriva l’orda… Non appena, battendosu un cerchione di una ruota, viene annunciato l’intervallo, si scatenano come un attacco frontale i bambini di ogni ordine e grado non verso la zona dello spettacolo ma verso Albatros semi nascosto dalle piante.
Al volo dobbiamo variare qualcosa.
Allora Giocoleria, qualcosa di acrobatica, e Magia.
Ma poi veniamo accerchiati. Il cerchio si chiude sempre più e abbiamo difficoltà persino a respirare.
Furia e Geppetto sembrano il generale Custer e il suo sergente accerchiate dagli apaches mentre il tenente Albatros e le furiere Svampita e Girandolina difendono le vettovaglie.
Alla fine gli occhi stupiti restano ma Svampita si difende a stento da pizzicotti e mani addosso.

Sudati marci e sotto una calura da ore 13.00 africane torniamo a casa….

Mangiamo con ancora il cuore che batte forte oltre che per l’affetto e gli abbracci dei nostri che in parte ci consolano dello scampato “pericolo”, in pratica ci confermano che vogliono imporci giustamente il loro “imprinting”.

Ma è quasi subito ora di partire e il viaggio dura più di un’ora fra i soliti pulmini blade runner e un taxi proveniente direttamente da interceptor.
Per la delusione delle due girl, alla guida non c’è Mel Gibson, ma un omone che occupa una piazza e mezza...
Dopo un litigio, che si protrarrà con energia e risoluzione positiva anche al ritorno, (coriacee ‘ste ragazze!), arriviamo in uno dei quartieri più poveri di Dakar. Dopo aver attraversato un mercato dagli incredibili colori ed odori e una piazza assolata, eccoci giunti ad una sorta di centro d’incontro.
Un uomo ci accoglie, la sua calma e serenità ricorda uno di quei parroci delle nostre periferie dilaniate. Ci propone , anche per raccogliere il pubblico dei ragazzini, un giro per il quartiere. INCREDIBILE !!!!
I tre uomini partono con l’Alabatros trampolato [N.d.r. sui trampoli] in testa. Gli altri due seguono fra fischietti urli e canti, con palline e clave. Ad un certo punto ci giriamo e lo stuolo di ragazzini, bambini ed affini che fanno corteo è veramente impressionante, cantano una cosa stupenda girando per le stradine del quartiere e finalmente si sbuca di nuovo davanti al centro d’incontro.

Lo spettacolo fila via benissimo, grazie anche alla presenza di una band di percussionisti e ballerini, che avrebbero nello stesso orario dovuto provare, pur dopo qualche momento di incertezza (per darci anche la possibilità di parlare, oltre che accompagnarci durante i momenti di Mimo acrobatica e giocoleria) .

Dopo il tour del quartiere l’energia nostra è a mille e nei momenti successivi spariamo veramente tutto…. Godiamo anche dello spettacolo dei danzatori e dei percussionisti… Bellissimo.
Alla fine giochiamo ancora con i bimbi che ci accompagnano fino ai pullmini soliti per il ritorno. Siamo stanchi ma paghi della giornata incredibile. I visi e le mani di tutti quelli che abbiamo incontrato ci corrono nella mente e nel cuore clown. Geppetto è commosso, gli altri non so ma gli occhi non mentono….


Martedì 10 Giugno
La giornata campale è partita, con un viaggio intergalattico a bordo di un Enterprise colorata di bianco e blù, che manco le linee aeree greche…. (geniale poter fare il biglietto a bordo senza quella cosa infernale che risponde al nome di obliteratrice).
Il viaggio è per altro breve: due ore e mezza!
Ma abbiamo modo di assaporare in ogni modo la vitalità del popolo senegalese e tutti gli odori e sapori dalla periferia di Dakar al suo centro.
Finalmente si scende dall’astronave e i Malikiani o malikesi raggiungono l’area Shopping. Peccato che l’assalto dei venditori del pianeta “Ventimila franchi” sia immediato e violentissimo. La fanteria regge l’urto frontale nonostante molteplici cadaveri che lascia a terra: fondamentalmente i tre uomini della missione.
Svampita e Girandolina escono invece vincitrici e con lo sguardo fiero.

Il pranzo viene consumato presso un locale che a fine giornata Girandolina definirà “caratteristico”, chi vi scrive pensa che fosse un incrocio fra una mensa aziendale dei minatori sardi e il bar dove Luke Skywalker e Ian Solo in guerra stellari si incontrano.
Poi via alla folle corsa verso l’ospedale che naturalmente è esattamente dalla parte opposta della città. I taxi sono due ma quello che parte dopo arriva prima. Ed infatti sorseggiando una Besap gelata (non chiedeteci cosa contenga... è buona e basta, è fucsia... ed in certi momenti alcune domande, non sappiamo com’è, ma non ce le poniamo).

Ci inoltriamo nell’ospedale più a misura di umani che tutti noi abbiamo visto. Molti poi sottolineeranno come nel mondo di ospedali ne abbiano visti ben di peggio ma questo ci pare meno peggio di quel che ci aspettavamo.
In alcuni cortiletti interni sdraiate su stuoie, mamme che allattano bebè e bimbi che giocano.
Alcuni hanno le flebo innestate nella testa che fanno un po’ impressione. Non c’è solo la malaria a minacciare i giovani senegalesi. Giriamo due reparti di pediatria. Alcuni bimbi si spaventano anche un po’. Di nuovo l’effetto extraterrestre sottolineato nei giorni scorsi si fa sentire ma un po’ alla volta anche i più lacrimevoli si rilassano e ridacchiano. Quelli che sembrano divertirsi di più sembrano in realtà i genitori soprattutto mamme e nonne che ballano e cantano appena gliene si da la possibilità. Purtroppo il tempo dei trasferimenti è tiranno e non è possibile visitare anche reparti di adulti.
Ci richiedono un ‘uscita modello fighi di ER e subito ci sottoponiamo a tale tortura.
All’uscita ci attende il busto dell’integerrimo dottor Robert Vattelpesca con tanto di occhiali. Il busto è venuto così bene che pensiamo l’autore sia stato deposto nelle fondamenta della parte nuova dell’ospedale.
Un po’ timorosi chiediamo di fare la foto insieme all’unico bianco, seppure finto, presente in zona. Le guardie sembravano non attendere l’ora di prendere un po’ in giro il fondatore et voilà un naso rosso spunta sul naso del signore occhialuto e si riparte.

