giovedì 14 agosto 2008

MISSIONE URUGUAY 2008 - 2

6 agosto

Andiamo con il primo spettacolo in un "jardin" ovvero scuola materna qui a Mandubì. Ad attenderci c'è una moltitudine di bimbini canterini (cantano "il payaso Plin Plin", canzoncina per bimbini qui assai nota), nonché un tipo della radio locale ed una telecamera all'entrata, pronti ad intervistarci. Siam un po' agitati, ma lo spettacolo viene molto bene. Restiamo poi a strapazzare un po' i bambini, e a gustarci i loro bacettini di saluto prima di andarsene a mangiare. Torniamo dalle suore a pranzo e poi nel pomeriggio si va dagli anziani (dove già eravamo stati l'anno scorso). Qui risulta un po' difficile interagire, vuoi per l'età avanzata degli ospiti, vuoi per l'atmosfera di abbandono che incontriamo e che ci lascia un po' "magonati". Poi però riusciamo a rompere il ghiaccio con lo spettacolino, che viene ben accolto dai "più attivi", ed infine strappiammo vari sorrisi regalando a ciascuno un palloncino colorato che cambia l'atmosfera. Torniamo a casa


7 agosto

Oggi ci aspetta l'ospedale.
La mattina siamo invitati nel reparto psichiatrico dove lavora anche Michel, il maestro di teatro che conoscemmo l'anno scorso. È una bella giornata di sole, per cui si fa lo spettacolo nel giardino interno dell'ospedale. Dopo due o tre spostamenti avanti e indietro con tanto di sedie, valigia, telone e panche (organizzazione sudamericana) troviamo finalmente il posto giusto e cominciamo. La rappresentazione viene accolta con entusiasmo ed il pubblico va aumentando di minuto in minuto (si aggiungono nell'ordine: le persone in coda per le visite, infermieri varii di passaggio, operai che stavano pitturando le pareti, camionisti che facevano consegne ecc ecc).
Al pomeriggio si torna in ospedale, ma per il servizio nelle stanze. In pediatria c'è un bambino grave, per cui ci chiedono di tornare un'altra volta. Andiamo nell'altra ala, dove ci sono chirurgia e ginecologia, e chiaramente nessuno ci aspettava (altro tipico esempio di organizzazione uruguaya). Ma il guardiano si ricordava della nostra visita dello scorso anno, per cui va a parlare con le caposala e veniamo accettati. Un servizio un po' fuori dai nostri canoni, visto che le infermiere, entusiaste quanto i pazienti, ci invitavano ad entrare anche nelle stanze in cui stavano medicando ferite varie... Comunque un'accoglienza ottima ed un servizio intenso, ed i "globos" hanno risvegliato clamorosamente il bambino che c'è in tutti i pazienti.


8 agosto


Giornata dedicata ai bambini e ragazzi del Don Bosco, una "Obra social" come quella che ci ospita. Facciamo due spettacoli, uno alle 10 per i ragazzi del turno mattutino ed un secondo alle 15 per quelli del secondo turno. Molta vitalità, alcuni bulletti che all'inizio ci guardavano con un'aria di superiorità e di sfida, ma che al termine dello spettacolo si sono ammorbiditi. Uno dei più vivaci ci ha addirittura regalato una sua biglia di vetro colorato che custodiva come un tesoro!
Al ritorno dal servizio pomeridiano facciamo una capatina ad una festa di compleanno di un nipotino del nostro autista personale (Barbosa!). Veniamo travolti dai bambini chiassosi, festanti ed urlanti.


9 agosto

Finalmente giochiamo in casa e presentiamo il nostro spettacolo con i bambini della Obra social Mandubì, quelli che ci accolgono ed ospitano ogni giorno. C'è una bella atmosfera familiare, un po' di ansia da prestazione ed un velo di tristezza perché nella notte è mancato un bambinetto di 1 anno che abitava di fronte alle suore. I primi applausi sciolgono la tensione e via, si parte. Finito lo spettacolo veniamo travolti come accade ogni sera al nostro rientro dai varii spettacoli.
Pomeriggio di riposo con libera uscita "dauntaun" a Rivera, dove visitiamo la classica piazza della pace, divisa simbolicamente a metà dal confine col Brasile.

