domenica 13 gennaio 2008

MISSIONE BIRMANIA - 2006-2007

VCM VOLONTARI CLOWN IN MISSIONE - BIRMANIA

DIARIO MISSIONE BIRMANIA - 2006 - 2007

27 dicembre 2006

Gruppo di 12 volontari: Aureola (capogruppo) + Carmencita (Vip TO), Conticino (Vip Milano), Donji (Vip Formazione-TO), Krauta (Vip TO), Il Nonno (Vip Formazione-TO) La Nonna (Vip Torino), Marea (Vip Friuli), Spring (Vip Roma), Spillo (Vip-Formazione TO), Svampita (Vip Formazione-TO), Zumbalà (Vip Torino)

Sergio (clown Spillo) ed io (Aureola) abbiamo dormito a casa di Raffaele (clown Conticino) che abita vicino all’aeroporto di Malpensa. Alle 08.00 siamo partiti in macchina alla volta dell’aeroporto. C’è molta nebbia… accidenti, penso a Simona (Clown Spring) che deve arrivare in volo da Roma e che ha tutti i nostri passaporti perché si è occupata lei dei visti… Arianna (clown Marea) arriva da Trieste in aereo e mi ha mandato un sms dicendo che avrebbe tardato di mezz’ora… gli altri arrivano in macchina da Torino e c’è nebbia…
Beh, le mie paure si rivelano infondate, nel giro di poco arrivano tutti e iniziamo l’imbarco dei numerosi bagagli.
Siamo tenuti allegri da Carmencita che ha un bagaglio a mano che eccede i kg portabili e lì sul momento trasferisce il di più sulla valigia da imbarcare… il nonno che cerca per terra il cappuccio del collirio e insieme a lui tutti gli altri … e il cappuccio lo aveva in mano…
Partiamo in orario, la Quatar si rivela una compagnia aerea fantastica, il servizio è ottimo, il personale di bordo è gentile e perfetto, il viaggio viene spezzato in due parti: Milano-Doha circa 6 ore di volo (Doha ha 2 ore di fuso in più rispetto all’Italia) e Doha-Yangon altre 5 ore di volo. In Birmania il fuso è di 5 ore e mezzo avanti rispetto all’Italia.
Nel transito tra Doha e Yangon dimentichiamo uno zaino sull’aereo … panico, ma giusto in tempo ce lo consegnano prima della partenza.

28 dicembre 2006 - giovedì

Arriviamo a Yangon e troviamo il tuttofare delle suore ad aspettarci (Peter Rock), nessun problema con la dogana e all’uscita ecco suor Laurentia.
Ci porta in hotel, un lodge semplice ma confortevole dove ci sistemiamo. Alcuni di noi escono con suor Laurentia per andare a comprare i biglietti aerei per Taunggij e Kengtung, poi si va tutti alla casa delle suore per pranzo.
Consegnamo a Sr Laurentia i soldi che abbiamo portato dall’Italia.
A Yangon studiano circa 20 ragazze e ragazzi di Kengtung per un progetto di studio di inglese e informatica finanziato da New Humanity. Le suore li ospitano.
Ci accolgono con canzoni di benvenuto.
Incontriamo anche Margareth, una ragazza di 16 anni che viene sostenuta da alcuni anni allo studio da una coppia italiana, le consegniamo il regalo inviatole dai genitori e l’equivalente in denaro per il suo sostegno per altri due anni. E’ un momento commovente perché senza questo aiuto questi ragazzi non avrebbero la possibilità di avere un futuro e di studiare, che è l’unico modo per uscire da questa miseria.
Pranziamo tutti insieme e dopo pranzo ci dividiamo i khiat (la moneta birmana) che abbiamo cambiato.
Un breve riposo e poi visita alla Shwedagon Paya, il tempio buddista più grande e bello del mondo.
Cena al ristorante Karaway con spettacolo che però non riusciamo a goderci perché siamo stanchissimi.
Si rientra in hotel e si dorme.