Optiamo per due taxi per tornare a casa, pensando di fare prima. Il problema che lungo il tragitto sul lussuosissimo mezzo di locomozione ci addormentiamo tutti , autista compreso. In un taxi finisce pure il gasolio, sull’altro solo l’attenzione di Svampita impedirà al viaggio di ritorno di avere come destinazione Casablanca o Timbuctù.

La sera facciamo la prima condivisione allargata e tradotta anche alle due volontarie francesi.

domenica 8 giugno 2008

MISSIONE SENEGAL 2008 - 1° Gruppo - Diario-1

Eccoci finalmente in qualche modo collegati con voi.
La missione Senegal 1 ha finalmente avuto inizio.
Giunti venerdi sera e superato l'assalto dei taxisti abusivi (cioé tutti), dopo un lungo viaggio su auto ad euro "meno due", degno delle ultime Parigi-Dakar, dune artificiali e non... siamo giunti a destinazione.
La casa é molto carina anche se spartanissima e non ci sono finestre verso l'esterno, quindi la temperatura e l'umidità raggiungono livelli da uccidere una lucertola.

Sabato 7 giugno
la mattinata, comincia con l'avvistamento di bambini sotto il metro e cinquanta tutti colorati di marrone.
In tutto sono 11, forse più amici che entrano ed escono. Ma sono le creature più belle e dolci che potete immaginare, di certo non soffrono la fame in quanto a colazione si sono frantumati, sotto i bianchissimi denti, uno sfilartino di circa otto metri (trenta centimetri )spalmato di simil-nutella.
La mattinata è proseguita con la visita alla vecchia casa dove originariamente c'era la missione. Era un posto stupendo da far invidia al club Mediterrané, ma purtroppo la furia del mare ha reso una parte della struttura inagibile e pericolante.
Qui i bambini fanno ancora qualche attività: scuola e arti marziali.
Noi abbiamo provato lo spettacolo e poi fatto il bagno coi ragazzi prima di vederli cimentarsi con il taek wandoo o qualcosa di simile alle nuvole di drago. I loro sguardi sempre sorridenti e felici sono diventati molto fieri e concentrati.
Dopo un pranzo a base di roba piccante suicida, siamo volati a fare spettacolo nella scuola coranica viaggando su pulmini che definire obsoleti vuole dire usare metafore ardite, ma in compenso sono di un pittoresco incredibile.
Abbiamo stilato un programma fittissimo e speriamo di reggere al tutto. Tanti spettacoli e laboratori, anche se il ritmo causa il caldo incredibile sarà blando....
Vita vissuta: Il boujardin, il bugiardino delle medicine, é diventato il nome del nostro circo viaggiante e la nostra mascotte nonché sigla di qualsiasi cosa, é il motivetto che la papera yellow kitty canta, in continuazione. Finiranno le pile ?
Furia parla ovunque spagnolo, avete un esorcista ?
Aiutooooooo
Alla prossima:....
Les boujardons:
Albatros, Furia, Girandolina, Svampita e il vecio Geppetto

giovedì 29 maggio 2008

Diario Missione in Guatemala - 2008

Eccoci finalmente in Guatemala, siamo stanchissimi per il lungo viaggio ma contenti di essere qui e sapere che domani si comincerà subito alla grande.
Il viaggio è stato ricco di incontri simpatici e di peripezie che possono accadere davvero solo quando si è clown.
L’incontro da ricordare assolutamente è quello con l’avvocato milanese che si è incuriosito a noi fin da subito dimostrandosi davvero positivo e simpatico, nonostante Sciocolà gli avesse quasi distrutto il trolley…
E poi che dire di Ruvido che fino all’arrivo a Torino con il pulmino era convinto che saremmo partiti da Milano.
Il gruppo è stracarico e l’accoglienza di Hariett, la nostra referente, è stata calorosissima e durante il viaggio di 2 ore da Guatemala City a Parramos, dove c’è l’orfanotrofio che ci ospita, abbiamo potuto iniziare a mettere in moto il nostro spagnolo.
E’ stato comico vedere Spatagnau seduto davanti che conversava in spagnolo con l’autista quando nemmeno 24 ore prima stava chiacchierando in piemontese con l’autista che ci ha accompagnato all’aeroporto di Torino.
Adesso siamo sistemati in 2 casette diverse: in una ci sono Eilà!, Ruvido e Spatagnau e nell’altra Chin, Fluke, Sciocolà e Zigulìx .
Prima di andare a dormire abbiamo programmato la giornata di domani visto che la sveglia sarà alle 6 per incontrare alle 7 Hariett che ci confermerà la programmazione dei 10 giorni.
Da domani si parte con l’avventura, sono sicuro che sarà eccezionale…

