Missione Senegal - 2008 - Gruppo 1
Sabato 7 Giugno
Seconda parte.
Ovvero la serata più romantica della nostra vita cioè quando per fortuna in Senegal il tempo si è fermato e anzi è tornato indietro di qualche manciata di decine di anni.
Era la prima sera che passavamo con i ragazzi e devo dire che vivere a stretto contatto con loro, mangiare con loro dormire nella stanzetta a fianco a loro è senza dubbio un plus di questa missione.
Ma il destino vuole che manchi la luce. D’altra parte qui sembra che luce e acqua manchino quasi in perfetta alternanza.
E allora che si fa ?
Perbacco si canta e si racconta mentre la luce del giorno piano paino scivola via.
Un racconto senza capo né coda di Gustavo, il castoro di Geppetto, un alto racconto su un gobbo e le fate, sempre con Geppetto e poi una storia incredibile di Albatross…
Domenica 8 Giugno
Questa mattina il risveglio è energico: non nel senso di energetico, ma nel senso di traumatico, in quanto di botto il letto di Furia è caduto (tombè) sul letto di Geppetto(i letti sono a castello), ovviamente con Furia e Geppetto al loro interno. Geppetto è stato miracolato nel tonfo dalla protettrice santa Ronfè (da Malika), ed è uscito illeso.
Girandolina è stata colta da stress improvviso per paura che anche il letto di Albatros possa caderle sulla testa e ciò l’ha portata ad andare di corpo (alleluia fratelli, altro miracolo di santa Ronfè).
Dopo la consueta colazione composta da una mezza baguette con nutella senegalese e caffè, ci vestiamo e ci organizziamo per andare a fare il laboratorio di palline da giocoleria in spiaggia alla casa di Malika.
Aspettiamo che i bimbi facciano i compiti e ne frattempo aggiungiamo gag, magia e acrobazie al nostro spettacolo che il giorno prima è piaciuto molto.
Una volta composte le palline con i ragazzi procediamo con l’insegnamento, mentre qualcuno prova i diablo e le clave. Viene poi l’ora di fare un bel bagno in mare con i bambini e ci hanno raggiunto altre persone anche adulte, per stare insieme, anche loro hanno voluto imparare le tecniche di giocoleria.
Finito il bagno andiamo alla casa per fare le docce. Le docce le abbiamo fatte alla casa con le caraffe e i secchi poiché nella casa dove dormiamo non c’era l’acqua. E’ stato un momento memorabile poiché sono stati proprio i bambini a lavarci e a prendersi cura di noi!! A pranzo abbiamo mangiato una parte degli spaghetti che abbiamo portato, con un sugo d tonno e cipolla. Vi abbiamo spiegato come si mangia qui? Noooo???
Bhè sappiate che si sta tutti nel tappeto da pranzo seduti per terra: siamo in 18 o 20 a mangiare qui di solito, e si fanno tre gruppi in genere. Ogni gruppo attinge il cibo in un unico grande piattone tipo vassoio (teglia della farinata) rotondo, e ognuno con la sua posata mangia finchè è sazio…oggi gli spaghetti erano ovunque!!!!
Dopo pranzo ( qui si mangia alle tre del pomeriggio ora senegalese che sarebbero le 17 ora italiana) una piccola siesta e poi il laboratorio di marionette. Abbiamo fatto costruire delle marionette da mano ai bambini, utilizzando dei calzini a cui abbiamo incollato gli occhi (paline da ping pong), capelli (con la lana) e bocca (con il panno colorato).
I bambini hanno apprezzato molto le marionette a cui hanno dato n nome e una voce (diversa dalla loro). Ogni bambino ha presentato la propria marionetta e dopo lo spettacolo fatto da Albatros, Geppetto e Furia, anche loro hanno fatto uno spettacolino utilizzando le proprie marionette, bellissimo!!!
Dopo questi momenti davvero esilaranti, ci siamo messi in cerchio ed abbiamo fatto alcuni giochi di conoscenza ed il clima che si è creato è stato bello e allegro, clima che si è fatto molto più caldo durante la successiva partita di calcio.