Al ritorno.. scoppia la "febbre del sabato sera": c'e' la festa di compleanno di tutti gli adolescenti che hanno compiuto gli anni da gennaio ad agosto! Abbiamo preparato i regalini: per i ragazzi un cappellino, e per le ragazze un quaderno e una simpatica biro. I clown si scatenano nelle danze hip hop...
A nanna stravolti, l'indomani ci attende una giornata muy intensa.


10 agosto

Al mattino inizio tranquillo ("easy like Sunday morning"...) con la messa nella cappella della obra, con tutta la gente del quartiere. Al termine veniamo presentati e salutati ufficialmente da tutti. Un bel momento emozionante. Prima del pranzo parliamo con il gruppo di giovani, decidiamo le date per i "talleres" (laboratori) da realizzare con loro la settimana seguente e ci dedichiamo ai primi passi di giocoleria scaldati da un tiepido sole nel giardino delle suore.
Pranziamo presto, perché alle 13 ci attendono al "policlinico" (in realtà un poliambulatorio) dove c'è una festa per i bambini del quartiere. Finito lo spettacolo li lasciamo ai loro giochi e scappiamo alla volta del carcere dove ci attende il momento clou della giornata.
Cominciamo con una bella attesa di un quarto d'ora al cancello, in compagnia dei parenti. Poi, grazie all'intercessione di Hermana Lourdes riusciamo a varcare la soglia. Perquisizioni varie (alcune sommarie, altre più in profondità...), ed infine accediamo al cortile interno. Un colpo d'occhio forte, scioccante, potente. Sulle prime ci chiudiamo un pochetto e facciamo quadrato, nell'attesa che termini lo spettacolo del gruppo di teatro dei detenuti. Poi veniamo chiamati al microfono ed allestiamo la nostra scenografia. Un due tre, si parte e a poco a poco il palcoscenico si riduce come per magia, tanto che al momento della gag donna di campagna/ donna di città, le due sedie vengono fagocitate dal pubblico. C'è un momento di panico, dopo il quale riusciamo a riprendere momentaneamente in mano la situazione. Ma non dura molto. Uno spettacolo difficile ma appagante. Al termine varii detenuti ci ringraziano ed è bello sentire che ci hanno apprezzato anche qui.



Scene di vita vissuta.

Primo spettacolo, telecamera che riprende, radio che ha appena fatto l'intervista: entra Gibbone (donna di campagna) e viene praticamente assalito da un cane che comincia ad abbaiare e a ringhiargli contro fino a quando la maestra non lo scaccia (il cane, non Gibbone...).

Irbas venerdì ebbe un problema con un dente, che si ruppe in parte. Fortunatamente c'è una dentista che viene a curare i bambini una volta alla settimana, e giusto il venerdì.
Nel pomeriggio arriva, si presenta e inizia a salutarci (qui ci si dà un bacio sulla guancia destra). Tutti scambiano il bacetto, ma quando si avvicina ad Irbas porgendole la guancia, lei, confusa ed agitata invece di porgere la sua guancia, spalanca la bocca mostrando il dente in questione. Grasse risate anche delle suore e della dentista stessa.

Mercoledì sera passiamo dall'allenamento del gruppo di teatro e ci presentiamo. Giunge il turno di Gibbone che esordisce dicendo "Yo estudié 4 años español" e poi dopo due minuti, raccontando cosa aveva fatto durante il giorno: "ho lettos los cartellos..." suscitando qualche dubbio sugli studi suddetti.

Peldicarota deve salire in piramide su Nano per la giocoleria. A parte il fatto che ogni volta pesta la mezza banana caduta in terra durante il precedente numero di magia, spalmandola poi copiosamente sui pantaloni del povero Nano (che poi tanto non li lava), giovedì dietro le quinte gli fa: "o, ciò i pantaloni strinti e 'un mi scianco...".

Venerdì sera si gioca a quel gioco che bisogna scrivere tipo città, animali, frutti ecc ecc che inizino con una lettera sorteggiata di volta in volta. A parte il fatto che Pel cerca di farsi passare per buono "io corro" come sport con la I, ad un certo punto si aggiunge anche suor Angela. Esce la lettera D, e lei nella categoria animali scrive "Dumbo"...

1 commento:

Unknown ha detto...

è bellissimo leggervi