13 FEBBRAIO 2008

Ci si aspettava che molti si sarebbero svegliati durante la notte per via del fuso orario ed invece la maggior parte di noi ha ronfato fino all’ultimo minuto.
Ci siamo riuniti tutti in un’unica casetta per fare colazione e per poter incontrare Hariett, aspettando che arrivasse abbiamo iniziato a constatare il livello di presa di coscienza dell’essere in Guatemala.
Hariett è arrivata puntualissima e con lei è venuto anche Baudile, l’autista che ci accompagnerà in questi giorni nei vari villaggi e strutture.
Il programma è molto intenso e non ci sono rilevanti differenze rispetto a quello che ci aveva inviato via mail.
Alle 8 siamo partiti per andare al “Colegio Cristiano los Brazos de Jesus ONG”, ad attenderci c’erano 240 bambini circa: come inizio non c’è male.
Erano tutti riuniti nella palestra esterna con la pettorina blu e sono davvero tantissimi e sorridenti; appena ci vedono ci sorridono e salutano.
Visto il numero dei bambini abbiamo iniziato con alcuni bans e canti, dopodiché li abbiamo fatti sedere e abbiamo proposto uno spettacolo che ha scatenato risa a non finire.
Prima di salutarli abbiamo regalato ad ogni bambino un peluche (ne abbiamo portati un bel po’ dall’Italia).
Tanti bambini venivano a farci vedere il peluche ricevuto e con un grande sorriso o un abbraccio ci salutavano.
Arrivato il momento di andare via abbiamo salutato i responsabili della struttura congedandoci con qualche magia e foto.
Dalla condivisione a caldo sul pulmino è emersa la difficoltà a gestire un gruppo così grande, ma nonostante questo il risultato è stato positivissimo.
Dopo ci siamo diretti verso la Maxi Bodega (supermercato) di Chimaltenango per comprare un po’ di cibarie per i giorni a venire.
Spatagnau e Ruvido sono andati ad acquistare la scheda telefonica per poterci far chiamare dall’Italia, gli altri sono invece andati a far la spesa con una conclusione tra il tragico e il comico: a causa nostra si è creato un intasamento alla cassa, infatti non ci bastavano i soldi che avevamo portato dietro e quindi abbiamo dovuto togliere un bel po’ di roba dal carrello e aspettare che arrivasse Spat con gli altri soldi, ma per come eravamo vestiti la situazione è stata apprezzata dagli altri clienti del supermercato.
Come ben sapevamo i tempi guatemaltechi sono molto dilatati ed infatti l’attesa di Spat nel centro di telefonia è stata interminabile. Le ore di attesa sono state però spese bene improvvisando gag all’ingresso del centro commerciale, inseguendo in fila indiana i clienti e facendo foto invisibili insieme alle persone divertite.
Ma dopo un bel po’ finalmente sbuca il nostro clown dal negozio di telefonia e così possiamo tornare all’orfanotrofio per il primo pranzo con i bambini.
Raggiunto NPH abbiamo scaricato spesa e valigie nell’appartamento e siamo andati al Comedor (salone per il pranzo) dove c’erano già alcuni gruppi di bambini implotonati.
Prima di entrare nel salone tio Wilson ci ha presentato ai bambini e ragazzi che ci hanno accolto con un forte applauso.
Il pranzo è stato molto buono, almeno per i miei gusti.
Dopo il pranzo siamo stati in casetta e alle 15 siamo andati dai Bebes (i bambini più piccolì, praticamente il nostro asilo) nel Salone Montessori.
Appena ci hanno visto arrivare ci sono corsi incontro e mi ha fatto piacere rivedere tutti i bimbi dell’anno scorso così sorridenti.
Le ore sono volate fra giochi, canti, pupazzi, magie e lo stupore e le risate dei bambini e dei “maestri”. Ogni pretesto era buono per fare qualcosa e tutto è risultato facile e naturale.
Dopo una cena alquanto particolare abbiamo che faticato a mandare giù anche io e Ruvido (noti mangiatori di ogni cosa) siamo andati in casetta per la condivisione.
Le condivisioni sono state tutte più che positive, le uniche difficoltà riscontrate sono state la così nominata “Ansia da buco” e i tempi poco coordinati dei servizi.
E’ stata definita l’ansia da buco, l’insofferenza da parte di qualcuno nei confronti dei tempi morti che si creano fra una cosa e l’altra.
In seguito a queste considerazioni abbiamo deciso di irrigidire ulteriormente la scaletta dei servizi per permettere a tutti di intervenire in maniera più tranquilla e omogenea nel servizio anche se a discapito un pò dell’improvvisazione individuale.



14 FEBBRAIO 2008

Oggi qui è la festa del Cariño (affetto), un po’ il nostro San Valentino e siamo stati presso la struttura “Hogar Madre Ana” dove ci sono bambini e ragazzi con l’HIV.
Appena arrivati ci siamo sistemati nel salone e dopo poco hanno iniziato ad arrivare i bimbi.
Durante il servizio c’è stata la scoperta di Fluke come zebra, il debutto di Ruvido e Sciocolà nella gag “meccanismo umano” a base di giocoleria che ha spopolato e le suore che si sono lanciate e ci hanno dato una gran mano nel coinvolgere tutti.
Dopo di noi erano stati previsto dei giochi apposta per la festa del cariño a cui abbiamo assistito per un po’ prima di andare via.
Tornati a NPH abbiamo appreso la notizia che fra qualche giorno saremmo andati all’ospedale di Guatemala City dove forse ci sarà la stampa e la televisione.
Per liberare un pomeriggio per poter andare a Guatemala City oggi pomeriggio abbiamo fatto servizio con due gruppi insieme e più precisamente la Seccion de Angeles (bimbe) e la Seccion de San Jose (bimbi).
Qui l’entusiasmo è arrivato alle stelle, i bambini hanno riso a crepapelle e molti di loro sono stati protagonisti come sceneggiatura delle nostre gag e magie e si sono lasciati prendere dai nostri balli e dalla canzone dei Righeira “Vamos a la Playa” che qui in Guatemala è conosciuta è sta diventando il nostro tormentone.
Dopo il nostro servizio Ivonne (una volontaria spagnola) ci ha portato a fare un giro all’interno dell’orfanotrofio presentandoci i vari progetti; con lei siamo andati anche dagli especiales (i ragazzi e bimbi con disabilità) e nel nostro percorso all’aperto siamo stati seguiti da un folto gruppo di ragazzi che impazzivano per il kazoo che volevano suonare ad ogni costo mentre alcuni di loro imitavano i balli di Michael Jackson.
Oggi è stato anche il giorno in cui tutti i clown sono stati riuniti in un unico appartamento visto che si sono liberate delle stanze, per la gioia di Mr. Ugo un volontario americano che era costretto a sorbirsi le nostre riunioni.
La sera durante la condivisione si sono constatati un miglioramento dell’organizzazione e più complicità fra i componenti nel gruppo.8
Inoltre abbiamo preparato la giornata seguente e provato delle gag nuove da aggiungere alle molte già presenti in modo da rendere più vari i nostri servizi e magari aggiungere o sostituire qualcosa allo spettacolo che ci aspetta ad Antigua.

