domenica 13 gennaio 2008

MISSIONE ROMANIA 2005

VCM VOLONTARI CLOWN IN MISSIONE - ROMANIA 2005

Volontari: Alga (PV), Dolly (PA), Cravattino (TO), Guantone (MI), Giullare (VR), Il Simpa (VA), Maf (CT), Nuvolotta (PA), Savoiardo (BS)

17.06.2005
Ci siamo tutti compresi i bagagli in abbondanza, speriamo di non avere problemi quando li peseranno. Tiriamo il primo sospiro di sollievo quando passiamo il primo controllo ma ahimè al controllo passaporti Asa rimane bloccata dal visto che manca sul suo passaporto. Lo sconforto si stampa nei nostri volti, c’è chi non riesce ad alzare gli occhi da terra, c’è chi li tiene in alto per non far scendere le lacrime, c’è chi invece cerca di darsi una ragione e consolare Asa che è letteralmente rimasta pietrificata. La salutiamo con il cuore a pezzi ma con la promessa che ci raggiungerà appena il visto sarà sul suo passaporto. Ci avviamo verso l’aereo silenziosi e sempre carichi di bagagli a mano da due a tre a testa. Bene, le regole dicono uno e massimo di 7 kg., qui tutto pesa in maniera … beh, lasciamo perdere!!!!!
Ore 12,38 finalmente si decidono a farci partire anche se noi eravamo già in perfetto ordine ed in formazione: Cravattino con la sua inseparabile Maf, Simpa ed Alga e scusate i giornali, Guantone e Savoiardo, Nuvolotta e Giullare, e più avanti Dolly.
Cravattino inizia la sua performance legata alla paura più nera, Dolly si da un contegno ma invece pure…. Anche…. forse di più…… è in preda al panico. I motori rullano al massimo e l’aereo inizia la sua rincorsa, ma che dico la sua danza, ebbene sì l’aereo va zigzagando come un ubriaco dopo una consistente bevuta. Noi abbiamo il progetto alcolismo ma non funziona!!! Il volo è tranquillo tanto che Guantone si addormenta così profondamente che la Bella addormentata nel bosco a confronto era sveglia!!!

Ore 15.30 ad aspettarci a Bucarest troviamo un pulmino che ci porterà a Constanta…..alla guida Andrei (ottimo guidatore)……no comment sulla guida dei rumeni dato che abbiamo rischiato di andarci a scontrare più volte contro alberi contro macchine e contro camion ahahah…..!!!!!!!
Ore 20.30 arrivo a Constanta dove i salesiani ci accolgono benissimo con il loro sorrisi calore e abbondante cena. Visitiamo i luoghi che presto colonizzeremo ossia: camere da letto, bagni, cucina e sale da gioco.
Siamo così stanchi e stressati dalle frenate di Andrei che quasi quasi me ne andrei a letto..
Dolly e Maf

18-06-2005 Constanta
Sveglia ore 7.00 ( traumatica sveglia x cravattino dopo che non ha chiuso occhio grazie alle melodie di savoiardo) colazione presso il convento salesiano è rapido inizio delle attività claunesche.
I bambini vengono radunati in una sala presso l’oratorio, ci presentiamo e si inizia il lavoro sulla fiducia; i bambini acquisiscono maggior confidenza con noi, anche se rimangono un po distanti e freddi nei nostri confronti…..(solo dopo aver saputo alcune notizie su di loro, capiamo i motivi di questo distacco).
Uno dei motivi è quello che si aspettavano qualcosa di più esaltante a livello di magie e giocolerie, ma a loro serve ben altro ….servono le tecniche base dei nostri corsi.
I clown sono contenti della presenza di Babacu (Leon) il ragazzo responsabile dell’animazione dell’oratorio che segue i giovani di strada insegnando loro giocolerie gag,
Dopo la mattinata vissuta tra momenti di musica e volti di questi bambini che hanno l’età media di 12-13 anni si finisce seduti a tavola ancora ospiti dei salesiani che ci fanno trovare un loro piatto tipico, la ciorba (minestra di pasta all’uovo con verdure, decisamente annacquata).
Dopo pranzo Dolly, Maf e Cravattino accompagnati da Babacu partono x la loro missione umanitaria di tipo enogastronomia:
ci rechiamo alla metro passando x alcuni quartieri di Constanta…..ma Babacu ancora non sa cosa lo aspetta ahahahahah.
Con il savoire fair di tipici turisti cinesi ci addentriamo nell’ipermercato muniti di due carrelli giganteschi, tipici degli ingrossi….e riempiti nell’arco di 1 ora da, udite udite, 40 e dico 40 rotoli di carta igienica color pantera rosa, dura come il corriere della sera il sabato, surgelati per un reggimento, imbustati in confezioni tipo Mc Donald (una media? Almeno 2,5 kg per sacco…) una splendida confezione tripla di superconcentrato di pomodoro (davvero iningeribile…) ecc ecc (allegheremo il kilometrico scontrino) per un totale di 8.000.000 di lei (moneta della zona)
Il viaggio di ritorno verso casa è improbo e difficile, un bagagliaio degno degli emigranti, carico di ogni bendiddio; decidiamo quindi di sostare (n.b. mancavano 15 minuti all’inizio della seconda parte del corso…) al folkloristico mercato ortofrutticolo della zona. Un capannone di cemento contenente una decina di banchetti. Intravediamo strani peperoni albini dimensione bonsai dall’odore acre e intenso…arriviamo giusto in tempo per iniziare il corso…giullare si cimenta in un’ardua e intensa attività di insegnamento di mimo, ben seguita dai bambini presenti.
I primi veri clown fioriscono davanti i nostri sguardi increduli. Il primo è Ciank un bimbo che è scappato di casa e vive qui dai salesiani e già promette bene soprattutto quando con lo sguardo furtivo, e non solo quello, ci aiuta ad alleggerire le nostre borse pesanti. E’ quasi impossibile ricordare tutti i nomi, però quello che ci rimane sono i loro sguardi increduli, le loro smorfie che imitano le nostre, le loro mani sempre pronte a cercarti, i loro occhi impauriti, le loro testoline morbidissime, le loro mani che raccontano la loro storia…….
Simpa e Guantone allestiscono uno spettacolare numero di magie clownesche, seguito dai provini.
Una lauta cena più condivisione, seguita da un laboratorio di micromagie concludono la faticosa e stupenda giornata dei missionari della gioia. Gli occhi e gli sguardi dei ragazzi ci accompagnano verso una meravigliosa dormita dopo una veloce condivisione.
Cravattino, Maf e Dolly