Le due squadre si sono formate quasi immediatamente ed il mach ha visto la partecipazione dei nostri valorosi Albatros, con pollicione gonfio alla fine della gara, (la partita si è giocata a piedi scalzi su un terreno di sabbia e pietre) e Geppetto, stoico libero, che si ispirava alla mitica coppia Annoni\Bruno per evitare il goal. Nel mentre Furia, Svampita e Girandolina, cantavano e danzavano con un gruppetto di bimbi senza sapere di essere all’interno del campo da gioco. Solo dopo aver rischiato di essere abbattuti da un calcio d’angolo, i tre danzatori si spostavano a lato del campo dove venivano raggiunti da molti altri bimbi…una vera festa J
La partita finiva, e i nostri 2 eroi rientravano sudati marci ma soddisfatti della prestazione ottenuta. I tre danza-animatori erano più marci dei calciatori e molto felici di aver rallegrato tanti bimbi durante un caldo pomeriggio senegalese…
Uno splendido tramonto di accompagnava alla cena, che veniva consumata abbastanza velocemente per mettere ai bambini di andare a letto presto, domani c’è scuola e la sveglia è alle 6.30
Un'altra grande giornata…viva il Senegal
Albatros, Furia, Girandolina, Svampita e il buon vecchio Geppetto (che la salsedine ce lo conservi)
Lunedì 9 Giugno
Che il Lunedì fosse un giorno speciale non ne avevamo dubbi, ma che fosse così speciale nessuno dell’equipe Senegal se lo immaginava, tantomeno dopo essere diventati la favolosa "Compagnie du Bujardin".
Dopo aver visto i nostri, “nostri” (nel senso che loro oramai ci considerano i “loro” clown e quindi per usucapione anche loro sono diventati nostri) partire per la scuola anche noi abbiamo iniziato la lunga marcia della giornata sulla solita strada che inanella ai suoi fianchi ruderi di case vecchie, nuove e vecchie- nuove in costruzione, rifiuti vari abbandonati, capre, bambini dal moccio insistente e uomini al lavoro sotto un sole già alla temperatura di fusione dell’acciaio.
La prima destinazione a sorpresa per loro è per noi, è stata proprio la scuola dei piccoli che ci ospitano.
Siamo spuntati ovunque dalle porte finestre che intersecano i muri dell’edificio. Bello è stato scoprire che uno dei ragazzi della Casa è il primo della scuola, media 9,33….. Un mostro…. Ora comprendiamo perché da quando siamo arrivati il ragazzo indossa ininterrottamente una t-shirt con la scritta “Qui dentro c’è un fenomeno”.
Il secondo obiettivo della “pattuglia Vip nel deserto è stata la scuola coranica che avevamo già incontrato nei giorni precedenti. Dopo il solito passaggio sui variopinti furgoni del consorzio trasporti dakariani, eccoci inoltrarci nel solito giardino. Dopo alcune disquisizioni politico socio filosofico sul futuro del pianeta , le fonti energetiche alternative e non e il ginocchio oramai Hollywoodiano di Svampita siamo accolti da monsieur le directeur il quale ci illustra il mirabile sistema educativo della scuola.
Ora, che le belle parole sul ruolo dell’educatore corrispondano pari pari a ciò che poi è la realtà nelle classi, è tutto da dimostrare, ma se gli occhi non mentono monsieur le directeur dice la verità e comunque sembra amare ( ed è la parola che lui ha usato per definire la caratteristica principale che deve possedere un insegnante secondo la sua visione) profondamente il suo lavoro.
Ma poi arriva l’orda… Non appena, battendosu un cerchione di una ruota, viene annunciato l’intervallo, si scatenano come un attacco frontale i bambini di ogni ordine e grado non verso la zona dello spettacolo ma verso Albatros semi nascosto dalle piante.
Al volo dobbiamo variare qualcosa.
Allora Giocoleria, qualcosa di acrobatica, e Magia.
Ma poi veniamo accerchiati. Il cerchio si chiude sempre più e abbiamo difficoltà persino a respirare.
Furia e Geppetto sembrano il generale Custer e il suo sergente accerchiate dagli apaches mentre il tenente Albatros e le furiere Svampita e Girandolina difendono le vettovaglie.
Alla fine gli occhi stupiti restano ma Svampita si difende a stento da pizzicotti e mani addosso.
Sudati marci e sotto una calura da ore 13.00 africane torniamo a casa….
Mangiamo con ancora il cuore che batte forte oltre che per l’affetto e gli abbracci dei nostri che in parte ci consolano dello scampato “pericolo”, in pratica ci confermano che vogliono imporci giustamente il loro “imprinting”.
Ma è quasi subito ora di partire e il viaggio dura più di un’ora fra i soliti pulmini blade runner e un taxi proveniente direttamente da interceptor.
Per la delusione delle due girl, alla guida non c’è Mel Gibson, ma un omone che occupa una piazza e mezza...
Dopo un litigio, che si protrarrà con energia e risoluzione positiva anche al ritorno, (coriacee ‘ste ragazze!), arriviamo in uno dei quartieri più poveri di Dakar. Dopo aver attraversato un mercato dagli incredibili colori ed odori e una piazza assolata, eccoci giunti ad una sorta di centro d’incontro.
Un uomo ci accoglie, la sua calma e serenità ricorda uno di quei parroci delle nostre periferie dilaniate. Ci propone , anche per raccogliere il pubblico dei ragazzini, un giro per il quartiere. INCREDIBILE !!!!