15 FEBBRAIO 2008

Oggi siamo stati in una struttura che sembra un paradiso in miniatura.
Appena arrivati abbiamo avuto una gran bella sorpresa: file e file di sedie disposte davanti ad un palco gigante, ebbene sì senza alcun preavviso oggi il servizio è stato uno spettacolo, così abbiamo avuto modo di fare una bella prova generale prima dello spettacolo di domenica al teatro di Antigua.
La struttura è un centro diurno costruito dove prima c’era una discarica, colui che ha voluto costruire il centro si è visto deridere dalle persone che non credevano possibile costruire qualcosa
in quella zona. Ma contro ogni previsione adesso c’è questo paradiso chiamato “Soñadora”, davvero un posto da sogno dove le famiglie povere possono lasciare i figli e ricevere il cibo donato all’associazione.
Tornando al nostro spettacolo che dire? E’ andato alla grande, siamo stati davvero fenomenali, la gente ha apprezzato e Hariett si è complimentata con noi con ogni sorta di aggettivo spagnolo.
Prima di andare via il direttore ci ha fatto fare un giro per tutta la struttura portandoci anche nella zona di preghiera, una piccola grotta fresca e silenziosa dove le persone di ogni religione possono andare a pregare il loro Dio.
Dopo la consueta foto fuori dalla struttura (la facciamo sempre) siamo ripartiti per tornare alla “base” dove nel pomeriggio ci aspettavano le ragazze della Seccion Israelitas.
Vista l’età più alta all’interno della sezione abbiamo deciso di inserire alcune attività in cui coinvolgere in prima persona le ragazze; le abbiamo proposto un’attività sulle emozioni durante la quale hanno trovato molte difficoltà ma che le ha coinvolte molto.
E’ stato un servizio emozionante.
Questa sera la condivisione si è trasformata in una discussione molto animata, iniziano ad uscire fuori delle difficoltà che ho cercato di risolvere con il gruppo.
Il problema principale è la difficoltà da parte di uno di noi di inserirsi e proporsi durante il servizio, ma è anche vero che programmare dall’inizio un servizio senza considerare che ci possano essere delle variazioni in corso non risulta possibile.
Cercheremo di organizzare le giornate in modo che tutti possano essere coinvolti allo stesso modo, anche se in questo caso penso che sia importante che ognuno di noi cerchi di comprendere che la cosa fondamentale è il risultato finale e che è inevitabile che chi è più propenso a lanciarsi e a cogliere gli spunti che nascono durante il servizio continuerà a farlo.
Ho invitato il gruppo a ricercare più ascolto ed empatia durante i servizi.
Ora si va a nanna.

16 FEBBRAIO 2008

Questa mattina siamo andati insieme a tio Ismaar a fare spesa per NPH con i soldi che ci sono stati dati in Italia appositamente per i bambini. Abbiamo comprato creme idratanti e i tessuti per i pigiami dei più piccoli che erano fra le cose più necessarie al momento.
Appena tornati in NPH abbiamo preso le valigie e il necessario per la giornata.
Oggi è stato il momento del villaggio di San Andreas de Itzapa, dove siamo venuti un po’ più a contatto con la realtà e con la povertà dilagante di queste zone.
Io e Spatagnau l’anno scorso eravamo già stati qui ed era stato avviato un progetto di scolarizzazione e visto che ci sarebbero alcune persone disposte a finanziare il progetto dall’Italia siamo venuti a riparlare con i responsabili dello stesso per avere informazioni e dati e per comunicare questa possibilità.
Dopo aver parlato con i responsabili del progetto siamo stati accompagnati per un giro nel villaggio e abbiamo avuto modo di visitare case di fango al limite dell’abitabilità. In una di esse, e più precisamente in una cucina piena di fumo, una signora stava preparando le tradizionali tortillas e alcuni di noi si sono cimentati, senza alcun risultato, nella preparazione.
L’accoglienza è stata, come già l’anno scorso, incredibile; abbiamo fatto pranzo con loro e nel pomeriggio abbiamo proposto il nostro spettacolo e le attività ai bimbi del villaggio che hanno contraccambiato con balli e canti popolari.
Indimenticabile il momento in cui alcuni bambini ci hanno cantato una canzone in italiano, ci siamo emozionati tutti e a qualcuno di noi è scesa qualche lacrima. Pelle d’oca!!
Siamo stati grandiosi, Spatagnau nonostante fosse febbricitante si è rovesciato l’acqua in testa al termine della gag dell’acqua che scompare e durante la gag della mosca rivisitata i bambini stavano piangendo dal ridere, qui ogni minima cosa fa prendere bene e penso ai bambini incontentabili che ci sono da noi e mi viene da rifletterci su.
E cosa dire di Zigulìx che quando ha dovuto cantare in italiano il ban “Pollo Giovanni” non si ricordava più la sua lingua nativa e ha fatto una tradizione dallo spagnolo all’italiano assurda, e poi quanto è stato bello l’abbraccio collettivo e il girotondo cantato in italiano dai bambini.
Quando abbiamo regalato il peluche mi ha fatto effetto vedere come delle mamme se ne accaparravano a più non posso lasciando alcuni bambini senza; durante quella scena ho capito quando i responsabili del progetto ci parlavano dell’ignoranza degli adulti e del perché uno dei loro obiettivi era quello di cambiare la mentalità e l’incapacità di gestirsi e saper sfruttare le risorse anche se minime nel miglior modo.
Dopo i vari abbracci prima di andare via il mio cuore stava scoppiando e, vedendone i volti, penso che fosse così anche per gli altri clown. Che emozioni…
Il nostro autista sapendo che c’era lo spettacolo e avendoci visto all’azione i giorni scorsi era andato a prendere moglie e figli, prima di ripartire abbiamo fatto la foto con loro e durante il viaggio Baudile ci ha fatto ascoltare un po’ di Eros Ramazzotti in spagnolo.
Incredibile ma vero nessuno dei clown è andato a cercare il pelo nell’uovo nel nostro servizio e la condivisione è stata molto tranquilla e positiva.
In serata abbiamo preparato la scaletta per lo spettacolo di domani ad Antigua e abbiamo assistito alla sensazionale abilità “prestidigitativa” di Zigulìx (si fa per ridere).
Il clima sembra più sereno, la discussione di ieri sera sembra aver portato dei frutti, speriamo continui così.
Fluke si è innamorata del mio pupazzo e ha deciso di portarlo a dormire con lei.
E ora a nanna.