19-06-2005 Constanta
Prima domenica in missione. Il gruppo si divide: Dolly con Giullare, Simpa, Savoiardo e Guantone accompagnati da Leo, Gabriele e l’immancabile Ciank che oramai è diventato un tutt’uno con noi si recano in città per la messa. Il motto è: occhio a Ciank. E così anche in chiesa si esibisce in una delle sua performance: fa gag di magia ingoiandosi monete e sputandole fuori dalla bocca come se fossero semi di zucca. Guantone non riesce a credere ai suoi occhi e quasi si pente di avergli insegnato questi trucchi!!! Torniamo a casa dopo aver fatto un giro per il porto di Constanta e per le vie principali.
Cravattino, Maf, Nuvolotta ed Alga riposano un po’ di più ma al risveglio iniziano a preparare le gag per il corso. Oggi c’è un caldo da agosto inoltrato e la stanchezza inizia a farsi sentire quando tentiamo di montare una scaletta per lo spettacolo del pomeriggio. Decidiamo di fare lo spettacolo insieme ai ragazzi di Babacu e così tutto si complica perché Dolly è impazzita all’idea che ancora non le vengono date le musiche tanto che decide, disperata, di portarsi il computer in piazza. Altro che “occhio a Ciank” qui ci vogliono: occhi, antenne, radar e metal detector per evitare di farsi portar via tutto. Pranziamo in fretta perché alle due Don Sergio ci porta a visitare i ragazzi di strada che di inverno si rifugiano nelle fogne e d’estate vivono nascosti vicino i tombini
Saliamo sul pulmino vestiti non da claun ma da…. Meglio non commentare, vi dico solo che tutti abbiamo i pantaloni lunghi e dentro le calze e fascinosi copricapo degni della più alta moda parigina. Un look da veri turisti cinesi, ebbene sì portiamo anche le macchine fotografiche e la telecamera di Dolly che subirà diversi “attacchi” verbali…. Il primo posto che visitiamo è vicino la stazione ferroviaria e lì troviamo un tombino scoperto e quando proviamo a chinarci per guardar dentro siamo investiti da una vampata di calore al pari di una sauna (60°) e da un odore indefinibile. Gli occhiali di Cravattino e di Dolly e la telecamera si appannano per fortuna perché li sotto c’è di tutto…. Sembra non esserci nessuno… ma dei turisti incuriosiscono e da lontano arrivano dei ragazzi ….che ci scrutano….E poi il primo ragazzo si avvicina, ha un braccio rotto da una precedente rissa….il secondo è un bambino accompagnato da una ragazza, una zingara un po’ diffidente….e infine un adulto o forse un giovane la cosa sicura è che la colla che sniffa non lo rende più riconoscibile, tanto che parla a stento e l’unica cosa che fa è puntare la telecamera di Dolly che come un razzo la mette via.
Giullare inizia a giocolare (in condivisione serale dirà una frase epocale tra le domande, perplessità e difficoltà incontrate dagli altri: “Ma, io no mi so’ fato tante domande. Io so’ claun !”) e così il bimbo è quasi ipnotizzato e si stacca dal fianco della zingara, ma ben presto viene richiamato. Don Sergio ci presenta uno ad uno questi ragazzi. Tutti ci salutano con una stretta di mano e così la distanza tra noi e loro è più breve….. (un gesto forte per alcuni di noi che increduli hanno superato se stessi).
Quello che ci stupisce è che non ci chiedono né soldi, né cibo. Ci spiega don Sergio che li hanno educati a non chiedere nulla per evitare la dipendenza dagli altri dall’esterno; uno dei tanti modi per farli uscire dalle fogne.
Il secondo posto che visitiamo è nei pressi del mare e lì troviamo, attorno ad un tombino (questa volta chiuso), due ragazzi ed un bambino. Nessuno dei tre scappa via o accenna a nascondersi tranne uno che rimarrà sempre con lo sguardo basso… fin quando anche noi ci sediamo e allora i suoi occhi a tratti si sollevano, incuriositi dai nostri colori e forse anche dalle nostre domande. L’altro ragazzo è amico di Don Sergio tanto che alla fine ci seguirà per partecipare al nostro spettacolo pomeridiano. Il bambino che è con loro viene da Iasi ed è soltanto da tre giorni che è scappato da casa e vive con loro. Che dire guardando i suoi occhi….. una valanga di emozioni mi prende a tal punto da non riuscire a staccare il mio sguardo dal suo, ebbene sì ci guarda negli occhi ed è affascinato dai giochi e dalle micromagie che i nostri ragazzi gli mostrano….
Ci rimettiamo in pullman con uno dei tre ragazzi che ci accompagna in un altro posto, vicino una stazione di bus dove incontriamo un ragazzo altissimo e biondissimo che appena vede Don Sergio gli si inchina fino a baciargli le mani. Il Don ci spiega che è un ragazzo che ha molto rispetto di lui e che malgrado tutto non riesce ad ascoltare i suoi consigli tanto che tiene nascosto dietro la schiena un sacchetto con la colla. Don Sergio riesce a prendergliela e così inizia tra di noi un gioco a passarcela di nascosto dietro la schiena fin quando lui non la trova e così ritorna a sniffarla senza curasi delle promesse mai mantenute. Quando svoltiamo l’angolo ci rendiamo conto che attorno tre cassonetti di spazzatura e due baracche di alluminio si radunano diversi ragazzi di strada. Lo scenario è apocalittico….. ragazzi e ragazze uno alla volta si materializzano davanti a noi. Non si capisce bene quale possa essere la loro età, il degrado fisico è incredibile, però dai loro primi sorrisi e dalla loro curiosità ci rendiamo conto che sono giovani, fin quando non ci comunicano che due di loro compiranno a giorni 22 e 23 anni (canteremo buon compleanno e giocoleremo). Tanti ragazzi si uniscono a noi prima incuriositi ed increduli ma pian piano iniziano a chiederci così tante cose che a stento riusciamo a rispondere. Persino ci fanno vedere dove dormono e ahinoi anche che cosa fanno: sniffano dentro sacchetti neri l’inseparabile colla. Invitiamo anche loro allo spettacolo del pomeriggio e così riprendiamo la via del ritorno sempre in compagnia del nostro nuovo amico.
Scusateci se non riusciamo a condividere le nostre emozioni e i dettagli di questa visita, ma ognuno di noi ha bisogno di metabolizzare e decidere cosa trasmettere a chi non ha visto con i propri occhi.
Ore 17,30 in alta uniforme ci avviamo con i ragazzi di Babacu verso il parco più grande della città per lo spettacolo di piazza. Scendiamo dai pullman carichi come muli, valigie, sedie, tavoli e persino un grande baule che contiene tutti gli attrezzi di scena. Il parco è grandissimo e pieno di bambini che subito ci circondano tanto che riusciamo a stento a creare uno spazio scenico. I ragazzi di strada mantengono la promessa data e si uniscono a noi rimanendo per tutto l’intero spettacolo. Purtroppo manca l’energia elettrica, malgrado l’autorizzazione avuta da Babacu, e così iniziamo ad intrattenere il pubblico iniziando la scaletta dello spettacolo annunciata da Dolly che sale su una sedia e si improvvisa presentatore “sgangherato” avvalendosi della traduzione di Gabriele che incredulo traduce le sue follie. Babacu non sa più cosa fare per ovviare a questo malinteso e per quasi un’ora cerca disperatamente chi gli possa far attaccare la prolunga che diventa sempre più lunga fin quando il proprietario di un bar gli concede il permesso di attaccarla. Luce sia e musica via!!!!! Che dire dopo due ore di spettacolo dove ognuno ha dato il meglio di se tra una folla che si accalca sempre più fino a ridurre lo spazio scenico a pochi metri quadrati…..siamo famosi????? no, vogliono i palloncini ma soprattutto vogliono stare accanto a noi e vederci più da vicino….. ci chiedono persino gli autografi!!!!!
Ore 22,30 per recuperare le forze ceniamo abbondantemente e rimaniamo attorno il tavolo fino a notte fonda condividendo le impressioni e le emozioni di questa giornata che rimarrà (penso almeno per me) indimenticabile.
Buona notte
Dolly e Maf

Lun 20-06-2005 Constanta
E’ solo il terzo giorno e siamo già stanchi ma “teniam bota”, come dice Giullare.
Mattinata e primo pomeriggio dedicati alla parte finale del corso per i ragazzi. Purtroppo proprio oggi comincia il grest o oratorio estivo e alcuni ragazzi sono impegnati essendo animatori. Miglioramento per il futuro: cercare in sede di pianificazione di evitare concomitanze come le cresime e gli esami scolastici oltre ad altre attività in corso (grest). Alle 19.00 mega spettacolo per i ragazzi e famiglie che gravitano intorno ai salesiani: gran successo e grasse risate. Mentre diamo del nostro meglio si vedono bimbi ridere di gusto e persino i più grandi piegati in 2 dal ridere. Evviva !
Nel pomeriggio don Sergio ci fa visitare la loro fabbrica appena avviata di magliette. Ci lavorano 11 operaie, un art director (ovviamente effeminato) e 2 ragazzi alla stampa serigrafia, uno dei quali è Leo, il capo gruppo dei clauns. Idea per tutti i gruppi Vip : facciamo realizzare le nostre magliette personalizzate delle varie associazioni qui ! Compriamo un po’ di modelli che vanno dai 3 ai 4 euro e che potremo mostrarvi: sono molto validi anche dal . di vista qualitativo, fidatevi. Minimo richiesto per produzioni personalizzate con possibilità di passare file con loghi, scritte etc.. via mail: 100-150 capi. Pensiamoci !
Accanto alla piccola fabbrica di confezionamento, visitiamo le case dove alloggiano i ragazzi e le ragazze che vivono qui: Sonia, Nicoletta, Nicu, Ionut... tutti nostri amici, ormai.
Dopo cena ci troviamo attorno al tavolo per una mega condivisione con i ragazzi di Costanza, don Sergio, i 3 ragazzi di Bacau e Gabriele, il missionario laico che li segue. Ecco alcune impressioni:
- ci siamo tutti sentiti una famiglia, anche se 3 gg fa non ci conoscevamo
- colpisce tanto, veramente tanto, al di à delle ns competenze tecniche e claunesche, il nostro essere gruppo, uniti ed affiatati. Mondo Vip, questa è veramente la nostra forza e lavoriamo per unire con gioia. Dove c’è gioia c’è unione.
- Abbiamo regalato e ricevuto molto
- Leo, è stupito dal nostro essere claun con tutti, (direi “a 360 gradi” per riprendere un espressione uscita alla tavola rotonda di Numana, ndr), da Ciank ai passanti in piazza incontrati ieri o per strada dal pulmino mentre tornavamo al centro.
Immagini alla rinfusa:
- Nicu, ragazzo che fa il coccodrillo sbattendo la mano sul moncherino (braccio perso facendo stupidate per le percosse ricevute dai genitori)
- Ciank, di soprannome, Mikail all’anagrafe, una macchietta di fatto. Il sorriso gli illumina lo sguardo, nascondendo, per un attimo almeno, quegli occhi furtivi ma anche tristi …
- Tommy, che poi in realtà si chiama Acos, un ragazzo ungherese che viveva in casa con noi. Silenzioso, ci ha visto solo allo spettacolo e abbiamo cenato insieme l’ultima sera; ai saluti finali aveva le lacrime.
- Elena-Nicoletta: ogni volta che ci incontra ci salta al collo