29 dic. 06 – venerdì
Il gruppo va al mercato.
Partenza per Taunggyi.Arrivo a Taunggyi alle 16.00. Si va in hotel e poi dalle suore, si cena con le ragazze e le suore.

30 dicembre - sabato
Viaggio al Lago Inle
Giornata trascorsa al lago con visite e acquisti vari…

31 dicembre 2006 - domenica
Viaggio a Pindaya
Partiamo di prima mattina per le grotte di Pindaya, dove si trovano 8000 statue del Buddha, portati lì dai fedeli nel corso dei secoli.
Il viaggio è lunghissimo e la strada non proprio buona… Il paesaggio è molto bello e i colori variano dall’ocra al verde salvia, passando per il rosso ruggine e il rosso mattone. Alberi secolari, bambini e adulti che ci salutano sorridendoci lungo la strada. Arriviamo dopo 3 ore e mezzo di viaggio. Visitiamo la grotta e andiamo poi a mangiare in un bellissimo ristorante in riva al lago.
Al rientro facciamo le foto alle ragazze che hanno un sostegno a distanza e nel frattempo ci prepariamo per offrire alle ragazze della casa delle suore il nostro spettacolo “La bambola triste”. Ceniamo con loro e poi via con lo show! Tutto riesce benissimo, nonostante non avessimo mai provato lo spettacolo e alcuni di noi non lo conoscessero nemmeno.
Dopo lo spettacolo è la volta delle ragazze che hanno preparato per noi un balletto moderno.
Si gioca insieme integrandoci e lasciando che siano loro a decidere il gioco da fare. Decidono di far passare da uno all’altro in cerchio un fiore che aveva portato per loro Spring e, quando la musica si ferma, chi ha il fiore in mano deve ballare… Ci si diverte insieme fino alle 23.00, poi viene il momento di lasciarci e… iniziano le lacrime, loro e nostre…
E’ il primo distacco per il gruppo e alcune delle ragazze birmane sembrano proprio disperate… sembra impossibile che si siano attaccate a noi in così poco tempo, ma se pensiamo alla mancanza di affetto e di attenzioni che hanno, possiamo comprendere facilmente perché siano tristi.
Arriviamo in hotel alle 23.30. Strada facendo notiamo che fuori dalle case ci sono gruppi di persone con i falò accesi, alcuni cantano, capiamo che è il loro modo di festeggiare il capodanno. Ci ritroviamo in terrazza, vediamo dei fuochi salire verso il cielo, si odono alcuni botti, ma bel poca cosa… noi ci abbracciamo e ci auguriamo un felice 2007, ma prima ringraziamo il 2006… mangiamo torrone, loaker, cioccolato e beviamo coca cola per brindare e ascoltiamo La nonna che ci racconta alcune sue avventure. In semplicità trascorriamo i primi momenti dell’anno nuovo e all’1.00 andiamo a dormire.