17 FEBBRAIO 2008

Oggi è stato il giorno dello spettacolo nel teatro di Antigua del centro culturale “El Sitio” e anche questa giornata non ci ha risparmiato momenti indimenticabili pieni di comicità e sorprese, a partire dall’arrivo al teatro scoprendo che il nostro spettacolo, a differenza dell’altro anno, non è stato pubblicizzato a causa di disguidi organizzativi. Di conseguenza l’affluenza prevista era vicina allo zero e allora, in base al detto se Maometto non va la montagna allora la montagna va da Maometto, ci siamo recati al parco centrale di Antigua per promuovere il nostro spettacolo.
E’ stato divertente, appena arrivati al parco siamo stati circondati da decine di persone incuriosite, alcune di loro ci hanno seguito fino al teatro raccogliendo l’invito allo spettacolo e così i posti a sedere si sono riempiti e abbiamo potuto esibirci di fronte ad un discreto pubblico.
Non sarebbe stato male fare lo spettacolo nel parco, sopra la fontana, ma il dovere chiamava.
Lo spettacolo è stato il frutto dei mesi di formazione ed è stata la prova di come il gruppo abbia lavorato bene. Avere questo spettacolo è stato per noi il raggiungimento di un grande obiettivo.
Ed è stato un successo, siamo stati eccezionali.
Dopo lo spettacolo abbiamo deciso di rimanere ad Antigua per un pomeriggio e una serata di svago, ce li siamo meritati.
Che colori ci sono ad Antigua, abbiamo girato per il mercato dove abbiamo acquistato ricordini e regali per amici e parenti e abbiamo intrattenuto con gag e giochi le persone.
La gente ci indicava, ci sorrideva, chiedeva che facessimo qualcosa e allora giù di magie e gag.
E poi ci siamo sperimentati nella contrattazione al mercato, Sciocolà è andata alla grande mentre invece per Fluke era più forte di lei, proprio non riusciva a farsi tirare giù i prezzi.
Spat oggi è stato male ed in serata l’abbiamo raggiunto a casa di Hariett, dopo essere stati un po’ da lei siamo andati in centro per prendere un taxi che ci riportasse a NPH.
Ed anche qui non potevano finire le sorprese, in 9 su un taxi che toccava con la marmitta a terra e guidato da Santos che andava ai 20 km/h per non sfasciare il fondo. Però alla fine siamo arrivati sani e salvi e dopo una breve condivisione ce ne siamo andati a letto stanchi ma felici.
Domani la sveglia è prestissimo e dobbiamo essere pieni di energia.
Buonanotte.

18 FEBBRAIO 2008

Questa mattina la partenza è stata per le 6, infatti per raggiungere il posto del servizio di oggi ci sono volute più di 2 ore.
Ma dopo tutto questo viaggio abbiamo raggiunto un luogo inconcepibile per noi prima d’ora; una scuola immersa nella giungla.
Per raggiungere il villaggio abbiamo dovuto percorrere strade sterrate nella foresta e superare corsi d’acqua nei quali il furgone s’immergeva come una barca di metallo. Mi sentivo in un’avventura di Indiana Jones e davanti a noi c’era una macchina della polizia turistica che ci faceva strada; Hariett aveva avvisato la polizia per evitarci spiacevoli inconvenienti visto il posto in cui saremmo dovuti andare e in cambio del pranzo si sono offerti di accompagnarci.
Dopo essere arrivati iniziano a spuntare da dietro ogni albero e da tutti i lati centinaia di bambini che subito si rivelano un po’ diffidenti nei nostri confronti, d’altronde non capita tutti i giorni per loro di vedere persone estranee quindi immagino cosa possano aver pensato nel vedere dei clown che arrivavano nei pressi della loro scuola.
Per l’occasione c’era anche una signora che vendeva dolci che consistevano in metà arancia infilzata in uno stecco e ricoperta di caramello oppure frutta ricoperta di cioccolato.
Nonostante la diffidenza iniziale i bambini si sono lasciati andare in fragorose risate, erano davvero in tanti ed inquietante era la presenza di un bambino che ci guardava con in mano il machete, abbastanza insolita come scena. Ma non qui.
Quando è arrivato il momento di salutare tutti e tornare a “casa” si presenta puntuale un’altra sorpresa: la gomma posteriore destra del furgone è forata!
Che strano, eppure tutte le strade che abbiamo fatto erano asfaltatissime, ah ah!
Ma come spesso accade, non tutto il male vien per nuocere (a parte per Baudile che è rimasto ore ed ore per cambiare la gomma visto che non riusciva a tirar via un bullone incastrato) e abbiamo approfittato di questa sosta forzata per stare ancora con i bambini; ci hanno portato a spasso per il loro villaggio e davanti ai nostri occhi si presentavano stradine, viuzze e casette proprio come un nostro paese con l’unica differenza che la maggior parte erano immerse nella foresta.
Giunti al campetto di calcio ci siamo disposti in cerchio e fatto il gioco delle presentazioni; dopo alcuni giochi proposti da noi i bambini ci hanno fatto fare un gioco che nessuno di noi ha capito ma una cosa è stata chiara Spatagnau e Zigulìx hanno sicuramente perso.
Ci siamo avventurati per la giungla, ai nostri occhi sembrava un paradiso vedere queste case lì immerse e circondate da alberi da frutta e piante altissime.
Ritornati dove avevamo lasciato il furgone abbiamo constatato con gioia che il furgone si muoveva di nuovo sulle quattro ruote; Baudile è riuscito nell’impresa e così dopo aver salutato a malincuore i bimbi ci siamo avviati per il ritorno sempre scortati dal pick up della polizia che con le sue quattroruote andava avanti senza problemi. Noi non abbiamo le quattroruote ma abbiamo l’abile Baudile che in questi giorni si è rivelato sempre puntualissimo e disponibile, un grande!
Dopo questo Camel Trophy e questa inaspettata e fantastica esperienza in un mondo a parte che difficilmente si può immaginare, siamo ritornati sulla strada in asfalto per andare a fare pranzo insieme ai poliziotti e naturalmente con Hariett e Baudile.
Siamo andati a mangiare ad Antigua in un pub libreria, un locale molto bello dove puoi andare a leggere mentre mangi o bevi qualcosa, insomma una biblioteca un po’ meno silenziosa o un pub un po’ più acculturato, mettiamola così.
Dopo il pranzo siamo ritornati a NPH dove ci aspettavano i bambini della Seccion Santiago. I bambini di questa sezione è meglio chiamarli ragazzi, infatti sono già più grandi; con loro oltre a giochi e magie per le quali vengono matti abbiamo anche fatto il salto nel vuoto, era bello vedere saltare con tanta grinta e senza paura i bambini sulle nostre braccia che si allungavano per accogliere i loro corpi volanti. Anche qui le emozioni non sono mancate e alcuni bambini ci hanno seguito nel tragitto fino alla nostra casetta.
Finalmente un pò di meritato riposo.
Per cena c’è chi è andato nel comedor e chi è rimasto in casetta con i soliti toast, penso che per un po’ non ne mangeremo in Italia.
Dopo la condivisione durante la quale tutti hanno portato le loro impressioni della giornata siamo andati finalmente a dormire. Dalla condivisione è emersa una profonda felicità per l’avventura insolita di oggi e per come ci stiamo muovendo in questi giorni.