Simpa







Mar 21-06-2005 Costanta
Sono quasi le due forse riusciamo ad andare a dormire ma la giornata non è ancora finita ancora due piacevoli incontri ci aspettano, infatti, eccoti spuntare dalla finestra della loro camera i ragazzi di Bacau che ci salutano per un ultima volta e subito dopo comparire Leon e un suo collega che hanno appena finito di stampare le magliette……..buona notte
Sveglia tranquilla, possiamo finalmente permetterci di dormire un’ora in più, ma c’è qualcuno che non ne approfitta, sono le ultime ore dei quattro giorni passati a lavorare, sorridere, scherzare, con i ragazzi di Costanza e ogni minuto risulta prezioso e unico per poter imprimere nella mente questi occhi, volti, sorrisi.
Si salta la colazione, più per pigrizia che per altro, ed ecco che cominciano ad arrivare i primi ragazzi dell’ “estate ragazzi” il centro ricreativo estivo diurno dell’oratorio e qui cominciano i primi saluti c’è chi ancora vuole provare il ciapa ciapa o inscenare una piccola gag sembra che abbiamo fatto breccia e che abbiamo scoperto espressività del loro corpo e ci abbiano preso gusto.
Effettivamente sono abilissimi nella giocolerie e nelle acrobazie ma sono molto acerbi nel mimo, nell’utilizzo della fantasia e nel comunicare con il corpo le emozioni
(PS: nei corsi futuri è senz’altro utile puntare su questi ambiti dove loro stessi hanno consapevolezza di essere carenti)
L’attenzione si sposta sulla partenza: dov’è il pulmino? i bagagli? abbiamo tutto? ci siamo dimenticati qualcosa??
Ma i ragazzi si sono raccolti nel grande salone e ci aspettano per darci un grande saluto e al ritmo di un ballo che ha come gesti baci e abbracci ci si “sfiora” ancora per qualche minuto.
E’ si, ci si sfiora, in noi è comune l’idea che abbandonare Costanza è prematuro, forse perché sin da subito ci siamo sentiti in famiglia, forse perché si sente il grande bisogno d’amore che hanno questi ragazzi e abbiamo la presunzione di poterne compensare questa mancanza, forse, con un pò di egoismo, stavamo troppo bene e spostarci ci costa fatica.
Fino all’ultimo si gioca ci si abbraccia, il fedelissimo Ciank ci chiude la portiera del pulmino e piange non ci è chiaro se è perché la possibile refurtiva si sta allontanando o se perché sente già la nostra mancanza, ci si rassegna alla partenza e guardiamo sparire l’oratorio di Costanza dietro l’angolo.
La città scorre dal finestrino, il degrado delle case dei rioni popolari è ovunque ma nel complesso la città risulta pulita e dignitosa e soprattutto la gente ci tiene a sottolineare che la vera Romania non è quella dei ragazzi di strada ma e quella delle famiglie, delle persone che ogni giorno lottano per mantenere la propria dignità e sopravvivere.
Tappa alla stazione dei pullman ma non ve ne sono in partenza quindi cambiamo stazione e nell’attesa visitiamo la chiesa ortodossa di legno un bel santuario simile ad un tempio giapponese farcito di icone.
Alla fine partiamo e salutiamo Costanza, il viaggio è tranquillo e rapido, le strade sono agevoli e copriamo in circa 2 ore la distanza tra Costanza e Slobozia.
All’arrivo la pioggia ci accoglie giusto il tempo per creare un clima afoso, a piedi ci trasferiamo presso le suore e ci sistemiamo, segue cena preparata dalle suore in comunione con le ragazze della caritas del veneto quindi nanna.
Slobozia risulta una cittadina ben ordinata e non tradisce la fama che aveva come la città più ricca della Romania negli anni di Ceausescu, le persone danno l’impressione di essere più chiuse e meno abituate ai claun vedremo nei giorni a seguire se questa è solo un impressione.
Savoiardo

Mer 22-06-2005 Slobotia
Sveglia e primo spettacolo presso centro di recupero. Si tratta di una struttura ben tenuta dove si ritrovano ragazzi disabili per varie attività diurne. Molti bimbi sono sordi, altri hanno handicap vari e ci raduniamo in una piccola sala dove diamo vita ad un grazioso spettacolo. La scaletta, ormai oliata che sarà da guida anche x i giorni a seguire, prevede: pulizia palco, parata, gags varie (mosca noiosa, bambola…), qualche numero di micromagia il tutto intervallato da canzoni (Coccodrillo, Bruco in seguito) e giocolerie. Giullare dà il meglio di sé x l’ultima apparizione rumena del suo numero di contact. Al termine palloncini x tutti i bimbi, con una solerte inserviente che ci accorgiamo che fa la furba: esce infatti dalla stanza con brancate di sculture ma la diplomazia claun la smaschera!
Al pomeriggio grande evento: ARRIVA ASA !!!! Finalmente la nostra compagna di avventura si unisce al gruppo. Savoiardo, Simpa e Guantone l’accolgono alla stazione dei bus e la scortano alla Caritas, ovvero alla casa dove alloggiamo. La fiorentina-russa, si sente a casa, tra i palazzi in stile comunista e, con una velo di emozione alla sera regalerà al buon Giullare la versione dell’Internazionale cantata in russo: grande maga !

Gio 23-06-2005 Slobotia Giullare
(farà avere la condivisatio dal territorio italico)

Ven 24-06-2005
Dalla seconda lettera di guantone……
Sveglia da parte di giullare x i saluti, dopo si ritorna a dormire…….
Risveglia ore 8.00 e ci prepariamo x andare al secondo giorno del corso base .
Corso base basato sulla danza del corpo, balli di gruppo italiani e rumeni, giocolerie, micromagie e provini.
Durante la lezione di micromagia comica Guantone esegue in coppia con Simpa la magia del giornale …….ebbene non riesce ma nessuno si accorge di niente a parte i clown che iniziano a ridere…ma guantone con la sua faccia da comico clown risolve il problema e continua la sua magia comica forse troppo comincaaaaaaaa.
Durante i provini ci rendiamo conto che i ragazzi non hanno molta creatività con gli oggetti messi a loro disposizione x realizzare una situazione comica.
Forse il motivo è perché ancora è presto e sono un po’ distanti da noi.
Dopo il corso ci aspetta la cena preparata dalle ragazze veneziane, e dopo cena arrivano i ragazzi del corso x assistere ai laboratori di micromagia che Guantone , Simpa e Savoiardo avrebbero organizzato x loro.
Dopo cena ormai si è fatto tardi, ancora dobbiamo fare condivisione , quindi si decide di annullare i laboratori , ma quando viene riferita questa decisione ai ragazzi …il loro volto cambia espressione (sinceramente ci rimaniamo male anche noi), allora Guantone dice: ERA UNO SCHERZO ENTRATE … i loro volti riprendono il sorriso di prima e si inizia a spiegare i vari giochi di magia (corde, monete palline ecc..)
Le ore passano ma la condivisione ci aspetta ancora …………senza darci tregua……..ebbene anche stasera si va a nanna tardi anzi tardissimoooooooo.
Guantone - maf


Sab 25-06-2005 Slobotia
Scaletta mattino corso: igiene, trucco e gags. E’ stata una giornata piena. Cravattino si è occupato di paralare dell’igiene, mentre Dolly, Maf, Nuvolotta e Alga si sono occupate della parte dedicata al trucco. Tempo a disposizione totale 1 ora. Persone al corso: 25. Mentre Dolly, Maf e Nuvolotta ne hanno truccate 23 le restanti le ha truccate Alga, che avendo preso dimestichezza coi colori (ma non sono quelli del trucco) ha deciso di aprirsi una lavanderia.
Mattinata proseguita con le gags e sia i ragazzi rumeni che le veneziane, si sono dimostrati abili nell’interpretazione e nelle improvvisazioni. Divisi in gruppi la preparazione è stata supervisionata da alcuni di noi. Subito dopo pranzo, la grande caccia al pidocchio che oggi la sta facendo da padrone, ma non solo sulle nostre teste, ma anche nei nostri discorsi. E tra uno shampoo e l’altro, e tra una ricerca e l’altra, condotta abilmente dall’illustre dott. In Parassitologia di fama mondiale, già richiesto in ogni missione, ovvero Cravattino, si è fatta l’ora di tornare al corso.
I ragazzi sono stati divisi in gruppi per la realizzazione delle sculture di palloncini.
I balli di gruppo sono stati molto coinvolgenti e i ragazzi rumeni ci hanno fatto dono di alcuni loro balli. L’ultima fase è stata molto emozionante: si è fatto l’Angelo, dove c’è stata una grande partecipazione di tutti nel cerchio magico ricco di emozioni e di cuore.
Tornati alla Caritas ci siamo truccati e siamo andati a trovare dei bambini molto poveri, che abitano vicino a dove stiamo noi. Christi ci diceva che alcuni vivono in 8-10 persone in una stanza sola. Alcuni bimbi li conoscevamo già xkè erano venuti alla Caritas a pranzare (la Caritas dedica 2 pranzi alla settimana ai bambini bisognosi e 1 agli anziani). Portati da Christi ci siamo fermati davanti ad un poverissimo palazzo e lì si sono radunati una ventina di bambini che hanno coinvolto anche gli adulti. Lì abbiamo improvvisato uno spettacolo ricco di giocolerie, gags del momento e magiche bolle di sapone. Abbiamo fatto ridere grandi e piccini e ancora una volta mi sono accorta che qui basta poco x rendere felici i bimbi e x accendergli la luce negli occhi.
Cena con le ragazze veneziane dopo primo incontro con i neo-claun per un breve e improvvisato stage di micromagia, mentre le claunesse erano dedite alla marmellata di amarene, riuscita in maniera ottima.
Nuvolotta

Dom 26-06-2005 Slobotia
Oggi, Domenica, il programma della giornata si presenta un po’ “meno” intenso rispetto i giorni precedenti. Sveglia “comoda”, alle 9.30 per chi vuole andare a sentire la messa, più tardi per chi non vi partecipa. Alle 10.30 inizia la messa, in lingua romena, che dura più di un’ora (!!!!!!). Simpa accompagna i canti in italiano con la chitarra. Il coro è formato da noi e dalle ragazze di Venezia che ormai sono state ribattezzate le “venetazio”. Finita la messa, sul sagrato incontriamo i più pigri di noi che ci hanno raggiunto per animare le persone che hanno partecipato alla funzione. Cosi improvvisiamo qualche gioco con grandi e piccini fino alle 12.00 circa. Tutti ci salutano, ci parlano, ci chiedono ma ahimè se nessuno traduce, le nostre risposte si traducono in grandi sorrisi e sguardi interrogativi.
Al ritorno ci aspettano le prove generali per lo spettacolo sulla prevenzione alcolismo, dato che oggi andrà in scena per la prima volta davanti ad un pubblico.
Finalmente è arrivata l’ora di pranzo, preparato come al solito da Cravattino, che si sta dimostrando un ottimo cuoco ( se lo dice Alga potete crederci).
Dopo un breve riposo, alle 16.30 si parte per lo spettacolo in un parco di Slobotia, carichiamo tutta l’attrezzatura sulla macchina di Christi e noi ci avviamo a piedi, perché “E’ VICINO !!!!”
Arriviamo sul posto e iniziamo chi a truccare “i nuovi”, chi a preparare l’allestimento per lo spettacolo. Come al solito c’è qualche “inghippo”, neanche a dirlo, ci sono problemi con la corrente!!!! Finalmente riusciamo a partire con lo spettacolo, la gente è molta e ride, i bambini si divertono, urlano e ballano con noi. Tutto va liscio, con noi salgono sul palco anche i clown appena formati che dicono di essere eccitati e nervosi ma che si dimostrano perfettamente all’altezza.
Finito lo spettacolo comico, iniziamo a prepararci per lo spettacolo-prevenzione alcol. Inizia lo spettacolo sapientemente tradotto da Christi che coinvolge i bambini spingendoli a riflettere attraverso il gioco. I bambini e i ragazzi ascoltano attenti, sembrano capire il messaggio che diamo con lo spettacolo “serio” e interagiscono anche spontaneamente. Terminiamo che sono le 21.00 e ci avviamo verso casa soddisfatti, con la speranza di “aver lasciato” qualcosa a chi ci ha ascoltato fino alla fine.
Arriviamo alla Caritas, ci aspettano le “Venetazio” con la cena pronta, per fortuna!!!! Si cena comunque alle 22.45.
Alle 24.00, stremati si va tutti a letto……….
Alga