1 gennaio 2007 - lunedì
Viaggio Taunggyi-Kengtung

Colazione alle 08.00, si preparano le valige e alle 09.00 viene a prenderci sr. Benedetta per andare all’aeroporto. Arriviamo e senza nessun particolare problema passiamo i controlli ed entriamo in sala d’attesa. Abbiamo un’ora da aspettare e così ne approfittiamo per fare la condivisione sulla giornata di ieri.
Alle 12.15 circa ci imbarchiamo e dopo uno scalo a Mandalay e uno a Tachileik, atterriano a Kengtung aeroporto alle 15.00 circa.
Ci aspettano sr Dorothy e Sr Teresa che con un pulmino + una pick-up per i bagagli, ci portano in Hotel. L’hotel questa volta è proprio bello. Sr Cecilia ci spiegherà che hanno preferito così in quanto dobbiamo proprio passare per turisti e non destare sospetti.
Il tempo di svuotare le valigie e passano a prenderci per andare in missione. Ci accolgono le bambine dell’Orfanotrofio Bonetta, dapprima timide, ma dopo neanche 10 minuti di giochi, ogni bambina si preoccuperà di accaparrarsi almeno uno di noi, e quindi abbiamo grappoletti di bambine affettuose e felici che ci baciano, ci abbracciano, giocano con noi e non ci lasciano andare fino a quando la suora non le convince ad andare a cena. Marea viene presa in ostaggio dalla bambina che ha adottato ed è un fiume di lacrime di commozione.
Ceniamo anche noi con le suore e le novizie con verdure, riso e tanta buona frutta.
Dopo cena una parte di noi sistemano con sr Cecilia tutte le cose che abbiamo portato per la missione e per i bambini, un altro gruppo gioca coi bambini. Mettiamo anche l’elastico ai nasi rossi che daremo ai bambini.
Sr Cecilia ci racconta che è cambiato il capo dei militari (che noi per non correre rischio chiamiamo in codice “papaya”) e che ora sono molto più rigidi. Ci dice che la polizia segreta ogni 3-4 giorni capita in missione fa domande, chiede cosa fanno, da dove arrivano i soldi per mantenere i bambini e una volta hanno anche fatto una sorta di perquisizione, chiedendo però a loro il permesso di curiosare nelle stanze.
La trovo preoccupata e non serena e sorridente come sempre e questo mi lascia perplessa.
Ci dice, se qualcuno dovesse farci domande, di non dire che siano qui per i bambini e come “benefattori” (così ci chiamano loro), ma solo per turismo, dice di dire che le abbiamo conosciute a Roma mentre studiavano e che siamo venuti a trovarle qui per turismo.
Gli altri clown si divertono a far giocare le bambine. Prima di andare in hotel (ci accompagna sr Cecilia alle 20.00) le bambine ci abbracciano e ci baciano. Hanno talmente tanto bisogno di affetto che quasi litigano tra loro pur di accaparrarsi un pezzo di un nostro braccio o una mano.
Alle 20.15 siamo in hotel, alle 21.00 condividiamo in camera di Spillo e Aureola il fiume di emozioni di tutti in questa prima giornata in missione.
Carta: energia

2007-01-02 - martedì
Kengtung-Mong Lar (Mengla)

Sveglia alle 6.30, colazione alle 7.15. Abbiamo i permessi dell’immigrazione e partiamo per Mong Lar, confine con la Cina. Arriviamo dopo 2 ore di viaggio in pulmino, tutto curve. I bambini della missione ci aspettano con gioia, cantano per noi. Sotto un sole cocente iniziamo a fare le foto ai bambini e il filmato per i genitori che li sostengono agli studi. Ritrovo i bambini molto cresciuti.
Un gruppo di noi si mette subito a giocare con i bambini: canti, bans e risate riempiono l’aria. Fa parecchio caldo, ma sopportabile e con poca umidità. Non sono abituata a questo clima ottimale e devo dire che mi fa veramente piacere, dopo anni di viaggi in Myanmar con sole cocente con umidità 80% e più.
Apprendo che Luca Aung oramai grande che è stato sostenuto agli studi da un nostro amico, ora ha un lavoro e insegna cinese in una scuola e aiuta per il doposcuola i ragazzini più piccoli della missione. Il gruppo dei ragazzi più grandi, grazie al sostegno dei loro “genitori adottivi” hanno iniziato una scuola di training professionale per imparare un mestiere di meccanico o carpentiere e anche di questa notizia sono molto contenta.
Ritrovo anche i più piccoli cresciuti, da Clemente, il primo bambino che abbiamo sostenuto, a John Paul o Nicolar, tutti bambini che hanno ricevuto il beneficio delle prime adozioni ora stanno bene in salute e possono studiare e pensare ad un futuro.
Alcuni bambini sono tornati ai loro villaggi ripresi dai parenti, altri sono a studiare in Cina (Monglar è al confine con la Cina), alcune ragazze si sono già sposate e così, inizia il lavoro delle “sostituzioni” che ai genitori adottivi non piace mai molto, ma che in una missione a volte è inevitabile. E’ difficile far passare il messaggio che un bambino ha bisogno tanto quanto un altro e che nessuno ci appartiene”. E’ stupendo che si possa sostenere un bambino agli studi, che gli si permetta di avere tre pasti al giorno, che gli si dia un futuro, ma se questo bambino non è più nella missione, ce ne sarà un altro che avrà preso il suo posto e che avrà altrettanto bisogno.
Prego quindi chi legge questa parte del mio diario, di avere pazienza se scoprirà che il bambino/a che sostiene è stato “cambiato” e di mantenere alta la generosità continuando a offrire supporto a un altro bambino/a che grazie al suo supporto avrà la possibilità sia di mangiare che di studiare, fosse qualche sol per un anno o fino al termine dei suoi studi.
Il pranzo è piacevole, assaggiamo un frutto stranissimo che all’interno sembra un gelato stracciatella e all’esterno è color rosa intenso.
Nel pomeriggio via col “trucca-bimbi”: è sempre meraviglioso truccare questi volti lisci, con un colore ambrato dove i colori risaltano e poi vedere le loro facce stupite sotto i nostri trucchi è una bellissima esperienza sempre.
Un gruppo di noi va a vedere la città e a fare “un salto” in Cina.
I bambini ci salutano con danze e canti ed è bellissimo vederli cantare tutti in gruppo con i loro stupendi nasini rossi.
Come sempre quando dobbiamo saltarli ci commuoviamo.
Ci salutano fino a che non siamo saliti sul pulmino e il ricordo delle loro manine che si agitano è ancora vivo in me.
Abbiamo 3 ore e mezzo di viaggio e di curve, ma passano abbastanza velocemente perché chiacchieriamo tra noi.
Sr Cecilia è preoccupata, perché se non passiamo il ponte di confine della Regione 4 entro le 18.00, dobbiamo tornare indietro, ma tutto va per il meglio e arriviamo in tempo.
Arriviamo in missione in tempo per la cena.
Dopo cena giochi con i bambini “in silenzio”…
Dopo cena andiamo subito in Hotel, una doccia e la condivisione serale delle stupende mozioni vissute oggi.
Carta: disciplina