Ma come in molte bellissime medaglie c’è sempre la possibilità che non entrambe le facce siano ugualmente positive ed infatti, poco dopo essere andati nelle stanze per dormire, sento Eilà lamentarsi con Spatagnau nella stanza di fianco e piano piano il loro volume si alza fino a diventare una vera e propria discussione. Mi sono alzato perché le cose che stavo sentendo nei confronti del gruppo e di quello che abbiamo fatto finora proprio non mi piaceva e perché a quell’ora di notte tutto si doveva fare tranne che discutere di questo.
A cosa servono le condivisioni se non ci diciamo le cose che riguardano quello che stiamo facendo e il gruppo con cui si sta affrontando questa missione? In più a cosa è servito spronare le persone a condividere in un certo modo cercando di decidere insieme le modalità se poi non tutti mettono il proprio contributo.
A cosa è servito cercare di coinvolgere il più possibile per evitare proprio che qualcuno si possa sentire a disagio se poi si fa finta che vada tutto bene?
Sono molto dispiaciuto e non solo io, infatti prima e dopo il mio intervento nella stanza anche altri clown hanno sentito e non hanno gradito le cose sentite.

19 FEBBRAIO 2008

L’umore generale di partenza non è stato dei migliori dopo l’episodio di ieri notte, ma per fortuna la giornata ha stemperato il clima di tensione.
Al mattino siamo stati in due case di riposo di Antigua, è stata un’esperienza fantastica.
La prima casa di riposo era coloratissima e alcuni ospiti erano già seduti nel cortile aspettando il nostro arrivo, vista la situazione abbiamo deciso di fare uno spettacolino con le gag più semplici che abbiamo e anche qui ci sono state molte risate e applausi.
E’ stato emozionante il momento in cui siamo diventati una macchina per i massaggi e abbiamo coccolato e massaggiato un signore ipovedente sulla carrozzina.
E poi abbiamo fatto giocare gli ospiti a bowling, naturalmente i birilli eravamo noi.
Ha fatto scompisciare dal ridere la gag dei foulard e del reggiseno che è comparso dalla camicetta di una delle operatrici della struttura, lei forse ha gradito un po’ meno ma tutti gli altri sì.
Prima di andare via abbiamo regalato il naso rosso a tutti i simpatici vecchietti e con loro abbiamo fatto un po’ di foto.
Subito dopo siamo andati nell’altra casa di riposo, sempre ad Antigua a poca distanza dalla precedente ed anche qui la risposta è stata positiva anche se, a differenza dell’altra casa di riposo, qualche anziano non ha partecipato; con canti e gag abbiamo strappato sorrisi e risate e alla fine uno di loro ci ha ringraziato a nome di tutti per aver portato il sorriso.
Anche qui abbiamo regalato i nasi rossi: come stanno bene su questi visi mulatti segnati dalle rughe!
Dopo tutti questi giorni ormai andiamo a ruota libera durante i servizi, abbiamo un sacco di idee e materiale.

Dopo aver pranzato ad Antigua siamo partiti per andare all’ospedale di Guatemala City nel reparto di oncologia infantile. L’ospedale era affollatissimo ed il nostro ingresso porta subito sorrisi, non credo che si vedano molto spesso dei soggetti come noi da quelle parti.
Durante il tragitto per arrivare ne reparto scherziamo un po’ con gli infermieri e le persone che incrociamo, è troppo bello passare in mezzo a tanti sorrisi.
Abbiamo svolto il servizio in una sala riunioni dove qualcuno dei bambini nel vederci ha iniziato a piangere altri invece ci hanno sorriso.
A pensarci adesso che tristezza dover vedere questi visini smunti e abbacchiati, occhi bendati, aghi in queste braccine, tubicini nei nasi.
Ma sul momento non ci abbiamo dato più di tanto peso e abbiamo cercato di dare il massimo per questi bimbi fantastici!
Abbiamo improvvisato, fatto gag, imitato gli animali e cantato canzoni…
Alcuni interagivano un po’ meno perché si vedeva proprio che non stavano bene…E’ sicuramente stato uno dei servizi più faticosi svolti fino ad oggi, ma carico di emozioni.
Oggi ad accompagnarci è venuta insieme ad Hariett, anche Ivonne, la volontaria spagnola di NPH, che abbiamo coinvolto nelle nostre performance clown.
E’ stata eccezionale perché ci ha fatto delle foto stupende e si è improvvisata una grande nuova “maghetta”.
Usciti dall’ospedale ci ha premiati con delle buonissime patatinete e siamo poi partiti per tornare abbastanza tardi a NPH.
E’ quindi iniziata la nostra condivisione per parlare della discussione di ieri; si è cercato di trovare un punto in comune ma non si è arrivati ad una soluzione.
Eilà ha presentato tanti problemi che fino ad ora erano rimasti oscuri al gruppo e che nelle condivisioni di tutti i giorni non aveva mai tirato fuori.
Siamo tutti un po’ delusi e amareggiati. Siamo alla fine, dobbiamo solo cercare di far andare bene e non rovinare l’ultimo giorno qui in Guatemala!
Fluke non sopportando più la situazione se ne è andata a mangiare con i ninos.
Sembrava stesse andando tutto liscio fino a ieri pomeriggio…è un vero peccato!
Dopo cena ci siamo fatti la doccia e svagati con le prove di nuove gags.
Siamo ormai lanciatissimi e con la grande sintonia che la maggior parte del gruppo ha raggiunto ci basta davvero poco per tirare fuori cose davvero divertenti…
Poco alla volta vanno un po’ tutti a dormire… come sempre rimaniamo ancora un po’ io, Spat e Ruvido a degenerare con magie assurde….
Buona notte...Ci attende l’ultimo giorno qui a NPH….
A pensarci adesso è davvero volata….ma non ancora finita!