Lun 27-06-2005 Slobotia
Una giornata molto ma molto lunga.
Sveglia alle 7.00.
Quattro (4) spettacoli in un (1) giorno solo:

Scuola materna, Urziceni.
Semiaddormentati montiamo in pulmino guidato da Don Dino di Venezia (che personaggio!, non sembra nemmeno un prete da come si comporta e dalle battute che fa, è molto lucido e presente). Dopo un’ora circa percorrendo la strada sempre dritta tra gli infitti campi agricoli arriviamo a Urziceni. È una cittadina più piccola di Slobozia, non saprei quanti abitanti fa. “Buona dimneanza” lo diciamo alle persone che incontriamo. Ci portano nella scuola materna e seguiamo la maestra che ha con se 2 bambini, ci guardano timidi ma curiosi. Nell’ingresso ci sono le maestre e una che sembra la direttrice ci fa vedere la stanza dove ci cambiamo, è gentile, ci porta anche i bicchieri di plastica per bere. È un’attenzione verso noi che troviamo ovunque andiamo: si sente che le persone sono molto contente della nostra presenza e che vorrebbero fare qualcosa per noi. Allora siamo nella stanza che è una sala giochi-laboratorio-classe per bambini circa 5-6 anni: tavoli bassi, giocattoli, e tanti oggetti di carta fatti a mano e appesi al muro.
Nella saletta accanto ci aspettano: per ora ci sono solo 15 bimbi, che piano piano arriveranno ad essere circa 30. Ci spiegano che adesso ci sono le vacanze e non ci sono tantissimi bambini, infatti ci sono bambini di 2 scuole: alcuni hanno 3-5 anni, gli altri 7-8 anni. Entriamo e come succede sempre all’inizio, l’atmosfera è strana: davanti sono seduti i bambini che ci guardano diffidenti, “ma chi sono questi tutti colorati che parlano una lingua sconosciuta?” Poi dietro in piedi ci sono le maestre che ci osservano. Attacchiamo la musica e iniziamo la pulizia palco, con spolverini, spazzoloni, bolle di sapone, pompette d’aria e pettini ci avviciniamo a loro e così via pulendo si rompe il primo strato di ghiaccio di incomprensione e diffidenza. E poi via con Parata militare: i bimbi si divertono troppo quando i clown disprezzano il capo (Dolly) oppure quando la recluta del Plotone (Savoiardo) si mette in posizione di relax sdraiato per terra e appoggiato sulle gambe dei bambini e loro che gli fanno il solletico ai piedi. E poi le risate ogni volta che lui casca a terra!!!! La gag-magia di bolle di sapone (Guantone con aiuto di Simpa le raccoglie nel sacco magico) coinvolge i bambini perché devono prendere le bolle che volano nella stanza e metterle nel sacchettino vuoto (l’hanno controllato:è vuoto!). Alla fine il fazzoletto bianco che c’era dentro diventa colorato e tutti applaudano!! Poi la gag della bambola e il ballo di coccodrillo: Dolly chiama la maestra e controlla se conosce i versi degli animali. Oppure prima di cantare e ballare Il bruco Dolly spiega ai bimbi la storia dell’animaletto: polenta, insalata, giornale. Bruco in romeno si dice “Omide”. Così quando andiamo alla caccia del bruco ci mischiamo tra i bimbi cercando omide: c’è chi si fa coinvolgere nei bans e ripete i gesti, qualcuno meno, magari non capiscono cosa vogliamo da loro oppure sono terribilmente timidi ed ancora non è arrivato il loro momento di lasciarsi andare. Non appena capiscono quello che proponiamo ballano molto volentieri anche se sempre un pochino timidamente, non tutti ovviamente, qualcuno resta immobile sulla sedia.
Questa volta abbiamo accorciato il nostro spettacolo e quindi è arrivato il momento dei palloni! Uno a testa distribuiamo i cagnolini e cuori colorati a tutti, maestre comprese. I bimbi non ci saltano addosso chiedendo: “ancora, anche a me, ecc” come succede a volte in Italia, ma aspettano pazientemente. A volte mi capita di regalare un cagnolino a qualcuno che non lo prende subito perché non ci crede che sia un regalo e che sia un regalo proprio per lui! Nel frattempo tutti comprese le maestre, sono diventati clown: Nuvolotta graziosamente volando tra le persone disegna i nasi rossi sui loro visi. Alla fine seguendo gli ordini delle maestre facciamo le foto: una foto con i bambini più piccoli della prima scuola e poi un’altra con i bimbi più grandi. Già diretti verso la porta dopo aver fatto la sfilata finale con la musica del circo siamo stati fermati dalle maestre. Hanno preparato un regalo per noi: in centro ci sono 2 bimbe di 5-6 anni che ci cantano una canzoncina per niente corta….in rumeno.…per noi….che emozione!!!! Segue una scena buffa: la maestra dice le parole di ringraziamento all’orecchio di una bambina, lei le ripete in voce bassa per noi e poi Don Ottavio ce le traduce in italiano: “Ci avete regalato i sorrisi, tornate ancora, vi aspettiamo”. Che altro aggiungere? Aggiungo solo che all’uscita tra sorrisi e rumeno-italino-russo mi chiedevano di fare le foto a loro, a noi, a loro con me, con noi. Montiamo nel pulmino mentre grandi e piccoli, tutti con palloni colorati e molto più rilassati e sorridenti rispetto a prima, ci salutano a lungo dall’ingresso: “Ciao! La revedere!!”……Sudati e felici andiamo a casa.

Casa dei bambini abbandonati, Urziceni.
Pensavamo di fare 1 servizio solo a Urziceni, invece ci aspettano anche qui. Non c’è problema: siamo clown!!! Ci troviamo nella sala mensa: i tavoli spostati in fondo, davanti c’è lo spazio largo 4-5 metri circa che ci fa da palco, il guardaroba che ci fa da camerino e una ventina di bambini di tutte le età da 3 a 18 (?) anni che ci fanno da “pubblico più bello del mondo”!!! E noi facciamo il nostro “spettacolo più bello del mondo”: pulizia palco-sflilata clown-fazzoletto magico-chapachapa-bambola-coccodrillo-libro magico-giocoleria-mosca noisa-brucoomide-etc che finisce con i balli di tutti tipi: da “questo ballo di qua-qua” al trenino del “Cacao maravigliao”. I bambini? Prima avevano uno stupore sulle facce pazzesco. Erano così immobili che mi chiedevo se avevano per caso qualche handicap. I vestiti erano di 4° mano, gli occhi pieni della voglia di vivere. A volte si giravano verso le maestre come per chiederle: “Questi fanno casino, musica, cascano, ma noi, noi che dobbiamo fare in questi casi?”. Piano piano iniziavano a sorridere e ridere. Una bambina senza alcun timore si fa avanti per fare l’assistente nella gag del fazzoletto che sparisce guarda il caso nel suo orecchio!! Grande! La gag del libro magico (Savoiardo-Guantone-Simpa) è stato un successone. Sono rimasti meravigliati, stupiti e contenti quando hanno visto apparire figure e colori creati da loro con le matite magiche invisibili distribuite dai clowns. Quando li invitavamo a ballare leggevo negli occhi: “Ma tu pagliaccio, tutto bello colorato, inviti proprio me? Anche se non mi conosci? anche se non so ballare? Ma veramente?” La sensazione che ho avuto: si sentivano fortunati quando i clown si avvicinavano a qualcuno, prendendolo per mano, ballando in copia, non parliamo nemmeno di essere presi in braccio oppure abbracciati e baciati: erano felici dall’attenzione che gli davamo. Se facevamo girotondo ognuno voleva tenere per mano il clown, difficilmente ballavano da soli. Ripetevano tutto ciò che facevamo noi. Non è mai facile il momento di andare via. Anche qui, dopo 3-4-5 balli finali, dopo saluti in tutte le lingue i bambini hanno iniziato a sciogliersi e divertirsi ballando cacao meravigliao. Ho preso in braccio diversi bimbi e non mi importava niente di igiene e pidocchi: carrezze-baci-abbracci li facevano sentire felici e tranquilli più di qualsiasi gag! …….e alla fine ci hanno regalato i fiori vivi!!! Un grosso mazzo di margherite e tanti altri del loro giardino, non conosco i nomi. Quanti regali in 1 giorno solo!!!!!! Anche da noi in Russia c’è questa tradizione di regalare qualcosa agli ospiti, è toccante questo scambio.
Già, prima di andar via la direttrice ci accompagna per far vedere dove vivono bambini e ragazzi. Tutto è molto curato e pulito, aspetto da non sottovalutare nei posti dove c’è la povertà. Entriamo a vedere le stanze: sono spaziose e contengono 3-4 letti a castello con biancheria azzurra e vivace, un ambiente molto tranquillo. Dalla camera si accede alla sala giochi solo per i bimbi di questa cameretta, è molto grande e ci sono diversi giocattoli. Ogni camera ha la propria sala gioco, commenta Dolly. Siamo sempre accompagnati dai bimbi: ci seguono mentre visitiamo le camere e la stanza dei medici. C’è anche Ciank-2, la copia più piccola di Ciank-1 che c’era a Costanza. Avrà 4 anni circa ma il fisico e la forza di un bambino di 10 anni e la faccia di Bruce Lee. Sorrideva e batteva il palmo sui palmi dei clown, è un saluto che l’abbiamo sperimentato qui tantissime volte: funziona, piace molto! Poi ci sono due sorelle: Cassandra e Andreina che porto in braccio una alla volta, affettuosissime. Alla più piccola, Andreina, è scoppiato il palloncino sicché Cassandra, più grande di 2 anni soli, con un gesto di grande premurosità gli ha dato il suo. Sono rimasta colpita e ho pensato, l’una per l’altra fa la famiglia, sono in 2 in questo mondo. Tanti baci ed abbracci all’uscita e anche dal finestrino del pulmino.
Il ritorno a casa tra i pensieri ed emozioni suscitati da queste 2 clown-visite. A casa ci aspetta il pranzo con condivisazia: abbiamo tirato fuori varie discussioni, chiarimenti ed emozioni. Ci voleva questa “pulizia palco” per il nostro gruppo. L’aria all’interno diventa limpida e fresca come se fosse dopo la tempesta.