2007-01-03 – mercoledì
Kengtung

Tutti al mercato, andiamo a piedi dall’hotel e torniamo con un taxi locale (motorino a 4 posti) per 1000 khiat (0,90 cm). Compriamo le coperte per i bambini facendo una pantomima per far credere che le compriamo per noi. Dato che compriamo 8 coperte, dando all’ambulante il guadagno di una settimana, si radunano un sacco di persone, vicini di bancarella, i tassisti locali, uno di questi sa un po’ di inglese e fa da traduttore tra noi e la venditrice.
Compriamo anche della frutta per la missione.
Io compro delle belle sciarpe e braccialetti e collane delle donne akha per i mercatini che faremo per sostenere la missione.
A pranzo suor Cecilia ci dice che siamo controllati, che la polizia segreta arriva ogni 4-5 giorni in missione a chiedere come fanno a vivere, chi dà loro dei soldi e lei ha paura, quindi ci chiede di giocare con i bambini andando al vecchio orfanotrofio Bonetta, dove ancora vivono le ragazze più grandi con 1 suora. Così passando per il villaggio, andiamo a Bonetta Vecchio. Un gruppo gioca con i bambini, un gruppo trucca i bambini, Sergio ed io facciamo le foto alle bambine per le adozioni/sostegno a distanza. Sergio non sta bene e vomita (starà male fino al giorno dopo).
Facciamo attenzione a ciò che mangiamo, ma nel brodino c’è sempre del pepe (o spezie simili), le uova non sono sicure e così pure latte e carne. Per fortuna ci sono tante verdure e tanta buona frutta.
Il gioco con le bambine fatto nel cortile stanca tanto, alcune bambine oramai si sono proprio lasciate andare e sono scatenate (come tutti i bambini del mondo). Questi bambini sono abituati a vivere in un regime non cui non vi è libertà, sono abituati ad essere “costretti” e con noi hanno la possibilità di divertirsi e di avere sempre qualcuno che le coccola, le bacia, le abbraccia. Non devono ricevere molti abbracci perché sembrano costantemente elemosinare la nostra attenzione e alcune si attaccano talmente tanto a noi e alle nostre braccia, gambe che litigano con altre compagne per avere l’esclusività dell’affetto.
In condivisione questo argomento viene trattato e spiego che abbiamo lavorato qui per 4 anni una volta l’anno sulla loro affettività, perché le suore non hanno né tempo né disposizione per abbracciarli, coccolarli. Pensano alla loro sopravvivenza, pensano a lavarli, vestirli, farli mangiare e studiale, ma non c’è tempo per le loro anime e per l’affetto.
La sera, dopo cena giochiamo con le bambine nel cortile della missione, “in silenzio”: sr Cecilia ordina alle bambine di giocare silenziosamente e noi ci troviamo a fare i bans e i canti sottovoce. L’applauso diventa un gesto in cui portiamo le braccia in alto e agitiamo le mani. Questo modo di giocare ci colpisce e ci colpisce la paura di sr Cecilia e io stessa non ricordo che negli altri anni ci siano mai state tali precauzioni.
Saliamo sulla pick up che ci porta in hotel e attraversiamo le strade buie di Kengtung stipati nel cassonetto dietro.
Mi chiedo a cosa servano tali precauzioni visto che siamo in 12 e che siamo ben visibili in ogni caso.
La situazione politica qui si sta facendo abbastanza difficile e sembra insostenibile per le suore, noi se veniamo considerati turisti non veniamo considerati, ma loro avranno problemi perché da loro vogliono soldi.
Sr Cecilia è bene intenzionata a non dare nulla per non essere continuamente ricattata.