20 FEBBRAIO 2008

Come tutte le mattine Baudile è puntualissimo ad aspettarci nel cortile di NPH.
Partiamo con lui e poi passiamo a recuperare Hariett a casa sua ad Antigua, perchè siamo diretti in una scuola li vicino.
Siamo tutti presenti tranne Spatagnau è rimasto nella casetta perché ha la febbre.
Arriviamo alla scuola “Escuela al Hato Oficial Mixta”.
I ninos sono ancora tutti nelle classi, alcuni di loro si affacciano alle finestre e ci salutano e un ninos bellissimo si intrufola tra le nostre valigie mentre iniziamo a preparare il materiale per lo spettacolo. Ci saluta con occhi dolcissimi e Zigulìx guardando per terra si accorge che il bimbo ha le scarpe al contrario…Inizia così l’operazione per mettergli le scarpe nel verso giusto; io, Ruvido e Zigulìx …Non commento i calzini…gli abbiamo chiesto se aveva delle cotolette al posto...avranno avuto due dita di spessore di terra attaccata…
E’ stata un’ immagine tenerissima!!
Intanto ci siamo preparati e i bimbi ci hanno raggiunti nel cortile con le loro sedioline!
E’ stato un servizio eccezionale, l’attenzione dei bimbi non calava mai e avremmo potuto tranquillamente andare avanti ancora per ore.
Alla fine erano tutti in piedi per vedere meglio le nostre gag, magie e animazioni con i pupazzi. Oggi ha debuttato anche Hariett…si è dimostrata una vera clown e a forza di girare con noi conosce le gag alla perfezione.
Finito lo spettacolo smontiamo il tutto e ci coccoliamo un po’ i bimbi, poi ripartiamo ma questa volta andiamo a piedi perché Hariett ci vuole far conoscere meglio il posto; ci accompagnano anche molti bimbi che durante il tragitto raggiungono le loro case per andare a pranzo.
Arriviamo in un agriturismo posto tra due montagne da cui si vede tutta Antigua dall’alto: un panorama da favola. Qui ci siamo riposati sulle amache, abbiamo visitato la casetta di legno sull’albero e lanciati nel vuoto appesi ad una liana.
Dopo esserci svagati un po’ torniamo da Baudile passando attraverso un parco bellissimo.
Torniamo poi a NPH e ci prepariamo per lo spettacolo da fare nel pomeriggio durante la festa per la nostra partenza.
Ci sono davvero tutti, los bebes, los especiales e tutti i bimbi delle sezioni di NPH.
Rifacciamo l’intero spettacolo che avevamo proposto al “Sitio” e aggiungiamo delle nuove gag tra cui quella del bimbo che vuole il palloncino e l’elefante Gelsomino.
Finito, ancora una volta ci regalano tanto affetto e tante emozioni, ballano per noi e ci lasciano per ricordo delle magliette e due disegni grandi che hanno fatto i bambini su cui sono raffigurati due pagliacci e il messaggio ”Que dios les bendiga”.-che Dio vi benedica-
Inspiegabile la forte emozione di oggi pomeriggio.
Poi per la cena questa sera abbiamo accettato l’invito di Hariett ed Ivonne e siamo andati a mangiare con loro in un ristorante ad Antigua dove abbiamo festeggiato il compleanno di Eilà!.
Per ringraziarci Hariett si è presentata con un raccoglitore pieno di disegni dei bebes e dei bimbi di S.Andreas con in più le foto di questi giorni.
Una serata carina anche se sentiamo tutti molta stanchezza e subito dopo mangiato torniamo diretti a NPH per andare a dormire.

21 FEBBRAIO 2008

Ultimo giorno qui in Guatemala.
Ci svegliamo e usiamo la mattinata per fare le valige, distribuire la stoffa, le creme e il materiale raccolto in Italia per la struttura.
Passiamo ancora dai nostri affezionati bebes per un ultimo saluto e regaliamo a ognuno di loro un palloncino, loro ci insegnano la canzone dalle casette piccoline e ci hanno poi obbligato a metterci in mezzo al cerchio e cantarla tutta da soli..
Li salutiamo calorosamente per poi andare anche dagli especiales.
Dopodiché partiamo con Baudile per l’aeroporto.
E’ davvero volata questa nostra permanenza…
In macchina siamo un pò tutti senza parole e carichi di emozioni.
Come ciliegina sulla torta sentiamo alla radio il Dj che dedica la canzone “Vamos a la playa” dei Righeira a Lucio e a los payasos italianos.
Baudile ha voluto salutarci e ringraziarci con la sua famiglia in questo modo originale!
Allora prima di prendere il nostro aereo gli tappezziamo la macchina di peluches così anche lui non si potrà scordare facilmente di noi!
Muchas gracias Guatemala!
Adios!!

venerdì 9 maggio 2008

Dall'Argentina - VIP Santa FE

Sono di ritorno dall'Argentina, dove ho fatto un salto per una formazione dei ragazzi di VIP Santa Fe.
Innanzi tutto mi congratulo con i VCM dello scorso anno e con VIP Torino che sta sostenendo questa missione perché hanno fatto e stanno facendo un gran bel lavoro.
A Santa Fe, esattamente nel Barrio (Quartiere) di Santa Rosa de Lima, c'è un gruppo di 18 ragazzi e ragazze che sembrano i nostri volontari dopo un corso... Sono ragazzi e ragazze dai 15 ai 30 anni, sono stati formati dal gruppo VCM (Volontari Clown VIP missionari) che lo scorso anno è stato in Argentina e hanno voluto fondare (a tutti gli effetti, ora infatti si stanno iscrivendo alla Secretaria Comunal) IP Santa Fe.
Hanno creato il loro logo VIP Santa Fe, stanno facendo servizi (principalmente nelle scuole e parrocchie), aspettano i nostri volontari che andranno in agosto per fare servizi in ospedale.
Sentirli parlare, vedere le foto di ciò che hanno fatto uin questi mesi, leggere le loro condivisioni (hanno tenuto un diario di ogni
uscita) e vedere il loro spettacolo (si sono ispirati alla Bambola Triste, ma aggiungendo loro creatività) è stato veramente commovente se pensi amo che loro sono ragazzi di strada con situazioni familiari da incubo...
Prepareremo con Spillo al più presto sul nostro sito la pagina "VIP Argentina" e vedrete cosa stanno facendo.
Vedere in azione questi ragazzi, vedere con quanta attenzione seguissero la nostra formazione ci ha dato la dimensione di ciò che possiamo fare in una missione e che i risultati del lavoro dei nostri volontari si vedono!
Con i ragazzi di Santa Fe ci sono voluti due anni di lavoro, ricordo ancora la prima volta che li abbiamo incontrati per una condivisione in una aula di una scuola nel 2006... erano diffidenti, curiosi... ma né noi né loro pensavamo che sarebbero diventati volontari VIP.
I Vippini di Santa Fe hanno creato anche loro una mailing list e se qualcuno di voi sa lo spagnolo, potete scrivere loro oppure potete mandare la mail a me o a Krauta che la traduciamo e gliela mandiamo.
Il loro indirizzo è: vip_santafe@hotmail.com Questi ragazzi hanno bisogno di avere contatti con noi per non sentirsi isolati e per mantenerte viva la motivazione e proseguire in quest'opera di volontariato che in una situazione come la loro è un'opera titanica, come potete immaginare, per loro la strada è più difficile, perché sono costantemente in mezzo alla sofferenza e alla povertà.