Centro recupero, Slobotia.
Ci siamo già stati altre 2 volte in questo centro (vedi condivisazia del 22 e del 23.06). Se nelle volte precedenti c‘erano i ragazzi disabili psichici e mentali, oggi ci aspettano i bambini malati di aids. Per strada parliamo delle eventuali precauzioni da fare sia per noi che per loro. Nella stanza radunati in una specie di semicerchio, sono seduti una quindicina di bambini ed adolescenti di varie età, a quanto pare ci sono anche i ragazzi con handicap mentale, comunque sembra che tutti siano messi male: chi è bendato, chi è sulla sedia a rotelle, chi è chiuso in sé oppure fissa il vuoto. Si percepisce un po’ di nervosismo in aria. Tutti i ragazzi sono accompagnati dai genitori che li aiuteranno e li stimoleranno ad interagire con noi durante i canti dei bans. E via lo spettacolo!!! Musica, sfilata, gags, magia: quando Savoiardo cade per terra durante la chapa-chapa i ragazzi ridono a squarcia gola ed anche strillano dalla gioia!! Oppure quando Alga fa la caccia alla mosca-Nuvolotta e la picchia con giornale. In un angolo c’era una bambina che all’inizio aveva un’espressione arrabbiata e urlava con la madre, però alla fine dello spettacolo si piegava dal ridere! Poi c’era un ragazzo con la testa bendata sulla carrozzina che al primo sguardo sembrava assente ma mentre qualcuno di clown si avvicinava a lui rideva con la bocca e sorrideva con gli occhi e danzava con il corpo come non mai. Penso che era felice, anche la sua mamma lo era. Sinceramente da come si è iniziato non mi aspettavo una reazione così vulcanica…. Non ci tratteniamo più di tanto, sia perché per i ragazzi le emozioni sono state tante e forti, non sono abituati, sia perché ci aspetta un altro spettacolo nel parco accanto.

Parco dietro la chiesa ortodossa, Slobotia.
Ci strucchiamo completamente e cambiamo i nostri vestiti con quelli neri: dobbiamo fare “spetacolo serioso” ovvero “prevenzione alcolismo”. Usciamo seguiti dai ragazzi del parco che ci aspettavano fuori ed insieme ai ragazzi rumeni che hanno fatto il corso clown con noi (Denise, Emilia, Giovanna, Mica, Silvia, Paola, Nicoletta, Cornelio, Claudio) andiamo al parco. Il posto migliore è quello di passaggio: infatti ci stabiliamo in un viale pedonale tra le piscine-fontane. Sparsi nelle vicinanze e poco interessati gli adulti ci guardano ma si avvicinano in pochissimi. In 40-50 circa si siedono sul bordo di una piscina e noi ci piazziamo davanti. Dolly con aiuto di Nicoletta che tiene i pannelli e Christi che traduce dall’italiano al rumeno, inizia a chiedere ai bambini cosa sanno dell’alcol, che cos’è, quanto si può bere etc.. Segue una rappresentazione di 2 tipi di vita: moderatore (Cravattino) e bevitore (Savoiardo), il resto dei clowns tramite pantomima accompagna la narrazione. I bambini seguono alla grande. Quando bevitore casca per terra e Dolly gli dice :”Alzati!” dicono insieme a lei: “Ridicati!”. Altri momenti che sicuramente lasceranno delle impronte forti nella loro memoria: quando nel corpo del bevitore gli organi interni impazziscono e all’improvviso scoppia il palloncino che ha la forma del cuore i bambini fanno un salto di spavento; oppure quando arriva la morte (Alga con la faccia coperta di nero) rimangono immobilizzati; quando la stessa Alga fa la parte della moglie del bevitore incinta prima i bambini ridono un po’ dl suo pancione ma quando gli scoppia il pallone che rappresenta il pancione fanno un altro salto di spavento.
Lo spettacolo finisce con la domanda “e voi cosa scegliete, che tipo di vita?” ovviamente dopo la nostra bravura di interpretare la vita sana ed allegra del moderato e gli svantaggi di quella del bevitore, ma soprattutto dopo l’impressionante interpretazione di Savoiardo della parte del bevitore (fa le facce da brivido!)…..i bambini scelgono il moderato!!!!!!!
Tutti i clowns di nuovo colorati si uniscono al moderato e i bambini anche. Dolly dice che lui ha tanti amici e gioca molto, quindi diamo il via al gioco della bandierina che per loro è nuovo. Due gruppi da 13 bambini, bambine e ragazzi. Corrono emozionati. Un altro gioco: sacco vuoto – sacco pieno. Partecipano tutti, se si propone un gioco giocano tutti senza dire: “io no, io solo con la mia amica etc”. Con un po’ di timidezza iniziale si buttano, anche i giochi semplicissimi li coinvolgono alla grande. Giochiamo tutti anche noi clown (al termine della resistenza fisica), io penso che magari non vedremo mai più questi bambini e non possiamo andar via dopo una spettacolo salutandoli in maniera fredda. Il gioco invece è una buona forma di saluto “caloroso”!
Andiamo a casa portando con noi i bambini che stanno nella parrocchia vicino a noi, li dobbiamo accompagnare perchè alcuni sono troppo piccoli. Camminiamo tutti insieme tenendoci per mano e cantiamo: “vola di qua vola di là, la canzone della felicità” oppure “un sardina, doi sardine, all’ inventà….”. Sono molto felice di questa giornata. Quando ripenso a tutti sorrisi, giochi, occhi, abbracci e sentimenti che sperimentiamo insieme capisco che vorrei farlo ancora ed ancora e forse rimanere qui per tutta la vita a giocare con bambini.
Asa

Mar 28-06-2005
Reduci dalla stanchezza del giorno precedente ci ritroviamo in sala mensa alle nove con l’energia che forse è rimasta ancora a letto. La partenza è prevista alle 9,15 ma ancora non si vede suor Emilia all’orizzonte, così decidiamo di “prendercela comoda”, ma ecco che come per incanto lei si materializza con il suo inconfondibile abito bianco e allora, alla velocità della luce, ci avviamo verso la casa di riposo, meta della prima animazione del mattino.
Attraversato il mercato chiamato “bazar” si erge, davanti i nostri corpi provati dalla stanchezza delle animazioni del giorno precedente, l’ospizio comunale di Slobotia, un edificio stranamente decente se confrontato alle case del quartiere in cui viviamo.
Questo paragrafo potrebbe essere intitolato “Gli odori di Slobotia”, data la grande varietà di fragranze olfattive in cui ci siamo imbattuti…classico odore di disinfettante ospedaliero misto ad orina simil “bagno dell’autogrill” che fa aggrottare i nostri visi.
Entriamo nella stanza dell’animazione dove gli anziani sono seduti a pubblico…forse sbaglio a dire anziani perché abbiamo trovato anche alcuni più giovani, ma tutti decisamente malconci!
Non so perché ma personalmente io, Cravattino ho sempre patito un po’ a fare servizio con gli anziani, forse per la loro consapevolezza di essere giunti al termine della vita.; questa volta però sono riuscito a dare davvero il meglio di me stesso con un’ottima “donna di città”! Le nostre gag e i numeri di magia li hanno coinvolti vivamente, li abbiamo chiamati sul “palco” e fatti ballare sulle note di “Marina Marina”
Non vi dico le risate!!! C’era una signora con i lacrimoni agli occhi per lo spasso! Prima di uscire dalla casa di riposo sono d’obbligo due chiacchiere con il personale: incontriamo una massaggiatrice che ci chiede la possibilità di ulteriore servizio e un fisioterapista che vorrebbe venire in Italia a cercare lavoro (è stato proposto uno scambio equo solidale con Cravattino, ma sembravano poco entusiasti…) e ci dirigiamo verso la casa dolce casa!!!
Lauto pranzo (ho visto Alga al suo terzo bis!!!) e profondo riposo fino alle h. 16.00
La nostra meta pomeridiana è Traian un paese distante 25 km., ad accompagnarci è Don Dino, “mitico” sacerdote veneziano che oramai ci segue in ogni nostra uscita, oramai ci consiglia anche sulle correzioni da fare nella nostra scaletta insomma un: art director.
La strada è fondamentalmente una trazzera di campagna a mala pena asfaltata, immaginate i sobbalzi e le frenate perché è a doppio senso di circolazione, quindi tra carri trainati da cavalli e biciclette varie riusciamo ad arrivare a “Traain City”. Lo scenario è d’altri tempi, tanto che Maf dice di sentirsi in un set di un film western. Ebbene sì ci sono anche i carri che al passaggio sollevano quintali di polverone….. tutto è invaso dalla polvere. Tantissimi bambini ci aspettano fuori dal teatro dove ci esibiremo. Anche questa immagine ci fa tornare indietro nel tempo, il palco è in legno e muratura. Ci sembra di essere all’interno dei racconti del libro “Cuore”. Anche qui la polvere è padrona di ogni cosa e il pensare che nelle gags del chapa chapa e della mosca noiosa dobbiamo cadere ci fa riflettere un poco. Va bene, non importa ……. Iniziamo con un po’ di animazione mentre alcuni si truccano nel camerino di scena degno delle più grandi star….. ma che dico quello non è un camerino ma bensì la dispensa della mensa, quindi tra piatti e bicchieri depositiamo i nostri attrezzi di scena.
Bambini, adolescenti e adulti iniziano a riempire la platea costituita da panche in legno che a stento stanno in piedi. Ci guardano con i loro occhioni stupiti e quando passiamo tra di loro ci sfiorano come a sentire il nostro corpo. E’ una sensazione meravigliosa poterli abbracciare, spolverare, massaggiare, tenerli sulle spalle, rivoltarli a testa in giù, passare sotto le loro gambe, sfiorargli le teste, incrociare i loro occhi….. tutto il resto è una meraviglia continua, forse i loro occhi non avevano visto mai prima ad ora tutto quello che con grande semplicità gli offriamo. Al termine non sappiamo più se fanno parte di noi, infatti salgono sul palco e si uniscono ai nostri balli e nella sfilata finale si inchinano al pubblico più adulto in segno di ringraziamento. Nessuna parola può descrivere la sensazione interiore che ho provato quando una piccola anima mi si è avvicinata chiedendomi di farmi una foto con lei, proprio lei la più piccola, uno scricciolo indifeso, con due occhi pieni di vita, ma un aspetto davvero provato. Dolly si asciuga una lacrima e subito sorride con lei davanti l’obiettivo che le ritrae sorridenti e soddisfatte.
Il resto è un continuo chiederci di: fare foto, stare vicini, toccare i nostri nasi, fare magie, saltare e ballare con loro….. Prima di lasciare il paese ci “cucchiamo” un’altra dose di polverone quando passa un camion scoperto che trasporta i contadini che ritornano dai campi e che stanchi e distrutti bevono attingendo acqua da un pozzo (Maf non ha resistito a farsi una foto con la scusa che forse mai più potrà vedere una situazione così lontana dai tempi moderni). Facciamo visita a casa del consigliere comunale, una signora di Traian che ha sposato, udite bene un catanese che non ha fatto altro che parlare tutto il tempo, raccontandoci aneddoti della sua vita e non avendo altro che dire anche di altre persone (il venditore di salami, le visioni del venditore di salami….) che lui conosce, noi sicuramente no…..
Arriviamo a casa alle 21 e anche per questa sera abbiamo fatto tardi e se consideriamo la condivisione abbiamo fatto davvero tardi perché la mia testa si è distesa sul cuscino alle due di notte….
Cravattino e Dolly