I tre uomini partono con l’Alabatros trampolato [N.d.r. sui trampoli] in testa. Gli altri due seguono fra fischietti urli e canti, con palline e clave. Ad un certo punto ci giriamo e lo stuolo di ragazzini, bambini ed affini che fanno corteo è veramente impressionante, cantano una cosa stupenda girando per le stradine del quartiere e finalmente si sbuca di nuovo davanti al centro d’incontro.
Lo spettacolo fila via benissimo, grazie anche alla presenza di una band di percussionisti e ballerini, che avrebbero nello stesso orario dovuto provare, pur dopo qualche momento di incertezza (per darci anche la possibilità di parlare, oltre che accompagnarci durante i momenti di Mimo acrobatica e giocoleria) .
Dopo il tour del quartiere l’energia nostra è a mille e nei momenti successivi spariamo veramente tutto…. Godiamo anche dello spettacolo dei danzatori e dei percussionisti… Bellissimo.
Alla fine giochiamo ancora con i bimbi che ci accompagnano fino ai pullmini soliti per il ritorno. Siamo stanchi ma paghi della giornata incredibile. I visi e le mani di tutti quelli che abbiamo incontrato ci corrono nella mente e nel cuore clown. Geppetto è commosso, gli altri non so ma gli occhi non mentono….
Martedì 10 Giugno
La giornata campale è partita, con un viaggio intergalattico a bordo di un Enterprise colorata di bianco e blù, che manco le linee aeree greche…. (geniale poter fare il biglietto a bordo senza quella cosa infernale che risponde al nome di obliteratrice).
Il viaggio è per altro breve: due ore e mezza!
Ma abbiamo modo di assaporare in ogni modo la vitalità del popolo senegalese e tutti gli odori e sapori dalla periferia di Dakar al suo centro.
Finalmente si scende dall’astronave e i Malikiani o malikesi raggiungono l’area Shopping. Peccato che l’assalto dei venditori del pianeta “Ventimila franchi” sia immediato e violentissimo. La fanteria regge l’urto frontale nonostante molteplici cadaveri che lascia a terra: fondamentalmente i tre uomini della missione.
Svampita e Girandolina escono invece vincitrici e con lo sguardo fiero.
Il pranzo viene consumato presso un locale che a fine giornata Girandolina definirà “caratteristico”, chi vi scrive pensa che fosse un incrocio fra una mensa aziendale dei minatori sardi e il bar dove Luke Skywalker e Ian Solo in guerra stellari si incontrano.
Poi via alla folle corsa verso l’ospedale che naturalmente è esattamente dalla parte opposta della città. I taxi sono due ma quello che parte dopo arriva prima. Ed infatti sorseggiando una Besap gelata (non chiedeteci cosa contenga... è buona e basta, è fucsia... ed in certi momenti alcune domande, non sappiamo com’è, ma non ce le poniamo).
Ci inoltriamo nell’ospedale più a misura di umani che tutti noi abbiamo visto. Molti poi sottolineeranno come nel mondo di ospedali ne abbiano visti ben di peggio ma questo ci pare meno peggio di quel che ci aspettavamo.
In alcuni cortiletti interni sdraiate su stuoie, mamme che allattano bebè e bimbi che giocano.
Alcuni hanno le flebo innestate nella testa che fanno un po’ impressione. Non c’è solo la malaria a minacciare i giovani senegalesi. Giriamo due reparti di pediatria. Alcuni bimbi si spaventano anche un po’. Di nuovo l’effetto extraterrestre sottolineato nei giorni scorsi si fa sentire ma un po’ alla volta anche i più lacrimevoli si rilassano e ridacchiano. Quelli che sembrano divertirsi di più sembrano in realtà i genitori soprattutto mamme e nonne che ballano e cantano appena gliene si da la possibilità. Purtroppo il tempo dei trasferimenti è tiranno e non è possibile visitare anche reparti di adulti.
Ci richiedono un ‘uscita modello fighi di ER e subito ci sottoponiamo a tale tortura.
All’uscita ci attende il busto dell’integerrimo dottor Robert Vattelpesca con tanto di occhiali. Il busto è venuto così bene che pensiamo l’autore sia stato deposto nelle fondamenta della parte nuova dell’ospedale.
Un po’ timorosi chiediamo di fare la foto insieme all’unico bianco, seppure finto, presente in zona. Le guardie sembravano non attendere l’ora di prendere un po’ in giro il fondatore et voilà un naso rosso spunta sul naso del signore occhialuto e si riparte.
Optiamo per due taxi per tornare a casa, pensando di fare prima. Il problema che lungo il tragitto sul lussuosissimo mezzo di locomozione ci addormentiamo tutti , autista compreso. In un taxi finisce pure il gasolio, sull’altro solo l’attenzione di Svampita impedirà al viaggio di ritorno di avere come destinazione Casablanca o Timbuctù.
La sera facciamo la prima condivisione allargata e tradotta anche alle due volontarie francesi.
domenica 15 giugno 2008
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