In questi tre giiorni in cui siamo stati con Spillo a Santa Fe, abbiamo lavorato sui valori, li ho tradotti per loro e li ho spiegati.
Durante la condivisione mi hanno detto che è stata la cosa che più hanno apprezzato, perché hanno bisogno di valori a cui attenersi e di regole per sentirsi parte della società.
Sabato abbiamo fatto una formazione sul valore della condivisione e su come affrontare i conflitti e risolverli pacificamente.
Domenica abiamo lavorato sul personaggio clown e poi hanno rappresentato per noi il loro spettacolo.
Abbiamo portato loro le toppe e lle spillette dei 10 anni di VIP e le abbiamo consegnate uffficialmente.
Aiutateci a sostenere questo gruppo con mail, condivisioni e scambi!
Far sì che i giovani si dedichino al volontariato e alla solidarietà invece di diventare corrieri della droga o di sniffare colla è una delle missioni più belle che possiamo portare avanti.
Grazie VIP Torino e grazie a tutti i volontari che sono andati e che andranno quest'anno in Argentina, i ragazzi di Santa Fe vi aspettano con tanta gioia e volontà di imparare tutto il possibile da voi!

Un abbraccio a tutti
Aureola

martedì 29 aprile 2008

VCM 2008

Si è svolta la formazione dei VCM: Volontari Clown Missionari nelle meravigliose colline di Alba (CN).
50 volontari Clown VIP (ViviamoInPositivo) si sono incontrati per una 3giorni di formazione molto intensa: Percorso con i bambini di strada, Pedagogia del Circo Sociale, Clownerie, Acrobatica, Risoluzione pacifica dei conflitti, Giochi e bans per i bambini.
E poi... confronti, coccole, rilassamenti e soprattutto la gioia di stare insieme.

Le missioni del 2008:
Senegal: giugno-luglio
Argentina: agosto
Uruguay: agosto
Romania: settembre
Zambia: dicembre

Una condivisione post incontro di Clown Garzetta (VIP Padova):

eccomi di ritorno da questo week end lungo ma soprattutto inteso...i momenti di pausa sono stati pochi e brevi; e le informazioni, sensazioni, riflessioni, consapevolezze sono state davvero molte. ;o) ma ci siamo anche divertiti!

Ci siamo trovati in 50 claun ad Alba e partiremo in ben 7 missioni tra Giugno e Dicembre (Argentina, Uruguay, Senegal 1 e 2, Romania e Zambia)...tutti con un grande Spirito Vip Claun ;o)

La missione non è un mondo incantato...e in questo week end ho iniziato a prendere consapevolezza sulla realtà, i rischi, le difficoltà... ma anche la fiducia, il sostegno, la bellezza di fare una missione nel modo Vip.

Onestamente sono un po' sottosopra...eh si...solo in questo week end ho avuto il tempo e il modo di fermarmi a riflettere su quanto ci aspetterà.
I responsabili dello Staff Missione ci hanno preparato e dato strumenti :
- per giochi e bans da fare con i bambini,
- sul personaggio claun,
- sulla giocoleria e l'acrobatica,
- ludopedagogia, metodologie e problematiche sui bambini / ragazzi di strada,
- sulla gestione del conflitto

Poi Conticino il nostro capogruppo Zambia ci ha illustrato la nostra missione: vaccinazioni, rischi, pericoli, cose a cui fare attenzioni modo di pensare del popolo Zambese.

Le differenze tra il nostro popolo e il loro sono davvero tante...la prima che balza agli occhi è che loro muoiono tra i 37 e i 40 anni e che i loro bambini sono veramente tanto alti..praticamente molto più di me che se fossi Zambese sarei alta come un bimbo di 5 anni e prossima a passar a miglior vita visti i miei 35 anni ;o)

A parte gli scherzi..molte le contraddizioni...la povertà, le violenze, gli abusi, l'AIDS, la malaria, l'alcolismo, i saccheggiamenti, le aspettative di Vita ... ma anche le danze, i tamburi, i sorrisi, il coraggio, quegli occhi da cerbiati, quei visi dolcissimi...e non ultima la forza delle donne ;o)

Vivo questo momento...presa da mille immagini, pensieri, riflessioni... e sento il bisogno di far silenzio dentro e spazio nel cuore.

Partirò per una nuova missione Vip ma questa volta non in ospedale casa di riposo, pizza o mondo conosciuto...NO questa volta non so bene chi andrò a trovare...so solo che dovrò farlo al solito modo...'in punta di piedi' per chiudere gli occhi del giudizio su ciò che non capirò e per spalancare il cuore per ciò che è giusto 'accogliere' prima ancora di comprendere.

Saremo in 10 ognuno proveniente da una Vip diversa (Milano, Brescia, Venezia, Padova, Friuli, Modena, Senigallia, Roma, Bari) o meglio solo 2 vengono da Milano...ma per tutti noi eccetto Conticino che è il capogruppo è la prima missione Vip...wow! Tutti uniti per crescere insieme...unendo fragilità e talenti ma il tutto dietro un grande sorriso ed una grande voglia di donare Gioia e Amore a chi incontreremo.

Ancora una volta Vip mi offre un grande cammino di crescita che passa attreverso l'incontro degli altri per poi tornare a me...per conoscere nuove terre ma anche nuovi confini interiori...
Grazie Aureola e Spillo che hanno fondato questa meravigliosa Vip e che ci da la possibilità di crescere in modo speciale...ovvero uniti per crescere (e ridere) insieme ;o)