Mer 29-06-2005
Mattino libero !!!!!!!!!!!!!!!!!!! E’ la prima mattina che tiriamo il fiato, anzi che dormiamo della grossa, come si dice da noi, tanto che io ronfo fino quasi a mezzodì. Degli altri, qualcuno si dà allo shopping, qualcun altro gironzola e rielabora quanto fatto e visto finora. Siamo nella seconda metà della missione e si iniziano giocoforza a tirare le somme. Sollecito una discussione da “punto della situazione” per capire come siamo e come ci sentiamo.
Il pomeriggio trascorre ancora ozioso e per i preparativi di un nuovo spettacolo a Gimbasani, villaggio ad una ventina di km da Slobotia. La situazione è simile a quella di ieri incontrata a Traian: Romania rurale povera, strade sterrate, tanti carri trainati da animali e poche macchine, bimbi scalzi, sguardi increduli e sbalorditi per vedere i clauns, palco della Casa della Cultura locale con clima torrido e suolo alquanto sporco. Porca miseria, questa volta tocca a me fare la levitazia !!!! “Un fa nulla”, al momento giusto la gag riesce come sempre, ormai il trio di maghi è oliato ! Ma anche tutti gli altri ormai viaggiano a memoria. Diamo tutti il massimo e non ci risparmiamo. Dolly-presentatrice ci regala l’ennesimo insegnamento tirando fuori dal cappello un semplice rimedio contro i bambini arraffatori di questo paese (era infatti impossibile avvicinarsi al pubblico poiché cercavo di arraffare qualsiasi cosa, del telo della levitazia, alle palline, ai vestiti…): bottiglia d’acque e doccia gratis !!!! Il rimedio dà i suoi frutti. Terminiamo tutti sudati fradici (non x l’acqua) e nel mentre che ci cambiamo, la suora e i ragazzi rumeni che ci hanno seguito radunano all’esterno una trentina di bambini. Ebbene, anche a Gimbasani mettiamo in scena lo spettacolo alcoolismo ! Gran successo, personalmente ritengo la migliore apparizione (finora) e per i primi pannelli hanno persino ascoltato un po’di adulti del bar vicino dediti allo svuotamento di bottiglie di birra…. Infatti, forse infastiditi, riprendono, dopo poco, la loro abituale occupazione. Non importa, il nostro spettacolo è mirato per un pubblico piccino, e si potrebbe intendere che prevenire è meglio che curare! Lo strumento del claun accostato ai pannelli sulla prevenzione e informazione alcool è veramente efficace. Non avrei saputo studiare di meglio e vorrei qui scrivere il mio personale ( penso condiviso anche dagli altri) apprezzamento e ringraziamento per quanto realizzato da Dolly, Piripicchio e chiunque abbia collaborato.
Al termine dello spettacolo, cerchiamo di animare l’ambiente con un po’ di palloncini e qualche gioco di gruppo: sparviero, anfore e mentre spiego bandiera arriva il pulmino a prelevarci: sono ormai le otto e mezza e torniamo alla dimora. Ed è qui che accade un colpo di scena, anzi, colpo di cena (scusate la battuta…): tutti stanchi ed affamati concordiamo nell’ordinare una pizza per consegna immediata e, in compagnia delle suore, di Chris e della famiglia, di Lucia (ragazza veneta osservatrice Caritas) ceniamo allegramente con una pizza rumena alquanto gradevole.
Simpa


Giov 30-06-2005 Savoiardo

E’ necessario fare due viaggi per poter arrivare tutti a “Slobozia Nova” un paesino a una decina di km dalla casa CARITAS che ci ospita, non sappiamo bene dove dobbiamo andare e appena arrivati veniamo scaricati nel giardino di una casa che accoglie bambini con handicap abbastanza gravi.
Nessuno ci accoglie, bohhh!!! entriamo nel corridoio e alla prima persona che incontriamo chiediamo dove dobbiamo fare lo spettacolo, bohhhh!!! ci dicono comunque di salire, boooh!!!
Al piano superiore le cose non sembrano migliorare, nessuno sa niente alla fine comunque siamo lì e ci impossessiamo del balcone e cominciamo a prepararci.
C’è chi si trucca, chi predispone la musica, chi è già pronto e comincia a interagire, chi resta impietrito, ma all’arrivo del 2° gruppo eccoti svelato il mistero di tutti i boohhh: abbiamo sbagliato posto, ACCIDENTI, ma il problema è inesistente già che ci siamo perché non donare un po’ di allegria anche qui?
Forse però il nostro entusiasmo e l’assoluta convinzione che ciò che facciamo è positivo ci spinge a non voler lasciare questo centro senza aver donato qualche cosa, ingenuamente non pensiamo alle possibili conseguenze cioè che i bambini possono agitarsi e che quindi da un intervento positivo rischiamo diventi invasivo e deleterio.
Comunque ai primi sentori del possibile deteriorarsi della situazione salutiamo e lasciamo la struttura trascinando con noi alcune ragazzine, non portatrici di handicap, ma comunque ospiti del centro vista la probabile disastrata situazione delle loro in famiglia.
Il “vero” luogo è in prossimità di questa casa ed è un dignitoso teatrino di villaggio, anche qui troviamo pozzanghere di acqua come se la struttura fosse stata pulita appositamente per noi
Si comincia a preparare, intanto la suora e Christi con il megafono fanno pubblicità per strada.
Il pubblico è molto vario ma rispecchia un cliché già visto nei villaggi: i bambini davanti e gli adulti molto indietro sul fondo della sala.
Lo spettacolo scorre via unica nota particolare è che finalmente riusciamo a portare un ragazzotto sul palco, l’attenzione è sempre molto alta e il divertimento non manca, ormai le gag le conosciamo a memoria e cominciamo a mischiare le carte (scambiarci i ruoli) per sperimentarci e cimentarci in qualcosa di nuovo.
Alla fine dello spettacolo tutti fuori per una pausa di gioco nell’attesa dello spettacolo sull’alcolismo che per la seconda volta rappresentiamo sul palco e non in strada.
Anche il progetto alcolismo è diventato una routine è rodato e ben interpretato è veramente un bel lavoro interattivo e istruttivo.
I ragazzi si divertono ad interagire grazie alle domande di Dolly che il nostro traduttore riporta.
Alla fine il bevitore “perde” e tutti ballano e giocano sul palco, anche in questa occasione l’allegria si è diffusa e ci si diverte.
Ok adesso dobbiamo ritornare perché si va a cena fuori, visto i risultati dell’altra volta: la cuoca che se ne va sotto i nostri occhi e noi gentilmente invitati ad andare a cena da qualche altra parte perché li non si cucina più. Speriamo bene!!!???
I posti in macchina sono pochi quindi al volo io, suor Emilia e il Simpa (che per galanteria si sostituisce ad una delle ragazze) prendiamo un pulmino privato che per 10000 lei ci porta in città.