Bonetta vecchio – laboratorio angioletti – foto bimbe – giochi all’aperto
Cena con benefattrice svizzera (pittrice)
Sera: hotel
Sergio febbre, Svampy vomito e dissenteria.
Condivisione tensioni
Carta: armonia


2007-01-04 - giovedì
mattina: foto e schede da sistemare – aiuto informatico – Svampy riposa
giro turistico alle terme + gioco con ragazzi adolescenti sul prato
pranzo: racconti di sr Cecilia
pomeriggio: giochi nella camera da letto – decupage – sistemazione schede
sera: cena + hotel
condivisione
Carta: generosità

TOM QUA
E’ domenica, 7 gennaio, arriviamo al villaggi di Tom Qua, villaggio della tribù Akha. Le donne akha ci vengono incontro e così pure i bambini. I bimbi sono vestiti di stracci, la povertà si tocca con mano e mi accorgo che qui nulla è cambiato e che il tempo sembra essersi fermato.Arriviamo alla missione e troviamo i bambini ad accoglierci, sono una ventina. Distribuiamo delle magliette in dono, fatte dai bambini della scuola media di Casalborgone (TO). Ogni bambino ha disegnato una faccia di clown e ha scritto il proprio nome sulla maglietta, così ora ogni bambino birmano indossa una maglietta col nome di un bambino italiano.Ritrovo qui Dorothy che da Bonetta è stata spostata qui perché bocciata per la seconda volta alla scuola elementare di Kengtung. La trovo cresciuta e sta proprio bene. E’ sempre timidissima, non parla e rimane a tenermi per la mano tutto il giorno.A Tom Qua non si possono fare grandi ristrutturazioni, la missione è al centro del villaggio ed è troppo “in vista”, così i soldi dei sostegni VIP e delle adozioni vengono usati per far mangiare i bambini e per le loro divise scolastiche, perla legna e per il materiale per lo studio. I bambini, una volta finita la 4^ elementare andranno a studiare a Bonetta perché a Tom Qua non ci sono altre scuole. Le bambine dormono in 20 su un pavimento e i maschietti in una stanzona più in basso, vicino alla chiesa. Ognuno di loro possiede solo una cassetta piccola in cui raduna tutti i suoi averi.

PARTENZA 9 gennaio 2007
Torniamo a Yangon e ripartiamo per l’Italia. Portiamo nel cuore le immagini dei mille baci delle bambine di Bonetta, i sorrisi, la gentilezza di questo popolo, ma anche la tristezza e la rassegnazione delle suore e dei bambini.

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