Dolly non sta bene a problemi agli occhi e rinuncia all’uscita.
Alla fine tutti pronti per partire ma chi ci porta!!!???
Con i taxi e con Christie risolviamo il problema ed eccoci al ristorante
Appuntamento alle 21 al ristorante “Le Serre”(!!!???) qui troviamo la gentilissima signora che ha organizzato lo spettacolo nel paese dove vive, alcuni giorni prima e malauguratamente ritroviamo il marito della stessa definito scherzosamente il ”merlo” che la sera post-spettacolo ha parlato per 30 minuti su 31 che siamo restati a casa sua, vi è anche un tipo calabrese o pugliese e la figlia deliziosa e carina del “merlo”.

La serata è piacevole finalmente scopriamo culinariamente la Romania, siamo allegri sereni e tranquilli è finalmente una spensierata serata di gruppo se non fosse che il “tipo” ad un certo punto si incavola e alzando la voce ci sgrida per la nostra eccessiva esuberanza.
In malo modo sottolinea la nostra irrispettosità e che il clima che si è instaurato non gli piace, la moglie si prende anche lei una bella scarica quando cerca di quietare l’ira del “tipo”
Tutti interdetti per la sua “esuberanza” restiamo per qualche secondo così ma poi non vogliamo che un “cafone” ci rovini la serata perciò ingoiamo il boccone amaro e ci mettiamo a giocare tra noi.
La cena si consuma tranquilla le pietanze sono ottime e alla fine il clima disteso e tranquillo si ripristina, si ride e si scherza ma arriva un bel temporale a costringerci al chiuso e mandarci a casa belli inzuppati.
Ci chiamano il taxi e in mezzo a pozzanghere simili al mar Nero arriviamo a casa.
Savoiardo


Ven 01-07-2005
Sveglia ore 8.30…e finalmente arriva il primo giorno di missione dove possiamo tirare fuori i nostri camici super colorati…….e per nostra sfortuna arriva anche suor Emilia (ormai non la reggiamo piùùùùùùùùùùùùùùùù) si parte x l’ospedale reparto pediatria.
Arrivati in ospedale …non capiamo il motivo ma ci guardano meravigliati, dato che non hanno mai visto una cosa di questo genere. Ad aspettarci oltre ai medici e il personale infermieristico troviamo anche la televisione…l che ci riprende durante il nostro servizio in corsia.
All’inizio ci dividiamo in due stanze …ma dopo circa 30 minuti ci ritroviamo tutti in corridoio con tutto il personale e i degenti…tra giochi di magia, colori, palloncini e mille bolle di sapone, ci accorgiamo di trovarci tra mille sorrisi e occhi pieni di gioia da queste persone che non si aspettavano una cosa simile..
Le stanze sono composte da lettini piccoli e tra un letto e l’altro c’è un separè, e un lavandino molto antico …talmente vecchio che ormai e privo di smalto…inoltre all’ingresso attaccato alla porta si trovano dei fogli con delle scritte…….in particolare siamo rimasti colpiti da due scritte una era “sala rianimazione”…..ma vi posso assicurare che non aveva niente di diverso dalle altre , e un’altra riportava la scritta “sala abbandonati”……(c’erano due bambini piccolissimi e stupendi).
L’atmosfera è particolare e strana e non ci sono parole per descrivere la nostra gioia e soprattutto la gioia, la felicità e i volti contenti di tutti i degenti e personale.
Finiamo il nostro servizio e andiamo a pranzo.
Pomeriggio ore 16.00 si ritorna in ospedale reparto medicina adulti.
Qui dato che troviamo gli adulti, per evitare delle situazioni imbarazzanti, si decide di dividesi…i ragazzi fanno le stanze maschili e le ragazze le stanze femminili.
Anche qui le persone sono molto contente …a parte la vecchietta che hanno incontrato Dolly e Alga che le ha cacciate con il bastone ( che ridere!).
Si finisce il servizio e sono le ore 19.00 ma ancora la giornata non è finita…infatti alle 20.30 ci aspetta il progetto alcolismo.
Ore 20.30 si parte dalla Caritas x recarci a fare il progetto alcolismo nei quartieri della zona…..
All’inizio non c’è quasi nessuno al punto che si pensa di rimandare lo spettacolo , ma dopo un giro del quartiere col megafono la gente esce e si avvicina e quindi si inizia. Il progetto alcolismo dura circa 20 minuti massimo 30….non capiamo xchè noi lo facciamo durare circa 1 ½ ahahhah.
Questo succede perché d’avanti a questi bambini finito il progetto non riusciamo mai ad andare via ma ci fermiamo a cantare ballare e giocare con loro ed è stupendo.
Finito il progetto si torna alla Caritas per la cena e anche stasera le ore … si fanno veramente piccole
Guantone- maf


Sab 02-07-2005
Casa-famiglia, Amara.
Alle 9.30 partiamo per Amara, un paese vicino a Slobozia, non è molto grande però c’è una filiale dell’università di Bucarest ed anche il lago termale. La zona dove andiamo noi è pura campagna con le case di 1 piano, orti e strada non asfaltata quindi con fango. I primi che vediamo arrivare sono diversi cavalli. Ci sbarchiamo davanti una casa da fuori uguale a tutte le altre, forse più pulita e curata. Dentro ci aspetta un mondo nuovo: è una casa-famiglia dove vivono 7 ragazzi con handicap mentali e fisici, organizzata e sponsorizzata da un signore inglese. Il tempo non è un granchè però decidiamo di accomodarci fuori nel giardinetto, così possono assistere al nostro spettacolo più persone, infatti dopo un po’ arrivano i bambini, ragazzi ed adulti che abitano nelle vicinanze. Tutti seduti sulle sedie e panchine, arriva anche Emil, lo fanno sedere sulla sedia a rotelle, non smette di sorridere. Vengono distribuiti i nasi rossi a tutti, glieli mettiamo ed è buffo vedere i clowns vedere lo spettacolo dei clowns! Iniziamo con la musica del circo e sfilata, puliamo tutto e tutti: reagiscono bene e senza paura ci fanno avvicinare. Anzi, durante lo spettacolo i momenti di ravvicinanzia e contatto diretto (ballare insieme oppure fargli fare la magia, correre e sedersi insieme a loro) hanno un grande successo: gli si illuminano gli occhi. Questa volta abbiamo fatto sperimentazia: ci siamo scambiati i ruoli nelle gag, per provare ed imparare sempre di più ma anche per divertirci anche noi stessi facendo qualcosa di nuovo: Maf, Guantone e Savoiardo fanno il “fiore magico”, Asa e Simpa fanno “la mosca”, Nuvolotta è la funambola, Guantone e Asa a far colorare il libro ai bambini. Si conclude tutto con una gran sfilata insieme a bambini e ragazzi e con palloni a volontà. Rimaniamo ancora un po’ nel giardino per ballare e parlare con ragazzi. Una signora che si occupa di loro ci porta i regali!! Sono i disegni dei ragazzi: le scenette, le faccine, la natura disegnata a pennarello o pennello, ed anche con la carta colorata tagliata e incollata. Toccante.
Ci fanno vedere come vivono: hanno il loro orto da curare, giardino, scivolo ed altalena nel giardino, polli nel pollaio, dispensa dove preparano le conserve per inverno. Fuori c’è Cucuzzo che sul falò sta cucinando la marmellata di amarene, ci saluta sorridendo. Il ragazzo con occhiali (il nome suo inizia con F, ma non mi ricordo qual è) raccoglie i fiori nel giardino e li regala a tutte le femminucce del gruppo. La casa è pulitissima e molto accogliente, le camere con i letti colorati, foto dei ragazzi e dei momenti particolari della loro vita sono appese al muro. C’è una stanza dedicata alle terapie dei colori, dei suoni, degli odori e del tatto: piccola, con 2 poltrone, uno stereo, lucine colorate, oli esenziali e pallone di vari materiali. Possiamo rimanerci qui?!
Prima di andare a casa ci fermiamo nella scuola dove le ragazze venete ospiti di Caritas hanno fatto grest: una settimana di laboratori, scenette e preghiere insieme ad una trentina di bambini del quartiere. Oramai conosciamo quasi tutti, ci salutano e rimaniamo con loro per vedere le scenette del piccolo principe e per partecipare alle preghiere animate. È l’ultimo giorno anche di grest, i bambini prima di andare via chiedono gli autografi sia alle venete sia a noi, clown.
Durante il pranzo decidiamo cosa regalare alle ragazze venete che hanno preparato per ognuno di noi una bandana con i motivi del piccolo principe fatte da loro. Noi prepariamo una pergamena con il leitmotiv di VIP: “Uniti per ridere e crescere insieme” + le nostre firme e una carta per fare la magia, cosiddetta “del Margherito”. Ribadisco un’altra volta che sarebbe più carino lasciare un pensierino agli animatori rumeni che restano qui. Sicchè contiamo le carte magiche che abbiamo e ci rendiamo conto che ne possiamo regalare una a testa sia alle venete che ai rumeni. Gli animatori rumeni sono ragazzi da 13 a 19 anni che vivono qui vicino, oltre Silvia che abita fuori Slobozia, però durante la settimana frequenta la scuola qui e nel pomeriggio fa animatrice, vive nella Caritas. Sono una decina, 2 maschi soli. Durante l’anno, come mi raccontava Don Dino, tutti i pomeriggi fanno giochi e laboratori con bambini del quartiere, le gite fuori, gli incontri con bambini delle altre città. Tra poco avranno un oratorio nuovo che stanno costruendo accanto alla parrocchia.

I ragazzi animatori rumeni sono una decina da 13 a 19 anni, quasi tutti sono femmine. Questi 10 giorni a Slobozia abbiamo trascorso molto tempo insieme: abbiamo fatto il corso clown, hanno partecipato un anche ai nostri spettacoli sia come pubblico sia qualche volta come attori, e poi tra una cosa e l’altra erano spessissimo da noi. È nata un’ amicizia. Ci siamo scambiati i numeri di telefono, Giovanna e Emilia ci hanno dato i loro diari per scrivere le dediche, che carine. Mi piacerebbe conoscerli meglio, sapere come vivono e cosa vogliono fare nella vita per esempio so che Emilia - dottor Cornelio – vuole venire a lavorare in Italia. Il tempo è sempre poco, tanti spettacoli e servizi. Oggi è l’ultimo giorno, domani partiamo per Bucuresti. Strano, sembra di aver fatto tanto ma vorrei fare ancora di più.

Ospedale, reparto neurologia e oncologia, Slobozia.
Cercando suor Emilia che ci apre tutte le porte e senza la quale valiamo poco, con un’ora di ritardo giungiamo all’ospedale. Salutiamo la guardia (che faccia!) e i malati che incontriamo (qualcuno ci saluta e sorride, qualcuno preferisce non vederci oppure non cambia espressione del viso). Al reparto neurologia ci aspettano le dottoresse ed infermiere, ci accolgono benissimo, sorridono e ci fanno vedere le stanze dove ci sono i pazienti, non ce ne sono molti, forse perché oggi è sabato. Prima chiediamo se ci sono persone musulmane e se è il caso di fare i gruppi solo di donne e solo di uomini. L’infermiera risponde che sono tutti gli ortodossi e noi ci mischiamo: Savoiardo, Simpa, Alga e poi Nuvolotta, Cravattino, Asa. Le stanze non sono proprio piccolissime, sono per 4-5-6 persone, ma i letti sono raggruppati in modo tale che praticamente non rimane nessun letto singolo ma quasi tutti sono matrimoniali. Che altro dire delle condizioni? I vestiti degli infermieri sono puliti e stirati, ma la biancheria dei letti non molto. Siamo entrati nella prima stanza ed c’era solo un uomo. Ma noi eravamo forse in troppi: 3 clown, 1 o 2 infermiere, suor Emilia che a volte ci traduceva, a volte parlava con dottoresse. Noi, clown, ci siamo stabiliti davanti al suo letto e ci siamo presentati come artisti del circo italiano, così gli abbiamo fatto vedere le magie (le 3 corde), giocoleria (fazzoletti), le bolle di sapone come vitamina C. Lui ci sorrideva anche se a volte mi sembrava che fosse un po’ a disagio, forse davvero eravamo troppi, troppo colorati e troppo energici per il suo stato d’animo. Alla fine gli abbiamo chiesto che canzone italiana gli sarebbe piaciuto sentire ed è finita con: “lasciatemi cantare..” , “azzurro”, “coccodrillo”. Sono stonata ma canto sempre volentieri, specialmente in russo. Con la speciale richiesta di suor Emilio canto “katiusha” mettendoci dentro tutto il mio entusiasmo. Segue una piccola discussione tra noi e i clown dell’altro gruppo se lasciare i palloncini oppure no visto che è un reparto molto delicato. All’altro gruppo le dottoresse hanno dato l’ok. Dopo che un palloncino mi scoppia in mano (!!!) esco fuori per farne un altro e lo regalo al paziente. Dall’espressione degli occhi sembrava che apprezzasse il nostro intervento. Nella prossima ed ultima stanza facciamo più meno la stessa cosa: ci presentiamo come artisti di circo e facciamo magie, funambolismo e giocoleria con le bolle di sapone. Un signore ci guarda storto, e con la mano dice “no”, dopo 5 minuti si rilassa appena appena, un altro è sdraiato e ci guarda con la coda dell’occhio, si vede che soffre molto, quando attacchiamo il palloncino al suo letto sorride appena. Il terzo uomo è quello partecipe: prende a pallate le bolle di sapone (queste fanno veramente miracoli) però ci dice un sacco di cose che non capiamo e quando chiamiamo suor Emilia per tradurre lui ci guarda come per dire: ”che volete da me?”. Mandiamo tanti bacini, stringiamo la mano al “partecipe” e ce ne andiamo. Nel corridoi ci spetta l’altro gruppo che fa divertire il personale con le micromagie: Simpa e Savo oramai ne sono esperti!
Suor Emilia dice che con molta probabilità stasera non facciamo spettacolo “prevenzione alcolismo” e visto che non dobbiamo correre a cambiarci, la sua incessante attività ci porta in oncologia. Cravattino ci comunica che ha un po’ di difficoltà a fare il servizio in questo reparto. Ovviamente gli diciamo che non c’è nessun problema, se vuole può aspettarci fuori, qualcuno gli propone di entrare come osservatore e vedere un po’ com’è la situazione, e se è il caso uscire dopo. C’è la mensa in corso e pochi pazienti che ci sono ci sfuggono nella sala mensa. Le stanze occupate solo 2: il nostro gruppo entra nella 2° stanza, il paziente ci dice di no con le parole e con tutto il corpo, non so se ha capito chi siamo ma non era proprio il momento. Nella prima invece c’è movimento: tra pettinate a tutte le donne e alla parente, magAlga con il libro, di nuovo bolle di sapone etc.. Le donne ridono e stiamo a lungo nella stanza entrando 2 clown a volta. Appunto per non soprafollare la stanza esco nel corridoio e c’è la signora zingara che tiene per mano suo figlio di circa 8 anni. In Romania ci sono tanti zingari e, come nel resto del mondo, non lavorano, vivono in povertà e quindi non godono della benevolenza della popolazione. Gli zingari che abbiamo incontrato qui in ospedale ed anche per strada ci sorridono, i bambini ci seguono con gli occhi spalancati, alla fine tutti quanti ci chiedono i soldi oppure di regalare gli oggetti clown, è una abitudine, è una tradizione. Anche questa donna ci aspetta perché le abbiamo promesso prima di fare un palloncino. Faccio un cagnolino al figlio, dopo gli faccio i versi del cane, un saluto con la coda e glielo infilo nella mano, allora lo prende ma sempre immobile ed incredulo. Inizio bolle-attacco: solo dopo mezzo litro di sapone che gli soffio addosso inizia a sorridere un po’. Insieme a Paola, animatrice rumena che ci fa da traduttrice glielo diciamo “prindi, prindi” e con tanta insicurezza alza la mano per prenderle. La sua mamma ci chiede di regalarle le bolle. Non gliele ho date ed ora mi pento, chissà come suo figlio poteva divertirsi. Ci penso ancora a quel bambino zingaro cos’ immobile. La donna ci ha chiesto di fare la foto tutti insieme e l’abbiamo fatto, poi si ne sono andati. Torniamo a casa salutando tantissimi bambini che incontriamo, Savoiardo fa il gioco con quelli della nostra via che si nascondono dietro il cancello, le bimbe scappano strillando e ridendo e poi tornano ancora ed ancora.

Cena da dio (oppure d’addio come avrebbe detto Simpa :o) )
Ci sediamo davanti un grande tavolo nella corte: siamo una ventina tra le venete, le suore, don Dino, Christi e sua moglie Marcica, Lucia e la sua amica rumena che anche lei fa parte dell’ONG che farà il progetto “Non violenza” qui a Slobozia. Dopo la pasta alla carbonara, patate con wurstel e vino moldovano finiamo con i gelati portati dalle venete e con la torta portata da Lucia. Dopo cena i momenti clou: le ragazze venete regalano a tutti noi clown le bandane con i loro nomi e i disegni del piccolo principe. Arrivano i ragazzi rumeni e ci regalano un pensierino scherzoso: una scatoletta con una bottiglia di liquore e due sigarette e con la scritta in rumeno che queste due danneggiano la salute. Noi, clown, invece regaliamo praticamente a tutti i nostri papiri e le carte magiche. La serata si conclude con gran socializzazione: Savoiardo gioca con le ragazze rumene a “aperto-chiuso-salsiciotto” mentre Simpa gioca con le ragazze venete a …“aperto-chiuso-salsiciotto”!! Qualcuno sparecchia, le suore e don Dino fanno un gruppetto parlando dei loro problemi, più tardi in cucina nell’atmosfera casalinga si svolgeranno i laboratori di carta: le ragazze venete ci insegneranno a fare i fiori. Per domani è previsto pranzo per tutti quanti, saremmo una trentina, perciò per meravigliarvi Marcica cucina i sarmali, un piatto tipico: un mix di carne tritata, riso, carote tritate, cipolla avvolto nelle foglie di verza o di vite. Si cuoce un una pentola speciale nel forno per diverse ore. Così vado da loro a dare una mano e trovo in cucina i ragazzi a fare i sarmali: Silvia, Anna, Cornelio, Claudio, Emilia, Marcica. Ci divertiamo, parliamo del più e del meno, racconto che anche in Russia noi abbiamo lo stesso piatto e si chiama “golubzy”, usiamo però le foglie di cavolo cappuccio. Chiedo a Cornelio come hanno reagito i suoi amici quando hanno visto il nostro spettacolo “alcolismo”. Erano quelli che sono arrivati durante lo spettacolo, ridevano dicevano le parolacce, ridacchiavano quando abbiamo ballato con bambini. Dice che sono instupiditi e oramai sono convinti che bere non è un male, ma è una cosa normale, sono stato educati così. Considerano il nostro spettacolo adatto per i piccoli e non lo prendono sul serio. Prima, dice Cornelio, anch’io ero così, picchiavo i bambini piccoli: poi suor Amabilis mi ha parlato tanto e così sono diventato un animatore. Mi chiede come ho fatto a diventare clown e come funziona il nostro volontariato. Gli racconto un po’ di tutto, parliamo della reazione della gente quando vede i clown: qualcuno ride e ci saluta subito, qualcuno si gira dall’altra parte, qualcuno fa il segno della croce, ridiamo. Secondo me non c’è tantissima differenza tra la reazione degli italiani e la reazione dei rumeni.
È quasi mezzanotte, torno a casa, domani dopo la messa, tempo permettendo faremo animazione ai bambini del quartiere. In cucina nostra si sono riuniti 4-5 clown che stanno pregando per il papà di Mithril. Fuori diluvia.
Asa.

FINE : MISSIONE COMPIUTA!

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